sabato 26 ottobre 2013

OFFELLE FA EL TO’ MESTEE



C’è un antico adagio Lombardo che dice “Offellee, fa el tò mestee” (pasticcere fa il tuo mestiere), a volte la saggezza popolare è fatta di luoghi comuni e banalità che poco hanno a che vedere con la realtà attuale, in questo caso non c’è nulla di banale nella saggezza popolare anzi mai come oggi è reale e per nulla banale, ognuno deve fare quello che sa fare, non ci si improvvisa ne meccanico ne pasticcere.
Gianni e Umberto Agnelli applicarono questa filosofia quando presero la decisione, nel 1994, di rilanciare attraverso la riorganizzazione della Società la Juventus,  filosofia che potrebbe sembrare spiccia ma che in realtà non lo è affatto.

Umberto Agnelli prima chiama Antonio Giraudo il “finanziere” l’uomo di fiducia dei fratelli Agnelli, Giraudo  veniva dalla Toro Assicurazioni aveva maturato una significativa esperienza dal 1984 al 1991 come Amministratore del Sestriere rilanciando la stazione sciistica piemontese, ha tutte le carte in regola per essere l’uomo che tiene i cordoni della borsa ma non ha nessuna conoscenza del calcio se non quella di qualsiasi di noi che alla domenica va alla partita, inoltre non conosce l’ambiente del Calcio molto lontano da quello dei campi di sci del Sestriere, si deve trovare il suo omologo parallelo che conosca il Calcio e sappia come muoversi e chi meglio di Luciano Moggi può ricoprire questo ruolo, di primo acchito Giraudo e Moggi sembrano “la strana coppia” in effetti si sono dimostrati la migliore squadra di Dirigenti del Calcio Italiano degli ultimi venti anni e ancora oggi non si vede chi possa eguagliarli.

Così Umberto chiama Luciano Moggi per affidargli l’area Tecnica, Moggi era, e ancora oggi è, il dirigente calcistico più preparato e più esperto che poteva offrire il mercato, Moggi era la persona giusta per dialogare con l’allenatore per definire le tattiche e poi andare sul mercato per mettere a disposizione del tecnico gli uomini più adatti alle idee dell’allenatore, sempre però tenendo molto ben presente il budget che gli metteva a disposizione Giraudo.

 Moggi era anche il Dirigente che una volta terminata la campagna acquisti non abbandona il Tecnico al suo destino, Moggi era presente sul campo d’allenamento e quando un giocatore usciva dai binari, in silenzio senza pubblicità o clamori, al fianco dell’allenatore prendeva in disparte il ragazzo gli faceva il “discorsetto” e nella maggior parte dei casi le cose si sistemavano altrimenti…….

Un’organizzazione ottimale quella messa in piedi da Umberto Agnelli nel 1994 e approvata dall’Avvocato che con il tempo aumenta la sua stima nei confronti di Moggi e Giraudo, stima che non viene elargita gratis me è frutto dei risultati che i due ottengono grazie al  loro lavoro. Con Giraudo che tiene d’occhio i conti e con Moggi  che gestisce la squadra si risanano i debiti delle precedenti  gestioni e cosa più importante iniziano a generare utili.

E non a caso proprio sotto la guida di Giraudo e Moggi parte il progetto dello stadio di proprietà e quello della riqualificazione dell’area della Continassa, costruire la Città della Juventus all’interno della Città. Progetti importanti sui quali tutti quelli che vennero dopo 2006 ne hanno rivendicato impropriamente la paternità. Sul fronte sportivo Moggi costruisce squadre vincenti e dal 1994 al 2006 le vittorie ottenute sul campo parlano da sole dell’eccellenza del lavoro svolto dal Direttore: 7 scudetti, 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa di Lega, 1 Coppa Campioni, 1 Supercoppa UEFA e 1 Coppa Intercontinentale. Vittorie che servirono anche a valorizzare il brand Juventus nel mondo con una conseguente ricaduta finanziaria nelle casse della Società. Un cerchio prefetto.

Nella Juventus di oggi non penso sia possibile dire che si stia applicando l’adagio lombardo “offellee, fa el tò mestee” . Marotta, uomo di fiducia della proprietà, a me pare sia un eccellente Controller Finanziario attento ai conti, a come generare plus valenze e come rendere felice l’Azionista di Maggioranza con i risultati di bilancio.  Nelle vesti di direttore Sportivo, mi pare evidente cha abbia dei grossi limiti, limiti che si evidenziano sia nella gestione del mercato sia nei rapporti con la Squadra .

Moggi ha dimostrato quanto sia importante che il DS stia vicino alla Squadra, così come è fondamentale il rapporto che si deve instaurare  tra il DS e l’Allenatore, un rapporto di assoluta fiducia e collaborazione reciproca e Marotta  è più bravo a fare il finanziario che il DS. Per il bene della Juventus è importante che vengano definiti i ruoli in base alle capacità e alle competenze. Il  successo in tutte le organizzazioni  si basa sulla suddivisione dei ruoli in base agli skill personali e professionali dei singoli, è il pasticcere che deve fare le torte ed è l’idraulico che deve aggiustare i rubinetti. 

Già nel post Farsopoli si fece l’errore di concentrare su una sola persona più incarichi e più responsabilità, quel Jean Claude Blanc uno e trino che ha fatto danni inenarrabili avrebbe dovuto insegnare qualche cosa, o mi sbaglio Yaky? 

JUVENTUS PER SEMPRE SRA'

FINO ALLA FINE

Massimo Sottosanti

Twitter: @JuveGrandeAmor                                    


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