lunedì 21 ottobre 2013

GIGI BUFFON CRISI PASSEGGERA O VIALE DEL TRAMONTO?



Gigi Buffon è un icona del calcio mondiale è stato per tantissimi anni il numero uno al mondo nel suo ruolo, il suo palmares è quasi ineguagliabile e comunque sono molto pochi i portieri che possono vantare i suoi successi in carriera. Gigi Buffon è quello che comunemente si definisce “mostro sacro” e per questa ragione si è propensi a perdonargli tutto o al massimo giustificarlo anche quando meriterebbe delle critiche feroci.

Essere fuori condizione è normale, è umano e può succedere a tutti i calciatori, per un portiere però è diverso il portiere che è fuori forma può condizionare il risultato, il portiere è l’ultimo baluardo, non a caso è definito “l’estremo difensore”. Il portiere a differenza degli altri dieci compagni di squadra difficilmente può contare sulla sostituzione per rifiatare quando non è al 100%, non c’è sostituzione per i portieri se non in caso di infortunio.

Le cose si complicano enormemente  se il portiere si chiama Gigi Buffon, al “mostro sacro” al quale non è concesso  avere cali di condizione, nessuno pensa che sia possibile che Buffon possa attraversare un momento difficile, che abbia bisogno di staccare la spina per ricaricarsi oppure che semplicemente il tempo faccia il suo lavoro e anche per Buffon sita iniziando la parabola discendente, forse il primo a non accettare tutto questo è lo stesso Buffon, infatti in un intervista rilasciata alla Stampa nel 2008 ad un certo punto Gigi dice:

“ Perché finisce che, a volte, diventi schiavo della tua figura, di quello che sei”

Tutti ci auguriamo che questo inizio di stagione sia un momento di appannamento psicofisico e che presto ritorneremo ad esaltarci per le prestazioni di Gigi. In questo momento è ormai evidente a tutti che c’è qualche cosa che non va, Buffon non è freddo e tranquillo come al solito, l’errore di ieri a Firenze a mi ha dato l’impressione che Gigi in questo periodo sia distratto da qualche cosa, non è da lui partire in ritardo in quella maniera e se poi ripenso al goal che ha preso a Verona contro il Chievo, quello ingiustamente annullato, ancora di più mi convinco che il problema di Gigi sia più a livello psicologico che fisico, perché i fondamentali non si dimenticano, l’errore di ieri come quello di  Verona non sono errori causati da cali di condizione fisica sono “distrazioni” mentali.  

Sicuramente non è facile per Buffon accettare di sedere in panchina ma a volte è necessario per comprendere qual è la reale dimensione del problema, se fosse un calo di forma passeggero allora la panchina sarebbe uno stimolo per lavorare sodo, più del normale, per recuperare la forma e ritornare in campo da titolare e dimostrare a se stesso e agli altri che Buffon è ancora tra i primi portieri al mondo. Se invece il problema è più profondo. Se poi invece è il tempo sta facendo il suo corso e anche per Gigi Buffon è iniziato l’inevitabile declino naturale che  prima o poi arriva per tutti,  allora la panchina potrà servire a fargli comprendere che è ora che il numero uno dei numero uno metta a disposizione della squadra la sua esperienza, lavori per far crescere il suo successore e aiuti che è chiamato a sostituirlo. 

Comprendere quando è arrivato il momento di fare un passo indietro con umiltà serve comunque ad evitare di dover ritornare ad ascoltare commenti come quello di Kaiser Franz dopo Bayern Juventus, Buffon non li merita proprio quel tipo di giudizi.

Quando si “diventa schiavi della propria figura” si perde contatto con la realtà e non la si accetta. Ho una gran stima di Buffon come una persona estremamente intelligente e come tale credo sia persona che fa tesoro delle esperienze passate, un uomo che ha maturato l’esperienza necessaria per non ripetere certi errori o per rivivere quei momenti difficile e negativi.

Forza Gigi non sei solo, è vero noi tifosi difficilmente vi comprendiamo, vediamo voi Campioni non come esseri umani,  per noi voi siete una sorte di Superman, ma a volte forse è bene svestire i panni del Campione e immergersi nella normalità per ritrovare se stessi.

JUVENTUS PER SEMPRE SARA’

FINO ALLA FINE


Massimo Sottosanti  

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