Moggi a Linus: 'Studia Calciopoli!'
Ogni tanto qualcuno dei tifosi cosiddetti vip della Juventus si fa beccare in
castagna sulla conoscenza dei veri fatti di Calciopoli; è già capitato più volte
e in questi giorni è toccato ad esempio a Linus, al secolo Pasquale Di
Molfetta.
Per la verità il personaggio al riguardo ha sempre mostrato più di
una lacuna nella preparazione e, sin dall'inizio, dal 2006, ha sempre tenuto
sulla questione un atteggiamento di adesione alle tesi dis-orientanti della
rosea Gazzetta anziché cercare, come molti di noi, la verità. Archiviò in fretta
la questione e, sottobraccio idealmente a Blanc e Cobolli Gigli, invitò a
guardare avanti (verso il precipizio), arricciando sempre il naso davanti alle
rievocazioni delle gesta della Triade.
Né ebbe il coraggio di obiettare
quando ospitò in trasmissione a Radio DeeJay quel Marco Travaglio che si
produsse in una filippica contro Luciano Moggi (che gli sarebbe poi costata una
denuncia per diffamazione aggravata da parte di Moggi). Nonostante questi
scivoloni, era stato comunque scelto per presentare una parte della cerimonia di
inaugurazione dello Juventus Stadium.
Nei giorni scorsi hanno suscitato
scalpore alcune sue parole a Sky in cui aveva osservato come in passato qualche
favoritismo arbitrale avesse fatto passare in secondo piano la forza sul campo
dei bianconeri; tesi sostanzialmente ribadita in un'intervista a 'TuttoJuve', in
cui si era autodefinito 'uno juventino sportivo che riconosce quando qualcuno
non si comporta bene, anche se fa parte o favorisce la mia squadra'. E
sosteneva: "Per esempio nell’annata 2005/2006, quella di Calciopoli, penso che
avere favori non fosse necessario, perché quella squadra era talmente forte di
suo che poteva vincere contro chiunque. Chi fu coinvolto in questo Scandalo fece
del male non solo alla Juventus ma anche a se stesso. Oggi quella formazione
potrebbe tranquillamente battere Barcellona o Real Madrid". Naturalmente già
commettendo la prima grossolana inesattezza parlando della stagione 2005-2006,
mai sotto inchiesta. Ma a lui ha voluto rispondere personalmente, dalle colonne
di 'Libero', Luciano Moggi, uno di quelli che, a suo dire, avrebbe fatto male
alla Juventus.
E Moggi, fatti alla mano, gli ha spiegato come il
ribaltone di Calciopoli abbia portato a colpevolizzare proprio quei dirigenti,
quelli della corazzata Juventus, che erano invece coloro che si battevano per la
regolarità dei tornei (cosa normale, visto che, per ammissione dello stesso
Linus, non avevano bisogno di trucchi per vincere) contro coloro che sono stati
poi smascherati, con colpevole, ahimè, ritardo, da Palazzi. Moggi ha anche
spiegato come a far del male alla Juventus sia stata la pseudodifesa
dell'avvocato Zaccone che si disse disponibile ad accettare per il club la
retrocessione con penalizzazione dicendo "nell’occasione di aver letto tutto in
una settimana - scrive Moggi - (i miei difensori hanno impiegato 5 anni) e di
aver tratto impressione che la Juventus poteva correre pericoli maggiori.
Giraudo e Moggi erano per lui i colpevoli da punire additandoli all’opinione
pubblica".
Poi l'ex dg bianconero ha ricordato le rumorose dimissioni
dalla Figc dell'avvocato Benedetto, sin dall'inizio critico sulla conduzione
dell'intera questione e in particolare sulla non terzietà dei giudici: "Come si
fa a portare avanti un processo senza alcun criterio oggettivo? C'è una cupola
che ha condizionato il campionato senza condizionare le singole partite. E poi
Guido Rossi ha avuto la non proprio eccellente idea di nominare tutti i nuovi
giudici praticamente alla vigilia del processo. Ma non sono stati sostituiti
solo i magistrati. È stata direttamente rivoluzionata tutta la Caf. Sono stati
cambiati anche gli avvocati. Se io dovessi essere processato da un giudice
nominato dal mio accusatore e che durante la camera di consiglio pensa pure di
andarsene in Parlamento a spiegare cosa è l'etica e cosa è un sistema pulito e
sano, io sinceramente non starei tanto tranquillo. Quindi o il processo è una
farsa oppure qui ognuno fa un po’ come crede sia giusto fare. Non sono state
rispettate neanche le regole e sono state utilizzate modalità piuttosto anomale
nella strutturazione del processo" (intervista al 'Foglio' del 18 luglio
2006).
Tesi che lo stesso Benedetto ebbe a ribadire nel dicembre 2010 in
un'intervista a Tuttosport, parlando delle nuove indagini di Palazzi: "Direi che
inizia un'indagine più che una nuova indagine, perché allora non ce ne fu
nessuna di nessun tipo. Oltre a non esserci stata, durante i processi del 2006,
una fase di istruttoria dibattimentale, che avrebbe potuto cercare meglio la
verità. Fu una vera aberrazione del diritto che partorì un'oscenità giuridica,
provocando danni gravi. Fu una farsa, nella quale ognuno aveva una parte
preordinata e l'ha recitata pedissequamente. Altro che ricerca della verità! E
aggiungo che anche le vittime si attennero al copione..". Ed ancora: "Si
respirava un'aria di decisioni già prese, di giustizia popolare che, per me, è
sempre giustizia tribale o, come si scrisse, giustizia da bar sport. Per me era
chiaro anche allora che non esisteva un illecito, ma che quel tipo di
comportamento era diffuso, ma per quanto censurabile, non certamente
riconducibile all'articolo 6. Si sarebbe dovuto punire in modo meno severo e
piuttosto intervenire perché quell'atteggiamento generale cessasse".
Anche
queste tutte cose che probabilmente Linus non ha mai letto.
Poi Moggi
passa alla disamina degli arbitri rimasti tuttora impigliati nella rete di
Calciopoli: De Santis, Racalbuto (che ha usufruito della prescrizione cui i
suoi colleghi hanno invece rinunciato), Bertini e Dattilo. Per essere arbitri
legati all'associazione i primi tre hanno uno score addirittura impressionante.
De Santis, nel campionato sotto indagine 5 direzioni con la Juve con 4 sconfitte
(tra cui quella contro l'Inter, particolarmente sanguinosa perché seguita dalla
squalifica di Ibra per prova tv). Racalbuto, con un arbitraggio pesantemente
sfavorevole alla Juve in Roma-Juve (5 ammoniti tra i bianconeri e due mancate
espulsioni dei giallorossi) e per converso 'aiutino' (secondo la rosea, in
realtà aiutone) in Reggina-Milan 0-1, con due mancate espulsioni tra i rossoneri
(Nesta e Kakà). Bertini: il suo score con la Juve è di una vittoria e due
pareggi, col Milan di 4 vittorie e un pareggio, con una direzione in particolare
a 'spingere' il Milan a Bergamo con la mancata espulsione di Nesta e un
extratime decisivo. Poi c'è il povero Dattilo, che si starà ancora chiedendo, e
forse se lo chiederà finché campa, come è potuto finire in questo calderone, lui
che non ha mai arbitrato la Juve, ma solo quel disgraziato Udinese-Brescia
finito in rissa, sul quale è stato costruito un incredibile castello di fantasie
(dai giocatori ammoniti e dati come diffidati, condizione in cui invece non si
trovavano per cui furono regolarmente in campo contro la Juve; fino alle parole
di Giraudo a Moggi "Se è un po' sveglio gli dimezza l'Udinese", presentate come
pronunciate prima della gara, mentre in realtà furono dette dopo, alla luce di
quanto si era visto in campo per quella megarissa.
E non ci resta dunque
che condividere la chiusa di Moggi: "Pensa quindi, caro Linus, chi sono i
presunti sodali. Riflettere e aggiornarsi prima di parlare mi sembra il
minimo".
Un invito da estendere a tutti coloro che si ostinano a sostenere
tesi ormai improponibili.
Carmen Vanetti (aka Angelo Ribelle)
Twitter: @JuveGrandeAmor
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