Il giorno dopo la sconfitta di Istanbul si sente e si legge
sul web di tutto e di più, addirittura si è scomodata la Gazzetta di
Crescenzago, con tutta la sua autorevolezza nel creare il “sentimento popolare”
e suscitando sospetti, titolando che i Turchi avrebbero rovinato appositamente
la metà campo dove la Juventus doveva attaccare.
La responsabilità di quello che è successo a Istanbul è
totalmente a carico della UEFA, ammettiamo che
i turchi abbiano fatto i “furbi”, ammettiamo che il Galatasaray abbia
fatto di tutto per far rimandare la partita, ammettiamo, in fine, che i turchi
l’abbiano fatto a posta a rovinare la metà campo dove doveva attaccare le
Juventus per tutto il secondo tempo, ammesso tutto questo, vorrei capire a cosa
serve il delegato UEFA se non è in grado di verificare che la squadra ospitante
garantisca le migliori condizioni per la disputa delle gare di CL e EL. La
Telekom Turkish Arena è uno stadio nuovo ed è considerato di prima fascia dalla
UEFA allora com’è possibile che martedì sera il campo si sia ridotto in quelle
condizioni dopo 10 minuti di nevicata.
Se la UEFA pretendeva che la partita
venisse ripresa giorno seguente (mercoledì), il delegato UEFA martedì notte doveva pretendere di verificare il funzionamento delle
serpentine, lo stesso delegato UEFA martedì notte doveva pretendere che
fossero stesi i teloni a protezione del campo. Queste verifiche e dare pretendere
che vengano applicate le sue disposizioni dovrebbe essere compito dei delegati
UEFA altrimenti mi spieghino quel’è la loro funzione. Viene il dubbio che la
principale funzione dei delegati UEFA sia quella di fare turismo sportivo in
giro per l’Europa a spese della UEFA. La UEFA ci esce male, molto male da
questa faccenda. Quindi è inutile prendersela con i turchi o con la neve,
l’unico vero responsabile è la UEFA.
Ma veniamo all’aspetto sportivo, la Juventus ha “meritato”
l’esclusione perché ad inizio stagione, quando si sono giocate le prime due
partite di UCL contro il Copenhagen e contro il Galatasaray, la Squadra era scarica a livello psicologico, i ragazzi
venivano da due stagioni esaltanti hanno avuto un, naturale ed umano, calo
psicologico che è durato fino ai quattro cazzotti presi a Firenze. Un calo
psicologico nel campionato italiano lo si può “gestire” abbastanza agevolmente,
i valori tecnici in campo in Italia sono lontani dagli standard europei, ma non
in Champions, in Champions si deve dare il massimo in ogni partita, non ci si
può permettere il lusso di snobbare nessun avversario.
È facile osannare Conte come condottiero della Juventus, un
po’ più difficile a ascoltarlo e accattarlo quando le sue dichiarazioni chiare
inquadrano la situazione dello spogliatoio in maniera chiara e oggettiva. Non
ha tutti fa piacere ascoltare le parole di Antonio quando dice che quest’anno sarà molto più
difficile degli anni addietro e ancor meno fa piacere ascoltare le ragioni per
cui fa questa affermazione. La Juventus per vincere deve girare al 110%, una
Juventus solo al 99% va in difficoltà, perché questa squadra è una magnifica
incompiuta, l’ha detto Conte a Luglio e lo seguita a ripetere, certo è più
facile, è più gratificante ascoltare le lodi, interessate, di chi dice che
questa è una squadra di fenomeni, che la Juventus è la favorita e tutti i bla
bla bla dei tromboni mediatici. Conte prima di essere un condottiero è un Uomo
di grande onestà intellettuale e sincero, quindi quando lancia degli allarmi
non li lancia solo per togliersi i sassolini dalle scarpe, come piace tanto dire
ai media, ma lo fa perché quella è la realtà della Squadra e dello spogliatoio
che lui vive giornalmente, piaccia o non piaccia, ai tifosi, ai giornalisti e
ai tromboni pallonari italiani.
La tradizione della Juventus e degli Juventini è quella di accettare
le vittorie e le sconfitte sul campo, non è nel DNA della Juventus e degli
Juventini fare i “piangina”, non fa parte della cultura Bianconera lamentarsi a
priori per ottenere dei benefici, così come non è parte della nostra tradizione
cercare delle scuse per le sconfitte.
L’avventura in Champions per questa stagione è terminata,
dobbiamo accettare il verdetto del campo ma soprattutto dobbiamo guardare
avanti, la Europa League ci aspetta e dobbiamo onorarla, dobbiamo onorarla per
l’apporto economico alle casse della Società che ne deriverebbe da una
eventuale vittoria. Il terzo scudetto consecutivo è una sfida fondamentale per
la nostra stagione, ricordiamoci che questo è l’obbiettivo primario che fu
stabilito dalla Società e da Conte, consci delle insidie e del divario che c’è
ancora tra la Juventus ed i Top Clubs europei. Poi c’è la Coppa Italia un
trofeo che ci manca orami da troppo tempo. La stagione non è compromessa, c’è
ancora tempo e molte possibilità perché i soliti disfattisti salgano sul carro
del vincitore.
Il calcio italiano è oggettivamente in generale ad un
livello inferiore a quello di altri Paesi Europei, questo vuol dire molto,
quando leggo commenti come quello di Garcia, che ha il coraggio di definire
Roma Fiorentina, di domenica scorsa, un match a livello di Champions League mi
verrebbe da ridere se non fossi cosciente che una dichiarazione del genere
viene presa sul serio. Nonostante l’esclusione dalla Champions la Juventus,
insieme al Napoli, è la squadra più Europea del Campionato Italiano, è
difficile crescere a livello psicologico, mentale e di abitudine a giocare gare
serrate nella Serie A. Smettiamola di illuderci che la Serie A è il più bel
campionato al mondo, non è vero, la realtà è che la Serie A è un torneo
equilibrato con un livello medio basso, prendiamone atto perché in Europa non
si va lontano se non invertiamo la tendenza del calcio nostrano.
Siamo la Juventus accettiamo la sconfitta, rimettiamoci
subito al lavoro e ricordiamoci che:
“Chi vince scrive,
fa storia, gli altri possono fare solo chiacchiere”
JUVENTUS PER SEMPRE SARA’
FINO ALLA FINE
Massimo Sottosanti
Twitter: @JuveGrandeAmor
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