sabato 6 settembre 2014

IL VOTO AL MERCATO? LO DARÀ IL CAMPO




Il divorzio da Conte è stato, non c'è bisogno di dirlo, il tema clou che ha movimentato, anzi, ahimè spaccato, il mondo del tifo bianconero nel corso dell'estate.
Una stagione che, di prammatica, se i poteri forti non decidono di sconvolgerla con le calciopoli aut scommessopoli, è tradizionalmente dedicata al mercato (anche se, a livello di chiacchiera, l'argomento è diventato così invadente da non conoscere sosta anche quando è chiuso).
Ma il paravento Conte (su cui è inutile continuare a tornare, è il passato, e nel passato non si può più vincere nulla) è stato ben utilizzato (la classica foglia di fico ma... cui prodest?), per distogliere l'attenzione da un mercato che ha indubbiamente riservato più delusioni che soddisfazioni.
Anzi, qualsiasi potenziale obiettivo di qualità è stato bocciato ed etichettato come un'irragionevole 'pretesa' dell'ex tecnico; come se il desiderio di vedere una Juve crescere e arrivare in alto anche in Europa (non accontentandosi di fissare come obiettivo 'l'essere tra le prime otto' dichiarato da Agnelli) se ne fosse andato insieme a Conte; quasi che la Juve dipendesse dai desiderata (definiti 'capricci') di uno dei tesserati passati tra i suoi ranghi e non fosse invece un qualcosa di più, un club strutturato e organizzato per arrivare in alto, lassù dove osano solo i grandi.

Ecco, perché la grave pecca di questo mercato  bianconero è che non ha spostato di una virgola le potenzialità della squadra soprattutto là dove sarebbe stato necessario: certo, in Italia questa squadra potrà ancora lottare per il titolo (l'avversaria più temibile sembra ancora la Roma, il Napoli mi sembra più lontano, le due milanesi sono ancora un'incognita ma non possono spaventare), vista la pochezza generale, ma in Europa il gap non solo non è diminuito, anzi si è allargato, perché le big  continente si sono mosse, eccome: vendendo e acquistando.
La Juve, è vero, non ha venduto i suoi due pezzi più pregiati (ma bisogna capire se, al di là delle chiacchiere insulse e strumentali dei pennivendoli, per i quali pure noi avremmo preso Tizio e Caio, siano arrivate offerte concrete), ma nemmeno si è mossa nell'ottica della crescita e del miglioramento; Pereyra e Romulo vanno ad occupare il posto lasciato libero in panchina dai due partenti Isla (via solo in prestito, senz'altro l'abracadabra di Marotta) e Peluso, senza farne salire la qualità; Evra è l'usato sicuro; in attacco al posto dei tre partiti (Vucinic, Quagliarella e Osvaldo) sono arrivati solo due giovanotti di belle speranze, l'ex (forse) madridista Morata (le cui modalità di acquisizione mi lasciano oltremodo perplessa non solo per gli sviluppi futuribili dell'affare ma anche perché emblematiche degli ormai sproporzionati rapporti di forza tra i due club) e Coman: il quale ultimo, un parametro zero, sembra promettere assai, ma a 18 anni, e solo con l'esperienza delle giovanili del PSG in Ligue 1, non può essere caricato più di tanto di responsabilità.
E' stato venduto Ciro Immobile (con l'aiuto di Cairo, che ne deteneva l'altra metà) ed è stato sparpagliato e disperso per l'Italia un patrimonio di giovani che avrebbero potuto rendersi utili alla causa e soprattutto completare il loro processo di maturazione personale e professionale in una squadra dove 'vincere non è importante, ma è l'unica cosa che conta' (ammesso che in corso Galfer la pensino ancora così): i vari Zaza (ceduto al Sassuolo mantenendo un diritto di ricompra per 15 mln), Berardi (comproprietà rinnovata, diritti sportivi in mano bianconera ma rimane a Sassuolo, si dice  ci sia un riscatto già fissato per la seconda metà pari a 10-15 milioni), Gabbiadini (comproprietà rinnovata con la Samp), Rugani (rimasto in comproprietà ad Empoli), Sturaro acquistato dal Genoa (per 5,5 + 3,5 di bonus e lasciato in rossoblù per un anno in prestito gratuito); nessuno di loro avrebbe potuto essere utile alla causa visto che sino all'ultimo si è data la caccia ad un attaccante (e anche un difensore, almeno fino a quando la duplice impresa non è sembrata spropositata e velleitaria per le abilità di Marotta avvinghiato alla formula del prestito)?
Si profetizza: saranno (ammesso che si riesca a farli ritornare...) la Juve del futuro; ma sarebbe utile sapere quando mai questo futuro (mantra spesso in bocca a JE) proverà a tramutarsi in presente, per non fare come il Totò di 'Signori si nasce', che promette di pagare (lo stipendio) sempre 'domani': e quando il domani è diventato oggi l'impegno si procrastina, all'infinito.

Più d'uno sparge in giro la voce che la Juve avrebbe fatto due acquisti importanti: Vidal e Pogba. Ma, poffarbacco, non erano già nostri?! E dunque non averli ceduti è l'assoluta  normalità per una società che si era dichiarata esplicitamente, a gran voce, compratrice e non venditrice. Questo gabellare la loro permanenza come un acquisto è dunque un falso storico assoluto.
Al di là della qualità, non è certo migliorata la duttilità dell'organico e a Massimiliano Allegri (che rischia di diventare l'incolpevole foglia di fico prestata a coprire responsabilità e interessi altri e alti) non rimangono grandi alternative al modulo utilizzato da Conte, con difesa a tre, perché non ci sono gli uomini adatti per la difesa a quattro; e comunque alla Juve mancano sempre esterni d'attacco.
Certo, certo, intatta, si fa osservare, rimane invariata la potenza di fuoco (quote annue di ammortamento + ingaggi lordi annui);  e le plusvalenze soddisfano gli avidi stomaci della proprietà (ma non il fine palato dei tifosi).
Riusciremo a schierarle in campo negli stadi europei o le terremo in panchina? Anzi in tribuna...
Perché alla fine, la verità la dirà solo il campo. Senza pietà né infingimenti.
SEMPRE FORZA JUVE!

Carmen Vanetti

VINCERE NON E’ IMPORTANTE E’ L’UNICA COSA CHE CONTA

FINO ALLA FINE

Facebook: Gruppo FINO ALLA FINE………. JUVENTUS

Twitter: @JuveGrandeAmor

Nessun commento:

Posta un commento