Allarme Pirlo? Solo fuffa
"Andrea Pirlo avvisa la Juventus: "'Voglio giocare o vado altrove senza
preclusioni'". Così titolava Sportmediaset. Ma anche altrove. "Pirlo
alza la voce: 'Sul futuro non escludo niente'" (Sky). "Pirlo spaventa
la Juventus: 'Rinnovo? Potrei anche andarmene'". (La Repubblica).
"Pirlo fa paura alla Juve: 'Voglio giocare ancora'. Il centrocampista
azzurro dopo Italia-Germania ha parlato del rinnovo di contratto ribadendo a
tutti il concetto di giocare. La Juve vorrebbe trattenere il centrocampista
azzurro ma non può garantirgli un impiego da titolare inamovibile"
(Eurosport).
E via di questo passo: messaggi che fanno intravedere un Pirlo pronto a
sguainare la spada contro il club per ottenere un rinnovo col posto da titolare
fisso nero su bianco.
Ebbene, le cose non stanno così. Ma era necessario, soprattutto in un
periodo di sosta del campionato, soprattutto dopo che il Milan e Raiola hanno
cercato di mettere un po' il silenziatore su Balotelli, soprattutto dopo che
insistere troppo su Conte (anche se l'altro giorno Alciato l'ha fatto ancora
dando Prandelli come in procinto di accomodarsi sulla panchina bianconera)
rischia di attizzare di nuovo la collera del tecnico (molto meno morbido e più
comunicativamente trapassante, nei modi, di Marotta); quando solo l'arrivo di
Thohir è arrivato a salvare gazzette e gazzettini dal dover attaccarsi solo alle
avventure amorose degli Icardi di turno.
Ed ecco che un'intervista, assolutamente lineare e realista di Pirlo, è
stata piegata ad un 'allarme Pirlo'.
In realtà il centrocampista bresciano ha dichiarato: "C'è ancora tutta
la stagione per parlare del mio contratto. Non ho mai chiesto una maglia da
titolare, voglio continuare a giocare perchè mi diverto e sto bene. Se poi sarà
nella Juve o in un'altra squadra vedremo, non c'è alcuna preclusione per
niente".
Dov'è l'allarme? Dove sono la fretta, la paura, la richiesta di garanzie,
la voce alta?
Nella testa di chi vorrebbe Pirlo lontano dalla Juve; brucia troppo che un
parametro zero, preso senza colpo ferire sia spesso decisivo nei successi della
Juve (e Pogba e Llorente percorrono lo stesso sentiero).
Per la cronaca, sì, è vero, Pirlo vorrebbe giocare sempre, lo ha ammesso
anche Conte, perché a giocare si diverte. come quando era un bambino; con la
differenza che allora, quando stava negli Allievi del Brescia, piangeva e si
disperava perché il compagnelli non gli passavano la palla, perché erano
invidiosi della sua bravura; adesso i compagni in campo con gli occhi cercano
sempre lui, perché il più bravo, perché dar la palla a lui vuol dire metterla in
banca.
Anche se Pirlo, brutalmente sincero, nella sua autobiografia non nega di
giocare anche per se stesso: "La classica frase 'Contano solo i successi
della squadra e ai miei non ci penso' è il noiosissimo lamento di chi non ha
traguardi personali da tagliare, per penuria di classe o per mancanza di
carattere". E "il mio obiettivo è diventare il giocatore che nella
storia ha segnato più goal su punizione in serie A, rincorro i numero e gli
almanacchi, da qualche anno lavoro anche per quello". E con la perla contro
il Napoli Andrea ha raggiunto quota 24, è al secondo posto e gliene mancano 4
per raggiungere l'attuale primatista Mihajlovic.
Credo che lo stesso Pirlo sappia che, al di là del suo diletto, giocare
tutti i minuti di tutte le partite di una stagione, logorante come lo sono
quelle attuali, tra campionato a 20 squadre, Coppa Italia, Champions League e
Nazionali, sia impresa impossibile per chiunque, a prescindere dall'età. E
sappia anche che la Juve si sta guardando in giro per non trovarsi scoperta in
un futuro che prima o poi arriverà, e anche in caso di sue assenze forzate:
perso l'altr'anno Verratti per tutta una serie di motivi, non escluso qualche
traccheggiamento di troppo di Marotta, adesso, sempre tenendo d'occhio la
crescita di Marrone, spedito in comproprietà al Sassuolo perché, giocando con
continuità, possa avere la crescita decisiva, punta il suo obiettivo sui
giovani, come il ventunenne brasiliano Jorginho, che milita nel Verona, e sul
quale ci sono in realtà molti club.
Ma il problema di Pirlo è diverso, praticamente lo stesso che lo ha
allontanato due anni fa dal Milan che lo aveva fatto sentire "scaricato.
Buttato via. Rottamato. Oppure cancellato, demolito, disinnescato. Forse
archiviato, abbandonato, seppellito. Gettato". "A tratti ho avuto la sensazione
che qualcuno volesse farmi passare per bollito" (da 'Penso, quindi gioco',
l'autobiografia di Pirlo).
"Volevo essere considerato importante, al centro del progetto, non un
giocatore in lista per la rottamazione". Questo era mancato a Pirlo al
momento del suo addio al Milan, nello studio di Galliani, questo aveva chiesto,
tramite il suo procuratore, a Conte, prima di firmare per la Juve: "Andrea
ha avuto molte richieste. Lo vogliono l'Inter e il Manchester City. So che
giochi col 4-2-4. Andrea vuole essere rassicurato, vuole sapere se lo vuoi
davvero. Lui è pronto, ha giocato anche a due a metà campo". "Digli di non
preoccuparsi la risposta di Conte. Lo prendiamo, ci sarà utile, ci divertiremo
insieme" (da 'Testa, cuore e gambe', l'autobiografia di Conte).
Andrea non chiedeva di meglio, per lui giocare a calcio è divertirsi e
Conte, dal canto suo, trovandosi con il trio Marchisio-Pirlo-Vidal, confezionò
un sistema di gioco che calzasse a pennello sui suoi uomini.
Marotta sul rinnovo di contratto di Pirlo è stato chiaro: "Come abbiamo
fatto l'anno scorso con Buffon, anche per Pirlo la porta è apertissima. Starà a
lui decidere, visto che è in un'età in cui si possono decidere cose importanti
per se stessi. Noi saremmo orgogliosi di continuare con Andrea".
Sicuramente i contatti informali col giocatore e col procuratore sono già
stati avviati, ma sarà in primavera che si metterà probabilmente nero su bianco:
"Ho già parlato con la società - disse Pirlo tempo fa - e ci
rivedremo verso fine stagione, poi decideremo. La mia priorità è la Juve, ma non
voglio essere un peso per nessuno: passano gli anni e non è detto che io debba
restare per forza solo perché mi chiamo Pirlo. Voglio sentirmi importante e
artefice dei successi della squadra, altrimenti andrò via. Ma non sarà mai una
questione di soldi".
Quindi quella su Pirlo è una tempesta in un bicchier d'acqua; anche perché,
quanto alle garanzie, peraltro non esplicitate, di giocare sempre, sarà il
campo, come di consueto, a dare la sua risposta. Se Pirlo continua a giocare
così, a meritarsi standing ovation a ripetizione, lasciarlo fuori sarà
oggettivamente assai difficile.
Se Pirlo fa il Pirlo, gioca.
Ed era quello che aveva in realtà 'firmato' il suo addio ai rossoneri:
"'Non puoi più fare il Pirlo", per me, era un concetto duro da accettare.
Profondamente ingiusto, a pensarci bene".
Carmen Vanetti (aka Angelo Ribelle)
Twitter: @JuveGrandeAmor
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