martedì 6 agosto 2013

L’USO POLITICO DEL CALCIO


La settimana scorsa abbiamo assistito nella maniera più spudorata all’uso politico del calcio da parte del AC Milan che subito dopo che la Cassazione ha pronunciato la condanna definitiva di Silvio Berlusconi per il processo MEDIASET, il sito ufficiale del AC Milan ha pubblicato un messaggio di sostegno al suo presidente da parte del club e di tutti i suoi sostenitori.

Inizio con esprimere i miei dubbi che la totalità dei tifosi rossoneri siano anche sostenitori politici di Silvio Berlusconi, già questa mi pare una forzatura intellettuale non da poco, in quanto l’amore e la passione per il calcio e per una determinata squadra non dovrebbero mai essere mischiate con la politica. Uno degli effetti positivi a livello socio politico del tifo è il fatto che ricchi, poveri, sostenitori di destra e di sinistra si trovino uniti ed unanimi nel sostenere la squadra per la squadra del cuore, il messaggio di sostegno a Berlusconi pubblicato dal sito del AC Milan lascerebbe sott’intendere che se non si è Berlusconiani non si può tifare Milan o viceversa che tifando Milan automaticamente si deve sostenere Berlusconi.

Il messaggio di appoggio a Berlusconi ha anche altre chiavi di lettura ben più “inquietanti”, non è certo un mistero che Berlusconi abbia utilizzato il Milan come tooling per le sue campagne elettorali, l’acquisto di giocatori di classe è servito a Berlusconi per racimolare voti anche tra i tifosi milanisti più sprovveduti e facilmente impressionabili e senza voler offendere nessuno mi viene da dire anche manipolabili.

L’uso politico del calcio però può indurre a creare dei sospetti sulla regolarità dell’evento sportivo, quando una squadra ha l’appoggio di almeno due quotidiani, tre televisioni e soprattutto il “Patron” ha il potere politico che ha Silvio Berlusconi è difficile credere che tutto questo potere mediatico e politico non lo si metta in campo anche per “aiutare” la squadra di calcio? Che ci fosse un centro di potere a Milano l’avevano già evidenziato Moggi e Giraudo chiarendo che uno dei compiti più difficili e che indiscutibilmente facevano parte della loro mission come managers fu appunto quello di difendere uan Juventus abbandonata da chi rappresentava il dal socio di maggioranza appunto dagli attacchi politici e mediatici che venivano da Milano.

Ma questo potere e questa connessione politico sportiva esiste ancora ed è ben forte nella gestione della Lega Calcio di serie A, dove chi comanda di fatto è Adriano Galliani che ha fatto in modo di circondarsi di fidi consiglieri, per curiosità andate a vedere i curriculum dei Cairo, Cellino, Pulvirenti e vi renderete conto che prima o poi hanno avuto in qualche modo a che fare con Berlusconi per non parlare di De Laurentiis.

Alla luce i di questi fatti e delle evidenze che ormai sono agli occhi di tutti com’è possibile credere ancora nella favola di Farsopoli, è chiaro che c’è una cupola del calcio però dovrebbe ormai essere chiaro a tutti che questa cupola non è certo mai stata a Torino.

JUVENTUS PER SEMPRE SARA’

FINO ALLA FINE


Massimo Sottosanti  

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