C’è un
antico adagio Lombardo che dice “Offellee, fa el tò mestee” (pasticcere
fa il tuo mestiere), a volte la saggezza popolare è fatta di luoghi comuni e
banalità che poco hanno a che vedere con la realtà attuale, in questo caso non
c’è nulla di banale nella saggezza popolare anzi mai come oggi è reale e per
nulla banale, ognuno deve fare quello che sa fare, non ci si improvvisa ne
meccanico ne pasticcere.
Gianni e
Umberto Agnelli applicarono questa filosofia quando presero la decisione, nel
1994, di rilanciare attraverso la riorganizzazione della Società la
Juventus, filosofia che potrebbe
sembrare spiccia ma che in realtà non lo è affatto.
Umberto
Agnelli prima chiama Antonio Giraudo il “finanziere” l’uomo di fiducia dei
fratelli Agnelli, Giraudo veniva dalla
Toro Assicurazioni aveva maturato una significativa esperienza dal 1984 al 1991
come Amministratore del Sestriere rilanciando la stazione sciistica piemontese,
ha tutte le carte in regola per essere l’uomo che tiene i cordoni della borsa
ma non ha nessuna conoscenza del calcio se non quella di qualsiasi di noi che
alla domenica va alla partita, inoltre non conosce l’ambiente del Calcio molto
lontano da quello dei campi di sci del Sestriere, si deve trovare il suo
omologo parallelo che conosca il Calcio e sappia come muoversi e chi meglio di
Luciano Moggi può ricoprire questo ruolo, di primo acchito Giraudo e Moggi
sembrano “la strana coppia” in effetti si sono dimostrati la migliore squadra
di Dirigenti del Calcio Italiano degli ultimi venti anni e ancora oggi non si
vede chi possa eguagliarli.
Così
Umberto chiama Luciano Moggi per affidargli l’area Tecnica, Moggi era, e ancora
oggi è, il dirigente calcistico più preparato e più esperto che poteva offrire
il mercato, Moggi era la persona giusta per dialogare con l’allenatore per
definire le tattiche e poi andare sul mercato per mettere a disposizione del
tecnico gli uomini più adatti alle idee dell’allenatore, sempre però tenendo
molto ben presente il budget che gli metteva a disposizione Giraudo.
Moggi era anche il Dirigente che una volta
terminata la campagna acquisti non abbandona il Tecnico al suo destino, Moggi
era presente sul campo d’allenamento e quando un giocatore usciva dai binari,
in silenzio senza pubblicità o clamori, al fianco dell’allenatore prendeva in
disparte il ragazzo gli faceva il “discorsetto” e nella maggior parte dei casi
le cose si sistemavano altrimenti…….
Un’organizzazione
ottimale quella messa in piedi da Umberto Agnelli nel 1994 e approvata
dall’Avvocato che con il tempo aumenta la sua stima nei confronti di Moggi e
Giraudo, stima che non viene elargita gratis me è frutto dei risultati che i
due ottengono grazie al loro lavoro. Con
Giraudo che tiene d’occhio i conti e con Moggi
che gestisce la squadra si risanano i debiti delle precedenti gestioni e cosa più importante iniziano a
generare utili.
E non a
caso proprio sotto la guida di Giraudo e Moggi parte il progetto dello stadio
di proprietà e quello della riqualificazione dell’area della Continassa,
costruire la Città della Juventus all’interno della Città. Progetti importanti
sui quali tutti quelli che vennero dopo 2006 ne hanno rivendicato
impropriamente la paternità. Sul fronte sportivo Moggi costruisce squadre
vincenti e dal 1994 al 2006 le vittorie ottenute sul campo parlano da sole dell’eccellenza del lavoro svolto dal
Direttore: 7 scudetti, 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa di Lega, 1 Coppa Campioni,
1 Supercoppa UEFA e 1 Coppa Intercontinentale. Vittorie che servirono anche a
valorizzare il brand Juventus nel mondo con una conseguente ricaduta
finanziaria nelle casse della Società. Un cerchio prefetto.
Nella
Juventus di oggi non penso sia possibile dire che si stia applicando l’adagio
lombardo “offellee, fa el tò mestee” . Marotta, uomo di fiducia della
proprietà, a me pare sia un eccellente Controller Finanziario attento ai conti,
a come generare plus valenze e come rendere felice l’Azionista di Maggioranza
con i risultati di bilancio. Nelle vesti
di direttore Sportivo, mi pare evidente cha abbia dei grossi limiti, limiti che
si evidenziano sia nella gestione del mercato sia nei rapporti con la Squadra .
Moggi ha
dimostrato quanto sia importante che il DS stia vicino alla Squadra, così come
è fondamentale il rapporto che si deve instaurare tra il DS e l’Allenatore, un rapporto di
assoluta fiducia e collaborazione reciproca e Marotta è più bravo a fare il finanziario che il DS.
Per il bene della Juventus è importante che vengano definiti i ruoli in base
alle capacità e alle competenze. Il
successo in tutte le organizzazioni
si basa sulla suddivisione dei ruoli in base agli skill personali e
professionali dei singoli, è il pasticcere che deve fare le torte ed è
l’idraulico che deve aggiustare i rubinetti.
Già nel
post Farsopoli si fece l’errore di concentrare su una sola persona più
incarichi e più responsabilità, quel Jean Claude Blanc uno e trino che ha fatto
danni inenarrabili avrebbe dovuto insegnare qualche cosa, o mi sbaglio
Yaky?
JUVENTUS
PER SEMPRE SRA'
FINO ALLA
FINE
Massimo
Sottosanti
Twitter:
@JuveGrandeAmor
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