La Juventus è felicità|
Gianni Agnelli: "La Juventus rappresenta, per chi ama la Juventus, una
passione, uno svago... e qualche cosa la domenica. Noi abbiamo cercato di dare a
loro il migliore spettacolo possibile e anche molte soddisfazioni".
"Vinca la
Juve o vinca il migliore? Sono fortunato, spesso le due cose
coincidono".
Andrea Agnelli all'Unesco: "Il calcio è felicità, io felice lo
sono sempre a inizio partita, spesso anche alla fine..."
Sono passati
molti anni tra queste due affermazioni, addirittura più anni di quanto dica il
calendario, perché Farsopoli ha prodotto una tale dilatazione del tempo da
scavare un burrone profondo tra la Juve dell'Avvocato (e del Dottore poi) e
quella post Farsa.
Ma il concetto di base è stesso: il calcio e la Juve
come passione.
Quella passione che poi porta a costruire società
all'avanguardia e squadre vincenti.
Per cui la felicità si fa doppia,
spettacolo e vittoria.
Felicità e passione per il gioco sono del resto
la base del calcio, sin da quando ad un bambino, che ha appena imparato a
camminare, viene regalato il primo pallone: il primo di tanti.
E alla base
delle Juventus vincenti c'è sempre stata tanta passione.
Fu la passione a
spingere un gruppo di studenti del Liceo classico "Massimo d'Azeglio" a far
nascere la Juve, nel lontano 1897, "per gioco, per divertimento, per voglia di
novità".
I momenti bui della Juve? Quando si è spenta la luce della
passione....
Naturalmente il paradigma è Calciopoli, quando la morte, a poco
più di un anno di distanza l'uno all'altro, dell'Avvocato e del Dottore, diede
il via libera alle manovre della quinta colonna torinese capitanata dai grandi
vecchi Franzo Grande Stevens e Gianluigi Gabetti col tutelato John Elkann:
sbattendo insieme le tre zucche non si sarebbe spremuto un briciolo né di amore
né di passione. Questioni di interessi, di asset, la pecunia in questo caso
olet, e di brutto.
E fu Zaccone. E fu il buio, che nessun smile style avrebbe
mai potuto squarciare.
L'avvisaglia si era avuta nel 1990, decisamente
un annus horribilis: autore del fallimento? Toh, proprio quel Luca Cordero di
Montezemolo che Blatter nel 2007 avrebbe poi ringraziato per aver indotto la
Juve Elkanniana a ritirare il ricorso al Tar nel 2006. L'Avvocato lo aveva
improvvidamente lasciato trastullare con la Juve, col ruolo di vicepresidente
esecutivo, e Luchino, in combutta col Maifredi ebbro di champagne, aveva mandato
in scena l'incubo: una stagione iniziata male e finita peggio, con i bianconeri
settimi in campionato e fuori dalle Coppe europee dopo 28 anni di presenza
continuativa.
Anche qui solo gelo nel cuore: ma c'era ancora l'Avvocato... e
il mondo era tornato in ordine.
Dopo il 2006 c'è voluto molto più: molto
più tempo e molto più dolore.
Adesso siamo tornati al calcio come felicità,
prima e dopo.
Con Andrea e Antonio, due che col calcio si vogliono divertire,
vincendo.
Carmen Vanetti
Twitter: @JuveGrandeAmor
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