Nell’era della tecnologia avanzata in cui se una persona fa
una scoreggia (scusate il francesismo ma quando ci vuole ci vuole) in uno sgabuzzino a Novosibirsk o alle Falkand Isles in meno di 30 secondi la
stessa viene ritrasmessa amplificata 10, 100, 1000 volte a Washington, Londra,
Berlino, Mosca, Pechino e sul PC della casalinga di Voghera che ascolta Gigi D’Alessio,
bene in quest’era in cui un semplice stagista riesce a mettere in crisi il più
grande paese del Mondo, gli USA, rivelando che tutto era intercettato, tutto è intercettabile
oppure un pubblicista e giornalista Australiano riesce a pubblicare documenti
militari e diplomatici Top Secret degli USA, bene in questa era in Italia gli
esperti della procura di Cremona che indagano sullo scandalo del secolo,
Scommessopoli, non riescono a decriptare un codice usato dall’indagato Luca
Burini perché il linguaggio non è presente nel traduttore di Google o non
riescono ad entrare nei cellulari di Stefano Mauri, Ivan Tisci e Mauro Bressan
perché questi signori non hanno fornito loro i PIN d’accesso, per non parlare
poi del PC smagnetizzato di Antonio Conte.
Fatta questa premessa mi pare che i casi sono due: o la
procura di Cremona, e la Giustizia Italiana in generale, per far fronte alle
promesse del Governo di ridurre la disoccupazione affida le sue perizie a dei
salumai, muratori o idraulici disoccupati oppure i mezzi a e le persone a disposizione
della Giustizia italiana sono estremamente "precari"; in entrambi i casi è difficile
credere che questo sia possibile, allora rimane la terza ipotesi, la più
preoccupante, che ancora una volta le indagini svolte da una Procura della
Repubblica Italiana sono indagini svolte con modalità tali da fare pubblicità
agli inquirenti, indagini date in pasto agli scribacchini e ciarlatani dei media che, invece di informare, si limitano a pubblicare e a gridare per TV i contenuti
delle veline che escono dalle Procure.
Il caso Conte ha molte analogie con quello di Giraudo e
Moggi, analogie ma anche molte differenze, partiamo da quell’istituzione
medievale che è la Procura Federale della FIGC: come per Farsopoli anche con
Conte la Procura federale ha messo in campo un’efficienza e rapidità sconosciute
nel Sistema Italia mettendo in scena un processo che nulla ha a che vedere con
la giustizia ma che è stato, come nel caso di Farsopoli, semplicemente un atto
pubblico per avallare una sentenza già scritta sui giornali e nelle segrete
stanze dalla Lega e della FIGC. Conte ha avuto la fortuna che alla Juventus ci
fosse come Presidente Andrea Agnelli perché, se la Juventus fosse stata guidata
da personaggi come Cobolli, Blanc o per stare a tempi più recenti lo stesso Marotta,
sicuramente la carriera di Conte sarebbe finita nel 2012, stritolato dalla
gogna mediatica che da subito ha decretato la colpevolezza di Antonio e
dalla Procura federale che ha usato le dichiarazioni “spontanee” di quel Filippo
Carobbio, personaggio che a definire ambiguo gli si fa un favore, pentito
ritenuto poco attendibile anche dagli inquirenti di Cremona.
Oggi a distanza di più di due anni, gli inquirenti Cremonesi,
dopo che all’epoca avevano organizzato blitz all’alba per entrare nelle case di
rispettabili cittadini al fine di sequestrare quegli apparati informatici, PC,
tablet, smartphone etc., oggi ci dicono che tutto quel cancan fatto a suo tempo è
assolutamente inutile, non serve a nulla, per le ragioni che abbiamo
sintetizzato sopra. Altra analogia con l’inchiesta di Farsopoli nella quale i
cosiddetti “periti” al servizio della Giustizia hanno permesso a Auricchio, Di
Laroni e Narducci di fare le loro porcherie con le schede svizzere, rivelatesi
assolutamente inutili per l’accusa, per cui in Tribunale venne dichiarato che
non erano intercettabili.
Chiariamo che non c’è dubbio che ci fosserp, e forse ancora esistono, una o più organizzazioni che gestiscono scommesse clandestine: d'altronde
le scommesse clandestine, piaccia o no, sono presenti in tutto lo sport professionistico
e in tutto il mondo, che queste organizzazioni abbiano agganci e “aiuti” all’interno
del sistema è credibile oltre che plausibile ma, appunto per la delicatezza di
questo tipo di indagini e a tutela di cittadini onesti come Antonio Conte,
Bonucci o Gattuso, i primi a dover operare con cautela e con la massima
discrezione devono essere le Procure perché, come si evince dai risultati di
una perizia durata un anno e mezzo circa, siamo di fronte al nulla, il nulla
più totale, un flop che si sta cercando di mascherare con un hard disk smagnetizzato
e il tentativo di decriptare un codice usando il traduttore di Google. Siamo
seri per favore!
Non è che la loro verità sia un’altra? Che la LORO verità stia nelle veline
che scrivono e fanno uscire quotidianamente dalle Procure italiane per passarle a chi, perché
iscritto all’albo, si fregia del titolo di giornalista e quindi più sono famosi
i nomi che vengono scritti su queste veline più rapidamente si innesca il
processo mediatico e si sbatte il mostro in prima pagina, così il “giornalista”
e il suo ghost writer della Procura si fanno la loro brava pubblicità e godono
immeritatamente, sfruttando il personaggio famoso di turno, di cinque minuti di
notorietà. Poi c’è quel covo di vipere che sono la Lega, la FIGC e la Procura
Federale che in quanto a giustizia sommaria e a processi celebrati dai media
sono campioni indiscussi; in Procura federale, così come sono tanto rapidi a colpire
chi viene indicato loro dalle lobby della Lega e della FIGC così sono altrettanto
lenti nei casi in cui i “padroni” della giustizia sportiva ordinano di dilatare
i tempi fino ad arrivare alla famose prescrizioni.
La storia si ripete e sarebbe un insulto alla nostra
intelligenza credere che si tratti di semplici casualità, perché credere alla
casualità significherebbe accettare che i nostri cervelli sono ormai
completamente atrofizzati, che la nostra capacità di analisi sia stata annientata
dal bombardamento mediatico; no io non lo accetto e pretendo che venga fatta
chiarezza perché è un mio dovere di cittadino. È ora di finirla con i processi
mediatici, è ora di finirla con il “sentimento popolare”: in questi giorni
stiamo assistendo ad una nuova campagna mediatica lanciata dalla Rosea contro
Antonio Giraudo e Luciano Moggi, non lasciamoci ingannare non c’è differenza
con quello che è stato montato contro Antonio Conte.
Io da persona che non accetta che le venga atrofizzato il
cervello da queste tecniche mediatiche mi sto domandando: CUI PRODEST? A chi
giova tutto questo? Ai famosi Banditi chiamati in causa da Giraudo? O a
qualche esponente dei costruttori romani? O a qualche altro che non conosciamo?
Chiediamocelo tutti e tutti pretendiamo che ci vengano date delle risposte,
Conte si è ribellato a questo sistema denunciando pubblicamente l’assurdità su
cui è basato, Moggi è da otto anni che lotta per affermare la verità e l’innocenza
sua e di chi ha avuto la vita rovinata da questi personaggi, noi possiamo fare
molto usando il cervello e facendo delle domande cui abbiamo il diritto
che ci vengano date delle risposte.
Massimo Sottosanti
FINO ALLA FINE!!!!!
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