mercoledì 24 settembre 2014

IL CASO DEL VIDEO SCOMPARSO




In questi giorni di attacchi trasversali lanciati ad indirizzo dalla Juventus la coppia Bonolis-Benigno affianca il nome della Juventus a quello della mafia e della camorra e Pif (Pierfrancesco Diliberto)  si scandalizza perché non venga negato il diritto d’espressione ad un cittadino italiano chiamato Luciano Moggi, quel Luciano Moggi “il “demonio” responsabile di tutti i mali del Calcio Italiano, secondo i suoi denigratori, in questi giorni nessuno si è preso la briga di fare da contrappunto a queste affermazioni, nessuno si è sognato di parlare dell’appuntamento del 31 ottobre presso il Tribunale di Roma che sarà chiamato a decidere sulla richiesta di archiviazione avanzata dal PM Narducci relativamente all’inchiesta a suo carico e a carico del maresciallo dei Carabinieri Sergio Ziino, denunciati da Moggi e da altri imputati al processo di Napoli per la sparizione della videoregistrazione del sorteggio arbitrale, in poche parole la prova “principe” dell’accusa contro Moggi è semplicemente sparita.   

Della vicenda giudiziaria ci occuperemo più diffusamente nei prossimi giorni, io oggi vorrei focalizzare la l’attenzione sull’aspetto mediatico che Farsopoli ha avuto dall’inizio e continua ad avere oggi a distanza di otto anni.

È ormai chiaro, a Juventini e non che hanno avuto la voglia di documentarsi e leggere le carte sia processuali che federali, che Calciopoli è stata una farsa messa in scena da una Lobby, molto potente, per interessi che esulano dal calcio; solo in un secondo tempo la vicenda è stata sfruttata dagli amici degli amici per averne un tornaconto a livello calcistico. In realtà quella che all’inizio fu una tragedia ben presto si trasformò in una farsa grazie agli attori che man mano che entravano in scena e che si dimostravano essere dei guitti più che dei professionisti.

Tra questi spiccano in particolare il colonnello Auricchio ed il PM Narducci; che dire di un ufficiale superiore dell’Arma, un investigatore, si presume, esperto che basa le indagini sulle cronache di un quotidiano sportivo? Che dire di un investigatore che dovrebbe essere imparziale per definizione, in quanto deve garantire con il suo operato i diritti dell’accusato, che si permette di far sparire dalle carte dell’inchiesta tutte le telefonate che non riguardano la Juventus, tralasciando gli ormai famosi “baffi rossi”, e che, non contento, si rifiuta di ascoltare testimoni che potrebbero aprire altri filoni d’indagine, filoni che a posteriori hanno dimostrato che i veri colpevoli, o almeno chi ha trasgredito in maniera molto pesante, erano ben altri.

Se poi analizziamo il comportamento tenuto in tutto il processo dal PM Narducci appare chiaro il fimus persecutionis nei confronti dell’imputato principale, ossia Luciano Moggi; se poi si aggiunge che la prova provante dell’accusa,  la famosa registrazione dei sorteggi, non è nemmeno presente negli atti del processo,, viene da pensare che l’esito del processo fosse già stato scritto ancor prima dell’inizio dello stesso. Se poi aggiungiamo tutti i tentativi messi in atto, da parte della Procura di Napoli, per ricusare la Giudice Casoria ancora di più si rafforza l’idea di un sentenza già scritta. Ma come potrebbe essere differente se la difesa della Juventus affidata all’Avvocato Zaccone fu la prima a chiedere la condanna e, come se non bastasse 'riuscì' in una settimana a leggere le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche, quando il perito di parte di Moggi, Nico Penta, ci ha impiegato anni. Questi fatti, fatti e non supposizioni, lasciano poco spazio al dubbio che le sentenze del Tribunale di Napoli fossero sentenze preconfezionate.

Quindi se guardiamo le cose nella giusta prospettiva, se non ci facciamo distrarre dalla fuffa mediatica, si comprende a chi giovano le uscite mirate dei vari Linus (Pasquale Di Molfetta) Travaglio e buon ultimo Pif. Questi personaggi servono a ridare una credibilità non tanto all’accusa ma agli accusatori, in questo caso il PM Narducci, si sprecano i messaggi subliminali che i media fanno passare per rafforzare la tesi che interessa a loro. Provate a pensare cosa significherebbe una condanna da parte del Tribunale di Roma nei confronti del PM Narducci’ Sarebbe la picconata definitiva a Farsopoli e questo non si vuole che accada perché la banda di “banditi” arrivati dopo che Moggi, Giraudo e Bettega hanno tolto il disturbo basano il loro potere su quelle sentenze che sono lordate da omissioni inaccettabili e inammissibili da qualsiasi ordinamento Giuridico.

Non c’è da stupirsi quindi se da qui in avanti ascolteremo o leggeremo altre baggianate simili a quelle dette da Pif o con tecniche subdole cercheranno di far passare l’idea che la Juventus, dopo un breve periodo in cui è stata perdente e simpatica, oggi è tornata ad essere arrogante e presuntuosa, omettendo vincente; che Moggi seguita ad essere il demonio che dovrebbe essere ridotto al silenzio con ogni mezzo, con Pif come consulente su che metodi adottare per silenziare una persona.

Tutta la vicenda di Farsopoli non ha tenuto in conto del fattore umano, i registi, occulti e non, di Farsopoli non hanno tenuto conto che ci sono Uomini che lottano per la loro dignità, Uomini che quando sanno di essere dalla parte della ragione non sono disposti ad arrendersi e a volte basta una videoregistrazione fatta artatamente sparire per scoperchiare un vaso di Pandora, vero Dottor Narducci? Lei dovrebbe sapere che in tribunale non servono le prefazioni né di Travaglio, né di Linus o  Pif………

Massimo Sottosanti

FINO ALLA FINE

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