Puntata di domenica scorsa della Giostra dei Gol, la
trasmissione di RAI International condotta da Amedeo Goria e che ha come ospiti
fissi (nonché opinionisti DOC) l’immarcescibile Italo Cucci accompagnato dall'evergreen Pino Wilson e dal super tecnico Mario Somma, tutto normale, tutto
molto bilanciato secondo il tipico manuale Cencelli della redazione di RAI
Sport, dove si privilegia la pluralità a patto che sia anti Juventina, infatti
Goria area Toro, Somma area Roma bilanciato da Wilson area Lazio e Cucci tutte
le aree meno quella Juventina. Questo cappello serve solo per inquadrare lo
spirito che regna nella trasmissione gestita dal caporedattore RAI del calcio, quel
Marco Mazzocchi altro giornalista da curva sudde ma soprattutto portavoce nonché zerbino “dell’incompetente” Giancarlo Abete.
Nella puntata di domenica grande novità, mai vista prima in
più di quattro anni che seguo questa trasmissione: collegamento con la sede di
Milano per ospitare il direttore dell’AIBE (associazione tra le Banche Estere
in Italia) il Dr. Guido Rosa, che si dichiara di fede milanista; scopo del
collegamento è aprire una vetrina del calcio italiano per invogliare eventuali
investitori (incoscienti) stranieri ad investire nel nostro calcio così come hanno
fatto Roman Abramovich o Nasser Al-Kelaifi in Inghilterra o Francia tanto per
citare gli esempi più famosi. L’analisi fatta dai Cucci’s Boys inutile dire che
è stata alquanto noiosa e senza capo né coda: però non si è mancato di plaudire
a James Pallotta e a Erik Tohir per la loro lungimiranza nell’investire nel
calcio italiano, così come sono state lodate le iniziative della famiglia Pozzo
che. avendo interessi in Spagna, ha acquistato il Granada, squadra di metà
classifica della Liga ,mica stiamo parlando dell’Atletico Madrid o del Siviglia, per lasciare in pace i mostri
sacri Real e Barça; come non poteva mancare una lode a Massimo Cellino che è
interessato all’acquisto in Inghilterra del Leeds, seconda divisione, neanche
Premier; grazie al cielo domenica non era ancora uscita la notizia che la Lega
Inglese non vuole Cellino per banali ragioni di evasione fiscale e quindi
giudicato, da quei puzzoni degli Inglesi, personaggio di dubbia onestà. C’è stato
anche un momento di panico e gelo totale quando il Dr. Rosa racconta l’aneddoto
che si era trovato per caso a Jakarta, patria di Tohir, una domenica in cui la
Juventus vinse lo scudetto e quegli infami Indonesiani festeggiavano la
vittoria dello scudetto Bianconero.
Ma lasciamo da parte la cronaca di un’iniziativa
squallidamente organizzata e veniamo alla sostanza: se il calcio italiano necessita
di questi spot, di queste vetrine per cercare di uscire dalla crisi in cui versa,
una crisi che, come vado dicendo da molto tempo, è iniziata quella notte del 6 luglio 2006 a Berlino, significa che la situazione è assai più grave di quella
che tutti noi possiamo credere o pensare.
I nostri pennivendoli, o prostitute del sistema calcio, gli
stessi che hanno dato fiato per far montare, nel 2006, l’indegno “sentimento
popolare” con il solo scopo di colpire la Juventus ed abbattere i due managers più preparati del calcio italiano, Moggi e
Giraudo - non me ne voglia Bettega ma dei tre era l’anello debole - in combutta
con le lobby del calcio di Milano e Roma e con una FIGC indegna di
rappresentare il calcio italiano, sono i responsabili di questa crisi, una
crisi che, se non si trovano soluzioni, rischia di diventare irreversibile; se
poi si aggiunge che oggi il solito Corsport titola in prima pagina 'Prandelli
Salvaci TU' vuol dire che siamo proprio messi male, ma male forte.
Io sono un poveraccio di media intelligenza e non mi sogno
nemmeno di competere con dei geni come i vertici istituzionali del calcio
italiano o le punte di diamante del giornalismo sportivo, come Crosetti,
Ziliani, Ferretti, Sconcerti, Cucci e andate pure avanti voi. Io, persona normale
che spero essere dotato di buon senso, credo che al di là delle ragioni legate
alla crisi economica in cui versa l’Italia, che hanno ripercussioni oggettive
sul calcio, si debba operare con intelligenza e capacità
imprenditoriali per uscirne fuori, visto che il business del calcio è tra i
primi in Italia; ma per uscirne fuori forse sarebbe meglio che si cambi rotta e
si prenda esempio da chi sta operando bene e sta ottenendo risultati positivi: in primo luogo ci metto la Juventus guidata da managers italiani che operano in
maniera oculata, seguita dalla Roma di James Pallotta che non è assolutamente
un tycoon ma un manager esperto che bada ad ottenere risultati. Dopo Juventus
e Roma c’è il vuoto, nessuna squadra ha un progetto improntato sul tesserare
giovani di sicuro talento, a basso costo, farli crescere e per poi rivenderli
facendo plusvalenze che permettono di reinvestire e i reinvestimenti sono quelli
che assicurano la crescita. Dopo che la Juventus ha costruito lo JS ora tutti
parlano di costruirsi uno stadio di proprietà, però ad oggi non ho letto di un
progetto serio: si parla di legge sugli stadi, di aiuti del Governo e intanto si
tengono buoni i tifosi che devono frequentare strutture vecchie e inadeguate.
Ora mi domando: ma tutto questo è quello che hanno fatto per dodici
anni Moggi e Giraudo? Ma allora di cosa stiamo parlando? Come crediamo che
questo calcio possa uscire dal tunnel se chi dovrebbe farlo uscire sono
personaggi come Abete, Galliani. Lotito, Prandelli, Pulvirenti, Cellino o Preziosi?
Chiedendo ad investitori stranieri di venire ad investire in cambio di che? Perché
i tanto osannati Pallotta e Tohir non sono né Abramovich né Al-Kelaifi,
Pallotta e Tohir hanno investito e ora vogliono ritornare a casa del loro, perché
per attirare gli Abramovich e gli Al-Kelaifi prima si deve cambiare il sistema,
la Federazione deve essere guidata da persone competenti, la Lega deve cessare
di essere un centro di potere mafioso, i pennivendoli devono smettere di fare
danni con le loro posizioni da ultras di curva ed iniziare a dimostrare di
essere dei professionisti dell’informazione, ultimo ma non ultimo si devono
sconfiggere le frange violente e indisciplinate dei gruppi di ultras.
Se il calcio italiano saprà veramente iniziare un cambio
epocale, se il calcio italino sarà in grado di seguire la strada tracciata da
Moggi e Giraudo, se il calcio italiano saprà seguire l’esempio virtuoso di
Andrea Agnelli, unico manager con uno spessore internazionale nonostante la sua
giovane età, o di James Pallotta, allora si potrà vedere l’interessamento serio
e reale di investitori stranieri, allora si vedrà la luce al fondo del tunnel. Purtroppo
non penso che questo possa accadere tanto presto.
Per ora non ci rimane che metterci nelle mani di Prandelli e se va
bene saremo rovinati
JUVENTUS PER SEMPRE SARA’
FINO ALLA FINE
Massimo Sottosanti
Facebook: Gruppo FINO ALLA FINE….JUVENTUS
Twitter: @JuveGrandeAmor
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