domenica 22 giugno 2014

GLI STRANI CASI DI POGBA E BERARDI



In questi anni abbiamo sempre visto Mino Raiola come un procuratore particolarmente “spregiudicato”, un procuratore che nessun DT ama particolarmente ma che tutti corteggiano, un procuratore che, quando si siede al tavolo per una trattativa, non molla fino a quando non ha raggiunto il SUO target che è poi strappare l’ingaggio più alto possibile per i suoi assistiti. D’altro canto Raiola cura gli interessi di calciatori che fanno la differenza,  basta ricordare Ibrahimovic, Pogba, Balotelli e in passato Nedved tanto per citarne solo tre, non può essere un caso se Raiola assiste solo calciatori di alto profilo e non può neppure essere casuale che Raiola abbia un fiuto particolare per mettere gli occhi su ragazzi giovanissimi, giocatori che nella maggior parte dei casi maturando entrano a far parte di quella ristretta schiera di giocatori che “fanno la differenza”.

Ma per comprendere  perché ho rivalutato molto Raiola vorrei portare un esempio di questi giorni, il caso delle comproprietà trattate dalla Juventus, in particolare mi focalizzerei su un nome Domenico Berardi, un ragazzo di 19 anni che per quello che ha fatto vedere fino ad ora, considerando i suoi 19 anni, non è difficile pronosticargli un futuro da Top Player.

Ma andiamo con ordine, l’accordo tra Juventus e Sassuolo legato a Domenico  Berardi non è ancora molto chiaro ma atteniamoci a quella che, a torto o ragione, è ritenuta la versione più attendibile, attendibile anche perché fa comodo a tutti. La versione semi ufficiale dice che Marotta vuole portare il ragazzo alla corte di Antonio Conte però alla fine rimarrà in Emilia ancora un anno in prestito o perché sia stata prolungata la comproprietà poco importa, importa che rimane a Sassuolo perché pare che Berardi voglia giocare con continuità e la Juventus non glielo può ancora garantire. Ma facciamo un passo indietro di due anni, uno sconosciuto ragazzo francese di 19 anni assistito da Mino Raiola accetta di lasciare la corte di Sr. Alex Ferguson per approdare alla Juventus dove nessuno gli assicura un posto in prima squadra come non glielo assicurava lo United: oggi la Juventus, e Raiola, hanno in mano un giocatore di 21 anni che vale per lo meno 50/60 milioni. Se analizziamo attentamente i due casi Berardi e Pogba si possono cogliere molte analogie ed è quindi più facile comprendere l’importanza del procuratore nelle due vicende, importanza che diventa essenziale se si parla di ragazzi diciannovenni e quindi che si stanno affacciando appena ora nel mondo del calcio che conta, quindi necessitano più di altri di essere consigliati e guidati nelle scelte per evitare di brucaiarsi ancor prima di iniziare. Qui entra in gioco la funzione del procuratore, Raiola che oltre ad essere un affarista di prim’ordine è anche uno delle poche persone che oggi giorno possono vantare  una competenza calcistica straordinaria, Raiola che conosce il calcio consiglia e porta Pogba alla Juventus perché sa che è la scelta giusta per valorizzare il ragazzo. Nel caso di Berardi, stando sempre alla versione più gettonata, si asseconda il ragazzo, e probabilmente il procuratore, e rimane un anno ancora a Sassuolo.

Ora se è vero che la Juventus, e non solo la Juventus, può assicurare il posto da titolare ad un ragazzo di 19 anni che deve dimostrare sul campo di meritarsi la fiducia dell’allenatore e dei compagni, così come ha fatto Pogba, però se è vero che a Sassuolo può giocare con maggior continuità è altrettanto vero che in una squadra come il Sassuolo il ragazzo ritarderà la sua crescita e rischia di perdere il treno della vita.
Ecco dove il procuratore che ne capisce di calcio, come Raiola, fa la differenza nella massa di abusivi e improvvisatori che pullulano nel calcio italiota. La differenza tra questi procuratori, che nella maggior parte dei casi fanno questo mestiere perché è una delle vie più rapide e meno faticose per accumulare denaro, e Mino Raiola è che Raiola individua il futuro campione, gli prepara un percorso di crescita che possa, ragionevolmente, garantire il successo al suo investimento e al ragazzo, ecco perché nessuno degli assistiti di Raiola l’hanno mai piantato per cambiare.

Se il calcio italiano ha imboccato il tunnel nel 2006 e non ne è ancora uscito è senza dubbio responsabilità di dirigenti impreparati, di banditi a piede libero e anche di procuratori che la fanno da padroni senza averne le competenze ne le capacità.

Io sto rivalutando Raiola perché alla fin dei conti, piaccia o no, in questo momento è il migliore, sicuramente per merito suo però anche per demerito di tutti gli altri, sia suoi colleghi procuratori ma soprattutto perché i pochi dirigenti seri e preparati sono costretti ad operare in squadre di secondo livello. Anche queste vicende ci fanno capire come il calcio italiano stia attraversando una crisi di idee, di professionalità, di competenza dalla quale è difficile vederne una soluzione.

È semplice dare in pasto al “popolino” la scusa della crisi economia del calcio italiano, l’impossibilità di competere con gli sceicchi, queste sono solo  scuse, scuse, scuse!!! È nei momenti di crisi che deve emergere la professionalità, è nei momenti di crisi che si vede se ci sono persone competenti o solo avventizi; perché è facile costruire una squadra fatta di Messi, Robben, Cristiano Ronaldo etc. etc, però ci vuole tanta ma tanta professionalità e competenza per puntare sui giovani veramente talentuosi e farli crescere, valorizzarli; ma se oggi ha successo chi fa affari con i parametri zero e non ha il coraggio di puntare sui giovani non c’è da essere molto ottimisti per il futuro del calcio italiota.

Massimo Sottosanti

Facebook: Gruppo FINO ALLA FINE….. JUVENTUS

Twitter: @JuveGrandeAmor

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