lunedì 10 marzo 2014

TWEET E STILE: IRONIA E IPOCRISIA

Tweet e stile: ironia e ipocrisia




"Buona la Fiorentina a pranzo. Ci vediamo fra quattro giorni, per cena".
Così, con ironia leggera e scevra di toni derisori od offensivi, la Juventus, dal suo profilo Twitter, celebrava la vittoria dei suoi ragazzi sulla Fiorentina e dava appuntamento a tutti per giovedì sera, occasione per una rivincita, e che rivincita, con in palio addirittura il passaggio ai quarti di Europa League.
Sfido chiunque a trovare in ciò nulla più che un'ironia indolore, perché semmai il tweet esalta, includendola nel significato di una vittoria, la celebre Bistecca Fiorentina, una delle glorie culinarie degli ospiti: se poi stavolta l'hanno meritata i bianconeri, lo ha deciso il campo, e il campo ha sempre ragione e scrive la storia.
Sì, certo, a dire il vero sapevamo che i fiorentini sono, più che suscettibili, decisamente permalosi e sgradevoli, al limite della meschinità, quando devono entrare in rapporto con qualcosa che profuma di bianconero.
Ricordiamo ancora lo 'scandalo' scoppiato l'anno scorso, tredici mesi fa, per l'esattezza, quando la Juve, nell'attesa di ospitare la Fiorentina allo Juventus Stadium, lanciò l'evento sul proprio sito con un video che conteneva un omaggio a Dante Alighieri, sommo poeta fiorentino (sì, vabbè tra lui e Firenze non fu sempre amore, lo sappiamo): "La Fiorentina arriva dalla vittoria con il Parma, sono in forma e, è inutile dirlo, con noi sono sempre motivati. I viola hanno iniziato il campionato in Paradiso, si trovano in zona Purgatorio a 13 punti da noi. Per loro sabato lo Juventus Stadium sarà un inferno. Lasciate ogni speranza voi che entrate".
Anche questo un promo spiritoso, metaforicamente efficace, abbastanza aderente alla realtà dello Juventus Stadium, vero fortino bianconero. Ma no, i Della Valle se la presero a morte: "Davvero sono stati così cattivi sul sito ufficiale? Se è così non ho parole - ebbe a dire Andrea Della Valle - Sicuri che con lo stile Agnelli lo abbiano messo sul sito ufficiale? Commentate voi, io non commento, non ho parole".
Evidentemente dimentico di come tre mesi prima il suo fratellone Diego aveva trattato Andrea Agnelli, anzi gli Agnelli, dicendo che 'non erano gran lavoratori' e che 'l'unico posto dove si poteva incontrarli era la discoteca': questa non era ironia, tutt'altro, solo cattivo sarcasmo; ma l'Andrea bianconero non se l'era presa più di tanto e aveva ricordato al suo contendente che in discoteca c'era andato a festeggiare lo scudetto, risvegliando in Diego il rosicamento per lo scudetto dell''82 (inutile, ogni squadra ha il suo personalissimo gò de Turone o di Muntari che dir si voglia...)
E stendiamo un pietoso velo sulle cattiverie che recentemente Elkann e i Della Valle si sono scambiati: ma quella è roba di soldi, di affari, non di cuore. Non c'entra col nostro discorso.

Il tweet di ieri ha stimolato naturalmente gli attacchi pretestuosi e ipocriti di chi odia la Juve a prescindere.
Campione  di questo sentire Stefano Agresti, ovviamente di quel Corriere dello Sport  guidato da Paolo De Paola, un nome, tanti ricordi e una garanzia. E Agresti la butta sullo stile, che però presto diventa un pretesto.
"Apprezziamo gli sfottò, le battute e le prese in giro, ci mancherebbe: sono il sale del calcio. Ma non tutti possono permetterseli, tanto più in una situazione delicata come quella attuale: Juve e Fiorentina sono divise da un'acerrima rivalità; tra campionato ed Europa League si affronteranno tre volte in dieci giorni, con un ulteriore accumulo di tensioni; I padroni delle società sono separati da interessi economico-finanziari contrapposti e si gridano in faccia la reciproca disistima ogni santo giorno. Ebbene, come pub venire in mente di buttare benzina sul fuoco con un messaggio del genere? Con quale coraggio questi dirigenti chiederanno ai tifosi di usare la calma e il buon senso, se sono loro i primi ad accendere gli animi? Gli sfotto appartengono al bar sport (e lo diciamo con grande rispetto per i nostri amati bar sport), al comici, agli imitatori. Non possono comparire sull'organo ufficiale di un club come la Juve, un tempo - già, un tempo - conosciuta per il suo stile. E la Federcalcio, e anche chi si occupa della sicurezza negli stadi, cosa ne pensano? Resteranno sempre tutti zitti e sull'attenti, come bravi soldatini dl fronte al capo".
Capito? Che se i tifosi usassero davvero l'ironia e non quelle becere espressioni insultanti e discriminanti, che ogni lunedì finiscono sul tavolo del Giudice Sportivo, e non importa verso chi, perché QUALSIASI discriminazione/offesa è da bandire, il calcio comincerebbe forse a riprendere i connotati di un gioco a 360° con tutte le facezie, gli sfottò e i giochi di parole che da sempre gli fanno cornice, sin dalle partite dei pulcini (quando non ci si mettono i genitori ia bordo campo ad avvelenare l'aria).

Che poi la Juve l'ironia via Twitter l'aveva ben sperimentata col Jakartone con cui aveva salutato l'arrivo di Thohir: qualcuno, naturalmente, si era precipitato a giudicarlo irrispettoso: i fatti avrebbero dimostrato che era pienamente centrat
Il presidente Thohir aveva dato l'ok alla trattativa via SMS al suo omologo Andrea Agnelli: poi la versione cartonata da Moratti aveva fatto saltare tutto.

Parlare di stile implica conoscere ciò di cui si parla e il modo in cui Agresti brandisce il mouse come un'arma nei confronti della Juve è il più lampante esempio di mancanza di stile: per esempio, mette in dubbio la legittimità della vittoria bianconera a causa del goal annullato al viola Diakitè, in fuorigioco, come più di una moviola ha evidenziato (anche se ad Agresti non pare): di poco, pochissimo, ma in offside; epperò per il Corsport il dubbio poteva esserci e dunque nel dubbio il consiglio è di non sbandierare; e pazienza se l'assistente, cui è deputata la decisione, il dubbio non l'aveva proprio. Naturalmente del calcione a Pogba in area, rigore solare non visto, non v'è traccia....

La Juve non ha, e non ha mai avuto, complice la proprietà stessa, organi di stampa né radio locali a far da cassa di risonanza. I social sono un buon veicolo, soprattutto se stimolano i tifosi ad abbandonare il becerume, anche quando trattasi di becerume d'annata e ben disseminato sul territorio nazionale, e a giocare con la lingua e le tradizioni locali: che non vuole dire inneggiare ai morti di Superga aut similia. Vuol dire far funzionare il cervello più che la pancia: ironia e non zotica insolenza.

Un'ultima considerazione: esecrazione di cori antisemiti (per lo meno: che prendevano gli Ebrei come temine di paragone per i fiorentini; che poi John Elkann è ebreo per parte di padre, per dire...), possibile multa ai viola per il "-39". Che, guarda caso figurava su uno striscione nel quale Chiellini era paragonato ad uno scimmione.
Che sarebbe successo se al posto di Chiellini ci fosse stato Balotelli?
Lunghi fiumi di sproloqui ipocriti sul razzismo nei confronti di 'Supermario', vittima di discriminazione: è già accaduto, a Balotelli e a Boateng, diversamente che a Pogba e Asamoah che evidentemente non hanno diritto di godere della stessa tutela.
Su 'Superchiello' poi, che nemmeno ha la pelle nera, evidentemente si può.
Discriminazione non è solo il colore della pelle, è anche trattare diversamente due personaggi, QUALUNQUE SIA il colore della loro pelle, dei loro occhi, dei loro capelli, delle loro maglie.
Ma questo non fa gioco al perbenismo ipocrita che sta soffocando questo povero disgraziato Paese.

Carmen Vanetti 

Twitter: @JuveGrandeAmor

Facebook: Gruppo FINO ALLA FINE..... JUVENTUS

Nessun commento:

Posta un commento