Con il discorso di oggi all’assemblea degli Azionisti Andrea ha legittimato, se ancora ce ne fosse
bisogno, la sua leadership nella Juventus, ha pronunciato parole e ha espresso
concetti molto chiari che sono il thread della sua Presidenza che sta portando
avanti con estrema coerenza dal 2010.
L’analisi della crisi del calcio Italiano è lucida e
precisa, non si può continuare su questa strada, la Juventus di Andrea Agnelli
è in prima linea nella battaglia per rifondare il sistema Calcio Italiano, un
sistema vecchio che perde competitività ogni giorno di più. Non servono a nulla
gli slogan triti e ritriti dei media asserviti alla Lega e alla FIGC che
continuano a ripetere che la “Serie A è il avvincente” che il nostro campionato
rimane “il più bello del mondo”, questo autocompiacimento non solo è dannoso e aumenta
il gap tra la Serie A Premiere League e Bundesliga ma rischia che i tornei di
altri Paesi raggiungano e superano in appeal internazionale la nostra Serie A, con
il rischio di relegare sempre di più il calcio Italiano a ruolo di comprimario
nello scenario globale.
Andrea è come sempre pragmatico e chiaro nell’esporre la
posizione della Juventus, non solo di diritti televisivi vive il Calcio ma
anche di merchandising e sfruttamento del brand. Sul tema dei diritti TV la
Juventus, ovviamente, deve tener conto delle strategie della Proprietà in
materia di media ed editoria, la Proprietà non deve però ingessare l’azione di
Andrea alle esigenze di Famiglia, Andrea Agnelli deve aver la sufficiente
autonomia per avanzare proposte innovative
per l’obsoleto sistema Italiano, che se poi collimano con le scelte strategiche
di Exor tanto meglio.
Lo sfruttamento del brand e il merchandising non devono
essere solo di interesse delle Società ma devono coinvolgere la Lega e devono
essere sinergiche, si deve seguire l’esempio dello Sport professionistico
americano dove ormai da decenni i brand NFL, NBA, MLB e MSL sono conosciuti in
tutto il mondo. Il cambio dello sponsor tecnico è un esempio che ha lanciato la
Juventus alla vigilia di questa Assemblea degli Azionisti, cambiare si può e si
deve quando il cambio comporta vantaggi sostanziosi ma soprattutto quando c’è
comunione d’intenti e interesse comune nella crescita, fossilizzarsi su
alleanze “storiche” o di convenienza è deleterio.
Andrea Agnelli in particolare in un passaggio del suo
discorso ha fotografato esattamente la situazione italiana del calcio e non
solo:
“In un contesto come quello italiano che da molto tempo ha sviluppato
una radicata cultura di potere e una precaria cultura di governo, non è facile
anzi è difficilissimo.”
La cultura del potere è nemica della cultura del fare e questo
è ancor peggio del rimanere ancorati al passato. Il Calcio è ai vertici dell’economia
italiana e se gestito in modo moderno e professionale può aiutare, nella situazione
di crisi attuale a generare posti di lavoro e dare impulso ad un indotto
importante, come ha sottolineato Agnelli ricordando il progetto Continassa.
Il bilancio finanziario e la strategia di investimenti a
breve e medio termine non devono però ridurre la Juventus ad essere un mero
asset di Exor, si deve sempre tener ben presente che i risultati sportivi sono
alla base dei risultati finanziari. Agnelli ha ricordato che nel 2006 la Juventus
era tra i primi 3 clubs al Mondo, record ottenuto grazie al lavoro decennale di Giraudo e Moggi che
hanno dimostrato che i risultati economici non possono essere disgiunti da
quelli sportivi, un insegnamento che è stato ignorato da chi è stato chiamato a
guidare( in maniera infausta) la Juventus dal 2006 al 2010 e i risultati sono
sotto gli occhi di tutti. Per questo Agnelli ha sottolineato che le difficoltà
oggettive del sistema calcio in Italia non devono assolutamente essere una giustificazione,
la Juventus deve ritornare al vertice con o senza l’aiuto del sistema.
Un importante riconoscimento è andato anche a Conte in quanto
Agnelli ha ricordato che ancora una volta il Tecnico ha visto bene nel
raffreddare i facili entusiasmi e nel ammonire sulle difficoltà che deve
affrontare la Juventus quest’anno per tentare di vincere il terzo Scudetto
consecutivo, non è impossibile ma non sarà facile, un monito doveroso se c’era chi
si aspettava delle analisi o delle spiegazioni è rimasto deluso perché le
analisi che si fanno nelle “segrete stanze” e non in pubblico.
Agnelli ha un compito difficile sia dentro che fuori dalla
Juventus, non ha ancora il carisma dell’Avvocato e l’esperienza del padre però
sta dimostrando di essere l’uomo giusto per guidare la Juventus, l’importante è
che lo si lasci lavorare in autonomia, la Juventus è fatta da uomini e donne, è
un’organizzazione e come tale deve avere un leader che in questo momento può
essere solo uno Andrea Agnelli.
JUVENTUS PER SEMPRE SARA’
FINO ALLA FINE
Massimo Sottosanti
Twitter @JuveGrandeAmor
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