giovedì 12 dicembre 2013

NOI NON SIAMO PIANGINA SIAMO LA JUVENTUS



Il giorno dopo la sconfitta di Istanbul si sente e si legge sul web di tutto e di più, addirittura si è scomodata la Gazzetta di Crescenzago, con tutta la sua autorevolezza nel creare il “sentimento popolare” e suscitando sospetti, titolando che i Turchi avrebbero rovinato appositamente la metà campo dove la Juventus doveva attaccare.

La responsabilità di quello che è successo a Istanbul è totalmente a carico della UEFA, ammettiamo che  i turchi abbiano fatto i “furbi”, ammettiamo che il Galatasaray abbia fatto di tutto per far rimandare la partita, ammettiamo, in fine, che i turchi l’abbiano fatto a posta a rovinare la metà campo dove doveva attaccare le Juventus per tutto il secondo tempo, ammesso tutto questo, vorrei capire a cosa serve il delegato UEFA se non è in grado di verificare che la squadra ospitante garantisca le migliori condizioni per la disputa delle gare di CL e EL. La Telekom Turkish Arena è uno stadio nuovo ed è considerato di prima fascia dalla UEFA allora com’è possibile che martedì sera il campo si sia ridotto in quelle condizioni dopo 10 minuti di nevicata. 

Se la UEFA pretendeva che la partita venisse ripresa giorno seguente (mercoledì), il delegato UEFA martedì notte doveva pretendere  di verificare il funzionamento delle serpentine, lo stesso delegato UEFA martedì notte doveva pretendere  che fossero stesi i teloni a protezione del campo. Queste verifiche e dare pretendere che vengano applicate le sue disposizioni dovrebbe essere compito dei delegati UEFA altrimenti mi spieghino quel’è la loro funzione. Viene il dubbio che la principale funzione dei delegati UEFA sia quella di fare turismo sportivo in giro per l’Europa a spese della UEFA. La UEFA ci esce male, molto male da questa faccenda. Quindi è inutile prendersela con i turchi o con la neve, l’unico vero responsabile è la UEFA.

Ma veniamo all’aspetto sportivo, la Juventus ha “meritato” l’esclusione perché ad inizio stagione, quando si sono giocate le prime due partite di UCL contro il Copenhagen e contro il Galatasaray, la Squadra  era scarica a livello psicologico, i ragazzi venivano da due stagioni esaltanti hanno avuto un, naturale ed umano, calo psicologico che è durato fino ai quattro cazzotti presi a Firenze. Un calo psicologico nel campionato italiano lo si può “gestire” abbastanza agevolmente, i valori tecnici in campo in Italia sono lontani dagli standard europei, ma non in Champions, in Champions si deve dare il massimo in ogni partita, non ci si può permettere il lusso di snobbare nessun avversario.

È facile osannare Conte come condottiero della Juventus, un po’ più difficile a ascoltarlo e accattarlo quando le sue dichiarazioni chiare inquadrano la situazione dello spogliatoio in maniera chiara e oggettiva. Non ha tutti fa piacere ascoltare le parole di Antonio  quando dice che quest’anno sarà molto più difficile degli anni addietro e ancor meno fa piacere ascoltare le ragioni per cui fa questa affermazione. La Juventus per vincere deve girare al 110%, una Juventus solo al 99% va in difficoltà, perché questa squadra è una magnifica incompiuta, l’ha detto Conte a Luglio e lo seguita a ripetere, certo è più facile, è più gratificante ascoltare le lodi, interessate, di chi dice che questa è una squadra di fenomeni, che la Juventus è la favorita e tutti i bla bla bla dei tromboni mediatici. Conte prima di essere un condottiero è un Uomo di grande onestà intellettuale e sincero, quindi quando lancia degli allarmi non li lancia solo per togliersi i sassolini dalle scarpe, come piace tanto dire ai media, ma lo fa perché quella è la realtà della Squadra e dello spogliatoio che lui vive giornalmente, piaccia o non piaccia, ai tifosi, ai giornalisti e ai tromboni pallonari italiani.
La tradizione della Juventus e degli Juventini è quella di accettare le vittorie e le sconfitte sul campo, non è nel DNA della Juventus e degli Juventini fare i “piangina”, non fa parte della cultura Bianconera lamentarsi a priori per ottenere dei benefici, così come non è parte della nostra tradizione cercare delle scuse per le sconfitte.

L’avventura in Champions per questa stagione è terminata, dobbiamo accettare il verdetto del campo ma soprattutto dobbiamo guardare avanti, la Europa League ci aspetta e dobbiamo onorarla, dobbiamo onorarla per l’apporto economico alle casse della Società che ne deriverebbe da una eventuale vittoria. Il terzo scudetto consecutivo è una sfida fondamentale per la nostra stagione, ricordiamoci che questo è l’obbiettivo primario che fu stabilito dalla Società e da Conte, consci delle insidie e del divario che c’è ancora tra la Juventus ed i Top Clubs europei. Poi c’è la Coppa Italia un trofeo che ci manca orami da troppo tempo. La stagione non è compromessa, c’è ancora tempo e molte possibilità perché i soliti disfattisti salgano sul carro del vincitore.

Il calcio italiano è oggettivamente in generale ad un livello inferiore a quello di altri Paesi Europei, questo vuol dire molto, quando leggo commenti come quello di Garcia, che ha il coraggio di definire Roma Fiorentina, di domenica scorsa, un match a livello di Champions League mi verrebbe da ridere se non fossi cosciente che una dichiarazione del genere viene presa sul serio. Nonostante l’esclusione dalla Champions la Juventus, insieme al Napoli, è la squadra più Europea del Campionato Italiano, è difficile crescere a livello psicologico, mentale e di abitudine a giocare gare serrate nella Serie A. Smettiamola di illuderci che la Serie A è il più bel campionato al mondo, non è vero, la realtà è che la Serie A è un torneo equilibrato con un livello medio basso, prendiamone atto perché in Europa non si va lontano se non invertiamo la tendenza del calcio nostrano.

Siamo la Juventus accettiamo la sconfitta, rimettiamoci subito al lavoro e ricordiamoci che:

Chi vince scrive, fa storia, gli altri possono fare solo chiacchiere

JUVENTUS PER SEMPRE SARA’

FINO ALLA FINE

Massimo Sottosanti


Twitter: @JuveGrandeAmor 

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