mercoledì 13 novembre 2013

RIPRENDIAMOCI LO STADIO



Oggi è scesa in campo anche Mariella Scirea, non avevo dubbi che prima o poi lo avesse fatto dicendo la sua sul problema delle curve e degli Ultras, Mariella Scirea l’ha fatto parlando del fenomeno su Repubblica e l’ha fatto come al solito con stile, signorilità e competenza. Riporto qui di seguito i passaggi a mio avviso i più salienti dell’intervento di Mariella Scirea:

"Purtroppo non sono sorpresa, me l’aspettavo, siamo recidivi. Ma due turni di chiusura fanno effetto. Questo è il prodotto del malessere del tifo italiano, di una sottocultura che conosce solo l’insulto.”

“Quando i tifosi bianconeri decisero di chiamare la curva col nome di mio marito, ormai 24 anni fa, ne fui molto felice, ma lo dissi subito: “Guardate che il nome di Gaetano Scirea richiede una grande responsabilità”. Stringemmo un patto: noi siamo la Juventus, la nostra curva deve distinguersi per correttezza. Con quegli ultrà era possibile un dialogo, ci confrontavamo, c’era un alto senso del rispetto, molti di loro ora sono genitori o nonni. I giovani che ne hanno preso il posto forse non si sentono responsabili del nome Scirea: le curve sono diventate un mondo a se stante, in cui non è facile introdursi e ragionare”
 “Serve un intervento radicale, come in Inghilterra dopo l’Heysel. E le società devono collaborare”.
Queste parte delle parole pronunciate dalla moglie dell’indimenticato ed indimenticabile Gaetano Scirea, inutile dire che chi ha un po’ di buon senso non può far altro che essere d’accordo con lei, però ahimè tra gli Ultras mi pare che di buon senso ce ne sia poco.

Tralascio il danno economico arrecato alla Juventus dal comportamento incivile degli Ultras, dal momento che pur essendo un aspetto estremamente importante gli Ultras, che dicono tanto di amare la Juventus, si rifiutano di comprendere e non si rendono, o non vogliono rendersi conto, quanti si potrebbe fare con i 700 mila euro pagati dalla Juventus dall’apertura dello JS di più utile per la Squadra con questo denaro, per esempio con 700 mila euro si possono acquistare due Under 16 di valore da far crescere e sarebbero soldi spesi meglio, anche se le il ricavato di queste multe sono destinati a progetti di promozione e beneficenza.
Immagino la grande frustrazione di Mariella Scirea, che 24 anni fa, rammentava ai tifosi di quel tempo la “grande responsabilità” che significa intitolare la Curva Bianconera al grande Gai Scirea, vedendo oggi quella stessa curva sanzionata e chiusa per il comportamento “imbecille” di alcuni individui. Che fondamentalmente non sono diversi da quegli stessi che hanno distrutto i bagni dello JS e hanno lanciato gavettoni di urina ed escrementi verso i Tifosi Bianconeri.

Quello che è successo Domenica allo JS pare quasi frutto di una strategia concordata tra le frange violente delle due tifoserie, io ti insulto e tu reagisci così facciamo capire (come recitava uno striscione) “ noi facciamo il cazzo che vogliamo”. Gli Ultras sono trasversali al fenomeno Calcio indipendentemente della fede sportiva che professano. Trasversalità dimostrata poche settimane fa, quando al San Paolo gli ultras Napoletani hanno esposto gli stessi striscioni con gli insulti che in altri stadi vengono rivolti a loro stessi, altra dimostrazione sono i comunicati sottoscritti dagli Ultras di Inter, Milan e Juventus, tre tifoserie che dovrebbero essere divise da quella sana rivalità sportiva e basare proprio su quella rivalità la propria differenza, le proprie peculiarità.

Credo che gli episodi di domenica sera, in una società civile, dovrebbero essere la classica goccia che fa travasare il vaso. Se poi ci vogliamo aggiungere i fatti successi a Salerno, sempre domenica, dove gli Ultras della Nocerina, per contestare il decreto del Pretore di Salerno che vietava l’ingresso allo stadio ai sostenitori della Nocerina per ragioni di ordine pubblico, hanno minacciato i giocatori della propria squadra diffidandoli di scendere in campo e di giocare una partita in loro assenza, vediamo che altro ché goccia che fa traboccare il vaso, qui la misura è ormai colma.

Quella parte dello stadio che è considerata una zona franca, territorio dominato dagli Ultras è il ricettacolo di quella persone profondamente vigliacche che hanno bisogno di unirsi in branco per dare sfogo alle proprie frustrazioni. I vandali che hanno distrutto i bagni dello JS e lanciato i rubinetti contro i tifosi Bianconeri, così come l’altro branco che ha innalzato i cori: “Lavali, lavali col fuoco, o Vesuvio lavali col fuoco... senti che puzza, scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani, o colerosi terremotati, voi con il sapone non vi siete mai lavati. Napoli m... Napoli colera sei la vergogna dell’Italia intera  - uccidete questi bastardi” traggono la loro forza dal fatto che la massa li rende anonimi e li fa sentire impunibili, se dovessero essere affrontati singolarmente a muso duro  sarebbero i primi a farsela sotto e a scappare, la loro forza sta nel branco perché è il branco a infonde coraggio in chi non ne ha di suo, ai vigliacchi e ai deboli.
Posso immaginare la tristezza di Mariella Scirea ascoltando questi cori alzarsi dalla curva intitolata a Gaetano Scirea, l’offesa che deve subire ogni volta che è costretta ad assistere a questa esibizione di inciviltà.

Il peggio è che i responsabili di tutto questo, una minoranza di imbecilli è bene dirlo, conoscono benissimo le conseguenze dei loro atti, sanno che la Squadra che, loro, dicono di sostenere dovrà giocare di fronte a uno stadio semivuoto, sanno benissimo che la maggior parte dei chi gli sta attorno, che è gente onesta, ha fatto dei sacrifici per comprare quell’abbonamento e sarà danneggiata dal loro comportamento. Per queste e per mille altre ragioni a questi imbecilli non deve essere più permesso di entrare in uno stadio.
La Juventus ancora una volta si è comportata in maniera encomiabile ed esemplare accettando le regole, a differenza di altre società e altri dirigenti per fare un esempio a caso Galliani e il Milan. Il comportamento della Società dovrebbe già da solo servire a far capire, a questa minoranza di Ultras, che la Juventus non li vuole, non sa che farsene di tifosi del genere.

L’ho già scritto altre volte e in differenti occasioni e mi fa piacere leggere che anche Mariella Scirea è della mia stessa opinione, è ora ormai che si affronti il problema Ultras in maniera radicale e definitiva, così come si è fatto in Inghilterra dopo la tragedia del Heysel, non possono essere solo le Società a risolverlo deve intervenire lo Stato con pugno duro e in maniera inflessibile. Lo Stadio non è e non deve essere una zona franca per, balordi, violenti e vigliacchi incivili. Lo Stadio deve essere un luogo di divertimento un luogo dove poter portare i figli o i nipoti a vedere giocare i loro eroi, senza timore,senza che i bambini debbano piangere di paura o i grandi temere per la loro incolumità.

Da oggi lancerò sui miei articoli un nuovo slogan che ripeterò sempre con la speranza che un giorno venga scandito in tutti gli Stadi italiani senza differenza di fede sportiva e che sia scandito in TUTTO lo Stadio dai padroni di casa come nel settore ospiti.

JUVENTUS PER SEMPRE SARA’

FINO ALLA FINE

RIPRENDIAMOCI LO STADIO

Massimo Sottosanti


Twitter: @JuveGrandeAmor

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