Tweet e stile: ironia e ipocrisia
Così, con
ironia leggera e scevra di toni derisori od offensivi, la Juventus, dal suo
profilo Twitter, celebrava la vittoria dei suoi ragazzi sulla Fiorentina e dava
appuntamento a tutti per giovedì sera, occasione per una rivincita, e che
rivincita, con in palio addirittura il passaggio ai quarti di Europa
League.
Sfido chiunque a trovare in ciò nulla più che un'ironia indolore,
perché semmai il tweet esalta, includendola nel significato di una vittoria, la
celebre Bistecca Fiorentina, una delle glorie culinarie degli ospiti: se poi
stavolta l'hanno meritata i bianconeri, lo ha deciso il campo, e il campo ha
sempre ragione e scrive la storia.
Sì, certo, a dire il vero sapevamo
che i fiorentini sono, più che suscettibili, decisamente permalosi e sgradevoli,
al limite della meschinità, quando devono entrare in rapporto con qualcosa che
profuma di bianconero.
Ricordiamo ancora lo 'scandalo' scoppiato l'anno
scorso, tredici mesi fa, per l'esattezza, quando la Juve, nell'attesa di
ospitare la Fiorentina allo Juventus Stadium, lanciò l'evento sul proprio sito
con un video che conteneva un omaggio a Dante Alighieri, sommo poeta fiorentino
(sì, vabbè tra lui e Firenze non fu sempre amore, lo sappiamo): "La Fiorentina
arriva dalla vittoria con il Parma, sono in forma e, è inutile dirlo, con noi
sono sempre motivati. I viola hanno iniziato il campionato in Paradiso, si
trovano in zona Purgatorio a 13 punti da noi. Per loro sabato lo Juventus
Stadium sarà un inferno. Lasciate ogni speranza voi che entrate".
Anche
questo un promo spiritoso, metaforicamente efficace, abbastanza aderente alla
realtà dello Juventus Stadium, vero fortino bianconero. Ma no, i Della Valle se
la presero a morte: "Davvero sono stati così cattivi sul sito ufficiale? Se è
così non ho parole - ebbe a dire Andrea Della Valle - Sicuri che con lo stile
Agnelli lo abbiano messo sul sito ufficiale? Commentate voi, io non commento,
non ho parole".
Evidentemente dimentico di come tre mesi prima il suo
fratellone Diego aveva trattato Andrea Agnelli, anzi gli Agnelli, dicendo che
'non erano gran lavoratori' e che 'l'unico posto dove si poteva incontrarli era
la discoteca': questa non era ironia, tutt'altro, solo cattivo sarcasmo; ma
l'Andrea bianconero non se l'era presa più di tanto e aveva ricordato al suo
contendente che in discoteca c'era andato a festeggiare lo scudetto,
risvegliando in Diego il rosicamento per lo scudetto dell''82 (inutile, ogni
squadra ha il suo personalissimo gò de Turone o di Muntari che dir si
voglia...)
E stendiamo un pietoso velo sulle cattiverie che recentemente
Elkann e i Della Valle si sono scambiati: ma quella è roba di soldi, di affari,
non di cuore. Non c'entra col nostro discorso.
Il tweet di ieri ha
stimolato naturalmente gli attacchi pretestuosi e ipocriti di chi odia la Juve a
prescindere.
Campione di questo sentire Stefano Agresti, ovviamente di quel
Corriere dello Sport guidato da Paolo De Paola, un nome, tanti ricordi e una
garanzia. E Agresti la butta sullo stile, che però presto diventa un
pretesto.
"Apprezziamo gli sfottò, le battute e le prese in giro, ci
mancherebbe: sono il sale del calcio. Ma non tutti possono permetterseli, tanto
più in una situazione delicata come quella attuale: Juve e Fiorentina sono
divise da un'acerrima rivalità; tra campionato ed Europa League si affronteranno
tre volte in dieci giorni, con un ulteriore accumulo di tensioni; I padroni
delle società sono separati da interessi economico-finanziari contrapposti e si
gridano in faccia la reciproca disistima ogni santo giorno. Ebbene, come pub
venire in mente di buttare benzina sul fuoco con un messaggio del genere? Con
quale coraggio questi dirigenti chiederanno ai tifosi di usare la calma e il
buon senso, se sono loro i primi ad accendere gli animi? Gli sfotto appartengono
al bar sport (e lo diciamo con grande rispetto per i nostri amati bar sport), al
comici, agli imitatori. Non possono comparire sull'organo ufficiale di un club
come la Juve, un tempo - già, un tempo - conosciuta per il suo stile. E la
Federcalcio, e anche chi si occupa della sicurezza negli stadi, cosa ne pensano?
Resteranno sempre tutti zitti e sull'attenti, come bravi soldatini dl fronte al
capo".
Capito? Che se i tifosi usassero davvero l'ironia e non quelle becere
espressioni insultanti e discriminanti, che ogni lunedì finiscono sul tavolo del
Giudice Sportivo, e non importa verso chi, perché QUALSIASI
discriminazione/offesa è da bandire, il calcio comincerebbe forse a riprendere i
connotati di un gioco a 360° con tutte le facezie, gli sfottò e i giochi di
parole che da sempre gli fanno cornice, sin dalle partite dei pulcini (quando
non ci si mettono i genitori ia bordo campo ad avvelenare l'aria).
Che poi la Juve l'ironia via Twitter l'aveva ben sperimentata col Jakartone con cui aveva salutato l'arrivo di Thohir: qualcuno, naturalmente, si era precipitato a giudicarlo irrispettoso: i fatti avrebbero dimostrato che era pienamente centrat
Il presidente Thohir aveva dato l'ok alla trattativa via SMS al suo omologo Andrea Agnelli: poi la versione cartonata da Moratti aveva fatto saltare tutto.
Che poi la Juve l'ironia via Twitter l'aveva ben sperimentata col Jakartone con cui aveva salutato l'arrivo di Thohir: qualcuno, naturalmente, si era precipitato a giudicarlo irrispettoso: i fatti avrebbero dimostrato che era pienamente centrat
Il presidente Thohir aveva dato l'ok alla trattativa via SMS al suo omologo Andrea Agnelli: poi la versione cartonata da Moratti aveva fatto saltare tutto.
Parlare di stile implica conoscere ciò di cui si parla e il modo in cui
Agresti brandisce il mouse come un'arma nei confronti della Juve è il più
lampante esempio di mancanza di stile: per esempio, mette in dubbio la
legittimità della vittoria bianconera a causa del goal annullato al viola
Diakitè, in fuorigioco, come più di una moviola ha evidenziato (anche se ad
Agresti non pare): di poco, pochissimo, ma in offside; epperò per il Corsport il
dubbio poteva esserci e dunque nel dubbio il consiglio è di non sbandierare; e
pazienza se l'assistente, cui è deputata la decisione, il dubbio non l'aveva
proprio. Naturalmente del calcione a Pogba in area, rigore solare non visto, non
v'è traccia....
La Juve non ha, e non ha mai avuto, complice la proprietà
stessa, organi di stampa né radio locali a far da cassa di risonanza. I social
sono un buon veicolo, soprattutto se stimolano i tifosi ad abbandonare il
becerume, anche quando trattasi di becerume d'annata e ben disseminato sul
territorio nazionale, e a giocare con la lingua e le tradizioni locali: che non
vuole dire inneggiare ai morti di Superga aut similia. Vuol dire far funzionare
il cervello più che la pancia: ironia e non zotica insolenza.
Un'ultima
considerazione: esecrazione di cori antisemiti (per lo meno: che prendevano gli
Ebrei come temine di paragone per i fiorentini; che poi John Elkann è ebreo per
parte di padre, per dire...), possibile multa ai viola per il "-39". Che, guarda
caso figurava su uno striscione nel quale Chiellini era paragonato ad uno
scimmione.
Che sarebbe successo se al posto di Chiellini ci fosse stato
Balotelli?
Lunghi fiumi di sproloqui ipocriti sul razzismo nei confronti di
'Supermario', vittima di discriminazione: è già accaduto, a Balotelli e a
Boateng, diversamente che a Pogba e Asamoah che evidentemente non hanno diritto
di godere della stessa tutela.
Su 'Superchiello' poi, che nemmeno ha la pelle
nera, evidentemente si può.
Discriminazione non è solo il colore della pelle,
è anche trattare diversamente due personaggi, QUALUNQUE SIA il colore della loro
pelle, dei loro occhi, dei loro capelli, delle loro maglie.
Ma questo non fa
gioco al perbenismo ipocrita che sta soffocando questo povero disgraziato
Paese.
Carmen Vanetti
Twitter: @JuveGrandeAmor
Facebook: Gruppo FINO ALLA FINE..... JUVENTUS
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