"Cominciano naturalmente le polemiche di tutti gli anni, a Roma già è in uso
la parola complotto sol perché il primo gol di Llorente contro il Napoli era da
annullare per fuorigioco e perché qualche arbitro ha danneggiato la Roma con
qualche errore. D’altra parte è questo il mondo del calcio, si reclamizzano e si
commentano i cosiddetti errori a sfavore, si tacciono al contrario quelli a
favore, vedi Galliani quando pretendeva le scuse dal settore arbitrale per
errori perpetrati a sfavore del Milan, dimenticando completamente come si era
qualificato per la Champions nell’ultima partita di Siena del passato
campionato. È così che è nato Calciopoli".
Così, su Libero, Luciano
Moggi.
Appunto, Calciopoli è stato il paradigma di decenni di alibi di chi non
sapeva vincere...
Il giochetto aveva funzionato, perché ben supportato da operazioni di
intelligence e dal sentimento popolare.
Pensavano di aver ucciso la Juve. Che però è tornata. Sempre la stessa,
decisa a vincere sul campo. E a lasciare gli alibi agli altri, a chi è perdente
dentro.
Perché alla Juventus, dove vincere non è importante ma è l'unica cosa che
conta, nessuno ha mai cercato alibi. Nemmeno quando sarebbe stato automatico,
come dopo la piscina di Perugia, uno scippo che a distanza di anni e letti certi
atti di Calciopoli sembra addirittura premeditato; anzi, proprio a Perugia,
sempre sotto la pioggia, sarebbe andata a prendersi la certezza del titolo, a
due giornate dalla fine, nel 2003, dopo aver già purgato tutti col 5 maggio
2002.
E l'emblema di quel 5 maggio è Antonio Conte, il capitano di quella Juve,
con quel suo esaltante 'Stiamo godendo'.
Che ora è l'allenatore, meglio il condottiero, il leader a 360° di questa
squadra.
E non ha mai perso lo spirito giusto:
"Ci sono tanti infortunati, tanti squalificati, è un momento
eccezionale, però non deve essere per noi un alibi, anzi è un motivo in più per
cercare di fare bene, per sopperire alle assenze nel migliore dei modi,
sfruttando la qualità dei calciatori, sfruttando la nostra organizzazione, che
rimane la stessa e che dà ampie garanzie sotto tutti i punti di
vista".
Così Conte nella conferenza stampa pre-Livorno, dopo una settimana
ultradifficile per le vicissitudini dei giocatori sottrattigli dalle Nazionali
e, nel caso di Barzagli e Isla, rientrati rotti.
D'altro canto, non ha mancato di sottolineare, "c'è l'aspetto positivo,
che avendo Nazionali in rosa, comunque, hai calciatori forti"; quando sono
sani, beninteso. Ma questo è un altro discorso: questa pausa delle Nazionali,
fatta, ironia della sorte, in buona parte di incontri amichevoli, si è rivelata
nefasta per troppi.
Non si lamenta troppo dunque Conte, pensa a cercare di completare la
rincorsa sulla Roma.
Niente alibi, siamo la Juve!
A cercare alibi e a far polemiche stan già pensando abbondantemente gli
altri.
Rudi Garcia, cui peraltro lo sportivissimo Conte riconosce il merito di
portare avanti, con la sua Roma, una marcia tanto spedita da offuscare il
ruolino di marcia della Juve, che, di per sé, si definirebbe 'straordinario', da
quando sono arrivati due pareggi al posto delle agognate vittorie, ha cominciato
ad attaccarsi ad infortuni (quasi capitassero solo alla Roma), a fantomatici
torti arbitrali e per lunedì ha già pronta in tasca una scusa: il terreno
dell'Olimpico 'rovinato' dai rugbisti di Italia-Argentina.
E, quanto alle polemiche, un sassolino dalla scarpa Conte se l'è tolto: le
vergognose illazioni di Matteo Spaziante su 'Libero' a riguardo di un Barzagli
che ricorrerebbe ad espedienti per risparmiarsi in occasione delle gare della
Nazionale non gli sono proprio andate giù; se si pensa che il difensore ha
giocato tutta la Confederations portandosi appresso un fastidio ai tendini che
ne ha poi spesso condizionato utilizzo e prestazioni nell'inizio di stagione
della Juve. E Conte si è esposto, un ruolo che spesso è toccato a lui recitare:
"Barzagli è tornato infortunato dalla Nazionale, quindi domani non sarà
disponibile. Ho visto che qualcuno a livello giornalistico ha fatto anche
dell'ironia sull'infortunio di Barzagli e dispiace, veramente dispiace perché si
vede solo cattiveria in chi scrive e dice fesserie. Questo dispiace,
sinceramente, anche perché Barzagli è un ragazzo molto serio, che tiene fin
troppo alla Juventus e tiene fin troppo anche alla Nazionale. Che sia
chiaro".
Perché Antonio con i suoi ragazzi è un martello, ma guai chi glieli
tocca!
E l'inno di battaglia resta: "Cerchiamo di vincere di vincere a Livorno.
Sappiamo che domani troveremo delle difficoltà, ma come le incontriamo in
qualsiasi stadio in cui andiamo, perchè sappiamo benissimo che chi affronta la
Juventus affronta la partita della vita. Quindi dovremo essere bravi a superarci
e a superare le difficoltà che affronteremo domani".
Niente scuse, dunque. Siamo la Juve.
Le partite ce le giochiamo sul campo. Fino alla fine!
Carmen Vanetti (aka Angelo Ribelle)
Twitter: @JuveGrandeAmor
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