In questi anni abbiamo sempre visto Mino Raiola come un
procuratore particolarmente “spregiudicato”, un procuratore che nessun DT ama
particolarmente ma che tutti corteggiano, un procuratore che, quando si siede al
tavolo per una trattativa, non molla fino a quando non ha raggiunto il SUO
target che è poi strappare l’ingaggio più alto possibile per i suoi assistiti.
D’altro canto Raiola cura gli interessi di calciatori che fanno la differenza, basta ricordare Ibrahimovic, Pogba, Balotelli e in passato Nedved
tanto per citarne solo tre, non può essere un caso se Raiola assiste solo
calciatori di alto profilo e non può neppure essere casuale che Raiola abbia un
fiuto particolare per mettere gli occhi su ragazzi giovanissimi, giocatori
che nella maggior parte dei casi maturando entrano a far parte di quella
ristretta schiera di giocatori che “fanno la differenza”.
Ma per comprendere perché ho rivalutato molto
Raiola vorrei portare un esempio di questi giorni, il caso delle comproprietà
trattate dalla Juventus, in particolare mi focalizzerei su un nome Domenico
Berardi, un ragazzo di 19 anni che per quello che ha fatto vedere fino ad ora,
considerando i suoi 19 anni, non è difficile pronosticargli un futuro da Top
Player.
Ma andiamo con ordine, l’accordo tra Juventus e Sassuolo legato
a Domenico Berardi non è ancora molto
chiaro ma atteniamoci a quella che, a torto o ragione, è ritenuta la versione più
attendibile, attendibile anche perché fa comodo a tutti. La versione semi
ufficiale dice che Marotta vuole portare il ragazzo alla corte di Antonio Conte
però alla fine rimarrà in Emilia ancora un anno in prestito o perché sia stata
prolungata la comproprietà poco importa, importa che rimane a Sassuolo perché
pare che Berardi voglia giocare con continuità e la Juventus non glielo può
ancora garantire. Ma facciamo un passo indietro di due anni, uno sconosciuto
ragazzo francese di 19 anni assistito da Mino Raiola accetta di lasciare la
corte di Sr. Alex Ferguson per approdare alla Juventus dove nessuno gli
assicura un posto in prima squadra come non glielo assicurava lo United: oggi
la Juventus, e Raiola, hanno in mano un giocatore di 21 anni che vale per lo
meno 50/60 milioni. Se analizziamo attentamente i due casi Berardi e Pogba si
possono cogliere molte analogie ed è quindi più facile comprendere l’importanza
del procuratore nelle due vicende, importanza che diventa essenziale se si
parla di ragazzi diciannovenni e quindi che si stanno affacciando appena ora
nel mondo del calcio che conta, quindi necessitano più di altri di essere
consigliati e guidati nelle scelte per evitare di brucaiarsi ancor prima di
iniziare. Qui entra in gioco la funzione del procuratore, Raiola che oltre ad
essere un affarista di prim’ordine è anche uno delle poche persone che oggi
giorno possono vantare una competenza calcistica
straordinaria, Raiola che conosce il calcio consiglia e porta Pogba alla
Juventus perché sa che è la scelta giusta per valorizzare il ragazzo. Nel caso
di Berardi, stando sempre alla versione più gettonata, si asseconda il ragazzo,
e probabilmente il procuratore, e rimane un anno ancora a Sassuolo.
Ora se è vero che la Juventus, e non solo la Juventus, può
assicurare il posto da titolare ad un ragazzo di 19 anni che deve dimostrare
sul campo di meritarsi la fiducia dell’allenatore e dei compagni, così come ha
fatto Pogba, però se è vero che a Sassuolo può giocare con maggior continuità è
altrettanto vero che in una squadra come il Sassuolo il ragazzo ritarderà la
sua crescita e rischia di perdere il treno della vita.
Ecco dove il procuratore che ne capisce di calcio, come
Raiola, fa la differenza nella massa di abusivi e improvvisatori che pullulano
nel calcio italiota. La differenza tra questi procuratori, che nella maggior
parte dei casi fanno questo mestiere perché è una delle vie più rapide e meno
faticose per accumulare denaro, e Mino Raiola è che Raiola individua il futuro
campione, gli prepara un percorso di crescita che possa, ragionevolmente,
garantire il successo al suo investimento e al ragazzo, ecco perché nessuno
degli assistiti di Raiola l’hanno mai piantato per cambiare.
Se il calcio italiano ha imboccato il tunnel nel 2006 e non
ne è ancora uscito è senza dubbio responsabilità di dirigenti impreparati, di
banditi a piede libero e anche di procuratori che la fanno da padroni senza
averne le competenze ne le capacità.
Io sto rivalutando Raiola perché alla fin dei conti, piaccia
o no, in questo momento è il migliore, sicuramente per merito suo però anche
per demerito di tutti gli altri, sia suoi colleghi procuratori ma soprattutto
perché i pochi dirigenti seri e preparati sono costretti ad operare in squadre
di secondo livello. Anche queste vicende ci fanno capire come il calcio
italiano stia attraversando una crisi di idee, di professionalità, di
competenza dalla quale è difficile vederne una soluzione.
È semplice dare in pasto al “popolino” la scusa della crisi
economia del calcio italiano, l’impossibilità di competere con gli sceicchi,
queste sono solo scuse, scuse, scuse!!!
È nei momenti di crisi che deve emergere la professionalità, è nei momenti di
crisi che si vede se ci sono persone competenti o solo avventizi; perché è
facile costruire una squadra fatta di Messi, Robben, Cristiano Ronaldo etc.
etc, però ci vuole tanta ma tanta professionalità e competenza per puntare sui
giovani veramente talentuosi e farli crescere, valorizzarli; ma se oggi ha
successo chi fa affari con i parametri zero e non ha il coraggio di puntare sui
giovani non c’è da essere molto ottimisti per il futuro del calcio italiota.
Massimo Sottosanti
Facebook: Gruppo FINO ALLA FINE….. JUVENTUS
Twitter: @JuveGrandeAmor
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