sabato 16 novembre 2013

ALLARME PIRLO? SOLO FUFFA


Allarme Pirlo? Solo fuffa




"Andrea Pirlo avvisa la Juventus: "'Voglio giocare o vado altrove senza preclusioni'". Così titolava Sportmediaset. Ma anche altrove. "Pirlo alza la voce: 'Sul futuro non escludo niente'" (Sky). "Pirlo spaventa la Juventus: 'Rinnovo? Potrei anche andarmene'". (La Repubblica). "Pirlo fa paura alla Juve: 'Voglio giocare ancora'. Il centrocampista azzurro dopo Italia-Germania ha parlato del rinnovo di contratto ribadendo a tutti il concetto di giocare. La Juve vorrebbe trattenere il centrocampista azzurro ma non può garantirgli un impiego da titolare inamovibile" (Eurosport).
E via di questo passo: messaggi che fanno intravedere un Pirlo pronto a sguainare la spada contro il club per ottenere un rinnovo col posto da titolare fisso nero su bianco.
Ebbene, le cose non stanno così. Ma era necessario, soprattutto in un periodo di sosta del campionato, soprattutto dopo che il Milan e Raiola hanno cercato di mettere un po' il silenziatore su Balotelli, soprattutto dopo che insistere troppo su Conte (anche se l'altro giorno Alciato l'ha fatto ancora dando Prandelli come in procinto di accomodarsi sulla panchina bianconera) rischia di attizzare di nuovo la collera del tecnico (molto meno morbido e più comunicativamente trapassante, nei modi, di Marotta); quando solo l'arrivo di Thohir è arrivato a salvare gazzette e gazzettini dal dover attaccarsi solo alle avventure amorose degli Icardi di turno.
Ed ecco che un'intervista, assolutamente lineare e realista di Pirlo, è stata piegata ad un 'allarme Pirlo'.
In realtà il centrocampista bresciano ha dichiarato: "C'è ancora tutta la stagione per parlare del mio contratto. Non ho mai chiesto una maglia da titolare, voglio continuare a giocare perchè mi diverto e sto bene. Se poi sarà nella Juve o in un'altra squadra vedremo, non c'è alcuna preclusione per niente".
Dov'è l'allarme? Dove sono la fretta, la paura, la richiesta di garanzie, la voce alta?
Nella testa di chi vorrebbe Pirlo lontano dalla Juve; brucia troppo che un parametro zero, preso senza colpo ferire sia spesso decisivo nei successi della Juve (e Pogba e Llorente percorrono lo stesso sentiero).

Per la cronaca, sì, è vero, Pirlo vorrebbe giocare sempre, lo ha ammesso anche Conte, perché a giocare si diverte. come quando era un bambino; con la differenza che allora, quando stava negli Allievi del Brescia, piangeva e si disperava perché il compagnelli non gli passavano la palla, perché erano invidiosi della sua bravura; adesso i compagni in campo con gli occhi cercano sempre lui, perché il più bravo, perché dar la palla a lui vuol dire metterla in banca.
Anche se Pirlo, brutalmente sincero, nella sua autobiografia non nega di giocare anche per se stesso: "La classica frase 'Contano solo i successi della squadra e ai miei non ci penso' è il noiosissimo lamento di chi non ha traguardi personali da tagliare, per penuria di classe o per mancanza di carattere". E "il mio obiettivo è diventare il giocatore che nella storia ha segnato più goal su punizione in serie A, rincorro i numero e gli almanacchi, da qualche anno lavoro anche per quello". E con la perla contro il Napoli Andrea ha raggiunto quota 24, è al secondo posto e gliene mancano 4 per raggiungere l'attuale primatista Mihajlovic.
Credo che lo stesso Pirlo sappia che, al di là del suo diletto, giocare tutti i minuti di tutte le partite di una stagione, logorante come lo sono quelle attuali, tra campionato a 20 squadre, Coppa Italia, Champions League e Nazionali, sia impresa impossibile per chiunque, a prescindere dall'età. E sappia anche che la Juve si sta guardando in giro per non trovarsi scoperta in un futuro che prima o poi arriverà, e anche in caso di sue assenze forzate: perso l'altr'anno Verratti per tutta una serie di motivi, non escluso qualche traccheggiamento di troppo di Marotta, adesso, sempre tenendo d'occhio la crescita di Marrone, spedito in comproprietà al Sassuolo perché, giocando con continuità, possa avere la crescita decisiva, punta il suo obiettivo sui giovani, come il ventunenne brasiliano Jorginho, che milita nel Verona, e sul quale ci sono in realtà molti club.

Ma il problema di Pirlo è diverso, praticamente lo stesso che lo ha allontanato due anni fa dal Milan che lo aveva fatto sentire "scaricato. Buttato via. Rottamato. Oppure cancellato, demolito, disinnescato. Forse archiviato, abbandonato, seppellito. Gettato". "A tratti ho avuto la sensazione che qualcuno volesse farmi passare per bollito" (da 'Penso, quindi gioco', l'autobiografia di Pirlo).
"Volevo essere considerato importante, al centro del progetto, non un giocatore in lista per la rottamazione". Questo era mancato a Pirlo al momento del suo addio al Milan, nello studio di Galliani, questo aveva chiesto, tramite il suo procuratore, a Conte, prima di firmare per la Juve: "Andrea ha avuto molte richieste. Lo vogliono l'Inter e il Manchester City. So che giochi col 4-2-4. Andrea vuole essere rassicurato, vuole sapere se lo vuoi davvero. Lui è pronto, ha giocato anche a due a metà campo". "Digli di non preoccuparsi la risposta di Conte. Lo prendiamo, ci sarà utile, ci divertiremo insieme" (da 'Testa, cuore e gambe', l'autobiografia di Conte).
Andrea non chiedeva di meglio, per lui giocare a calcio è divertirsi e Conte, dal canto suo, trovandosi con il trio Marchisio-Pirlo-Vidal, confezionò un sistema di gioco che calzasse a pennello sui suoi uomini.

Marotta sul rinnovo di contratto di Pirlo è stato chiaro: "Come abbiamo fatto l'anno scorso con Buffon, anche per Pirlo la porta è apertissima. Starà a lui decidere, visto che è in un'età in cui si possono decidere cose importanti per se stessi. Noi saremmo orgogliosi di continuare con Andrea".
Sicuramente i contatti informali col giocatore e col procuratore sono già stati avviati, ma sarà in primavera che si metterà probabilmente nero su bianco: "Ho già parlato con la società - disse Pirlo tempo fa - e ci rivedremo verso fine stagione, poi decideremo. La mia priorità è la Juve, ma non voglio essere un peso per nessuno: passano gli anni e non è detto che io debba restare per forza solo perché mi chiamo Pirlo. Voglio sentirmi importante e artefice dei successi della squadra, altrimenti andrò via. Ma non sarà mai una questione di soldi".

Quindi quella su Pirlo è una tempesta in un bicchier d'acqua; anche perché, quanto alle garanzie, peraltro non esplicitate, di giocare sempre, sarà il campo, come di consueto, a dare la sua risposta. Se Pirlo continua a giocare così, a meritarsi standing ovation a ripetizione, lasciarlo fuori sarà oggettivamente assai difficile.
Se Pirlo fa il Pirlo, gioca.
Ed era quello che aveva in realtà 'firmato' il suo addio ai rossoneri: "'Non puoi più fare il Pirlo", per me, era un concetto duro da accettare. Profondamente ingiusto, a pensarci bene".


Carmen Vanetti (aka Angelo Ribelle)

Twitter: @JuveGrandeAmor

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