Oggi è scesa in campo anche Mariella Scirea, non avevo dubbi
che prima o poi lo avesse fatto dicendo la sua sul problema delle curve e degli
Ultras, Mariella Scirea l’ha fatto parlando del fenomeno su Repubblica e l’ha
fatto come al solito con stile, signorilità e competenza. Riporto qui di
seguito i passaggi a mio avviso i più salienti dell’intervento di Mariella
Scirea:
"Purtroppo non sono sorpresa, me l’aspettavo, siamo recidivi. Ma due
turni di chiusura fanno effetto. Questo è il prodotto del malessere del tifo
italiano, di una sottocultura che conosce solo l’insulto.”
“Quando i tifosi
bianconeri decisero di chiamare la curva col nome di mio marito, ormai 24 anni
fa, ne fui molto felice, ma lo dissi subito: “Guardate che il nome di Gaetano
Scirea richiede una grande responsabilità”. Stringemmo un patto: noi siamo la
Juventus, la nostra curva deve distinguersi per correttezza. Con quegli
ultrà era possibile un dialogo, ci confrontavamo, c’era un alto senso del
rispetto, molti di loro ora sono genitori o nonni. I giovani che ne hanno preso
il posto forse non si sentono responsabili del nome Scirea: le curve sono
diventate un mondo a se stante, in cui non è facile introdursi e ragionare”
“Serve un intervento radicale,
come in Inghilterra dopo l’Heysel. E le società devono collaborare”.
Queste parte delle
parole pronunciate dalla moglie dell’indimenticato ed indimenticabile Gaetano
Scirea, inutile dire che chi ha un po’ di buon senso non può far altro che
essere d’accordo con lei, però ahimè tra gli Ultras mi pare che di buon senso
ce ne sia poco.
Tralascio il danno
economico arrecato alla Juventus dal comportamento incivile degli Ultras, dal
momento che pur essendo un aspetto estremamente importante gli Ultras, che
dicono tanto di amare la Juventus, si rifiutano di comprendere e non si
rendono, o non vogliono rendersi conto, quanti si potrebbe fare con i 700 mila
euro pagati dalla Juventus dall’apertura dello JS di più utile per la Squadra
con questo denaro, per esempio con 700 mila euro si possono acquistare due
Under 16 di valore da far crescere e sarebbero soldi spesi meglio, anche se le
il ricavato di queste multe sono destinati a progetti di promozione e beneficenza.
Immagino la grande
frustrazione di Mariella Scirea, che 24 anni fa, rammentava ai tifosi di quel
tempo la “grande responsabilità” che
significa intitolare la Curva Bianconera al grande Gai Scirea, vedendo oggi
quella stessa curva sanzionata e chiusa per il comportamento “imbecille” di
alcuni individui. Che fondamentalmente non sono diversi da quegli stessi che
hanno distrutto i bagni dello JS e hanno lanciato gavettoni di urina ed
escrementi verso i Tifosi Bianconeri.
Quello che è
successo Domenica allo JS pare quasi frutto di una strategia concordata tra le
frange violente delle due tifoserie, io ti insulto e tu reagisci così facciamo
capire (come recitava uno striscione) “ noi
facciamo il cazzo che vogliamo”. Gli Ultras sono trasversali al fenomeno
Calcio indipendentemente della fede sportiva che professano. Trasversalità
dimostrata poche settimane fa, quando al San Paolo gli ultras Napoletani hanno
esposto gli stessi striscioni con gli insulti che in altri stadi vengono
rivolti a loro stessi, altra dimostrazione sono i comunicati sottoscritti dagli
Ultras di Inter, Milan e Juventus, tre tifoserie che dovrebbero essere divise
da quella sana rivalità sportiva e basare proprio su quella rivalità la propria
differenza, le proprie peculiarità.
Credo che gli
episodi di domenica sera, in una società civile, dovrebbero essere la classica goccia
che fa travasare il vaso. Se poi ci vogliamo aggiungere i fatti successi a
Salerno, sempre domenica, dove gli Ultras della Nocerina, per contestare il
decreto del Pretore di Salerno che vietava l’ingresso allo stadio ai
sostenitori della Nocerina per ragioni di ordine pubblico, hanno minacciato i
giocatori della propria squadra diffidandoli di scendere in campo e di giocare
una partita in loro assenza, vediamo che altro ché goccia che fa traboccare il
vaso, qui la misura è ormai colma.
Quella parte dello
stadio che è considerata una zona franca, territorio dominato dagli Ultras è il
ricettacolo di quella persone profondamente vigliacche che hanno bisogno di
unirsi in branco per dare sfogo alle proprie frustrazioni. I vandali che hanno
distrutto i bagni dello JS e lanciato i rubinetti contro i tifosi Bianconeri,
così come l’altro branco che ha innalzato i cori: “Lavali, lavali col fuoco, o
Vesuvio lavali col fuoco... senti che puzza, scappano anche i cani, stanno
arrivando i napoletani, o colerosi terremotati, voi con il sapone non vi siete
mai lavati. Napoli m... Napoli colera sei la vergogna dell’Italia intera
- uccidete questi bastardi” traggono la loro forza dal fatto che la massa li
rende anonimi e li fa sentire impunibili, se dovessero essere affrontati
singolarmente a muso duro sarebbero i
primi a farsela sotto e a scappare, la
loro forza sta nel branco perché è il branco a infonde coraggio in chi non ne
ha di suo, ai vigliacchi e ai deboli.
Posso immaginare la
tristezza di Mariella Scirea ascoltando questi cori alzarsi dalla curva
intitolata a Gaetano Scirea, l’offesa che deve subire ogni volta che è
costretta ad assistere a questa esibizione di inciviltà.
Il peggio è che i
responsabili di tutto questo, una minoranza di imbecilli è bene dirlo,
conoscono benissimo le conseguenze dei loro atti, sanno che la Squadra che,
loro, dicono di sostenere dovrà giocare di fronte a uno stadio semivuoto, sanno
benissimo che la maggior parte dei chi gli sta attorno, che è gente onesta, ha
fatto dei sacrifici per comprare quell’abbonamento e sarà danneggiata dal loro
comportamento. Per queste e per mille
altre ragioni a questi imbecilli non deve essere più permesso di entrare in uno
stadio.
La Juventus ancora
una volta si è comportata in maniera encomiabile ed esemplare accettando le
regole, a differenza di altre società e altri dirigenti per fare un esempio a
caso Galliani e il Milan. Il
comportamento della Società dovrebbe già da solo servire a far capire, a questa
minoranza di Ultras, che la Juventus non li vuole, non sa che farsene di tifosi
del genere.
L’ho già scritto
altre volte e in differenti occasioni e mi fa piacere leggere che anche
Mariella Scirea è della mia stessa opinione, è ora ormai che si affronti il
problema Ultras in maniera radicale e definitiva, così come si è fatto in
Inghilterra dopo la tragedia del Heysel, non possono essere solo le Società a
risolverlo deve intervenire lo Stato con pugno duro e in maniera inflessibile.
Lo Stadio non è e non deve essere una zona franca per, balordi, violenti e
vigliacchi incivili. Lo Stadio deve essere un luogo di divertimento un luogo
dove poter portare i figli o i nipoti a vedere giocare i loro eroi, senza
timore,senza che i bambini debbano piangere di paura o i grandi temere per la
loro incolumità.
Da oggi lancerò sui
miei articoli un nuovo slogan che ripeterò sempre con la speranza che un giorno
venga scandito in tutti gli Stadi italiani senza differenza di fede sportiva e che
sia scandito in TUTTO lo Stadio dai padroni di casa come nel settore ospiti.
JUVENTUS PER SEMPRE
SARA’
FINO ALLA FINE
RIPRENDIAMOCI LO STADIO
Massimo Sottosanti
Twitter:
@JuveGrandeAmor
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