martedì 25 marzo 2014

AAA TYCON CERCASI OFFRO SQUADRA SERIE A



Puntata di domenica scorsa della Giostra dei Gol, la trasmissione di RAI International condotta da Amedeo Goria e che ha come ospiti fissi (nonché opinionisti DOC) l’immarcescibile Italo Cucci accompagnato dall'evergreen Pino Wilson e dal super tecnico Mario Somma, tutto normale, tutto molto bilanciato secondo il tipico manuale Cencelli della redazione di RAI Sport, dove si privilegia la pluralità a patto che sia anti Juventina, infatti Goria area Toro, Somma area Roma bilanciato da Wilson area Lazio e Cucci tutte le aree meno quella Juventina. Questo cappello serve solo per inquadrare lo spirito che regna nella trasmissione gestita dal caporedattore RAI del calcio, quel Marco Mazzocchi altro giornalista da curva sudde ma soprattutto portavoce nonché zerbino  “dell’incompetente” Giancarlo Abete.

Nella puntata di domenica grande novità, mai vista prima in più di quattro anni che seguo questa trasmissione: collegamento con la sede di Milano per ospitare il direttore dell’AIBE (associazione tra le Banche Estere in Italia) il Dr. Guido Rosa, che si dichiara di fede milanista; scopo del collegamento è aprire una vetrina del calcio italiano per invogliare eventuali investitori (incoscienti) stranieri ad investire nel nostro calcio così come hanno fatto Roman Abramovich o Nasser Al-Kelaifi in Inghilterra o Francia tanto per citare gli esempi più famosi. L’analisi fatta dai Cucci’s Boys inutile dire che è stata alquanto noiosa e senza capo né coda: però non si è mancato di plaudire a James Pallotta e a Erik Tohir per la loro lungimiranza nell’investire nel calcio italiano, così come sono state lodate le iniziative della famiglia Pozzo che. avendo interessi in Spagna, ha acquistato il Granada, squadra di metà classifica della Liga ,mica stiamo parlando dell’Atletico Madrid  o del Siviglia, per lasciare in pace i mostri sacri Real e Barça; come non poteva mancare una lode a Massimo Cellino che è interessato all’acquisto in Inghilterra del Leeds, seconda divisione, neanche Premier; grazie al cielo domenica non era ancora uscita la notizia che la Lega Inglese non vuole Cellino per banali ragioni di evasione fiscale e quindi giudicato, da quei puzzoni degli Inglesi, personaggio di dubbia onestà. C’è stato anche un momento di panico e gelo totale quando il Dr. Rosa racconta l’aneddoto che si era trovato per caso a Jakarta, patria di Tohir, una domenica in cui la Juventus vinse lo scudetto e quegli infami Indonesiani festeggiavano la vittoria dello scudetto Bianconero.

Ma lasciamo da parte la cronaca di un’iniziativa squallidamente organizzata e veniamo alla sostanza: se il calcio italiano necessita di questi spot, di queste vetrine per cercare di uscire dalla crisi in cui versa, una crisi che, come vado dicendo da molto tempo, è iniziata quella notte del 6 luglio 2006 a Berlino, significa che la situazione è assai più grave di quella che tutti noi possiamo credere o pensare.

I nostri pennivendoli, o prostitute del sistema calcio, gli stessi che hanno dato fiato per far montare, nel 2006, l’indegno “sentimento popolare” con il solo scopo di colpire la Juventus ed abbattere i due managers  più preparati del calcio italiano, Moggi e Giraudo - non me ne voglia Bettega ma dei tre era l’anello debole - in combutta con le lobby del calcio di Milano e Roma e con una FIGC indegna di rappresentare il calcio italiano, sono i responsabili di questa crisi, una crisi che, se non si trovano soluzioni, rischia di diventare irreversibile; se poi si aggiunge che oggi il solito Corsport titola in prima pagina 'Prandelli Salvaci TU' vuol dire che siamo proprio messi male, ma male forte.

Io sono un poveraccio di media intelligenza e non mi sogno nemmeno di competere con dei geni come i vertici istituzionali del calcio italiano o le punte di diamante del giornalismo sportivo, come Crosetti, Ziliani, Ferretti, Sconcerti, Cucci e andate pure avanti voi. Io, persona normale che spero essere dotato di buon senso, credo che al di là delle ragioni legate alla crisi economica in cui versa l’Italia, che hanno ripercussioni oggettive sul calcio,  si debba operare con intelligenza e capacità imprenditoriali per uscirne fuori, visto che il business del calcio è tra i primi in Italia; ma per uscirne fuori forse sarebbe meglio che si cambi rotta e si prenda esempio da chi sta operando bene e sta ottenendo risultati positivi: in primo luogo ci metto la Juventus guidata da managers italiani che operano in maniera oculata, seguita dalla Roma di James Pallotta che non è assolutamente un tycoon ma un manager esperto  che bada ad ottenere risultati. Dopo Juventus e Roma c’è il vuoto, nessuna squadra ha un progetto improntato sul tesserare giovani di sicuro talento, a basso costo, farli crescere e per poi rivenderli facendo plusvalenze che permettono di reinvestire e i reinvestimenti sono quelli che assicurano la crescita. Dopo che la Juventus ha costruito lo JS ora tutti parlano di costruirsi uno stadio di proprietà, però ad oggi non ho letto di un progetto serio: si parla di legge sugli stadi, di aiuti del Governo e intanto si tengono buoni i tifosi che devono frequentare strutture vecchie e inadeguate.

Ora mi domando: ma tutto questo è quello che hanno fatto per dodici anni Moggi e Giraudo? Ma allora di cosa stiamo parlando? Come crediamo che questo calcio possa uscire dal tunnel se chi dovrebbe farlo uscire sono personaggi come Abete, Galliani. Lotito, Prandelli, Pulvirenti, Cellino o Preziosi? Chiedendo ad investitori stranieri di venire ad investire in cambio di che? Perché i tanto osannati Pallotta e Tohir non sono né Abramovich né Al-Kelaifi, Pallotta e Tohir hanno investito e ora vogliono ritornare a casa del loro, perché per attirare gli Abramovich e gli Al-Kelaifi prima si deve cambiare il sistema, la Federazione deve essere guidata da persone competenti, la Lega deve cessare di essere un centro di potere mafioso, i pennivendoli devono smettere di fare danni con le loro posizioni da ultras di curva ed iniziare a dimostrare di essere dei professionisti dell’informazione, ultimo ma non ultimo si devono sconfiggere le frange violente e indisciplinate dei gruppi di ultras.

Se il calcio italiano saprà veramente iniziare un cambio epocale, se il calcio italino sarà in grado di seguire la strada tracciata da Moggi e Giraudo, se il calcio italiano saprà seguire l’esempio virtuoso di Andrea Agnelli, unico manager con uno spessore internazionale nonostante la sua giovane età, o di James Pallotta, allora si potrà vedere l’interessamento serio e reale di investitori stranieri, allora si vedrà la luce al fondo del tunnel. Purtroppo non penso che questo possa accadere tanto presto.

Per ora non ci rimane che metterci nelle mani di Prandelli e se va bene saremo rovinati

JUVENTUS PER SEMPRE SARA’

FINO ALLA FINE

Massimo Sottosanti

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