lunedì 14 ottobre 2013

LA NAZIONALE DI BALOTELLI



E’ di oggi l’ultima bravata di Super Mario Balotelli, all’arrivo delle Nazionale a Napoli il Super Eroe nazionalpopolare ha pensato bene di sfogare la sua giovanile irruenza contro un cameraman di Mediaset, qualcuno a spiegato a Super Mario che il proprietario di Mediaset è lo stesso del Milan? Dovreste farlo per evitargli in futuro di far arrabbiare Mr. B.

Ma bisogna capirlo, la giornata è iniziata male per il Giovin Eroe, quando ha letto che il Fogliaccio Rosa ha osato definirlo “simbolo anti-camorra”, lui che a Scampia in passato c’è stato ma non ospite dei Ragazzi di Scampia ma ospite di un boss locale, ne andrebbe della sua reputazione con l’amico boss se non puntualizzasse che lui, Mario Balotelli, non è simbolo anti nulla!

La Nazionale di Cesare Prandelli vive quasi in simbiosi con Balotelli, a questo ragazzo viziato è concesso tutto e tutto è perdonato, la squalifica per minacce ad un arbitro, una gastroenterite più o meno reale, la noia ad allenarsi, il cattivo gusto dei suoi atteggiamenti, tutto viene sapientemente fatto passare in secondo piano, l’importante è che Mario ci sia. Mario deve essere per forza il simbolo di questa Nazionale e chi se ne frega se otre a lui ci sono altri 21 giocatori, chi se ne frega se quando Balotelli non ha voglia di giocare a segnare ci pensa Osvaldo.Chiellini ha ben espresso un certo “malumore” o “fastidio” per questo legare la Nazionale a Balotelli, però queste dichiarazioni sono passate un po’ in secondo piano, come osa Chiellini criticare le scelte mediatiche di Prandelli e della FIGC . Perché Balotelli è una scelta mediatica è indispensabile per lavarsi la coscienza e soprattutto per dare un immagine falsata dell’Italia e del clima che si respira in Italia.

Che piaccia o no questa deve e sarà la Nazionale di Balotelli non tanto per le sue doti di calciatore ma per quello che si vuole che rappresenti. Le immagini della sciagura di Lampedusa hanno fatto il giro del Mondo, ha fatto il giro del mondo il comportamento tenuto in tutt’Italia durante il minuto di silenzio decretato per commemorare la sciagura di Lampedusa, tutti i media mondiali hanno ripreso la querelle tra Società, Ultras e FIGC sul tema della discriminazione, tutto questo vi assicuro che non ha dato una bella immagine del Bel Paese in giro per il Mondo, anzi ha dato un’immagine di un Paese che ha problemi razziali, un paese dove gli Ultras possono ricattare un sistema ma soprattutto ha confermato che l’Italia è alla deriva molto di più dei barconi dei profughi che cercano di raggiungere le nostre coste.

Dare in mano a Balotelli le chiavi della Nazionale serve per dimostrare al mondo intero che l’Italia non è un paese razzista, che lo sport italiano è un esempio fulgido di integrazione razziale. Poco importa se Super Mario aggredisce un cameraman, se rifiuta con arroganza e supponenza di essere eletto simbolo anti-camorra o che in quel di Manchester non si è ancora spento il ricordo delle sue bravate. La Nazionale dei Mondiali 2014 deve essere ricordata come la Nazionale del ragazzo di colore che è amato da tutt’Italia.

Io vedo tutto questo come uno squallido esempio del pressapochismo italico, un esempio di diseducazione civile nei confronti dei giovani e dei meno giovani, in un tempo di crisi si dovrebbero premiare gli esempi positivi e censurare quelli negativi, al contrario Prandelli e Abete ancora una volta lasciano l’etica in cantina a dimostrazione di quanto in Italia sia più importante l’aspetto che la sostanza.

Se si continua a volere a tutti i costi che Mario Balotelli sia il simbolo di questa Nazionale, si deve essere coscienti  del rischio che il prossimo anno in Brasile, Super Mario sbrocchi e ne combini una delle sue, però se aggredirà un cameraman della CNN o della BBC o di RTF di fronte alla stampa mondiale, Prandelli ed Abete devono essere altrettanto coscienti che  non ci sarà il Fogliaccio Rosa a difenderlo ed a minimizzare l’accaduto e con conseguente ricaduta sulla Nazionale.

Ma forse sono io che sto esagerando.............

JUVENTUS PER SEMPRE SARA’

FINO ALLA FINE


Massimo Sottosanti    

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