mercoledì 1 gennaio 2014

MOGGI A LINUS: 'STUDIA CALCIOPOLI!'

Moggi a Linus: 'Studia Calciopoli!'



Ogni tanto qualcuno dei tifosi cosiddetti vip della Juventus si fa beccare in castagna sulla conoscenza dei veri fatti di Calciopoli; è già capitato più volte e in questi giorni è toccato ad esempio a Linus, al secolo Pasquale Di Molfetta.
Per la verità il personaggio al riguardo ha sempre mostrato più di una lacuna nella preparazione e, sin dall'inizio, dal 2006, ha sempre tenuto sulla questione un atteggiamento  di adesione alle tesi dis-orientanti della rosea Gazzetta anziché cercare, come molti di noi, la verità. Archiviò in fretta la questione e, sottobraccio idealmente a Blanc e Cobolli Gigli, invitò a guardare avanti (verso il precipizio), arricciando sempre  il naso davanti alle rievocazioni delle gesta della Triade.
Né ebbe il coraggio di obiettare  quando ospitò in trasmissione a Radio DeeJay quel Marco Travaglio che si produsse in una filippica contro Luciano Moggi (che gli sarebbe poi costata una denuncia per diffamazione aggravata da parte di Moggi). Nonostante questi scivoloni, era stato comunque scelto per presentare una parte della cerimonia di inaugurazione dello Juventus Stadium.

Nei giorni scorsi hanno suscitato scalpore alcune sue parole a Sky in cui aveva osservato come in passato qualche favoritismo arbitrale avesse fatto passare in secondo piano la forza sul campo dei bianconeri; tesi sostanzialmente ribadita in un'intervista a 'TuttoJuve', in cui si era autodefinito 'uno juventino sportivo che riconosce quando qualcuno non si comporta bene, anche se fa parte o favorisce la mia squadra'. E sosteneva: "Per esempio nell’annata 2005/2006, quella di Calciopoli, penso che avere favori non fosse necessario, perché quella squadra era talmente forte di suo che poteva vincere contro chiunque. Chi fu coinvolto in questo Scandalo fece del male non solo alla Juventus ma anche a se stesso. Oggi quella formazione potrebbe tranquillamente battere Barcellona o Real Madrid". Naturalmente già commettendo la prima grossolana inesattezza parlando della stagione 2005-2006, mai sotto inchiesta. Ma a lui ha voluto rispondere personalmente, dalle colonne di 'Libero', Luciano Moggi, uno di quelli che, a suo dire, avrebbe fatto male alla Juventus.

E Moggi, fatti alla mano, gli ha spiegato come il ribaltone di Calciopoli abbia portato a colpevolizzare proprio quei dirigenti, quelli della corazzata Juventus, che erano invece coloro che si battevano per la regolarità dei tornei (cosa normale, visto che, per ammissione dello stesso Linus, non avevano bisogno di trucchi per vincere) contro coloro che sono stati poi smascherati, con colpevole, ahimè, ritardo, da Palazzi. Moggi ha anche spiegato come a far del male alla Juventus sia stata la pseudodifesa dell'avvocato Zaccone che si disse disponibile ad accettare per il club la retrocessione con penalizzazione dicendo "nell’occasione di aver letto tutto in una settimana -  scrive Moggi - (i miei difensori hanno impiegato 5 anni) e di aver tratto impressione che la Juventus poteva correre pericoli maggiori. Giraudo e Moggi erano per lui i colpevoli da punire additandoli all’opinione pubblica".

Poi l'ex dg bianconero ha ricordato le rumorose dimissioni dalla Figc dell'avvocato Benedetto, sin dall'inizio critico sulla conduzione dell'intera questione e in particolare sulla non terzietà dei giudici:  "Come si fa a portare avanti un processo senza alcun criterio oggettivo? C'è una cupola che ha condizionato il campionato senza condizionare le singole partite. E poi Guido Rossi ha avuto la non proprio eccellente idea di nominare tutti i nuovi giudici praticamente alla vigilia del processo. Ma non sono stati sostituiti solo i magistrati. È stata direttamente rivoluzionata tutta la Caf. Sono stati cambiati anche gli avvocati. Se io dovessi essere processato da un giudice nominato dal mio accusatore e che durante la camera di consiglio pensa pure di andarsene in Parlamento a spiegare cosa è l'etica e cosa è un sistema pulito e sano, io sinceramente non starei tanto tranquillo. Quindi o il processo è una farsa oppure qui ognuno fa un po’ come crede sia giusto fare. Non sono state rispettate neanche le regole e sono state utilizzate modalità piuttosto anomale nella strutturazione del processo" (intervista al 'Foglio' del 18 luglio 2006).
Tesi che lo stesso  Benedetto ebbe a ribadire nel dicembre 2010 in un'intervista a Tuttosport, parlando delle nuove indagini di Palazzi: "Direi che inizia un'indagine più che una nuova indagine, perché allora non ce ne fu nessuna di nessun tipo. Oltre a non esserci stata, durante i processi del 2006, una fase di istruttoria dibattimentale, che avrebbe potuto cercare meglio la verità. Fu una vera aberrazione del diritto che partorì un'oscenità giuridica, provocando danni gravi. Fu una farsa, nella quale ognuno aveva una parte preordinata e l'ha recitata pedissequamente. Altro che ricerca della verità! E aggiungo che anche le vittime si attennero al copione..". Ed ancora: "Si respirava un'aria di decisioni già prese, di giustizia popolare che, per me, è sempre giustizia tribale o, come si scrisse, giustizia da bar sport. Per me era chiaro anche allora che non esisteva un illecito, ma che quel tipo di comportamento era diffuso, ma per quanto censurabile, non certamente riconducibile all'articolo 6. Si sarebbe dovuto punire in modo meno severo e piuttosto intervenire perché quell'atteggiamento generale cessasse".
Anche queste tutte cose che probabilmente Linus non ha mai letto.

Poi Moggi passa alla disamina degli arbitri rimasti tuttora impigliati nella rete di Calciopoli: De Santis, Racalbuto (che ha usufruito della prescrizione cui i suoi colleghi hanno invece rinunciato), Bertini e Dattilo. Per essere arbitri legati all'associazione i primi tre hanno uno score addirittura impressionante. De Santis, nel campionato sotto indagine 5 direzioni con la Juve con 4 sconfitte (tra cui quella contro l'Inter, particolarmente sanguinosa perché seguita dalla squalifica di Ibra per prova tv). Racalbuto, con un arbitraggio pesantemente sfavorevole alla Juve in Roma-Juve (5 ammoniti tra i bianconeri e due mancate espulsioni dei giallorossi) e per converso 'aiutino' (secondo la rosea, in realtà aiutone) in Reggina-Milan 0-1, con due mancate espulsioni tra i rossoneri (Nesta e Kakà). Bertini: il suo score con la Juve è di una vittoria e due pareggi, col Milan di 4 vittorie e un pareggio, con una direzione in particolare a 'spingere' il Milan  a Bergamo con la mancata espulsione di Nesta e un extratime decisivo. Poi c'è il povero Dattilo, che si starà ancora chiedendo, e forse se lo chiederà finché campa, come è potuto finire in questo calderone, lui che non ha mai arbitrato la Juve, ma solo quel disgraziato Udinese-Brescia finito in rissa, sul quale è stato costruito un incredibile castello di fantasie (dai giocatori ammoniti e dati come diffidati, condizione in cui invece non si trovavano per cui furono regolarmente in campo contro la Juve; fino alle parole di Giraudo a Moggi "Se è un po' sveglio gli dimezza l'Udinese", presentate come pronunciate prima della gara, mentre in realtà furono dette dopo, alla luce di quanto si era visto in campo per quella megarissa.

E non ci resta dunque che condividere la chiusa di Moggi: "Pensa quindi, caro Linus, chi sono i presunti sodali. Riflettere e aggiornarsi prima di parlare mi sembra il minimo".
Un invito da estendere a tutti coloro che si ostinano a sostenere tesi ormai improponibili.





Carmen Vanetti (aka Angelo Ribelle)

Twitter: @JuveGrandeAmor

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