lunedì 15 settembre 2014

IL SIGNORE DEL PALLONE



Come era facile prevedere la FIGC è diventata una “colonia” della Lega Serie A e non solo, con la nomina dell’onnipresente Claudio Lotito come consigliere federale, in realtà Lotito è il console garante della sudditanza di Tavecchio e della Federazione ai voleri delle Società che gestiscono di fatto la Lega, serve a garantire che una volta eletto Tavecchio non possa venire meno agli accordi elettorali.

In questo week end la FIGC per voce del suo Presidente Tavecchio ha esposto due punti importanti di quelle che sono le “riforme” che ha intenzione di portare avanti nei prossimi mesi, in primo luogo la riduzione del campionato di serie A da venti a diciotto squadre e poi introdurre la norma della multiproprietà, Annunci pervenuti mentre Marotta e Lotito si scambiavano veleni via stampa.

Ma andiamo con ordine iniziando dalla polemica tra Marotta e Lotito: ieri pomeriggio, dopo la precisazione di Tavecchio che Lotito, come consigliere federale, ha tutti i titoli per essere presente ed esibirsi al fianco della Nazionale, Beppe Marotta non perde tempo e esprime la sua opinione sull’onnipresente, membro della famiglia di palazzinari Mezzaroma-Lotito,

Lotito in passato era definito come un personaggio folcloristico. Oggi è un personaggio che ha un estremo potere e tanto potere in mano ad una sola persona è pericoloso, si rischia di finire nel vuoto”.

Lotito non dorme certo e rispedisce al mittente le accuse, forte delle deleghe che ha in tasca, rincarando la dose

Le parole di Marotta? A me interessa solo l’opinione del presidente Agnelli che è il massimo esponente della Juventus, l’unico titolato ad esprimere la posizione della società. Marotta è l’amministratore delegato e quindi non si occupa delle linee politiche che spettano al presidente”.

Questo scambio di “cortesie” è la punta dell’iceberg della guerra che si sta ancora combattendo attorno alla sempre più sgarrupata FIGC: infatti sempre in questi giorni Tavecchio annuncia che presto la FIGC varerà quelle riforme che fanno parte del “suo programma”. In primo luogo la norma sulle multiproprietà, una norma che stabilisce il diritto ad una Società Calcistica di acquisire e controllare più di un Club Professionistico, basta che militi in campionati diversi, modificando radicalmente la norma attuale che prevede che una Società professionistica possa acquisire e controllare solo una società semi pro o iscritta alla lega Dilettanti. L’altro provvedimento che la FIGC con presidente Tavecchio andrà a varare è la riduzione della Serie A da venti a diciotto squadre.

Per meglio comprendere la polemica Marotta-Lotito vediamo il senso delle misure che intende adottare la FIGC, teoricamente per rilanciare il calcio italiano.

La multiproprietà: la modifica della norma attuale era scritta chiaramente nel programma elettorale di Tavecchio “… le seconde proprietà possono offrire nuove risorse in termini di formazione dei giovani e spesso possono salvaguardare anche importanti realtà calcistiche territoriali altrimenti destinate a scomparire”, è chiaro che questa modifica di fatto cambia le prospettive del Calcio italiano, Infatti fino ad oggi chi voleva o aveva le possibilità di acquistare un secondo Club pro poteva farlo solo all’estero; l’esempio è quello dell’Udinese che controlla il Granada in Spagna e il Watford in Inghilterra. La modifica di questa norma di fatto aumenta quella gestione “lobbistica” e a volte poco chiara che è prassi non solo nel calcio ma nella società Italiana; con la modifica di questa norma, per esempio, un Club di Serie A potrà comprarne uno di B in modo che la “capogruppo”, oltre a incamerare i proventi del campionato cadetto, avrà un piede anche nella Lega di Serie B e potrà “gestire” a seconda del suo interesse l’andamento dello stesso in termini di promozioni e/o retrocessioni.

Campionato a diciotto squadre: ridurre a diciotto squadre il campionato di Serie A non è certamente una misura che possa aumentarne il tasso tecnico, il campionato a diciotto squadre di fatto aumenta la fetta di torta dei diritti TV da spartirsi, aggiungiamo poi che con la nuova norma sulle multiproprietà certe squadre, quelle controllate da Club di Serie A, non entrerebbero mai a far parte della serie maggiore; si verrebbe a creare una sorta di monopolio lobbistico che controlla il calcio professionistico, una lobby che non è detto che abbia interesse ad investire per far aumentare il tasso tecnico del calcio professionistico ma certamente avrà interesse a incamerare maggiori proventi.
Spero di aver chiarito, il mio pensiero, l’applicazione di queste norme favorirebbe solo chi ha interesse a che il Calcio Italiano continui ad avere una dimensione “provinciale” nello scacchiere più vasto del Calcio Europeo, infatti non riesco a capire che vantaggi ne trarrebbero società come la Juventus o la Roma che hanno obbiettivi che non si fermano al Campionato Italiano ma il cui target è quello di entrare di diritto a primeggiare in Europa.

In quest’ottica l’intervento di Marotta è sacrosanto oltreché atto a difendere gli interessi Bianconeri; però Marotta purtroppo rappresenta la fazione sconfitta nella guerra per il controllo della FIGC e soprattutto continua ad essere fuori dalla lobby della Lega che in pratica è quella che comanda in Federazione. Lotito in questo momento è il vero deus ex macchina di questo “golpe bianco” che di fatto gli consegna il controllo della FIGC oltre a quello della Lega, Marotta ha ragione a dire che le soluzioni prospettate non soddisfano le esigenze del Calcio Italiano, che invece delle multiproprietà dovrebbe varare il Torneo delle Squadre B come in Spagna e Inghilterra, soluzione per altro sposata anche dalla UEFA con il torneo Champions Youth. Ma purtroppo Marotta e la Juventus non potranno, nell’immediato, cambiare il corso degli eventi dal momento che hanno perso il match delle elezioni (lobbiste) di Agosto.

In questo guazzabuglio politico c’è chi ne esce ancora una volta più debole ed è il Presidente Tavecchio; ne esce più debole perché ogni giorno che passa dimostra la sua personale debolezza e la debolezza della FIGC, mentre si consolida il potere di Claudio Lotito, Lotito che erroneamente viene, o veniva, considerato al servizio di Galliani ma che la realtà sta dimostrando che The Boss è lui. Lotito ha gestito la spartizione del potere pallonaro italiano, ha innalzato una cortina fumogena che ha permesso al suo uomo Tavecchio di lavorare indisturbato mentre lui si mostrava istrionicamente al fianco di Conte e della Nazionale.

Lotito, con il suo folklore da filosofo delle imprese di pulizia, ha saputo manovrare nell’ombra lasciando che fossero gli altri a spianargli la strada verso il potere; è sicuramente pericoloso, ha ragione Marotta, però disinnescarlo nel breve periodo è assai complicato, gli interessi che rappresenta sono quelli di personaggi altrettanto pericolosi e interessati non certo a risollevare le sorti del Calcio Italiano ma, è sempre più chiaro, quello di gestire il potere per il loro tornaconto personale.

La Juventus da parte sua soffre una debolezza politica che è iniziata nel 2006 con Farsopoli, la Proprietà dovrebbe muoversi in modo efficace per cambiare tendenza ma, al momento,  non si vedono segnali in questo senso, Exor è impegnata su altri fronti che sono ritenuti più strategici che quello del Calcio e della Juventus, Marotta mi è parso un Don Chisciotte che carica i mulini a vento, mulini a vento le cui pale sono mosse, anche, dal denaro che la Proprietà versa nelle casse della FIGC attraverso la sponsorizzazione da parte di FIAT delle Squadre della FIGC.

C’è del marcio in Danimarca…(cit. Amleto di William Shakespeare)

Massimo Sottosanti

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