Carraro, è troppo tardi per ravvedersi
Toh, chi si rivede! Franco Carraro, in arte 'il poltronissimo', che allo scoppio
di Calciopoli era il presidente federale. Ad onor del vero bisogna dire che
aveva fatto il possibile perché Calciopoli non esplodesse, bastava favorire le
altre, l'Inter in primis, e che l'arbitro, 'per carità, se sbaglia, che non sia
a favore della Juve, che non faccia errori a favore della Juventus, per carità'.
Con una sola, lodevole, eccezione: Collina. Già, Collina, ma lui era l'arbitro
che Facchetti sognava sempre di avere in campo, e lo chiedeva esplicitamente,
senza falsi pudori; ed era in ottimi rapporti anche con l'altra sponda di
Milano, per il solito tramite del solito Meani, che gli prestava addirittura,
per gli opportuni abboccamenti, il suo ristorante in turno di chiusura. E poi,
suvvia, il designatore in pectore si era guadagnato i galloni sul campo,
sfilando letteralmente uno scudetto alla Juve, nel 2000, in quella scandalosa
partita di Perugia, giocata in piscina, nella quale persino il pallone annegava
sotto il suo sguardo indifferente, a tutto, persino al tempo che scorreva,
perché la gara rimase interrotta per 82', qualcosa di assolutamente irregolare;
ma, come ammise lo stesso Carraro, "se sbaglia Collina nessuno dice un
cazzo".
Bergamo, quella volta, era il 28 novembre 2004, lanciò un accorato
appello all'arbitro designato che, non essendo Collina con licenza di sbagliare,
assecondò il sentimento federale e popolare e, per non saper né leggere né
scrivere, non se la sentì (facendo da precursore per i Guida&C di oggi) di
espellere Toldo che aveva travolto Zalayeta e causato rigore ('Sarà assunto il
provvedimento disciplinare di espulsione quando il portiere annulla una chiara
occasione da rete ad un avversario, commettendo un fallo punibile con un calcio
di punizione o di rigore', da regolamento). Colina, commentando l’episodio dopo
aver rivisto le immagini disse che lui avrebbe dato il 'rosso, ma questo è un
altro discorso, l'importante era che l'errore non fosse andato a favore della
Juve.
Che dice ora Carraro?
"Moggi non è stato il male del
calcio, ma solo un buon professionista che ha commesso degli errori. Non era un
mostro, lui si era innamorato del personaggio e gli piaceva quando la gente lo
indicava come uno super potente. Io credo che gli scudetti vinti dalla Juventus
in quegli anni sono meritati".
Alla buon'ora! Ma i sintomi
di redenzione arrivano davvero un po' troppo tardi. Quando Moggi veniva sbattuto
in prima pagina come mostro dov'era Carraro? Impegnato a defilarsi abilmente,
rintanandosi nel suo ruolo di membro del Consiglio esecutivo dell'Uefa;
squalificato per 4 anni e 6 mesi in primo grado dalla CAF (primo grado), se
l'era alla fine cavata con una multa di 80.000 € dalla Corte federale,
nonostante le intercettazioni che lo vedevano attivo protagonista; subito
sparito dalle prime pagine, perché potesse dedicarsi serenamente dedicarsi alla
rincorsa della prossima poltrona.
Moggi, per i risultati che ha ottenuto e
per l'invidia che ha suscitato (perché in questa povera Italia di incompetenti
chi è bravo diventa il bersaglio dell'invidia degli incapaci e degli ignavi), si
è rivelato un ottimo professionista, superpotente non per il potere di cui
godeva ma per quanto aveva saputo costruire alla Juve, supportato non da poteri
forti esterni (e nemmeno interni) ma solo dall'aver saputo circondarsi di
collaboratori professionalmente competenti, Giraudo in primis.
Ha commesso
errori? A livello personale, egoistico, forse sì. Se si fosse lasciato comprare dalle
lusinghe delle milanesi, forse avrebbe evitato la gogna. A livello professionale
ed etico no: sapeva di essere spiato, ha cercato di difendersi, a livello di
mercato, con le schede svizzere; e paradossalmente quest'arma è stata usata
contro di lui, quando con gli schemini a mano di Di Laroni è stata costruita
un'immaginaria rete di colloqui con Tizio e Caio (eppure sarebbe bastato
intercettarle...). Per il resto non ha potuto fare granché, perché qualcuno ha
giocato sporco (meeting con arbitri, spionaggio, Pc in viaggio sulla rotta
Milano-Roma..).
Quanto agli scudetti il ravvedimento di Carraro è più
tardivo che mai: ricordiamo bene alcuni suoi giudizi su quegli eventi.
-
aprile 2010 (a 'La politica nel pallone): "L'Uefa chiedeva che la giustizia
sportiva si sbrigasse e desse la possibilità di iscrivere le squadre italiane
alle coppe. Io non sono stato trattato bene dalla giustizia sportiva in sede
federale (lui, sì..., ndr), però io riconosco alla gestione del 2006 che
la giustizia sportiva abbia fatto bene a giudicare rapidamente, era
indispensabile perchè il campionato 2006-2007 iniziasse al più presto, perché le
squadre italiane partecipassero alle coppe, tra l'altro il Milan ha poi vinto la
Champions. Era indispensabile che si giudicasse. Probabilmente qualche giudizio
è stato sbagliato, certamente nel mio caso, non so se in altri, ma non voglio
giudicare. Però si doveva fare rapidamente e quando si fa rapidamente certe
volte si agisce in modo sommario. E questo è stato un aspetto molto positivo e
va dato atto a Guido Rossi di aver dato una spinta positiva".
- 16
dicembre 2012: Nel 2004 commisi un errore di politica sportiva, volevo
sostituire Bergamo e Pairetto a Collina, il quale rimandò il passaggio a
designatore. Avrei evitato lo scandalo, però mi dimostrai pigro. A mio parere
sarebbe più giusto parlare di arbitropoli e non di calciopoli, almeno stando
alle sentenze attuali. Il comportamento dei dirigenti della Juve non offusca il
valore della società, ma oggi i bianconeri sbagliano a considerare 29 scudetti.
Così l'Inter potrebbe chiedere anche lo scudetto del rigore su Ronaldo e la Roma
quello del fuorigioco di Turone. La Juve deve contarne 27"."
Senza
parole noi. Senza pudore lui.
La risposta gli arrivò da Moggi, su 'Libero'
del 19 dicembre: "Carraro facesse allora restituire alla Juve lo scudetto
vinto dalla Roma con i cambiamenti in corsa delle regole sugli extracomunitari
(proprio alla vigilia di Juve-Roma decisiva per il campionato) e quello vinto
dalla Lazio nella piscina di Perugia. Ma si sa, un altro credo del "nostro" è
che con Collina a dirigere ci si poteva permettere tutto, perché 'nessuno
avrebbe detto un c...' . Così successe a Perugia. Invece di far sermoni, Carraro
dovrebbe sentire il bisogno impellente ed etico di stare zitto. Gli è andato
bene tutto, ma chi ha sentito le intercettazioni si è fatto un'altra verità,
quella vera".
Carmen Vanetti (aka Angelo Ribelle)
Twitter: @JuveGrandeAmor
Carmen Vanetti (aka Angelo Ribelle)
Twitter: @JuveGrandeAmor
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