lunedì 24 febbraio 2014

RISPETTO PER LE TRAGEDIE

Rispetto per le tragedie




Ci son fatti che fan passare in secondo piano le polemiche assurde e strumentali sollevate dai granata (falli di frustrazione, se pensiamo che non vincono un derby da quando Pogba aveva due anni) e iperbolicamente cavalcate e strumentalizzate dall'ambiente romanista. Roba di cui comunque ci sarà abbondantemente tempo per parlare nei prossimi giorni, perché il ponentino malandrino spirerà certo forte per tutta la settimana, in preparazione alla marcia giallorossa del primo marzo.

E a sbatterli in prima pagina è stato Andrea Agnelli, una mosca bianca nel panorama dei suoi colleghi impegnati solo a mettere sul sito o sul proprio cellulare i cahiers de doléances per gli errori arbitrali, veri o presunti, ma solo rigorosamente a senso unico. Sì, perché non si è lanciato in una filippica contro i media che hanno enfatizzato il rigore su El Kaddouri o il fallo di Vidal sottacendo il rigore su Llorente e il fallo di Vives, ma ha assai duramente stigmatizzato l'atteggiamento di quel gruppo di sedicenti tifosi bianconeri  che hanno esposto orripilanti striscioni del tenore 'Quando volo penso al Toro' e, peggio, l'immagine di un aereo piantato in una collina con la dicitura 'Solo uno schianto'.

Andrea Agnelli: "Le tragedie non si toccano. Mai. No agli striscioni e ai cori canaglia. Tutti." #RispettoPerLeTragedie Questo il tweet della mattinata da parte di Andrea Agnelli e della Juventus.
Condanna, senza se e senza ma.
Certi dolori non si toccano, per nessuna ragione al mondo.
Giusto indignarsi perché vengono sistematicamente ignorati cori e striscioni ad esaltazione dell'Heysel o perché il giudice Tosel pilatescamente avalli l'assunto dei tifosi bolognesi che incitava le folle a bruciare un gobbo per Natale; lo stesso vale per quanto si canta o si scrive su Pessotto o Ale&Ricky. Ma non può essere, non dico una giustificazione, ma nemmeno una lontanissima parvenza di scusante, per gli striscioni di ieri.

Certe bestie non possono essere annoverate tra i tifosi della Juventus: l'unica speranza è che vengano identificate, una ad una, al più presto e immediatamente daspate, in modo che non possano mettere più piede non solo allo Juventus Stadium, ma in nessun luogo dove vive lo sport.

E pensare che solo una settimana prima aveva preso il via una bellissima manifestazione come la mostra "Settanta angeli in un unico Cielo - Heysel e Superga tragedie sorelle" presso il Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata: a base  di illustrazioni forti, incluse alcune delle tragiche immagini dell'Heysel che nessuno di noi potrà mai dimenticare. Perché il dolore non ha colore né maglia.

Ma i beceri imbecilli che hanno preparato quegli striscioni non hanno mente né anima per imparare queste lezioni.
Qua il problema non è Tosel con le sue negligenze, o per converso,  con la sua iperattività per qualche innocuo 'oh merda'.
Qua c'è un problema di civiltà: bisogna scremare il mondo del tifo, che è cosa assolutamente sana, dalle infiltrazioni di individui che nulla hanno a che fare con il mondo dello sport.

E siamo assolutamente al fianco della Società e del Presidente Agnelli nel ribadire, con assoluta fermezza: "Le tragedie non si toccano. Mai. No agli striscioni e ai cori canaglia. Tutti." #RispettoPerLeTragedie



Carmen Vanetti 

Twitter: @JuveGrandeAmor


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