Destabilizzare la destabilizzazione
Sì, è vero, non abbiamo letto granché in proposito sui giornali 'del giorno dopo'.
Un po' perché il giornale che orienta, la Bibbia di Calciopoli, quella
rosea gazzetta che ormai, complice, forse, la crisi, si trova sempre più
raramente persino sui banconi dei gelato, era in sciopero: gli orientanti non
gradiscono che il loro datore di lavoro cerchi di supplire alla vendite in
picchiata, limitando nel contempo i tagli del personale, con l'operazione
Gazzabet, nella quale il nome della testata sarebbe associato a gestori del
business delle scommesse sportive; sembra loro strategia troppo poco 'etica'.
Vien da ridere (o forse da piangere amaramente sulle sorti di quello che fu il
giornalismo italiano) se si pensa con con quale entusiasmo e souplesse etica
abbiano abbracciato e diffuso la Grande Farsa di Calciopoli...
Ma nemmeno gli
altri media ci hanno speso alcunché...
Però la notizia era
grossa.
Cavoli! Dopo mesi che si raccontava, con accenti di certezza, che
Conte era stufo di questa Juve, litigava con Marotta, era allettato da possibili
elevati guadagni all'estero, lontano da questo calcio di bassa lega (e questo è
veramente il maggior cruccio di Conte: dover convivere con un mondo dove i
valori dello sport non sono rispettati, gli avversari vengono insultati e fatti
oggetto di atti violenti), ecco che Antonio, al Gran Galà, ha detto, in tutta
tranquillità: "Lo sanno tutti che alla Juventus sono a casa mia, quindi a casa
si sta bene, si è coccolati e si cerca di dare il massimo". Alla faccia del
disagio, delle liti, della valigia in mano.
Certo, di queste cose lui con i
giornalisti nel pre-gara non avrà più occasione di parlare, perché giorni fa è
stato chiaro: 'Niente più conferenze stampa pre-partita'. Parlerà dopo le
partite. A patto però che si parli di calcio: chi trasgredirà la regola verrà
invitato ad accomodarsi in curva, dove stanno i tifosi. Temiamo che le curve si
affollerebbero e le sale stampa si svuoterebbero, a occhio.
Lo sanno
tutti che Antonio alla Juve è a casa sua: e il primo a saperlo è certamente il
suo presidente, Andrea Agnelli, che l'ha scelto dopo il colloquio di tre ore di quel 1° maggio 2011,
un colloquio inseguito da Conte, che voleva tornare a casa e che era riuscito a
convincerlo con tutte le migliori armi a sua disposizione: parlando di
calcio.
Ma Varriale a questi punto cercava lo scoop: informare Andrea Agnelli che Conte non
se ne andava (più)!
E Andrea lo ha soavemente stroncato: "Io con Antonio ci
parlo tutti i giorni, non ho bisogno delle conferme in diretta".
Ma era
già la seconda batosta, perché la prima, con la stessa soavità, l'aveva inferta
un altro che non parla molto, è vero, ma quando lo fa lascia il segno, senza
bisogno di urlare, solo per quello che dice, anche se si tratta di monosillabi.
Chiedendogli 'se sarebbe rimasto alla Juve', Varriale pensava forse di innescare una
polemica e contemporaneamente destabilizzare l'ambiente: già... Pirlo è rimasto in
panchina le ultime partite, Conte nel suo ruolo sta provando Marchisio... bla..
bla... bla. Non importa se sia Agnelli che Marotta avevano detto che anche Pirlo alla Juve si sentiva a casa sua...
Comunque a qualsiasi strumentalizzazione ha posto il tappo lo stesso
centrocampista con un semplice, laconico quanto ridondante: "Sì, sì". Fine della
storia.
E adesso? Adesso i pennivendoli punteranno forte su Pogba, Vidal
e Marchisio: diamine, la Juve non può tenere i suoi campioni. Altrimenti, quando
Roma e Napoli riusciranno mai a vincere?
E hanno già messo nel mirino persino
un bianconero a metà, quel Berardi che ieri non si è presentato a ritirare il
premio, Varriale: "Berardi è molto bravo sul campo, un po' meno davanti alle
telecamere. E' un po' scavezzacollo: doveva stare qui ed è assente
ingiustificato. Lo sottolineiamo con la matita rossa, perché i giovani devono
crescere sul campo e fuori". Un bad boy, insomma, nonostante il ds del suo club,
il Sassuolo, avesse spiegato che il ragazzo aveva preso una botta ed era stato
costretto a sottoporsi ad accertamenti. Tutto il contrario di quel Balotelli che
per tutti ha bisogno di tanto amore, e pazienza se lui ricambia con un
gestaccio.
Berardi, per salvarsi, dovrà star lontano dalla Juve, e già si
parla di grandi club stranieri pronti a dargli la caccia.
Ma forse anche lui, come tanti altri, vorrà provare l'inebriante sensazione di stare in un habitat in cui è facile sentirsi a casa propria....
Inutile, è
così, non finirà mai, basta ignorarli.
La Juve risponde coi fatti: "Abbiamo
idee e forza" ha detto Conte.
E vogliamo "continuare a stupire".
Ancora e
sempre.
Carmen Vanetti (aka Angelo Ribelle)
Twitter: @JuveGrandeAmor
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