Moggi rifarebbe quel
processo... ma non 'alla Narducci'...
"Ma voi volete rifare il processo di Napoli!" ha esclamato il pm Elio Ramondino nella prima udienza del processo, apertosi l'8 gennaio scorso presso la quarta sezione penale del Tribunale di Milano, nell'ambito della querela per diffamazione aggravata intentata contro Luciano Moggi da Gianfelice Facchetti, figlio del defunto presidente dell'Inter.
Ricordiamo
le affermazioni di Moggi che hanno suscitato l'ira di Facchetti jr: "Quello
che emerge dal processo di Napoli e che emergerà ancora - disse a Javier
Zanetti - le telefonate del tuo ex presidente che riguardano le griglie e la
richiesta a un arbitro di vincere la partita di Coppa Italia con il Cagliari, e
l'arbitro era Bertini. Ci sono le telefonate intercettate sue, le telefonate di
Moratti e la telefonata di imbarazzo di Bertini, i pedinamenti e le
intercettazioni illegali, anche i passaporti falsi e quindi sta zitto Zanetti, è
meglio per te ed è meglio per l'Inter". Il tutto rivolto a Javier Zanetti
nel corso della trasmissione 'Notti magiche del 23 ottobre
2010.
E
l'affermazione del pm trae spunto dal fatto che la difesa di Moggi,
rappresentata dal suo 'storico' legale Maurilio Prioreschi, ha presentato come
prove le trascrizioni delle telefonate di Facchetti con Paolo Bergamo (per
esempio quella del famoso 4-4-4), quella dell'arbitro Bertini in cui lo stesso
raccontava il colloquio avuto con Facchetti prima della partita di Coppa Italia
con il Cagliari e tutta la documentazione del processo Telecom nell'ambito del
quale Tavaroli ha ammesso di aver effettuato indagini illegali su De Santis e i
dirigenti della Juventus (indagini peraltro non smentite da Moratti stesso: "Un
tizio si offrì di farlo", disse a Fioretti Sabella). Inoltre sono stati chiamati
come testimoni gli stessi Bergamo e Bertini, oltre che l'ex dirigente dell'Inter
Oriali, a suo tempo coinvolto nello scandalo dei passaporti
falsi.
Il Giudice
Oscar Magi, che ha già deciso di ascoltare nella prossima udienza del 28 maggio
la registrazione della trasmissione, si è a questo punto riservato di decidere
sull'ammissione di tali prove presentate dalla difesa.
Dunque risalto all'accusa; ma le prove a favore dell'accusato?
Ci risiamo come con Narducci, che ha pensato solo a rincorrere i misfatti di Moggi, senza cercare quegli elementi che smentivano che vi fosse un sistema Moggi ma solo un malcostume consolidato (per lo meno sul piano penale).
Dunque risalto all'accusa; ma le prove a favore dell'accusato?
Ci risiamo come con Narducci, che ha pensato solo a rincorrere i misfatti di Moggi, senza cercare quegli elementi che smentivano che vi fosse un sistema Moggi ma solo un malcostume consolidato (per lo meno sul piano penale).
Solo i
fatti, oggetto delle prove presentate dalla difesa, dimostrano che Moggi aveva
semplicemente fotografato la realtà.
E si avrebbe
anche la dimostrazione di quanto sia fallace la
motivazione del rinvio a giudizio per diffamazione che avrebbe
fatto "falsamente intendere che lo stesso Giacinto Facchetti avesse commesso
quei reati quali quelli da lui (Moggi,
ndr) commessi".
Affermazione
che in realtà andrebbe ribaltata: è Luciano Moggi a non voler essere posto sullo
stesso piano di Giacinto Facchetti, a non voler lasciar falsamente intendere che
Moggi abbia commesso quei reati che il documento di Palazzi addebita a
Facchetti; e che la Juventus si sia resa colpevole di quelle riprovevoli e
abbiette azioni che hanno portato l'Inter per tribunali.
Perché
- al di là
della sussistenza di reati penali,
- al di là
del fatto che quelli di Moggi siano stati perseguiti e quelli Facchetti, prerché
si badò solo a correr dietro ai misfatti di Moggi (Casoria dixit) e l'Inter non
interessava (fu detto all'assistente Coppola dagli Auricchio boys nella caserma
di via Inselci)
- al di là
del fatto che sul piano sportivo l'Inter e i suoi dirigenti siano stati FATTI
SALVARE dalla giustizia domestica con la pazientissima attesa di una salvifica
prescrizione e al club sia stato addirittura regalato uno scudetto di merda e
cartone grazie all'elezione a commissario straordinario di quel Guido Rossi, ex
componente del CdA nerazzurro
AL DI LA' DI
TUTTO CIO'
Moggi e la
sua difesa, anche di fronte a chi propinava un tutti colpevoli tutti innocenti
(che non rende giustizia ai veri innocenti che Farsopoli ha trasformato nei
mostri da sbattere in prima pagina), i distinguo li hanno sempre
fatti
E mai
vorrebbero che si facesse "falsamente intendere" che lo stesso Moggi abbia
commesso quelle azioni (lasciamo perdere di categorizzarle, se e quali
appartenenti all'ambito della giustizia sportiva piuttosto che a quella
ordinaria) quali quelle commesse dall'Inter e dalla sua dirigenza (ricordiamo
che Facchetti fu presidente dell'Inter proprio dal 2004-2006, gli anni di
Calciopoli, inseminata nel 2002, ma sognata già dal 1998, sotto la presidenza
Moratti e partorita sotto quella di Facchetti; e, per la verità.
decontestualizzando, nemmeno quelle commesse dal Milan (dirigenza e
quadri).
Perché
Moggi
- non è mai entrato nello
spogliatoio prima della gara di un arbitro chiedendogli di smuovere la
casella delle vittorie nello score;
- perché
Moggi non ha mai
chiesto a nessuno un arbitro in particolare;
- perché non
esiste una telefonata di Moggi che possa paragonarsi a quella tra
Facchetti e Bergamo del 9 gennaio 2005 ore 12.53 poco prima di
Inter-Sampdoria 3-2, in cui il designatore dice al suo interlocutore che
l'arbitro (in quel caso Bertini) "viene predisposto a fare una bella
partita" e che "è una sfida che la vinciamo
insieme";
- perché non
esiste una telefonata in cui Moggi chieda
ad un designatore (in questo caso Pairetto) se abbia messo in forma
l'arbitro della partita (in questo caso Trefoloni), col designatore che conclude
con un Ci sentiamo presto, mi raccomando, sai che son sempre cose private,
eh?!);
- perché non
esiste una telefonata in cui Moggi chiami un designatore
(Bergamo) per promettergli un 'regalino' da parte della proprietà da passare
a ritirare direttamente in sede, per fare così alcune riflessioni insieme e su
come raddrizzare la situazione in campionato (con promessa di
aiutino).
Perché la
Juve non è mai stata coinvolta in losche faccende di falsificazioni di
documenti; né i suoi dirigenti né i suoi calciatori hanno mai dovuto patteggiare
pene in proprio (dopo essere stati graziosamente sanzionati con un 'birichino'
da quella stessa giustizia domestica (ai tempi capitanata da Petrucci) che nel
2006 con la Juve avrebbe poi usato bombe e cannoni.
Nè tantomeno
la Juve ha mai sottoposto ad una scientifica opera di intelligence giocatori,
arbitri e dirigenti di altre squadre, mentre i suoi dirigenti sono stati spiati
dalla squadra di Tavaroli.
Buffon ha
detto che la Juve è come il maggiordomo: sempre colpevole per chi non
vince.
Moggi e la
Juve non vogliono rimanere il maggiordomo di Calciopoli.
E' evidente
che in casa nerazzurra certi ricordi li vorrebbero prescritti come gli illeciti
contenuti nel documento di Palazzi; ed ogni volta che vengono disseppelliti per
l'Inter sono altrettanti goal subìti, in questo caso praticamente
autogol.
Ma una
sentenza deve basarsi su dati di fatto. E questi indubitabilmente lo sono, nella
loro concretezza.
E le
chiacchiere stanno a zero.
Piaccia o non piaccia.
Carmen Vanetti (aka Angelo Ribelle)
Twitter: @JuveGrandeAmor
Nessun commento:
Posta un commento