martedì 17 dicembre 2013

UNA SENTENZA ANNUNCIATA



Una sentenza annunciata, una sentenza politica emessa da un Tribunale, quello di Napoli, che già durante il processo di primo grado si era meritato il soprannome di “Tribunale dei veleni”. Un tribunale che, ripetiamo con l'avv. Priorieschi, non aveva alcuna competenza per istruire e celebrare questo processo; e che si è dimostrato peraltro  inquinato da troppi veleni interni (i plurimi tentativi di ricusazione della dott.ssa Casoria ne sono un esempio lampante); per non dire della Procura, la Procura di Napoli che accetta di istruire un processo sulla base delle carte in mano a Narducci, carte che sono figlie dell’indagine condotta da quell'ex Colonnello Auricchio, un'indagine indegna di un Stato di Diritto. In un paese civile, dove esista il rispetto per il Diritto e la Giustizia, Narducci e Auricchio sarebbero stati come minimo messi sotto inchiesta, anzi, in un Paese Civile a Narducci e Auricchio forse non sarebbe nemmeno stato permesso di rovinare la vita di decine di persone. Già, in un Paese Civile.

Ma ricordiamo la genesi di questa invereconda vicenda, che di giudiziario ha molto poco, mentre ha molto da dire su come le lobbies del calcio (e non solo del calcio) hanno dimostrato che a giocare sporco in Italia si vince sempre.

Il “Progetto” l'avevano messo in piedi, mattoncino dopo mattoncino, e non dal 2006, quando è esplosa, ma da ben prima, dall'Operazione Ladroni e poi dalle chiacchiere di Dal Cin; il tutto per prendere due piccioni con una fava: Moggi (e con lui Giraudo) e la Juventus, entrambi insopportabilmente fastidiosi per quella bravura e quella superiorità che non lasciava spazio alla mediocrità altrui.

E per farla andare così ci si erano messi d'impegno con la fantasia edificando una cupola che, con un esercito, quanto scalcagnato si sarebbe visto poi, di designatori e arbitri e assistenti, avrebbe taroccato il campionato 2004-2005. Fu Farsopoli  e mai nome fu più appropriato: nessuno degli elementi portati dall'accusa ha mai retto davanti ad un'analisi oggettiva; per non dire delle porcherie commesse in sede di indagine, occultando tutte le telefonate che avrebbero portato a ritrarre la realtà per quella che era davvero e a portare semmai sul banco degli imputati le due milanesi, pescate con la mani nella marmellata.

La sentenza di oggi offende la Giustizia, perché sono state scritte condanne ingiuste e impossibili da provare: esempi chiari sono quelle di Dattilo e di De Santis, condannati solo perché la loro assoluzione avrebbe fatto cadere quello sgrarrupato impianto accusatorio, messo su per colpire Luciano Moggi e NON per fare giustizia.  Sì,  perché se non avessero condannato anche gli arbitri, condannati a prescindere, come avrebbero potuto dimostrare l’associazione a delinquere!

Gli imputati hanno dimostrato di credere, ingenuamente alla giustizia italiana rinunciando alla prescrizione,. perché non volevano uscire con un “l'hai scampata per i demeriti di un sistema giudiziario da quinto mondo” ma con il riconoscimento della loro innocenza.  Infatti, le difese, in primis quella poderosa messa in campo da Moggi, pur avendo smontato, mattoncino dopo mattoncino, la cupola sgarrupata, non sono riusciti a restituire agli imputati il loro onore.

Hanno combattuto per la verità, che fa male solo a coloro cui nuoce. E noi al loro fianco, soprattutto al fianco del Direttore Moggi che, difendendo se stesso, ha difeso anche la nostra Juve e la sua storia, sin dall'inizio quando la stessa società si era mostrata incredibilmente prona al volere dei nemici.

Qualsiasi verità di questa farsa non è uscita dagli inquirenti, ma dall'esterno, da quanti hanno lottato con noi a smontare la Farsa.

Ce l'abbiamo fatta, ma ci hanno negato ancora giustizia; non ci fermeremo perché la ferita è troppo profonda per potersi rimarginare; hanno riscritto lo stesso finale, ma non può essere quello definitivo.
la giustizia è stata la grande assente in tutta questa vicenda: ciò non è altro che lo specchio del degrado della nostra società e del nostro paese, avviato a un declino culturale (nel senso lato del termine) che sembra senza fine: una società che non potrà mai vedere il trionfo della giustizia, a qualsiasi ambito la si applichi, se non la metterà di avvinghiarsi sempre più pervicacemente alle troppe coloriture mafiose che la possiedono.

Vergogna ecco l’unico aggettivo per definire questa farsa, perché di farsa stiamo parlando non certo di un processo, una vergognosa condanna che non ha basi.

Oggi più che mai siamo vicini a Luciano Moggi, un Uomo che ha dimostrato in questi anni la sua integrità morale, lottando per se stesso e per ridare onorabilità ai suoi compagni di viaggio.

Questo blog è piccolo, è una goccia nel mare magno del web, però nel nostro piccolo, nella nostra modesta posizione di opinionisti sussurranti grideremo ancora più forte e lotteremo con maggior determinazione per sostenere una giusta causa, quella della Giustizia!!!

FINO ALLA FINE CON IL DIRETTORE!!!!

Carmen Vanetti
Massimo Sottosanti

Twutter: @JuveGrandeAmor

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