sabato 26 aprile 2014

IL MEDICO PIETOSO FA LA PIAGA PURULENTA




Non è che io sia particolarmente amante della così detta “saggezza popolare”: ad essere sincero dal 2006 tutto quello che è, o vuole essere, popolare quasi lo schifo e comunque lo guardo sempre e solo con grande diffidenza, però mi pare che il vecchio adagio “il medico pietoso fa la piaga purulenta” sia da tener ben presente in questo momento critico della stagione della Juventus.

Oggi nell’articolo intitolato "Ma se i bianconeri soffrono in Europa è anche e soprattutto colpa del resto della Serie A" comparso su Libero, Luciano Moggi fa un’analisi, a mio avviso perfetta, delle cause delle difficoltà della Juventus in campo Europeo;  se ad una prima lettura superficiale l’analisi può sembrare impietosa e, se vogliamo, assimilabile alle dichiarazioni di Capello, che tanto fecero arrabbiare Antonio Conte, quando disse che il “campionato italiano non è allenante” , io penso che quello che ha scritto il Direttore e l’affermazione di Capello, meritino un'analisi scevra da preconcetti.

Secondo Moggi la Juventus padrona assoluta della Serie A in Europa è ancora lontana dai Clubs che si giocano il trono di migliore del continente, addirittura secondo il Direttore la situazione è peggiorata in quanto afferma quanto segue:

A un anno di distanza dalla sconfitta - pur onorevole - nei quarti di Champions League contro il Bayern Monaco poi campione d’Europa, il divario è aumentato”

È chiaro che un'affermazione di questo tipo, se decontestualizzata, può sembrare una impietosa stroncatura della Squadra di Antonio Conte. Personalmente credo che sia il contrario, anzi (purtroppo non potrò mai avere una conferma diretta dal Mister) credo che Antonio Conte nelle “segrete stanze” condivida questa analisi, certo non sentiremo mai Conte affermarlo pubblicamente, non mi stupirei anzi che Conte lanci una frecciatina pubblica in direzione di Moggi, perché una cosa è quello che si può e si deve dire sotto gli spot mediatici e altra cosa è quello che si dice nel backstage.

Per comprendere le posizioni di Moggi e di Capello, credo sia indispensabile lasciare da parte per un attimo la Juventus e analizzare la situazione generale del calcio italiano; partiamo dai ranking ufficiali di UEFA e FIFA.

Di seguito la tabella del ranking UEFA:

Country                                                 09/10            10/11               11/12              12/13            13/14            P.ts     Clubs
1
http://www.uefa.com/imgml/icons/equal.png
17.928
18.214
20.857
17.714
21.285
95.998
4/7
2
http://www.uefa.com/imgml/icons/equal.png
17.928
18.357
15.250
16.428
16.785
84.748
1/7
3
http://www.uefa.com/imgml/icons/equal.png
18.083
15.666
15.250
17.928
14.714
81.641
1/7
4
http://www.uefa.com/imgml/icons/equal.png
15.428
11.571
11.357
14.416
14.000
66.772
1/6
5
http://www.uefa.com/imgml/icons/equal.png
10.000
18.800
11.833
11.750
9.416
61.799
1/6

E qella del Ranking FIFA è la seguente


1
 Spain
1460
0
Equal

2
 Germany
1340
0
Equal
3
 Portugal
1245
1
Up
4
 Colombia
1186
1
Up
5
 Uruguay
1181
1
Up
6
 Argentina
1174
-3
Down
6
 Brazil
1174
3
Up
8
 Switzerland
1161
-1
Down
9
 Italy
1115
-1
Down
10
 Greece
1082
3
Up

Se analizziamo i due ranking vediamo che in Europa l’Italia è al quarto posto con una sola squadra, la Juventus, ancora presente nelle competizioni europee e precede di poco il Portogallo che come l’Italia ha ancora una squadra, il Benfica, che partecipa ad un torneo UEFA; da notare è il divario di punti che c’è tra la Germania terza e l’Italia quarta, ancora più interessante è se consideriamo che la Germania è rimasta con una sola Squadra, Bayern Munich, su sette che hanno iniziato i tornei UEFA. Nel ranking mondiale la situazione è ancor peggiore, vista la distanza che divide l’Italia da paesi come il Portogallo, terzo, ma anche Colombia, Uruguay e Svizzera tutte davanti a noi, con la Grecia che ci incalza in quanto noi siamo in discesa e loro in salita.

Le statistiche servono per capire la situazione in un'ottica più ampia, però devono essere lette ed è quello che vorrei tentare di fare.

Il calcio italiano oggi è ben lontano dal 2003 quando Juventus e Milan arrivarono a giocarsi la finale di Champions a Manchester ed è ancora più distante dalla notte del 9 Luglio del 2006 quando il cielo di Berlino si tinse d’Azzurro; io ho sempre ritenuto che il 9 Luglio 2006 segni una data storica, non per la vittoria nella World Cup, perché segna la data d’inizio della crisi profonda in cui versa il calcio italiano da quel giorno. Rimuoviamo per un attimo i motivi e l’evoluzione di Farsopoli, ci serve per capire quello che secondo me è un concetto chiave.

Nel 2006 di fatto si azzera una situazione di superiorità tecnica del movimento calcistico italiano, i danni fatti da Farsopoli vanno al di lè del danno subito dalla Juventus: un sistema cieco che si è messo al servizio di una sola Società ha di fatto cancellato l’eccellenza dell’intero movimento calcistico italiano; non solo la Juventus, che pagò più di tutti, fu penalizzata da quello scempio che è stato Farsopoli, ma ripercussioni ci furono, seppur in minor misura, anche per Milan, Lazio e Fiorentina, praticamente tre delle “Cinque Sorelle” che all’epoca davano contenuti alla Serie A.

Partendo da quanto sopra arriviamo ad oggi e ritorniamo all’analisi del Direttore: i fattori legati alla crisi economica e la necessità di ricostruzione e rinnovamento in cui si sono venuti a trovare i Clubs più competitivi, a causa del pit stop ai programmi a medio e lungo termine che ha imposto da Farsopoli, hanno di fatto impoverito sia finanziariamente sia tecnicamente i contenuti del Calcio Italiano.

Sono anni che dico che il campionato Italiano non è più il più bel campionato del mondo, perché non basta l’incertezza a rendere bello tecnicamente un campionato: se vediamo il ranking UEFA la Liga Spagnola che è dominata da due squadre il Barça e il Real ha ancora quattro Clubs su sette nei tornei UEFA, ma è a che altezza viene posta l’asticella ad assicurare la crescita di tutto il movimento, oggi in Italia l’asticella non è certo al livello di Inghilterra, Spagna o Germania.

La Juventus in Italia è una buona spanna avanti a tutte le altre Squadre, questo vantaggio è frutto di un ambiente dove lavoro e programmazione sono i due valori basilari su cui si basano la Squadra e la Società, ma contro chi deve competere la Juventus in Italia? Quest’anno contro un'ottima Roma, ripeto ottima,  perché la Roma è molto più lontana della Juventus dall’eccellenza e dalla qualità assolute richieste per competere in Europa. Da tifoso posso compiacermi che Milan, Inter, Lazio, Napoli siano delle armate Brancaleone con abissali limiti tecnici o agonistici, però da amante del calcio me ne dolgo perché questo significa che i limiti generali non favoriscono le condizioni per mettere l’asticella alla stessa altezza di Spagna, Inghilterra o Germania e fino a quando l’asticella non sarà alla stessa altezza saremo sempre qui a gioire delle vittorie della nostra Squadra in campo Nazionale e a dolerci per le magre figure che rimedieremo in Europa.

Concludo ricordando che Conte, Marotta ed Andrea Agnelli alla fine della scorsa stagione dichiararono che la Juventus ancora per qualche anno avrà come obbiettivo principale quello di vincere in Italia perché ci vorrà ancora molto tempo prima di arrivare nel Gotha del calcio Europeo, e pochi giorni fa sia Marotta che Garcia hanno detto che la Juventus e la Roma si attrezzeranno per “onorare”  la fase a gironi della prossima Champions League. Queste dichiarazioni sono tristi se si pensa che sono ormai quasi dieci anni che nessuna squadra italiana parta per l’avventura di Champions con l’obbiettivo chiaro e ragionevole di raggiungere la finale.

Quindi ben vengano le critiche costruttive e le analisi scevre da trionfalismi, perché la realtà e quella di un bicchiere pieno a metà, lo si può vedere mezzo pieno o mezzo vuoto, però è indiscutibile che quel bicchiere si deve riempire.

JUVENTUS PER SEMPRE SARA’

FINO ALLA FINE

Massimo Sottosanti

Facebook: Gruppo FINO ALLA FINE….. JUVENTUS

Twitter: @JuveGrandeAmor  


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