Una sentenza annunciata, una
sentenza politica emessa da un Tribunale, quello di Napoli, che già durante il processo
di primo grado si era meritato il soprannome di “Tribunale dei veleni”. Un
tribunale che, ripetiamo con l'avv. Priorieschi, non aveva alcuna competenza
per istruire e celebrare questo processo; e che si è dimostrato peraltro inquinato da troppi veleni interni (i plurimi tentativi di ricusazione della dott.ssa
Casoria ne sono un esempio lampante); per non dire della Procura, la Procura di
Napoli che accetta di istruire un processo sulla base delle carte in mano a Narducci, carte che sono figlie dell’indagine condotta da quell'ex Colonnello Auricchio, un'indagine indegna di un Stato di Diritto. In un paese civile, dove esista il
rispetto per il Diritto e la Giustizia, Narducci e Auricchio sarebbero stati
come minimo messi sotto inchiesta, anzi, in un Paese Civile a Narducci e Auricchio forse
non sarebbe nemmeno stato permesso di rovinare la vita di decine di persone.
Già, in un Paese Civile.
Ma ricordiamo la genesi di questa
invereconda vicenda, che di giudiziario ha molto poco, mentre ha molto da dire
su come le lobbies del calcio (e non solo del calcio) hanno dimostrato che a
giocare sporco in Italia si vince sempre.
Il “Progetto” l'avevano messo in
piedi, mattoncino dopo mattoncino, e non dal 2006, quando è esplosa, ma da ben
prima, dall'Operazione Ladroni e poi dalle chiacchiere di Dal Cin; il tutto per
prendere due piccioni con una fava: Moggi (e con lui Giraudo) e la Juventus,
entrambi insopportabilmente fastidiosi per quella bravura e quella superiorità
che non lasciava spazio alla mediocrità altrui.
E per farla andare così ci si erano
messi d'impegno con la fantasia edificando una cupola che, con un esercito,
quanto scalcagnato si sarebbe visto poi, di designatori e arbitri e assistenti,
avrebbe taroccato il campionato 2004-2005. Fu Farsopoli e mai nome fu più
appropriato: nessuno degli elementi portati dall'accusa ha mai retto davanti ad
un'analisi oggettiva; per non dire delle porcherie commesse in sede di
indagine, occultando tutte le telefonate che avrebbero portato a ritrarre la
realtà per quella che era davvero e a portare semmai sul banco degli imputati
le due milanesi, pescate con la mani nella marmellata.
La sentenza di oggi offende la
Giustizia, perché sono state scritte condanne ingiuste e impossibili da
provare: esempi chiari sono quelle di Dattilo e di De Santis, condannati solo perché
la loro assoluzione avrebbe fatto cadere quello sgrarrupato impianto
accusatorio, messo su per colpire Luciano Moggi e NON per fare giustizia. Sì, perché
se non avessero condannato anche gli arbitri, condannati a prescindere, come
avrebbero potuto dimostrare l’associazione a delinquere!
Gli imputati hanno dimostrato di credere, ingenuamente alla giustizia
italiana rinunciando alla prescrizione,. perché non volevano uscire con un “l'hai
scampata per i demeriti di un sistema giudiziario da quinto mondo” ma con il
riconoscimento della loro innocenza. Infatti, le difese, in primis quella
poderosa messa in campo da Moggi, pur avendo smontato, mattoncino dopo
mattoncino, la cupola sgarrupata, non sono riusciti a restituire agli imputati
il loro onore.
Hanno combattuto per la verità, che fa male solo a coloro cui nuoce. E noi al loro fianco, soprattutto al fianco del Direttore Moggi che, difendendo se stesso, ha difeso anche la nostra Juve e la sua storia, sin dall'inizio quando la stessa società si era mostrata incredibilmente prona al volere dei nemici.
Qualsiasi verità di questa farsa
non è uscita dagli inquirenti, ma dall'esterno, da quanti hanno lottato con noi
a smontare la Farsa.
Ce l'abbiamo fatta, ma ci hanno negato
ancora giustizia; non ci fermeremo perché la ferita è troppo profonda per potersi rimarginare; hanno riscritto lo stesso finale, ma non può essere quello
definitivo.
la giustizia è stata la grande
assente in tutta questa vicenda: ciò non è altro che lo specchio del degrado
della nostra società e del nostro paese, avviato a un declino culturale (nel
senso lato del termine) che sembra senza fine: una società che non potrà mai
vedere il trionfo della giustizia, a qualsiasi ambito la si applichi, se non la
metterà di avvinghiarsi sempre più pervicacemente alle troppe coloriture
mafiose che la possiedono.
Vergogna ecco l’unico aggettivo per
definire questa farsa, perché di farsa stiamo parlando non certo di un
processo, una vergognosa condanna che non ha basi.
Oggi più che mai siamo vicini a Luciano Moggi, un Uomo che ha dimostrato in
questi anni la sua integrità morale, lottando per se stesso e per ridare
onorabilità ai suoi compagni di viaggio.
Questo blog è piccolo, è una goccia nel mare magno del web, però nel nostro piccolo, nella nostra modesta posizione di opinionisti sussurranti grideremo ancora più forte e lotteremo con maggior determinazione per sostenere una giusta causa, quella della Giustizia!!!
FINO ALLA FINE CON IL DIRETTORE!!!!
Carmen Vanetti
Massimo Sottosanti
Twutter: @JuveGrandeAmor
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