venerdì 26 settembre 2014

LA GAZZETTA DEI FAMOSETTI



Ha iniziato nella trasmissione condotta da Bonolis l’attore Francesco Benigno associando la Juventus alla mafia e alla camorra; ha continuato Pif, l’amico della Iena Calabresi, colui che si è prestato a presentare il libro del PM Narducci a Monticiano paese natale di Luciano Moggi, in un'intervista alla Gazzetta dichiarando che la Juventus dovrebbe provare vergogna a chiedere la restituzione dei due Scudetti sottrattile da Farsopoli aggiungendo poi che secondo lui, Pif, al Cittadino Luciano Moggi dovrebbe essere negato il diritto di parola; questa settimana è il turno di Bruno Cucinelli, il re del cachemire, che dice di essere stato affascinato dalla Juventus degli Agnelli “ma non dai manager che sono arrivati dopo” che lo avrebbero portato ad abbracciare la fede nerazzurra fino a che l’arrivo di Mourinho a Milano l’ha fatto scappare un’altra volta, non si sa bene da che parte però è scappato, perché “non comprendo l’esigenza di offendere, umiliare l’avversario”: non c’è che dire un uomo con le idee chiare, Cucinelli, tanto chiare che la Rosea lo fa entrare nella galleria dei VIP che prendono le distanze dalla Triade e associano la Juventus a mafia, camorra e arroganza.

Questa crociata lanciata dalla Rosea e dal tifoso VIP nerazzurro per eccellenza in queste ultime settimane mi lascia molto perplesso; non credo di fare della dietrologia se dico che l’impalcatura di Farsopoli si fa sempre più scricchiolante e che per questo la Rosea, che di fatto fu l’organo che condusse le indagini nel 2006, sta mettendo in atto una campagna per riguadagnare quell’odioso “sentimento popolare” su cui si è basata tutta la vicenda di Farsopoli.

Dal momento che io non credo alle coincidenze, mi viene difficile pensare che sia una mera casualità questo andare a scovare ed intervistare proprio quei tifosi eccellenti, che senza tenere minimamente conto della verità che è emersa in questi anni grazie al lavoro fatto dalla difesa di Luciano Moggi, in maniera subdola ed indiretta, per non andare a gonfiare la schiera di personaggi eccellenti condannati nei casi in cui Moggi li ha citati a giudizio, nelle loro interviste dichiarano la loro personale “antipatia” verso la Juventus e verso Moggi, “antipatia” rispetto a quello che sarebbe lo stile Juventus.

La Rosea poi usa con capacità la tecnica dei messaggi subliminali, basta guardare una delle la foto che accompagnano l'articolo nella versione digitale dove “casualmente” Bruno Cucinelli è ritratto sotto la prima pagina del Fogliaccio in cui capeggia il titolo a caratteri cubitali “TUTTO VERO”, poco importa se è riferito ai Campioni del Mondo del 2006, poco importa se l’Italia conquistò quel titolo grazie alla Juventus e a Luciano Moggi, quello che importa è associare l’immagine del “famosetto” di turno con una presunta, quanto impresentabile, verità  

Questi “famosetti” parlano tanto di stile Juventus senza sapere cosa sia lo stile Juventus, parlano di managers che dovrebbero essere messi al bando della società come dei paria. Ma di cosa stanno parlando queste persone? Cosa ne sanno della storia della Juventus, che è una storia fatta di vittorie; mi fanno ridere questi “famosetti” che si arrogano il diritto di sputare sentenze senza sapere di quello che stanno parlano.

Cari “famosetti”, che siate Iene o King of Cachemire, prima di esprimervi dovreste andare a visitare lo Juventus Museum e vedere di cosa si sta parlando quando si parla di Juventus, la Juventus ha costruito la sua leggenda sulle vittorie, indubbiamente chi vince tanto e chi dimostra di essere più forte degli altri dà di se un’immagine di chi umilia gli avversari, perché umiliare un’avversario sul piano sportivo, in maniera lecita, è alla base delle regole dello Sport.

Di cosa vanno parlano questi “famosetti” quando dicono che gli scudetti rubati non dovrebbero essere  reclamati dalla Juventus? Hanno mai letto la relazione Palazzi Bis? Sanno di quel che parlano quando accusano, indirettamente, Moggi quando se c’è una squadra che ha commesso illecito sportivo provato dai fatti è proprio quella che è stata premiata con uno scudetto di cartone e sterco.
Io credo che la Rosea, pescando in questo substrato della notorietà, voglia disinnescare la bomba che potrebbe esplodere con la decisione del Tribunale di Roma nel caso fosse rinviato a giudizio il PM Narducci. Una sentenza sfavorevole a Narducci si rifletterebbe di conseguenza sulla decisione che dovrà prendere la Cassazione in merito al processo di Napoli, ecco il nodo cruciale, ecco dove sta crollando Frsopoli  addosso a chi ne è stato l’artefice e l’organizzatore.

Il metodo usato è subdolo, subdolo perché si stanno usando personaggi, che si prestano a questo gioco per ricavarne popolarità, “famosetti” utili a cercare di ricompattare quel “sentimento popolare” che si stava sfaldando, ricomporlo perché non tutti hanno gli occhi foderati di prosciutto e quindi in questi anni hanno avuto modo di leggere, documentarsi e rendersi conto che nel 2006 furono ingannati proprio in nome del “sentimento popolare”.

Chi meglio dei sedicenti  tifosi Bianconeri “eccellenti” come Pif e Cucinelli - prossimamente ci aspettiamo la scesa in campo dei pezzi da novanta Linus e Travaglio - potrebbe indirizzare l’opinione di molti? Ecco perché credo che non ci sia casualità in tutto questo, ci sia invece un calcolo ben preciso e uno schema per ritardare o, peggio, per nascondere quella verità su Farsopoli che ormai sta uscendo dalle righe dei Blog o dagli interventi su social network di tutti noi che ci siamo documentati e non accettiamo le verità ammaestrate, per arrivare nelle aule di un Tribunale che potrebbe chiamare il PM Narducci a dar conto delle sue azioni.

Non creda la Rosea di poter fermare la verità inscenando questi siparietti a cui invita a partecipare questi “famosetti”, Farsopoli è una ferita ancora aperta, è una pagina poco virtuosa di certo “giornalismo” italiano e nemmeno la Rosea ha il potere di nascondere la luna con un dito!

Il giornalista è colui che distingue il vero dal falso….. e pubblica il falso” (cit. Mark Twain)  

FINO ALLA FINE

Massimo Sottosanti

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