Carriere da gambero per i sodali di Moggi!
Atteso che non è presente negli atti nessun riferimento, nemmeno a livello
di ipotesi o di chiacchiera/percezione/impressione, su presunti vantaggi
economici derivanti a Luciano Moggi da tutto quel po' po' di cupola, per
sgarrupata che fosse (come poi è emerso, con le sliding doors attraverso le
quali i sodali si sdoganavano e si ridoganavano a loro piacimento), nemmeno a
livello per così dire periferico, a livello di calciomercato, se per personaggi
come Pairetto, Mazzini e Bergamo lo scopo, stando anche alle
motivazioni dell'Appello, sarebbe stato quello di acquisire un potere di
controllo sui vertici federali, gli arbitri (e gli assistenti) avrebbero avuto
quello di godere di maggior visibilità mediatica ai fini di una progressione in
carriera. Senonché nella realtà sembra proprio che gli arbitri
sodali, sia pur a intermittenza, non ci abbiano guadagnato nulla, né in termini
economici né di progressione in carriera. Come d'altronde si evinceva già dalla
nota telefonata di Bergamo a Rodomonti, quella del 'pensa a chi sta dietro', in
quel caso, toh, tanto per cambiare, l'Inter.
Bergamo: Le fatiche che hai durato non le devi mettere in discussione,
fa' la tua partita, non ce n'è per nessuno e, se ti dico proprio la mia, in
questo momento, se hai un dubbio pensa più a chi è dietro piuttosto che a chi è
davanti.
Rodomonti: Va bene.
Bergamo: Dammi retta! E' una cosa che rimane
fra me e te.
Rodomonti: Parola d'onore, vai Paolo, ti ringrazio, tranquillo,
stai tranquillo.
Bergamo: Arrivare lassù lo sai quanto sia faticoso e
ritornare giù sarebbe per te proprio... stupido... fa' la persona
intelligente!
Rodomonti: Perfetto, ho capito.
Bergamo: La cosa rimane fra
me e te... come mi auguro.
Rodomonti: Vai tranquillo Paolo, no, no,
tranquillo, io non parlo mai degli altri con gli altri...
Bergamo: Io ci
conto, perché è soltanto una scelta per te, credimi, devi pensare a te stesso,
in questo momento...
Ecco, appunto, uno dei presunti promotori dell'associazione a delinquere,
Paolo Bergamo, dice, papale papale, ad un arbitro che se non pensa agli
interessi dell'Inter manderebbe in vacca una carriera costruita con tanta
fatica.
E Rodomonti ne fu così condizionato da prendere alla lettera il severo
monito del designatore, risparmiando a Toldo un'espulsione sacrosanta: e i
nerazzurri avrebbero giocato l'ultima mezz'oretta in dieci e chissà mai se
avrebbero raggiunto il pareggio; che poi, se Rodomonti non avesse pensato a chi
sta dietro, avrebbero anche dovuto finire in nove, senza Stankovic che avrebbe a
sua volta meritato il rosso per un fallo di frustrazione sullo scatenato
Ibra.
E che il colore del cartellino di Toldo dovesse essere rosso non lo diciamo
noi o Moggi, se lo dicono Pairetto e Rosetti in una delle tante intercettazioni
scovate dal pool difensivo di Moggi, quella del 30 novembre 2004.
Rosetti: Cos'è rosso quello?
Pairetto: Rosso eh.
Rosetti: E'
rosso, rosso netto.
Pairetto: Eh, rosso netto, non si discute nemmeno. Io e
Paolo abbiamo fatto una bella discussione su questo... Perché era
giallo.
Rosetti: Su questo? Ma cosa c’è da discutere?
Pairetto: Mah... io
gli dicevo, “Paolo, è rosso...”. Poi dopo mi ha chiamato ieri mattina per dirmi
“Mah, l’ho rivista, hai ragione tu”, e lui mi fa "Ma vediamo cosa dicono gli
altri", ed io gli ho detto "Ma a prescindere da cosa dicono gli altri, è rosso
non è che..."
Rosetti: No, perché se no fai...
Pairetto: E il bello è che
Moratti si è anche lamentato, hai capito?
Rosetti: Ma si è anche lamentato,
guarda che...
[......]
Pairetto: A prescindere adesso dall’episodio che
può, a volte, può non essere facile dal campo, io mi rendo conto, l’emotività,
dai già un rigore, anche se questo, cazzo, va via da solo... quando uno va via
da solo così puoi solo dire rosso, non puoi mai sbagliarti, mai, mai... mai, mai
nella vita.
Diversa la sorte del povero Racalbuto, colpevole di aver dovuto assistere
alla vittoria della Juve a Roma: una gara vinta dai bianconeri per 2-1, con la
prima rete, quella di Cannavaro, viziata da un fuorigioco non rilevato
dall'assistente Pisacreta, e la seconda su un rigore concesso per un fallo in
realtà, seppur di pochissimo, fuori area; anche se nessuno ricorda che la Roma
avrebbe dovuto giocare tutta la ripresa in dieci, per il ceffone, rimasto
impunito, di Cufrè a Del Piero al rientro negli spogliatoi dopo il primo tempo
(quello dei ceffoni agli avversari è un vecchio vizio dei giallorossi, ahimè,
Destro docet).
Ebbene Racalbuto rimase lontano dai campi di Serie A per ben 8 turni.
quando invece il Paparesta mai rinchiuso nello stanzino di Reggio Calabria
nonostante i disastri (mancata concessione di un rigore solare per mani di
Balestri, che già ammonito, andava espulso, annullamento di un gol a Ibrahimovic
che era riuscito a segnare fra due avversari che cercavano di ostacolarlo,
annullamento del gol del possibile pareggio di Kapo al 95' su segnalazione di
fuorigioco, peraltro molto pasticciata, da parte dell'assistente Di Mauro) dopo
un turno in Serie B, fu incluso nelle griglie per arbitrare nella massima serie,
già dalla giornata successiva.
Ma l'ineffabile Auricchio non ci aveva fatto caso.
Dal controesame dell'avv. Prioreschi (23 marzo 2010)
Avv. Prioreschi: Allora, passiamo a Roma-Juventus, il famoso 1-2. Le
risulta che Racalbuto dopo aver favorito, tra virgolette, uso questi termini…
dopo aver favorito la Juventus in Roma-Juventus è stato fermato dai designatori
per 8 turni?
Auricchio: No. Non mi risulta.
Avv. Prioreschi: Vabbè… e Racalbuto è un arbitro che troviamo, secondo
la prospettazione accusatoria… amico presunto del…
Auricchio: Sì.
Avv. Prioreschi: Tra l’altro, Lei su Racalbuto in Cagliari-Juve, no?,
fa riferimento a tutte quelle vicende… allora, io dico: Cagliari-Juve si discute
l’arbitraggio, ecc.… e Lei evidenzia che ci sarebbe questo tentativo di
proteggere Racalbuto da parte di Moggi, no? …Che io poi, stamattina, Le ho detto
Moggi cercava di proteggere la Juventus… E questo evidenzia. C’è un dato
oggettivo che Racalbuto favorisce la Juventus e sta fermo 8 turni, e Lei questo
non lo sa, non lo evidenzia. Io registro il modo di aver fatto
l’indagine…
Auricchio: Va bene.
Avv. Prioreschi: Per contro, noi abbiamo Paparesta e Copelli, la terna
di Reggina-Juventus, ed è un altro dato oggettivo, che sfavoriscono, insomma,
danneggiano la Juventus, e a noi non risultano né che abbiano subito sospensione
o… Copelli poi è andato tranquillamente ai Mondiali…
Auricchio: No, lo stesso Paparesta è tornato ad arbitrare la Juventus,
quindi…
Avv. Prioreschi: Paparesta l’abbiamo sentito, ce l’ha confermato, non è
stato fermato mai, insomma…
Eh già, forse per uscire indenni dalle tempeste non bisognava essere
'uomini di Moggi', ma 'di Meani'.
Già, perché dopo Sampdoria-Palermo del 16 aprile 2005 (1-0, con
recriminazioni del Palermo, in particolare del ds Foschi, contro Copelli che
aveva segnalato all'arbitro Rodomonti il fallo da rigore di Grosso), Copelli si
rivolge a Meani, che gli dice: ”Allora sai cosa faccio ora, chiamo Braida
che è suo amico, e gli dico: senti, dì a Foschi di piantarla!” ”Tu stai
tranquillo che ci penso io, appena passa la partita questa qua con il Chievo
mercoledì, io parlo con Galliani, e Galliani lo sa, e gli dico: guardi questo
qui è un nostro uomo"; e poi Meani corre a chiamare Manfredi Martino,
allora segretario della CAN, che gli dice che Bergamo è molto arrabbiato, al che
il buon Leo risponde: “Gli dico che Galliani non vuole che Copelli venga
punito perché è un ragazzo bravo, capace“.
Del fatto diede conferma lo stesso Copelli rivelando a Francesco Saverio
Borrelli nell'interrogatorio del 13 maggio 2006: ”Se un assistente avesse
voluto arbitrare un incontro del Milan non si doveva rivolgere ai designatori,
ma a Meani. Io e Puglisi eravamo graditi al Milan".
E lo stesso Paparesta era uomo in quota Milan, come dimostra
l'intercettazione tra il solito Meani e Galliani, che si farà tramite
addirittura nei confronti del sottosegretario alla presidenza del Consiglio
Gianni Letta (uomo molto vicino a Berlusconi).
Galliani: "Dica a Paparesta che il dossier è nelle mani di Letta... del
dottor Letta, che questa mattina mi ha chiamato, che conosce la vicenda e che
interverrà... quindi se lui ha anche le sue persone eccetera, può dirgli che il
dossier è nelle mani del sottosegretario Gianni Letta...". Meani: "Benissimo
dottore, lo chiamo subito...". Galliani: "Me lo saluti molto..."
La "vicenda" riguardava un documento compilato da Gianluca Paparesta e
contenente informazioni riguardo ad attività legate al Consorzio Asso Bio Diesel
di cui Paparesta era revisore contabile: una richiesta di attenzione per un
prodotto ecologico promosso dall’azienda, ammesso dal protocollo di Kyoto ma non
dalla legge italiana.
Il dossier sarebbe arrivato al traguardo e allora Meani (progr. 7148 ore
12.34) e invita l'arbitro barese a contattare Galliani per ringraziarlo e nel
contempo gli trasmette la sua idea sul settore arbitrale: "Bisogna un po’
cambiare, bisogna un pochettino cambiare il vento però".
Come si vede, a costruire e distruggere le carriere di arbitri e assistenti
non era la vicinanza allo "spregiudicato" Moggi ma altro e altri.
E, considerando il mero aspetto economico, ecco, nel calcolo effettuato
dall'avv. Gallinelli, il confronto tra i guadagni dei primi sei arbitri, tutti
internazionali:
Collina: 28 partite di A e 4 di B = 154.920 €
Paparesta: 26 partite di A e 3 di B = 142.010 €
Rosetti: 25 partite di A e 3 di B = 136.846 €
Farina: 24 partite di A e 3 di B = 131.682 €
Trefoloni: 24 partite di A e 3 di B = 131.682 €
De Santis: 21 partite di A e 4 di B = 118.772 €
L'affiliato, dunque, arbitrava e guadagnava meno dei non inquisiti.
A Racalbuto Roma-Juve costa 45.000 euro, Dattilo, fermato per due mesi dopo
Brescia-Udinese, perse oltre 20.000 euro.
Ordunque, ecco che gli arbitri sodali, dopo aver faticosamente bypassato le
forche caudine del sorteggio, dopo essere sfuggiti alle trappole di chi con
animus malandrino tentava di forzare il meccanismo delle preclusioni, una volta
che approdavano al presuntamente sospirato traguardo di arbitrare la Juve
(sempre ammesso che non si trovassero in una fase di sdoganamento) fallivano: da
una parte non riuscivano ad alterare alcun risultato a favore dei bianconeri,
dall'altra, in luogo di avviarsi ad una carriera sfolgorante, rimanevano fermi
al palo, a guardare malinconicamente i puledri delle scuderie milanesi che
caracollavano indisturbati verso il traguardo.
Carmen Vanetti
Twitter: @JuveGrandeAmor
Facebook: Gruppo FINO ALLA FINE..... JUVENTUS
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