martedì 29 aprile 2014

IL SERGENTE GARCIA




Non c’è dubbio che Rudy Garcia è persona intelligente al netto delle sue esternazioni da Bar dello Sport: il francese ci ha messo poco a capire in che lande era approdato accettando di allenare la Roma e, se all’inizio aveva mantenuto un aplomb da uomo di sport, dopo il 3 a 0 che gli ha rifilato la Juventus a Torino il 5 Gennaio, ha subito compreso che per essere amato dalla Curva Sud e dai suoi giocatori doveva calarsi nei panni di chi semina sospetti per giustificare le sconfitte.

Lo scambio di battute tra Garcia e Conte dell’ultimo fine settimana è la dimostrazione che il francese, che ripeto non è stupido, doveva dare in pasto al suo popolo un lamento preventivo per assorbire l’inevitabile sconfitta a cui la Roma va incontro. Io sono abbastanza certo (per lo meno me lo auguro per lui) che Rudy Garcia non sia così sprovveduto da credere veramente che le squadre che affrontano la Juventus lo facciano con l’intenzione di non onorare l’impegno: se così fosse vorrebbe dire che Garcia non ha visto l’atteggiamento con il quale Chievo e Parma hanno affrontato la Roma; in secondo luogo certamente un'affermazione del genere non lo aiuterebbe nell’ambiente del calcio italiano. Quindi Garcia per mantenere alta la stima del suo pubblico si è lanciato in questa dichiarazione che gli si è rivolta contro come un boomerang da tutto l’ambiente, ad esclusione di quello filo romanista, ovviamente.

Però Garcia sta anche lanciando dei messaggi molto chiari, relativi al suo futuro, alla Roma, messaggi che passano in secondo piano perché tutti gli spots sono puntati solo su Conte e sul suo futuro. Ieri Garcia ha detto che per rimanere a Roma vuole delle garanzie su quella che sarà la squadra per il 2014/2015.
Garcia ha proposte importanti dal PSG e da alcune squadre inglesi, proposte e contatti molto più concreti di quelli che ogni giorno vengono attribuiti a Conte per intenderci. Garcia, che non è uno sprovveduto, sa bene che una stagione come quella che sta per finire, per di più con l’impegno della UCL, non è ripetibile, né per la Roma né per la Juventus. La rosa della Roma è un'ottima rosa ma non è all’altezza di far fronte ai due impegni, la Roma più della Juventus ha necessità di innesti importanti. Il Garcia oggi santificato e osannato dalla piazza romana sa bene che domani sarebbe triturato in caso di mancanza di risultati e quindi, credo, preferisca andarsene da traditore piuttosto che intaccare l’aura di santità che oggi lo circonda e che gli permetterebbe di approdare ad una panchina importante.

Altro aspetto da non sottovalutare oltre alla qualità della rosa è l’ambiente, con la predisposizione dei giocatori a mettersi a disposizione della causa; l’esempio più vicino è quello del Napoli che ha una rosa di giocatori importanti, ha investito 60 milioni nella speranza di vincere un trofeo importante ed invece si ritrova a lottare solo per la Coppa Italia; che significa questo? Se paragoniamo la realtà romana e partenopea con quella Bianconera si vede chiaramente che il gruppo voluto da Conte è un gruppo di calciatori votati alla causa del suo allenatore, quanto questo vale per la Roma e il Napoli? Quanto un Totti alla soglia del pensionamento sarà disposto a farsi da parte, se necessario, e quanto Garcia ha il carattere per andare contro la Curva Sud mettendo da parte Totti. Quanto Garcia sarà capace di “limare” le intemperanze disciplinari di un De Rossi o un Destro per evitare in Europa danni nei tornei UEFA? Ed infine quanto Garcia e Pallotta hanno comunione d’intenti come Conte e Andrea Agnelli?

Ecco che se si va un po’ a fondo nell’analisi si comprende perché Rudy Garcia, come l’omonimo sergente di Zorro, si metta al servizio ed assuma certi comportamenti, perché è l’ambiente che li richiede e di fronte ad un futuro, probabilmente ancora giallorosso, ma non così certo, il transalpino cavalca l’onda.
Io credo inoltre che Garcia abbia avuto modo di rendersi conto qual è l’ambiente di Trigoria, nessun romanista ammetterà mai di aver perso questo scudetto perché ha dovuto confrontarsi con una squadra più forte a livello psicologico, di motivazioni e di organizzazione tecnica; in questo ambiente il francese, uomo scaltro e intelligente, ha subito imparato a navigare, ha subito capito e sposato la filosofia di Totti, questo ha fatto sì che assurgesse alla santità in così poco tempo.

Chissà se Rudy Garcia è disponibile a farsi uccellare da Zorro ad ogni piè sospinto come l’omonimo Sergente, perché che i suoi calzoni vengano ancora e spesso sfregiati dal segno di Zorro non è certo però è assai probabile.

Massimo Sottosanti

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