Scriveva Luciano Moggi la settimana scorsa su Libero che il
calcio ormai da anni è diventato un business, ringrazio il Direttore per aver
ribadito un concetto che molto spesso è volutamente dimenticato, attenzione il
business non esclude la passione che è anzi una componente importantissima e che entra sotto differenti voci nel bilancio
di una Società, voci che vanno dal merchandising agli incassi degli
abbonamenti, dai diritti televisivi alla pubblicità. Senza la passione dei
tifosi il Calcio moderno vedrebbe ridotto di gran lunga il suo fatturato. Non è
un caso che si vada sempre più ad una divisione netta tra le Società che hanno
un bacino d’utenza (i tifosi) elevato e altre che non lo hanno. Come tutti i
business anche il Calcio genera un indotto che è il più variegato che comprende
le bancarelle che vendono gadget fuori dagli stadi ai servizi logistici, dagli
store al tifo organizzato. Si anche il tifo organizzato è business, lo è per le
Società ma lo è anche per i Clubs.
In questi giorni che seguono la squalifica delle Curve,ineccepibile
a rigor di regolamento, sui social network si sprecano le polemiche a suon di
accuse reciproche tra gli Ultras ed i suoi sostenitori e chi vorrebbe degli
stadi senza violenze e senza cori o striscioni offensivi. Premesso che la
“bolgia” è sacrosanta ed è imprescindibile contorno ad un qualsiasi evento
sportivo e che nessuno vuole trasformare uno stadio in un teatro, ci sono vari
modi per scatenare la “bolgia”. Lo scopo della “bolgia” dovrebbe essere quello
di incoraggiare la propria squadra, aiutarla nei momenti più difficili di una
partita, incitare la propria squadra è quello che tutti vogliamo e tutti ci
auspichiamo, che il tifo che sia gioioso, allegro colorato e non un tifo fatto
di insulti agli avversari, di rancore represso intriso di razzismo spaccato per
sfotto, un tifo che non abbia nessuna connotazione politica e che sia creativo
e non distruttivo, un tifo che peretta al calcio di ritornare nella sua
dimensione naturale di spettacolo sportivo, un tifo che non sia violento e non
istighi alla violenza, un tifo che non dia adito ai teppisti di nascondere la
natura dei loro atti vandalici dietro la rivalsa di insulti ricevuti.
Tutti vogliamo questo tipo di “bolgia” gli stadi non sono
dei teatri in nessuna parte del mondo, un esempio di civiltà sportiva lo
possiamo avere dallo sport americano, alle partite di baseball, di basket o di
football partecipano migliaia di spettatori e gli stadi e le arene sono quasi
sempre sold out. Un esempio su tutti, a chi è capitato di assistere ad una
partita di basket NBA sicuramente sarà rimasto impressionato dalla “bolgia” che
si scatena nelle arene, una “bolgia” mirata a sostenere la propria squadra con
il massimo rispetto degli avversari e del pubblico presente, se poi avete
assistito ad una partita di baseball vi sarete resi conto le quantità di birra
che vengono consumate sugli spalti senza che mai le cronache debbano occuparsi
di incidenti o atti di violenza.
Se il tifo organizzato, se gli Ultras sono veramente animati
da amore e passione sportiva per la Juventus questo è il momento di dimostrarlo,
minacciare scioperi del tifo sarebbe un ulteriore atto ricattatorio verso la
Società, facciano un passo indietro si riuniscano con la Società e definiscano
congiuntamente un Codice di Comportamento che sia redatto sulle basilari norme
di educazione, sportività e rispetto delle regole, gli stessi Ultras si
facciano garanti che questo Codice di Comportamento sia rispettato impegnandosi
a cacciare dallo JS chiunque non lo rispetti.
I in questo modo gli Ultras dimostrerebbero un sincero
attaccamento ai colori Bianconeri e
sarebbe la definitiva consacrazione dello JS come la casa di tutto il popolo
Bianconero. Questo sarebbe inoltre un
ulteriore esempio che distinguerebbe la Juventus e gli Juventini dal resto del
calcio italiano.
JUVENTUS PER SEMPRE SARA’
FINO ALLA FINE
RIPRENDIAMOCI LO STADIO
Massimo Sottosanti
Twitter: @JuveGrandeAmor
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