venerdì 4 ottobre 2013

IL REALISMO DI ANDREA



Ormai tutti siamo a conoscenza dei contenuti della Lettera agli Azionisti scritta da Andrea Agnelli e  pubblicata ieri. Questa lettera ha almeno due chiavi di lettura, c’è un messaggio interno alla Società e alla Squadra e di conseguenza ai tifosi e c’è un messaggio inviato alla Lega degli Amichetti der Quartierino, ossia la Lega di Serie A.

Il messaggio interno al mondo Juventus è stato chiaro e netto, molto bene è stato spiegato oggi da Claudio Zuliani, in buona sostanza Andrea Agnelli si schiera dalla parte di Conte e comprende le difficoltà dell’allenatore in termini di organico che gli limitano parecchio usare schemi di gioco alternativi al 3-5-2, però dal momento che la Proprietà non ha deliberato un piano d’investimenti per l’aera sportiva, ma preferisce investire nella costruzione dello Juventus Village, ob collo torto si devono fare le nozze con i fichi secchi. La conclusione della lettera è comunque amara anche se, come sempre, realista e indica al tecnico ed ai tifosi qual è l’obbiettivo di questa stagione, cercare di portare a casa il terzo scudetto consecutivo e non farsi soverchie illusioni sulla Champions.

Una disanima fredda e difficile da digerire per chi ama la Juventus e il motto di Boniperti, “vincere non è importante è l’unica cosa che conta”, si deve dare atto ad Andrea Agnelli che a differenza dei suoi predecessori non fa proclami e non illude nessuno, anzi dice le cose come stanno, se la Proprietà crede più nel real estate che nelle vittorie sportive o si cambia proprietà o ci si adegua.
Duro, triste forse ma chi da sempre segue le sorti della Juventus non credo che si stupisca più di tanto di delle decisioni di Yaki e dei suoi amici di merende, la Juventus non è una priorità di Exor, non lo è oggi come non lo è mai stata in passato, la Juventus serve per salire sul carro quando si vince, serve per entrare abusivamente sotto la luce degli spots della vittoria poi si torna alla normalità.

Andrea Agnelli che sarà anche giovane e inesperto, non ha ancora il carisma dello zio e del padre, però è senza dubbio un manager moderno con una visione del business allargata e non ottusa come quella della maggior parte degli altri managers del calcio italiano, indica una soluzione, un cammino per uscire da questo impasse, tutto il calcio italiano è in crisi, crisi tecnica, crisi di risultati internazionali e crisi di idee e di capitali e questa crisi chi l’ha determinata se non la Lega con il suo immobilismo, una Lega che non lascia intravvedere certo un futuro ottimistico, Agnelli non si limita a criticare lancia delle proposte perché vuole trovare delle soluzioni e soprattutto vuole uscire da questo “sistema” che non è solo vecchio è in avanzato stato di putrefazione.

Dal momento che la Lega Calcio di Serie A è un’associazione di squadre mediocri che si sostengono a vicenda grazie ad un sistema mafioso, chi meglio del mediocre manager Lotito, però bandito di prim’ordine, poteva rispondere ad Andrea. Lotito dixit:

"Dico al mio amico Andrea che i problemi vanno affrontati all'interno dell'assemblea, e bisogna fare in modo che le proprie idee acquisiscano autorevolezza per farle condividere ai propri colleghi. I voti non si pesano, si contano. Devi fare in maniera che le persone condividano la tua posizione e lavorare su questo. Se non lo fai rimani isolato"   

 In primo luogo spero, anzi ne sono convinto che se Lotito si sente amico di Andrea l’amicizia non sia corrisposta sulle rive del Po. Lotito chiama all’unione e  all’autorevolezza della idee perché sino condivise, ma Lotito di cosa sta parlando? Forse della Bocciofila del Burino dove Lotito è presidente, non certo della Lega Calcio Serie A è governata da Adriano Galliani e dai suoi amici lobbisti e mafiosi. Come si può pensare o  anche solo immaginare che l’attuale governance della Lega  composta da personaggi  discussi e discutibili come Lotito, Cairo, Pulvirenti o Cellino possano accettare idee che premino l’eccellenza quando loro e le loro squadre rappresentano la mediocrità.

Ai tempi di Farsopoli fu inventato il Sistema Moggi, un sistema che le prove hanno dimostrato essere puro trash giornalistico. Oggi che è sotto gli occhi di tutti e opera con la massima impunità il “Sistema Galliani” che basa la sua sopravvivenza elargendo denaro di tutta la serie A a Società mediocri che così gli garantiscono l’appoggio per continuare a mettere in atto i metodi lobbistici e quasi mafiosi della Lega, oggi nessuno si scandalizza o fa sentire la sua voce contro il “Sistema Galliani” e ai suoi metodi estremamente discutibili, ma già dimenticavo che nel 2006 il Calcio è stato “NORMALIZZATO”.  

Questa Lega ostaggio di Galliani e dei suoi compari sta impoverendo sempre più il Calcio italiano. 
L’esternazione odierna di Lotito non è altro che il raglio di un asino che trae profitto da questa organizzazione lobbistico mafiosa e vede con terrore che possano essere introdotti metodi che premiano l’eccellenza e le Squadre che fanno eccellenza in Italia ed all’estero.  

Andrea Agnelli nella sua lettera agli azionisti ha fatto la fotografia di una situazione difficile, ha indicato delle vie di uscita ed ha implicitamente ammesso quanto sia difficile in questo momento invertire le tendenze della Proprietà, un proprietà che negli anni ha dimostrato di essere lontana dalla Juventus, una proprietà che non ama la Juventus, la sopporta.  

JUVENTUS PER SEMPRE SARA’

FINO ALLA FINE


Massimo Sottosanti

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