lunedì 18 novembre 2013

BASTEREBBE IL BUONSENSO



Scriveva Luciano Moggi la settimana scorsa su Libero che il calcio ormai da anni è diventato un business, ringrazio il Direttore per aver ribadito un concetto che molto spesso è volutamente dimenticato, attenzione il business non esclude la passione che è anzi una componente importantissima  e che entra sotto differenti voci nel bilancio di una Società, voci che vanno dal merchandising agli incassi degli abbonamenti, dai diritti televisivi alla pubblicità. Senza la passione dei tifosi il Calcio moderno vedrebbe ridotto di gran lunga il suo fatturato. Non è un caso che si vada sempre più ad una divisione netta tra le Società che hanno un bacino d’utenza (i tifosi) elevato e altre che non lo hanno. Come tutti i business anche il Calcio genera un indotto che è il più variegato che comprende le bancarelle che vendono gadget fuori dagli stadi ai servizi logistici, dagli store al tifo organizzato. Si anche il tifo organizzato è business, lo è per le Società ma lo è anche per i Clubs.   
In questi giorni che seguono la squalifica delle Curve,ineccepibile a rigor di regolamento, sui social network si sprecano le polemiche a suon di accuse reciproche tra gli Ultras ed i suoi sostenitori e chi vorrebbe degli stadi senza violenze e senza cori o striscioni offensivi. Premesso che   la “bolgia” è sacrosanta ed è imprescindibile contorno ad un qualsiasi evento sportivo e che nessuno vuole trasformare uno stadio in un teatro, ci sono vari modi per scatenare la “bolgia”. Lo scopo della “bolgia” dovrebbe essere quello di incoraggiare la propria squadra, aiutarla nei momenti più difficili di una partita, incitare la propria squadra è quello che tutti vogliamo e tutti ci auspichiamo, che il tifo che sia gioioso, allegro colorato e non un tifo fatto di insulti agli avversari, di rancore represso intriso di razzismo spaccato per sfotto, un tifo che non abbia nessuna connotazione politica e che sia creativo e non distruttivo, un tifo che peretta al calcio di ritornare nella sua dimensione naturale di spettacolo sportivo, un tifo che non sia violento e non istighi alla violenza, un tifo che non dia adito ai teppisti di nascondere la natura dei loro atti vandalici dietro la rivalsa di insulti ricevuti.

Tutti vogliamo questo tipo di “bolgia” gli stadi non sono dei teatri in nessuna parte del mondo, un esempio di civiltà sportiva lo possiamo avere dallo sport americano, alle partite di baseball, di basket o di football partecipano migliaia di spettatori e gli stadi e le arene sono quasi sempre sold out. Un esempio su tutti, a chi è capitato di assistere ad una partita di basket NBA sicuramente sarà rimasto impressionato dalla “bolgia” che si scatena nelle arene, una “bolgia” mirata a sostenere la propria squadra con il massimo rispetto degli avversari e del pubblico presente, se poi avete assistito ad una partita di baseball vi sarete resi conto le quantità di birra che vengono consumate sugli spalti senza che mai le cronache debbano occuparsi di incidenti o atti di violenza.

Se il tifo organizzato, se gli Ultras sono veramente animati da amore e passione sportiva per la Juventus questo è il momento di dimostrarlo, minacciare scioperi del tifo sarebbe un ulteriore atto ricattatorio verso la Società, facciano un passo indietro si riuniscano con la Società e definiscano congiuntamente un Codice di Comportamento che sia redatto sulle basilari norme di educazione, sportività e rispetto delle regole, gli stessi Ultras si facciano garanti che questo Codice di Comportamento sia rispettato impegnandosi a cacciare dallo JS chiunque non lo rispetti.

I in questo modo gli Ultras dimostrerebbero un sincero attaccamento ai colori Bianconeri  e sarebbe la definitiva consacrazione dello JS come la casa di tutto il popolo Bianconero. Questo sarebbe inoltre  un ulteriore esempio che distinguerebbe la Juventus e gli Juventini dal resto del calcio italiano.

JUVENTUS PER SEMPRE SARA’

FINO ALLA FINE

RIPRENDIAMOCI LO STADIO

Massimo Sottosanti


Twitter: @JuveGrandeAmor 

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