La settimana scorsa
abbiamo assistito nella maniera più spudorata all’uso politico del calcio da
parte del AC Milan che subito dopo che la Cassazione ha pronunciato la condanna
definitiva di Silvio Berlusconi per il processo MEDIASET, il sito ufficiale del
AC Milan ha pubblicato un messaggio di sostegno al suo presidente da parte del
club e di tutti i suoi sostenitori.
Inizio con esprimere i
miei dubbi che la totalità dei tifosi rossoneri siano anche sostenitori politici
di Silvio Berlusconi, già questa mi pare una forzatura intellettuale non da
poco, in quanto l’amore e la passione per il calcio e per una determinata
squadra non dovrebbero mai essere mischiate con la politica. Uno degli effetti
positivi a livello socio politico del tifo è il fatto che ricchi, poveri,
sostenitori di destra e di sinistra si trovino uniti ed unanimi nel sostenere
la squadra per la squadra del cuore, il messaggio di sostegno a Berlusconi pubblicato
dal sito del AC Milan lascerebbe sott’intendere che se non si è Berlusconiani
non si può tifare Milan o viceversa che tifando Milan automaticamente si deve
sostenere Berlusconi.
Il messaggio di appoggio
a Berlusconi ha anche altre chiavi di lettura ben più “inquietanti”, non è
certo un mistero che Berlusconi abbia utilizzato il Milan come tooling per le
sue campagne elettorali, l’acquisto di giocatori di classe è servito a
Berlusconi per racimolare voti anche tra i tifosi milanisti più sprovveduti e
facilmente impressionabili e senza voler offendere nessuno mi viene da dire
anche manipolabili.
L’uso politico del calcio
però può indurre a creare dei sospetti sulla regolarità dell’evento sportivo, quando
una squadra ha l’appoggio di almeno due quotidiani, tre televisioni e soprattutto
il “Patron” ha il potere politico che ha Silvio Berlusconi è difficile credere
che tutto questo potere mediatico e politico non lo si metta in campo anche per
“aiutare” la squadra di calcio? Che ci fosse un centro di potere a Milano l’avevano
già evidenziato Moggi e Giraudo chiarendo che uno dei compiti più difficili e che
indiscutibilmente facevano parte della loro mission come managers fu appunto
quello di difendere uan Juventus abbandonata da chi rappresentava il dal socio
di maggioranza appunto dagli attacchi politici e mediatici che venivano da
Milano.
Ma questo potere e questa
connessione politico sportiva esiste ancora ed è ben forte nella gestione della
Lega Calcio di serie A, dove chi comanda di fatto è Adriano Galliani che ha
fatto in modo di circondarsi di fidi consiglieri, per curiosità andate a vedere
i curriculum dei Cairo, Cellino, Pulvirenti e vi renderete conto che prima o
poi hanno avuto in qualche modo a che fare con Berlusconi per non parlare di De
Laurentiis.
Alla luce i di questi
fatti e delle evidenze che ormai sono agli occhi di tutti com’è possibile credere
ancora nella favola di Farsopoli, è chiaro che c’è una cupola del calcio però
dovrebbe ormai essere chiaro a tutti che questa cupola non è certo mai stata a
Torino.
JUVENTUS PER SEMPRE SARA’
FINO ALLA FINE
Massimo Sottosanti
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