La bella incompiuta
Ha ragione Conte quando afferma che (fuor da ogni polemica, per carità...) la sua Juve è più bella di quella di
Capello, che era sì più forte ma davanti alla quale questa non sfigura
affatto a livello di risultati. E può correre ancora, mentre l'altra ebbe le ali
tarpate da Farsopoli.
E la crescita è uno dei mantra di Antonio il quale, proprio nella
conferenza stampa pre-Trabzonspor, ha ribadito la necessità di poter contare al
100% su tutta la rosa. Ma proprio la gara di Europa League ha dimostrato che la
realtà, al momento, non è questa: per fortuna di fronte non c'era un Bayern, ma
solo i turchi di Trebisonda, squadra combattiva ma mediocre nella qualità,
eppure... Eppure la Juve ha strappato il secondo (indispensabile) goal, dopo la
paura per quella rete, giustamente annullata, agli avversari, solo grazie
all'indomabile, tostissimo Tevez che ha costruito l'opportunità che Pogba (già
infuriato con se stesso per aver fallito qualche altra occasione, come quella
stampatasi sul palo) non poteva perdere.
La partita ha in realtà dimostrato che Conte, al 100%, può contare solo su
12-13 elementi: oltre a Buffon, i tre difensori titolari, i quattro magnifici
centrocampisti e la coppia Tevez-Llorente davanti, con la possibile aggiunta di
Osvaldo, cui però Conte chiede ancora qualcosa di più: "Sia dal punto di
vista fisico che dal punto di vista tattico, anche nella riconquista, nella fase
di non possesso, deve sicuramente migliorare". E nell'organico ci potrebbe
stare anche Vucinic, se non fosse che soffre troppo il dover lottare per un
posto, quando poi davanti ha qualcuno come quel Carlitos che le ciabatte in
campo non le mette mai, nemmeno al 95', quando i suoi compagni già benedicono
l'idea di aver vinto, sia pur solo per 1-0.
Il resto è tutto più che rivedibile: clamorosa la falla sugli esterni dove
dietro Asamoah (che pure è un esterno adattato) e Lichtsteiner non c'è nulla che
si faccia guardare senza provare i brividi.
E dietro, quando mancano Barzagli e/o Chiellini, il rischio diventa regola:
il più decisivo è Barzagli, il vero muro di roccia; il sostituto Caceres non
garantisce la stessa impermeabilità né la stessa leadership; e Ogbonna che, sarà
il peso della maglia, evidenzia troppe sbavature e scarsa personalità e fa
rimpiangere Chiellini, pur avendo senz'altro piedi decisamente più educati di
quelli di Giorgio: intendiamoci, Ogbonna va ancora coltivato, i mezzi li ha e
può ancora crescere tanto, sotto Conte, per un futuro si spera prossimo, ma al
momento, soprattutto se già manca Barzagli, non offre le necessarie
garanzie.
Il mercato estivo dovrà dunque essere particolarmente accorto: non smontare
l'esistente, ovverosia non cedere i pezzi pregiati, e completare la rosa; certo
le risorse sono quelle che sono, non si può sperare solo nei parametri zero, ma
in affari accorti come quelli di Vidal e Tevez sì.
Risparmio a Marotta la rievocazione delle sue topiche, ma adesso è il momento di rigare
dritto dritto dritto: volendo, potrebbe prendere qualche ripetizione da Moggi...
Carmen Vanetti
Twitter: @JuveGrandeAmor
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