Come era facile prevedere la FIGC è diventata una “colonia”
della Lega Serie A e non solo, con la nomina dell’onnipresente Claudio Lotito come
consigliere federale, in realtà Lotito è il console garante della sudditanza
di Tavecchio e della Federazione ai voleri delle Società che gestiscono di
fatto la Lega, serve a garantire che una volta eletto Tavecchio non possa
venire meno agli accordi elettorali.
In questo week end la FIGC per voce del suo Presidente
Tavecchio ha esposto due punti importanti di quelle che sono le “riforme” che
ha intenzione di portare avanti nei prossimi mesi, in primo luogo la riduzione
del campionato di serie A da venti a diciotto squadre e poi introdurre la norma
della multiproprietà, Annunci pervenuti mentre Marotta e Lotito si scambiavano
veleni via stampa.
Ma andiamo con ordine iniziando dalla polemica tra Marotta e
Lotito: ieri pomeriggio, dopo la precisazione di Tavecchio che Lotito, come
consigliere federale, ha tutti i titoli per essere presente ed esibirsi al
fianco della Nazionale, Beppe Marotta non perde tempo e esprime la sua
opinione sull’onnipresente, membro della famiglia di palazzinari Mezzaroma-Lotito,
“Lotito in passato era definito come un
personaggio folcloristico. Oggi è un personaggio che ha un estremo potere e
tanto potere in mano ad una sola persona è pericoloso, si rischia di finire nel
vuoto”.
Lotito non dorme certo e rispedisce al mittente le accuse, forte delle deleghe che ha in tasca, rincarando la dose
“Le parole di Marotta? A me interessa solo
l’opinione del presidente Agnelli che è il massimo esponente della Juventus,
l’unico titolato ad esprimere la posizione della società. Marotta è
l’amministratore delegato e quindi non si occupa delle linee politiche che
spettano al presidente”.
Questo scambio di “cortesie” è la punta dell’iceberg della
guerra che si sta ancora combattendo attorno alla sempre più sgarrupata FIGC: infatti sempre in questi giorni Tavecchio annuncia che presto la FIGC varerà
quelle riforme che fanno parte del “suo programma”. In primo luogo la norma
sulle multiproprietà, una norma che stabilisce il diritto ad una Società
Calcistica di acquisire e controllare più di un Club Professionistico, basta che
militi in campionati diversi, modificando radicalmente la norma attuale che
prevede che una Società professionistica possa acquisire e controllare solo una
società semi pro o iscritta alla lega Dilettanti. L’altro provvedimento che la
FIGC con presidente Tavecchio andrà a varare è la riduzione della Serie A da
venti a diciotto squadre.
Per meglio comprendere la polemica Marotta-Lotito vediamo il
senso delle misure che intende adottare la FIGC, teoricamente per rilanciare il
calcio italiano.
La multiproprietà:
la modifica della norma attuale era scritta chiaramente nel programma
elettorale di Tavecchio “… le seconde proprietà possono offrire
nuove risorse in termini di formazione dei giovani e spesso possono
salvaguardare anche importanti realtà calcistiche territoriali altrimenti
destinate a scomparire”, è chiaro che questa modifica di fatto
cambia le prospettive del Calcio italiano, Infatti fino ad oggi chi voleva o
aveva le possibilità di acquistare un secondo Club pro poteva farlo solo all’estero; l’esempio è quello dell’Udinese che controlla il Granada in Spagna e il Watford
in Inghilterra. La modifica di questa norma di fatto aumenta quella gestione “lobbistica”
e a volte poco chiara che è prassi non solo nel calcio ma nella società
Italiana; con la modifica di questa norma, per esempio, un Club di Serie A potrà
comprarne uno di B in modo che la “capogruppo”, oltre a incamerare i proventi
del campionato cadetto, avrà un piede anche nella Lega di Serie B e potrà “gestire”
a seconda del suo interesse l’andamento dello stesso in termini di promozioni
e/o retrocessioni.
Campionato a diciotto
squadre: ridurre a diciotto squadre il campionato di Serie A non è
certamente una misura che possa aumentarne il tasso tecnico, il campionato a
diciotto squadre di fatto aumenta la fetta di torta dei diritti TV da spartirsi,
aggiungiamo poi che con la nuova norma sulle multiproprietà certe squadre,
quelle controllate da Club di Serie A, non entrerebbero mai a far parte della
serie maggiore; si verrebbe a creare una sorta di monopolio lobbistico che
controlla il calcio professionistico, una lobby che non è detto che abbia
interesse ad investire per far aumentare il tasso tecnico del calcio
professionistico ma certamente avrà interesse a incamerare maggiori proventi.
Spero di aver chiarito, il mio pensiero, l’applicazione di
queste norme favorirebbe solo chi ha interesse a che il Calcio Italiano
continui ad avere una dimensione “provinciale” nello scacchiere più vasto del
Calcio Europeo, infatti non riesco a capire che vantaggi ne trarrebbero società
come la Juventus o la Roma che hanno obbiettivi che non si fermano al
Campionato Italiano ma il cui target è quello di entrare di diritto a primeggiare
in Europa.
In quest’ottica l’intervento di Marotta è sacrosanto
oltreché atto a difendere gli interessi Bianconeri; però Marotta purtroppo
rappresenta la fazione sconfitta nella guerra per il controllo della FIGC e
soprattutto continua ad essere fuori dalla lobby della Lega che in pratica è
quella che comanda in Federazione. Lotito in questo momento è il vero deus ex
macchina di questo “golpe bianco” che di fatto gli consegna il controllo della
FIGC oltre a quello della Lega, Marotta ha ragione a dire che le soluzioni
prospettate non soddisfano le esigenze del Calcio Italiano, che invece delle
multiproprietà dovrebbe varare il Torneo delle Squadre B come in Spagna e
Inghilterra, soluzione per altro sposata anche dalla UEFA con il torneo
Champions Youth. Ma purtroppo Marotta e la Juventus non potranno, nell’immediato,
cambiare il corso degli eventi dal momento che hanno perso il match delle
elezioni (lobbiste) di Agosto.
In questo guazzabuglio politico c’è chi ne esce ancora una
volta più debole ed è il Presidente Tavecchio; ne esce più debole perché ogni
giorno che passa dimostra la sua personale debolezza e la debolezza della FIGC,
mentre si consolida il potere di Claudio Lotito, Lotito che erroneamente viene,
o veniva, considerato al servizio di Galliani ma che la realtà sta dimostrando
che The Boss è lui. Lotito ha gestito la spartizione del potere pallonaro
italiano, ha innalzato una cortina fumogena che ha permesso al suo uomo
Tavecchio di lavorare indisturbato mentre lui si mostrava istrionicamente al
fianco di Conte e della Nazionale.
Lotito, con il suo folklore da filosofo delle imprese di
pulizia, ha saputo manovrare nell’ombra lasciando che fossero gli altri a
spianargli la strada verso il potere; è sicuramente pericoloso, ha ragione
Marotta, però disinnescarlo nel breve periodo è assai complicato, gli interessi
che rappresenta sono quelli di personaggi altrettanto pericolosi e interessati
non certo a risollevare le sorti del Calcio Italiano ma, è sempre più chiaro,
quello di gestire il potere per il loro tornaconto personale.
La Juventus da parte sua soffre una debolezza politica che è
iniziata nel 2006 con Farsopoli, la Proprietà dovrebbe muoversi in modo
efficace per cambiare tendenza ma, al momento, non si vedono segnali in
questo senso, Exor è impegnata su altri fronti che sono ritenuti più strategici
che quello del Calcio e della Juventus, Marotta mi è parso un Don Chisciotte
che carica i mulini a vento, mulini a vento le cui pale sono mosse, anche, dal
denaro che la Proprietà versa nelle casse della FIGC attraverso la
sponsorizzazione da parte di FIAT delle Squadre della FIGC.
“C’è
del marcio in Danimarca…” (cit. Amleto di William Shakespeare)
Massimo
Sottosanti
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