venerdì 1 novembre 2013

CARRARO, E' TROPPO TARDI PER RAVVEDERSI


Carraro, è troppo tardi per ravvedersi



Toh, chi si rivede! Franco Carraro, in arte 'il poltronissimo', che allo scoppio di Calciopoli era il presidente federale. Ad onor del vero bisogna dire che aveva fatto il possibile perché Calciopoli non esplodesse, bastava favorire le altre, l'Inter in primis, e che l'arbitro, 'per carità, se sbaglia, che non sia a favore della Juve, che non faccia errori a favore della Juventus, per carità'. Con una sola, lodevole, eccezione: Collina. Già, Collina, ma lui era l'arbitro che Facchetti sognava sempre di avere in campo, e lo chiedeva esplicitamente, senza falsi pudori; ed era in ottimi rapporti anche con l'altra sponda di Milano, per il solito tramite del solito Meani, che gli prestava addirittura, per gli opportuni abboccamenti, il suo ristorante in turno di chiusura. E poi, suvvia, il designatore in pectore si era guadagnato i galloni sul campo, sfilando letteralmente uno scudetto alla Juve, nel 2000, in quella scandalosa partita di Perugia, giocata in piscina, nella quale persino il pallone annegava sotto il suo sguardo indifferente, a tutto, persino al tempo che scorreva, perché la gara rimase interrotta per 82', qualcosa di assolutamente irregolare; ma, come ammise lo stesso Carraro, "se sbaglia Collina nessuno dice un cazzo".
Bergamo, quella volta, era il 28 novembre 2004, lanciò un accorato appello all'arbitro designato che, non essendo Collina con licenza di sbagliare, assecondò il sentimento federale e popolare e, per non saper né leggere né scrivere, non se la sentì (facendo da precursore per i Guida&C di oggi) di espellere Toldo che aveva travolto Zalayeta e causato rigore ('Sarà assunto il provvedimento disciplinare di espulsione quando il portiere annulla una chiara occasione da rete ad un avversario, commettendo un fallo punibile con un calcio di punizione o di rigore', da regolamento). Colina, commentando l’episodio dopo aver rivisto le immagini disse che lui  avrebbe dato il 'rosso, ma questo è un altro discorso, l'importante era che l'errore non fosse andato a favore della Juve.

Che dice ora Carraro?

"Moggi non è stato il male del calcio, ma solo un buon professionista che ha commesso degli errori. Non era un mostro, lui si era innamorato del personaggio e gli piaceva quando la gente lo indicava come uno super potente. Io credo che gli scudetti vinti dalla Juventus in quegli anni sono meritati".


Alla buon'ora! Ma i sintomi di redenzione arrivano davvero un po' troppo tardi. Quando Moggi veniva sbattuto in prima pagina come mostro dov'era Carraro? Impegnato a defilarsi abilmente, rintanandosi nel suo ruolo di membro del Consiglio esecutivo dell'Uefa; squalificato per 4 anni e 6 mesi in primo grado dalla CAF (primo grado), se l'era alla fine cavata con una multa di 80.000 €  dalla Corte federale, nonostante le intercettazioni che lo vedevano attivo protagonista; subito sparito dalle prime pagine, perché potesse dedicarsi serenamente dedicarsi alla rincorsa della prossima poltrona.
Moggi, per  i risultati che ha ottenuto e per l'invidia che ha suscitato (perché in questa povera Italia di incompetenti chi è bravo diventa il bersaglio dell'invidia degli incapaci e degli ignavi), si è rivelato un ottimo professionista, superpotente non per il potere di cui godeva ma per quanto aveva saputo costruire alla Juve, supportato non da poteri forti esterni (e nemmeno interni) ma solo dall'aver saputo circondarsi di collaboratori professionalmente competenti, Giraudo in primis.
Ha commesso errori? A livello personale, egoistico, forse sì. Se si fosse lasciato comprare dalle lusinghe delle milanesi, forse avrebbe evitato la gogna. A livello professionale ed etico no: sapeva di essere spiato, ha cercato di difendersi, a livello di mercato, con le schede svizzere; e paradossalmente quest'arma è stata usata contro di lui, quando con gli schemini a mano di Di Laroni è stata costruita un'immaginaria rete di colloqui con Tizio e Caio (eppure sarebbe bastato intercettarle...). Per il resto non ha potuto fare granché, perché qualcuno ha giocato sporco (meeting con arbitri, spionaggio, Pc in viaggio sulla rotta Milano-Roma..).

Quanto agli scudetti il ravvedimento di Carraro è più tardivo che mai: ricordiamo bene alcuni suoi giudizi su quegli eventi.
- aprile 2010 (a 'La politica nel pallone): "L'Uefa chiedeva che la giustizia sportiva si sbrigasse e desse la possibilità di iscrivere le squadre italiane alle coppe. Io non sono stato trattato bene dalla giustizia sportiva in sede federale (lui, sì..., ndr), però io riconosco alla gestione del 2006 che la giustizia sportiva abbia fatto bene a giudicare rapidamente, era indispensabile perchè il campionato 2006-2007 iniziasse al più presto, perché le squadre italiane partecipassero alle coppe, tra l'altro il Milan ha poi vinto la Champions. Era indispensabile che si giudicasse. Probabilmente qualche giudizio è stato sbagliato, certamente nel mio caso, non so se in altri, ma non voglio giudicare. Però si doveva fare rapidamente e quando si fa rapidamente certe volte si agisce in modo sommario. E questo è stato un aspetto molto positivo e va dato atto a Guido Rossi di aver dato una spinta positiva".
- 16 dicembre 2012: Nel 2004 commisi un errore di politica sportiva, volevo sostituire Bergamo e Pairetto a Collina, il quale rimandò il passaggio a designatore. Avrei evitato lo scandalo, però mi dimostrai pigro. A mio parere sarebbe più giusto parlare di arbitropoli e non di calciopoli, almeno stando alle sentenze attuali. Il comportamento dei dirigenti della Juve non offusca il valore della società, ma oggi i bianconeri sbagliano a considerare 29 scudetti. Così l'Inter potrebbe chiedere anche lo scudetto del rigore su Ronaldo e la Roma quello del fuorigioco di Turone. La Juve deve contarne 27"."

Senza parole noi. Senza pudore lui.
La risposta gli arrivò da Moggi, su 'Libero' del 19 dicembre: "Carraro facesse allora restituire alla Juve lo scudetto vinto dalla Roma con i cambiamenti in corsa delle regole sugli extracomunitari (proprio alla vigilia di Juve-Roma decisiva per il campionato) e quello vinto dalla Lazio nella piscina di Perugia. Ma si sa, un altro credo del "nostro" è che con Collina a dirigere ci si poteva permettere tutto, perché 'nessuno avrebbe detto un c...' . Così successe a Perugia. Invece di far sermoni, Carraro dovrebbe sentire il bisogno impellente ed etico di stare zitto. Gli è andato bene tutto, ma chi ha sentito le intercettazioni si è fatto un'altra verità, quella vera".


Carmen Vanetti  (aka Angelo Ribelle)

Twitter: @JuveGrandeAmor

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