lunedì 21 aprile 2014

CARRIERE DA GAMBERO PER I SODALI DI MOGGI

Carriere da gambero per i sodali di Moggi!



Atteso che non è presente negli atti nessun riferimento, nemmeno a livello di ipotesi o di chiacchiera/percezione/impressione, su presunti vantaggi economici derivanti a Luciano Moggi da tutto quel po' po' di cupola, per sgarrupata che fosse (come poi è emerso, con le sliding doors attraverso le quali i sodali si sdoganavano e si ridoganavano a loro piacimento), nemmeno a livello per così dire periferico, a livello di calciomercato, se per personaggi come Pairetto, Mazzini e Bergamo lo scopo, stando anche alle motivazioni dell'Appello, sarebbe stato quello di acquisire un potere di controllo sui vertici federali, gli arbitri (e gli assistenti) avrebbero avuto quello di godere di maggior visibilità mediatica ai fini di una progressione in carriera. Senonché nella realtà sembra proprio che gli arbitri sodali, sia pur a intermittenza, non ci abbiano guadagnato nulla, né in termini economici né di progressione in carriera. Come d'altronde si evinceva già dalla nota telefonata di Bergamo a Rodomonti, quella del 'pensa a chi sta dietro', in quel caso, toh, tanto per cambiare, l'Inter.
Bergamo: Le fatiche che hai durato non le devi mettere in discussione, fa' la tua partita, non ce n'è per nessuno e, se ti dico proprio la mia, in questo momento, se hai un dubbio pensa più a chi è dietro piuttosto che a chi è davanti. 

Rodomonti: Va bene.
Bergamo: Dammi retta! E' una cosa che rimane fra me e te. 
Rodomonti: Parola d'onore, vai Paolo, ti ringrazio, tranquillo, stai tranquillo.
Bergamo: Arrivare lassù lo sai quanto sia faticoso e ritornare giù sarebbe per te proprio... stupido... fa' la persona intelligente!
Rodomonti: Perfetto, ho capito.
Bergamo: La cosa rimane fra me e te... come mi auguro.
Rodomonti: Vai tranquillo Paolo, no, no, tranquillo, io non parlo mai degli altri con gli altri...  
Bergamo: Io ci conto, perché è soltanto una scelta per te, credimi, devi pensare a te stesso, in questo momento...
Ecco, appunto, uno dei presunti promotori dell'associazione a delinquere, Paolo Bergamo, dice, papale papale, ad un arbitro che se non pensa agli interessi dell'Inter manderebbe in vacca una carriera costruita con tanta fatica.
E Rodomonti ne fu così condizionato da prendere alla lettera il severo monito del designatore, risparmiando a Toldo un'espulsione sacrosanta: e i nerazzurri avrebbero giocato l'ultima mezz'oretta in dieci e chissà mai se avrebbero raggiunto il pareggio; che poi, se Rodomonti non avesse pensato a chi sta dietro, avrebbero anche dovuto finire in nove, senza Stankovic che avrebbe a sua volta meritato il rosso per un fallo di frustrazione sullo scatenato Ibra.
E che il colore del cartellino di Toldo dovesse essere rosso non lo diciamo noi o Moggi, se lo dicono Pairetto e Rosetti in una delle tante intercettazioni scovate dal pool difensivo di Moggi, quella del 30 novembre 2004.
Rosetti: Cos'è rosso quello?

Pairetto: Rosso eh.
Rosetti: E' rosso, rosso netto. 
Pairetto: Eh, rosso netto, non si discute nemmeno. Io e Paolo abbiamo fatto una bella discussione su questo... Perché era giallo.
Rosetti: Su questo? Ma cosa c’è da discutere?
Pairetto: Mah... io gli dicevo, “Paolo, è rosso...”. Poi dopo mi ha chiamato ieri mattina per dirmi “Mah, l’ho rivista, hai ragione tu”, e lui mi fa "Ma vediamo cosa dicono gli altri", ed io gli ho detto "Ma a prescindere da cosa dicono gli altri, è rosso non è che..."
Rosetti: No, perché se no fai...
Pairetto: E il bello è che Moratti si è anche lamentato, hai capito?
Rosetti: Ma si è anche lamentato, guarda che...
[......]
Pairetto: A prescindere adesso dall’episodio che può, a volte, può non essere facile dal campo, io mi rendo conto, l’emotività, dai già un rigore, anche se questo, cazzo, va via da solo... quando uno va via da solo così puoi solo dire rosso, non puoi mai sbagliarti, mai, mai... mai, mai nella vita.  
Diversa la sorte del povero Racalbuto, colpevole di aver dovuto assistere alla vittoria della Juve a Roma: una gara vinta dai bianconeri per 2-1, con la prima rete, quella di Cannavaro, viziata da un fuorigioco non rilevato dall'assistente Pisacreta, e la seconda su un rigore concesso per un fallo in realtà, seppur di pochissimo, fuori area; anche se nessuno ricorda che la Roma avrebbe dovuto giocare tutta la ripresa in dieci, per il ceffone, rimasto impunito, di Cufrè a Del Piero al rientro negli spogliatoi dopo il primo tempo (quello dei ceffoni agli avversari è un vecchio vizio dei giallorossi, ahimè, Destro docet).
Ebbene Racalbuto rimase lontano dai campi di Serie A per ben 8 turni. quando invece il Paparesta mai rinchiuso nello stanzino di Reggio Calabria nonostante i disastri (mancata concessione di un rigore solare per mani di Balestri, che già ammonito, andava espulso, annullamento di un gol a Ibrahimovic che era riuscito a segnare fra due avversari che cercavano di ostacolarlo, annullamento del gol del possibile pareggio di Kapo al 95' su segnalazione di fuorigioco, peraltro molto pasticciata, da parte dell'assistente Di Mauro) dopo un turno in Serie B, fu incluso nelle griglie per arbitrare nella massima serie, già dalla giornata successiva.
Ma l'ineffabile Auricchio non ci aveva fatto caso.
Dal controesame dell'avv. Prioreschi (23 marzo 2010)
Avv. Prioreschi: Allora, passiamo a Roma-Juventus, il famoso 1-2. Le risulta che Racalbuto dopo aver favorito, tra virgolette, uso questi termini… dopo aver favorito la Juventus in Roma-Juventus è stato fermato dai designatori per 8 turni?
Auricchio: No. Non mi risulta.
Avv. Prioreschi: Vabbè… e Racalbuto è un arbitro che troviamo, secondo la prospettazione accusatoria… amico presunto del…
Auricchio: Sì.
Avv. Prioreschi: Tra l’altro, Lei su Racalbuto in Cagliari-Juve, no?, fa riferimento a tutte quelle vicende… allora, io dico: Cagliari-Juve si discute l’arbitraggio, ecc.… e Lei evidenzia che ci sarebbe questo tentativo di proteggere Racalbuto da parte di Moggi, no? …Che io poi, stamattina, Le ho detto Moggi cercava di proteggere la Juventus… E questo evidenzia. C’è un dato oggettivo che Racalbuto favorisce la Juventus e sta fermo 8 turni, e Lei questo non lo sa, non lo evidenzia. Io registro il modo di aver fatto l’indagine…
Auricchio: Va bene.
Avv. Prioreschi: Per contro, noi abbiamo Paparesta e Copelli, la terna di Reggina-Juventus, ed è un altro dato oggettivo, che sfavoriscono, insomma, danneggiano la Juventus, e a noi non risultano né che abbiano subito sospensione o… Copelli poi è andato tranquillamente ai Mondiali…
Auricchio: No, lo stesso Paparesta è tornato ad arbitrare la Juventus, quindi…
Avv. Prioreschi: Paparesta l’abbiamo sentito, ce l’ha confermato, non è stato fermato mai, insomma…
Eh già, forse per uscire indenni dalle tempeste non bisognava essere 'uomini di Moggi', ma 'di Meani'.
Già, perché  dopo Sampdoria-Palermo del 16 aprile 2005 (1-0, con recriminazioni del Palermo, in particolare del ds Foschi, contro Copelli che aveva segnalato all'arbitro Rodomonti il fallo da rigore di Grosso), Copelli si rivolge  a Meani, che gli dice: ”Allora sai cosa faccio ora, chiamo Braida che è suo amico, e gli dico: senti, dì a Foschi di piantarla!” ”Tu stai tranquillo che ci penso io, appena passa la partita questa qua con il Chievo mercoledì, io parlo con Galliani, e Galliani lo sa, e gli dico: guardi questo qui è un nostro uomo"; e poi Meani corre a chiamare Manfredi Martino, allora segretario della CAN, che gli dice che Bergamo è molto arrabbiato, al che il buon Leo risponde: “Gli dico che Galliani non vuole che Copelli venga punito perché è un ragazzo bravo, capace“.
Del fatto diede conferma lo stesso Copelli rivelando a Francesco Saverio Borrelli nell'interrogatorio del 13 maggio 2006: ”Se un assistente avesse voluto arbitrare un incontro del Milan non si doveva rivolgere ai designatori, ma a Meani. Io e Puglisi eravamo graditi al Milan".
E lo stesso Paparesta era uomo in quota Milan, come dimostra l'intercettazione tra il solito Meani e Galliani, che si farà tramite addirittura nei confronti del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta (uomo molto vicino a Berlusconi).
Galliani: "Dica a Paparesta che il dossier è nelle mani di Letta... del dottor Letta, che questa mattina mi ha chiamato, che conosce la vicenda e che interverrà... quindi se lui ha anche le sue persone eccetera, può dirgli che il dossier è nelle mani del sottosegretario Gianni Letta...". Meani: "Benissimo dottore, lo chiamo subito...". Galliani: "Me lo saluti molto..."
La "vicenda" riguardava un documento compilato da Gianluca Paparesta e contenente informazioni riguardo ad attività legate al Consorzio Asso Bio Diesel di cui Paparesta era revisore contabile: una richiesta di attenzione per un prodotto ecologico promosso dall’azienda, ammesso dal protocollo di Kyoto ma non dalla legge italiana.
Il dossier sarebbe arrivato al traguardo e allora Meani (progr. 7148 ore 12.34) e  invita l'arbitro barese a contattare Galliani per ringraziarlo e nel contempo gli trasmette la sua idea sul settore arbitrale: "Bisogna un po’ cambiare, bisogna un pochettino cambiare il vento però".
Come si vede, a costruire e distruggere le carriere di arbitri e assistenti non era la vicinanza allo "spregiudicato" Moggi ma altro e altri.
E, considerando il mero aspetto economico, ecco, nel calcolo effettuato dall'avv. Gallinelli, il confronto tra i guadagni dei primi sei arbitri, tutti internazionali:
Collina: 28 partite di A e 4 di B = 154.920 €
Paparesta: 26 partite di A e 3 di B = 142.010 €
Rosetti: 25 partite di A e 3 di B = 136.846 €
Farina: 24 partite di A e 3 di B = 131.682 €
Trefoloni: 24 partite di A e 3 di B = 131.682 €
De Santis: 21 partite di A e 4 di B = 118.772 €
L'affiliato, dunque, arbitrava e guadagnava meno dei non inquisiti.
A Racalbuto Roma-Juve costa 45.000 euro, Dattilo, fermato per due mesi dopo Brescia-Udinese, perse oltre 20.000 euro.
Ordunque, ecco che gli arbitri sodali, dopo aver faticosamente bypassato le forche caudine del sorteggio, dopo essere sfuggiti alle trappole di chi con animus malandrino tentava di forzare il meccanismo delle preclusioni, una volta che approdavano al presuntamente sospirato traguardo di arbitrare la Juve (sempre ammesso che non si trovassero in una fase di sdoganamento) fallivano: da una parte non riuscivano ad alterare alcun risultato a favore dei bianconeri, dall'altra, in luogo di avviarsi ad una carriera sfolgorante, rimanevano fermi al palo, a guardare malinconicamente i puledri delle scuderie milanesi che caracollavano indisturbati verso il traguardo.


Carmen Vanetti 

Twitter: @JuveGrandeAmor

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