In questi giorni di in cui il
campione di etica, non che l’incompetente, Abete si dissocia dalla proposta,
moralizzatrice, avanzata dal CONI tramite la riforma del Codice di Giustizia Sportiva, assistiamo ad un
altro esempio di applicazione delle regole secondo pesi e misure diversi.
L’occasione per vedere come i
comportamenti della FIGC siano eticamente corretti questa volta ci vene data
dal calcio giovanile. La settimana scorsa Birindelli, sarà un caso, ex
giocatore della Juventus del periodo Farsopoli(?), ed oggi responsabile del settore giovanile del Pisa
calcio, durante una partita del campionato esordienti, resosi conto che due genitori sulle tribune stavano litigando per un passaggio sbagliato, decide di far
uscire la squadra dal campo e ritirarla di fatto dalla partita.
Una persona di buon senso, e con
un briciolo di senso etico e morale, applaudirebbe a questa iniziativa di
Birindelli perché, se a livello di esordienti e da parte dei genitori si arriva a
litigare violentemente, è meglio smettere per il bene dei ragazzi, se poi, i ragazzi, hanno dei genitori che non sono in grado di educarli, perlomeno ricevono un
esempio, positivo e importante, dall'allenatore, che sicuramente sarà di aiuto (forse minimo) nel loro percorso di crescita non solo come
calciatori ma soprattutto come cittadini. La decisione della giustizia
calcistica in questo caso è stata di ferrea applicazione del regolamento,
partita persa e un punto di penalizzazione alla Squadra Esordienti del Pisa.
Ieri si doveva decidere se
confermare o meno la chiusura delle Curve di Inter e Roma per i cori razzisti
intonati delle due tifoserie nelle ultime gare di Campionato, entrambe le
Società avevano già ricevuto la diffida, quindi la squalifica è automatica da
regolamento. Però c’è di mezzo il derby della Madunina ed è coinvolta la Roma,
che ad ogni minimi alito di vento grida al gomblotto(!). Allora la giustizia
gestita da quel campione di etica che è Abete emette la seguente decisione:
“circa la percezione reale del
fenomeno espressivo di discriminazione, dovendosi constatare che nel rapporto
dei collaboratori federali non vi è cenno circa l’esatta percezione da parte
degli stessi per come collocati all’interno dell’impianto, bensì si ha riguardo
alla percepibilità da parte dei settori confinanti a quello occupato dalla
tifoseria ospite”
Volutamente ho portato due esempi
che non c'entrano con la Juventus, a meno che Birindelli non debba pagare a
prescindere l’aver indossato la maglia Bianconera, ma entrambi riguardanti la
tematica del tifo violento, incivile e male educato. In un caso un allenatore
decide che si sia passato il limite, il limite della decenza, il limite della
civiltà ancor più in un contesto di calcio giovanile, che dovrebbe privilegiare
l’ aspetto educativo prima che quello agonistico.Nel caso delle Curve chiuse, probabilmente gli amici di quei due padri che litigavano per un
passaggio sbagliato fanno parte delle bande di Ultras, e del problema del tifo violento e degli Ultras che continuano impunemente a ricattare il Calcio Italiano, cosa fa la FIGC, premia i violenti e punisce chi la violenza la combatte.
Non è un caso che la FIGC possa vantarsi del record dei processi disciplinari dello sport italiano, ben il 65% dei giudizi è appannaggio della FIGC di Abete, credo che ci sia da vergognarsi più che rivendicarli come un diritto all'autonomia.
È ormai assodata la totale
incapacità, si badi bene l’incapacità non l’incompetenza, di Abete e di tutta
la FIGC, questo episodio dimostra una volta di più di che Abete ed i suoi compari sanno essere forti con i deboli e deboli con i forti.
Questi due esempi sono un chiaro
segno di inciviltà sportiva e civica, chi ha emesso queste due sentenze
dovrebbe vergognarsi, chi le accetta tacitamente senza correggere il tiro
dovrebbe essere cacciato dal contesto sportivo.
Non stupiamoci quindi se chi
distrugge i servizi di uno stadio o chi tifa sempre e solo contro, non verrà mai punito, è ormai lampante che la FIGC non è in grado di reprimere il tifo
violento. Così come la FIGC non è in grado, e l’ha dimostrato più volte, di gestire
la giustizia sportiva. Quindi ben venga la riforma del diritto sportivo voluta
dal CONI di Giovanni Malagò, però che la moralizzazione dello Sport Italiano
non si fermi a questa riforme che è solo il primo passo, che Malagò vada avanti
e abbia la forza di porre fine al clientelismo politico degli incapaci come Abete e
Petrucci ed inizi una nuova era fatta di manager con provate capacità e
professionalità, solo così si potrà vedere l’uscita del tunnel.
Non ci sono cattivi reggimenti, ma solo colonnelli incapaci (cit. Napoleone Bonaparte)
JUVENTUS PER SEMPRE SARA’
FINO ALLA FINE
Massimo Sottosanti
Twitter: @JuveGrande Amor
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