Ricordo una sera dell’estate 2006, pochi mesi prima di
lasciare l’Italia e poche settimane prima della Finale di Berlino: ero in un ristorante
pizzeria nel centro di Torino, a Porta Pila (Porta Palazzo per i non torinesi),
una cena tra amici, una di quelle cene dove ci si ritrova amici e amici degli
amici; era il periodo in cui si stava scatenando la “bufera” Farsopolaia e su
tutti i giornali un giorno sì e un giorno anche si leggeva di quanto la
Juventus fosse una specie di Clan mafioso capeggiato da Moggi e Giraudo. Quella
sera, lo ricordo come fosse ora, a quel tavolo io ero l’unico Juventino
circondato da torinisti, per la maggior parte piccoli imprenditori torinesi e
esponenti di quella borghesia illuminata figlia degli anni '70 che avevano costruito le loro piccole ma
cospicue fortune approfittando della grande tetta che era Mamma FIAT; io, figlio di un sarto Siciliano arrivato a Torino nel 1936,
nato e cresciuto nella Torino del boom economico e degli anni di piombo, ex
impiegato FIAT che non ha mai avuto l’occasione, neppure lontanamente, di
assaggiare il gusto del latte che usciva dalla tetta di Mamma FIAT, ero in
netta minoranza. Ricordo gli insulti che mi furono rivolti da questi “signori”
dal “Vecchio Cuore Granata”, insulti pesanti dove l’appellativo di “Ladro” era
da considerarsi un complimento: la mia colpa, il mio peccato originale era, ed
è, essere Juventino. Poche settimane dopo ci fu la finale di Berlino e le
circostanze vollero che la vedessi assieme alla stesse persone che erano attorno
al tavolo della “Picciridda” quella sera; alla fine della partita, quando lo
Juventino Fabio Cannavaro alzò la Coppa verso il cielo di Berlino, tutti
corsero ad abbracciarmi. Lo “Sporco Juventino” in quel momento non c’era più, meglio
salire sul Carro dei Vincitori senza stare a pensare che quella Coppa arrivava in
Italia grazie a gli Juventini, Buffon, Cannavaro, Camoranesi, Del Piero,
Zambrotta, Lippi e Moggi.
Ho voluto raccontare questo episodio personale per rendere l’idea
di cosa significhi essere Juventini, non solo oggi ma da sempre; il clima di
sospetto attorno alla Juventus, anche quando ero giovane, non era da meno; in
negli anni 70, 80 e 90 le vittorie Bianconere erano sempre e comunque viste con
sospetto, si diceva che erano frutto del “Potere” della FIAT e degli Agnelli. Quelli
però erano anni in cui in Italia si viveva un fervore sociale, politico e culturale che oggi non esiste più, quindi l’anti Juventinità era circoscritta all’ambito calcistico; oggi è
diverso, oggi la contrapposizione sociale, io vedo, si è trasferita tutta
nell’ambito calcistico, la Juventus contro tutti e tutto. Farsopoli ha creato
le condizioni per aggregare gli anti Juventini, Farsopoli ha demonizzato la Juventus
che era l’eccellenza calcistica e gestionale trasferendo la mediocrità, in cui
tutto il Paese stava scivolando, a esempio di onestà.
Oggi per essere Juventini ci vuole una buona dose di
coraggio e di preparazione, che va oltre l’aspetto calcistico; dal 2006 in
avanti la maggioranza di noi tifosi Bianconeri, che abbiamo a cuore la Juventus, ci
siamo trasformati in paralegali, leggiamo carte processuali e ascoltiamo i pareri
degli Avvocati oltre a seguire le gesta sportive della Nostra Squadra; dal
2006 in avanti quando mi danno del “ladro”, perché tifo Juventus, lo ritengo
quasi un complimento. Per demonizzare ancor di più la Juventus ed il Popolo
Bianconero si attacca in maniera “indegna” Luciano Moggi, assurto ad icona di
tutto il male che c’era (e c’è) nel calcio Italiano, nella società italiana; se
addirittura Marco Travaglio si scomoda a scrivere che “Parlando di calcio, si possono
ben comprendere i risultati non delle partite del campionato, ma delle elezioni
politiche di ieri e di oggi”, questo significa che si sta alzando
il tiro, il Calcio usato come strumento di contrapposizione sociale serve dal
momento che il Governo Renzi ha azzerato, di fatto, la critica politica, in
Italia non esistono più maggioranza o minoranza. Travaglio e i suoi Peones hanno
perso la loro battaglia contro Berlusconi, sanno benissimo quanto sia labile la
differenza tra Renzi e Belusconi però non possono, e non vogliono, dirlo; Travaglio
e i suoi Peones, così come l’Italia intera, sono stati sconfitti dal
machiavellismo del Re di Arcore e del suo delfino Renzi, allora iniziano una
nuova crociata, più semplice, meno rischiosa e sicuri di essere spinti dal
vento della calunnia che è il “sentimento popolare”.
In questo contesto essere Juventini è molto ma molto
difficile, lo ha detto Pavel Nedved lunedì scorso a TIKI TAKA
“…giocare per la Juve o lavorare per la Juve. E' cosa molto difficile,
molto pesante, perché HAI TUTTI ADDOSSO. TUTTI VOI. TUTTI VOI SIETE CONTRO LA
JUVE! Abbiamo solo i tifosi che sono con noi, ma abbiamo tutta l'opinione
contro”
E noi Juventini VERI possiamo dire altrettanto, possiamo
dire che abbiamo solo Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Luciano Moggi che danno
visibilità alle nostre voci disperse nel mare magnum del web.
Gli attacchi contro la Juventus si stanno facendo sempre più
pesanti e sempre più si sta alzando il tiro, ieri era solo Luciano Moggi,
colpevole di lottare per affermare la SUA ONESTA’; in questa settimana
Travaglio e Boniek hanno iniziato a chiamare in causa Andrea Agnelli. E noi
tifosi? Noi Juventini siamo accerchiati, ormai si va oltre il normale sfottò calcistico, si è superata la misura, in alcuni casi si scende sul personale;
non oso pensare cosa dovranno subire i nostri Amici che seguiranno la Juventus
in trasferta a partire dalla prossima di campionato. Essere Juventini è
diventato sinonimo di disonestà, addirittura secondo Travaglio è sinonimo di “lobotomizzati”.
A tutti gli anti Juventini e ai FALSI Juventini vorrei
ricordare che il Popolo Bianconero è mille volte grato al lavoro fatto da
Andrea Agnelli per riportare in alto la Juventus, una Juventus che ai tempi di Cobolli
e Blanc aveva perso totalmente la sua identità
sportiva, al posto che le compete come Leggenda del Calcio e come esempio
di successo in un'Italia che colleziona solo insuccessi. Noi Juventini siamo
grati a Luciano Moggi che con Antonio Giraudo ha scritto pagine
importanti non solo della Juventus ma del calcio italiano; siamo grati a Moggi e
Giraudo che dal 1994 hanno fatto della
Juventus una dei primo tre clubs Europei, a Moggi siamo grati perché dal
2006 ad oggi si è impegnato a difendere NON solo se stesso ma la Juventus anche
quando certi dirigenti l’hanno abbandonata.
Infine vorrei dire a TUTTI gli Juventini veri, che tifare
per la Juventus è difficile quando TUTTI i giorni si è insultati, quando
vengono insultati i nostri morti, quando si esce fuori dal seminato dello
sfottò calcistico perché insultare uno Juventino E' LA REGOLA.
Per me essere Juventino è un ONORE, perché le uniche risposte
e che possiamo dare sono le VITTORIE sul campo, è per questo che sono
orgoglioso di essere Juventino, è per questo che essere Juventino è un
onore che NON TUTTI CAPISCONO
Massimo Sottosanti
FINO ALLA FINE!!!!!!
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ALLA FINE……….. JUVENTUS
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YouTube: Juventus Storia
di un Grande Amor
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