giovedì 29 maggio 2014

ERA LA VERITÀ: ED ORA MOGGI POTRÀ PROVARLO!



La verità su Calciopoli ormai la sanno tutti: la verità reale che, al momento, differisce da quella ufficiale, di facciata, che non riesce a scrollarsi di dosso le scorie del sentimento popolare. E nemmeno le camionate di sabbia scaricatele addosso da Auricchio, Narducci e dalle due Corti del tribunale di Napoli (quella, minata da veleni interni, del primo grado e quella dell'Appello).
Ma la verità, più abile di qualsiasi talpa, è comunque in grado di scavarsi la sua personale strada per uscire a riveder le stelle. E qualche volta può ricevere anche aiuti insperati, da qualcuno che scambia la zappa per il badile e rischia di finire per darsela sui piedi.
E' quello che sta per accadere al Tribunale di Milano, dove si discute la querela, da parte di Gianfelice Facchetti, figlio di Giacinto, per la presunta diffamazione di cui si sarebbe reso responsabile Luciano Moggi allorché, il 23 ottobre 2010,  intervistato da  Michele Criscitiello (giornalista di Sportitalia) nel corso della trasmissione 'Notti magiche', aveva sostenuto quello che ormai sanno anche i sassi: che Facchetti si era salvato da "qualunque procedimento penale e/o sportivo solo grazie alla prescrizione e all’occultamento di telefonate dal contenuto ben più grave";  bastava pensare a "quello che emerge dal processo di Napoli e che emergerà ancora, le telefonate del tuo ex presidente che riguardano le griglie e la richiesta a un arbitro di vincere la partita di Coppa Italia con il Cagliari, e l'arbitro era Bertini. Ci sono le telefonate intercettate sue, le telefonate di Moratti e la telefonata di imbarazzo di Bertini, i pedinamenti e le intercettazioni illegali, anche i passaporti falsi e quindi sta' zitto Zanetti, è meglio per te ed è meglio per l'Inter".
Niente di nuovo sotto il sole, solo quello che ormai era uscito in piena evidenza e che sarebbe stato poi ufficializzato, il 4 luglio 2011, dal documento del procuratore federale Stefano Palazzi; l'Inter non ne avrebbe pagato le conseguenze solo perché era intervenuta (giusto giusto in tempo, ma guarda un po'.....) la salvifica prescrizione. Sì, è vero, chi ha la coscienza pulita, come hanno fatto alcuni degli imputati del processo di Napoli, vi rinuncia; chi ha scheletri nell'armadio se la tiene ben stretta. Moratti e l'Inter hanno seguìto questa seconda via.
Ma i fatti restano, gli uomini passano e muoiono, le intercettazioni restano.
Avevamo già raccontato la questione in un precedente articolo di questo blog: "Moggi non disse bugie!". E proprio questa è la base della difesa di Luciano Moggi: le affermazioni del Direttore sono suffragate dai fatti.

Sulla Gazzetta dello Sport di stamane compariva un pubblico invito rivolto da Gianfelice Facchetti a Javier Zanetti: “Vieni domani (oggi, ndr) alle 14 in tribunale a Milano, e vedrai che cominceremo a ristabilire un po’ di verità“.
Con piacere, diciamo noi, davvero con piacere: l'unica cosa che vogliamo con tutte le nostre forze è ristabilire la verità: abbiamo atteso tanto a lungo, ma la mission è troppo importante per mollare proprio ora.
Naturalmente Facchetti junior non è riuscito a risparmiarsi uno sgradevole accenno alla questione delle stelle: (sempre rivolto a Zanetti) "rispecchi gli ideali dell’Inter, che non passano dalle stelle, ma dalla semplicità: l’Inter è 'semplicemente' l’Inter”. Ma ci sarà tempo per sistemare anche questa faccenduola: delle stelle federali alla Juve non interessa nulla; le stelle della Juve, quelle che campeggiano sullo Juventus Stadium e in sede, sono quelle istituite da Umberto Agnelli, ovverosia guadagnate sul campo: queste brillano sempre, e non hanno nulla a che fare con scudetti di cartone ritirati in segreteria  per gentile concessione di un proprio tifoso. Perché quella è l'Inter, 'semplicemente' l'Inter. Proprio così.

La buona notizia, dataci dal solito, preziosissimo, Nicola Penta è che il che il Giudice ha disposto l'acquisizione sia delle intercettazioni che del documento di Palazzi e ha disposto l'ammissione di testi nella persona di coloro che erano stati gli interlocutori dei dirigenti nerazzurri.
Quindi  saranno ascolti estremamente interessanti.
Vuoi mettere la soddisfazione di poter risentire la famosa telefonata tra Facchetti e Mazzei del 25 novembre 2004, tre giorni prima di Inter-Juve (eh, sì....), in cui Giacinto Facchetti, all'epoca presidente dell'Inter (che, en passant, ha modo di conoscere i nomi degli assistenti prima ancora dei sorteggi, altro che Moggi...), chiede di bypassare il sorteggio usando come grimaldello il sistema delle preclusioni ("Ma sì, mettono De Santis che ha già fatto la Juve domenica e non può, mettono Rosetti che è di Torino...",. pur di avere come arbitro Collina: l'uomo della pallanuoto di Perugia, ma anche quello che due anni prima (Inter-Juve del 19 ottobre 2002) aveva convalidato all'Inter un gol irregolare (con mezza squadra nerazzurra a franare su Buffon) di Vieri al 95', permettendo così ai nerazzurri di evitare la sconfitta?
Mazzei a questo punto assecondava il suo interlocutore con il rasserenante messaggio che ne avrebbe parlato al designatore.
Vuoi mettere la soddisfazione di sentire poi lo stesso Facchetti a colloquio con  Bergamo nella celeberrima 'Metti... Collina'? Sgombriamo il campo dai sofismi: non rileva chi abbia pronunciato la parola Collina (Bergamo, l'interlocutore, potrà provvedere da sé a fornire la sua testimonianza in proposito); rileva che Collina era l'arbitro che voleva Facchetti: e Bergamo ne era ben consapevole. E questo distrugge la tesi di Andrea Monti che sulla Gazzetta ebbe a scrivere che la differenza tra la grigliata di Moggi (dove c'era un semplice confronto e nessuno che 'dettasse le scelte arbitrali') e la telefonata di Facchetti era che il presidente dell'Inter chiedeva solo 'informazioni': la telefonata è lì da sentire. Semplicemente! E bisogna far notare che Auricchio sentì la telefonata di Facchetti ben due mesi e mezzo prima di quella di Moggi, ma la giudicò investigativamente non utile. Ebbene sì...
L'elenco delle telefonate è senz'altro lungo: come dimenticare la Bergamo-Facchetti, in cui il nerazzurro chiede di preparare l'arbitro Bertini perché l'Inter possa smuovere lo score delle vittorie (da 4-4-4 a 5-4-4)? E la successiva tra Bergamo stesso e uno sconcertato Bertini che gli raccontava delle pressioni di Facchetti? E prima della gara....
E a testimoniare dell'opera di intelligence ci sarà De Santis, che ha visto la sua esistenza invasa nei meandri più privati (famiglia, salute, interessi...).

Sarà davvero interessante. E soprattutto potrebbe essere molto proficuo. Anche se non ci saremmo aspettati che a fornirci l'occasione di mettere tutto sotto i riflettori e in un TRIBUNALE, non al bar sport né al circolo della caccia, sarebbe stata una controparte. Ma accettiamo volentieri l'invito.
Purtroppo bisognerà aspettare ancora un po': la prossima udienza sarà il 5 novembre.
Ma che volete che sia? Sono ben otto anni che attendiamo, che ascoltiamo intercettazioni, studiamo codici, seguiamo udienze... L'importante è che il tempo si riveli quel galantuomo che è.
Quando sarà, la vittoria sarà sofferta ma, anche per questo, per essere figlia e premio di una lunga lotta, ancora più appagante.


Carmen Vanetti 

Twitter: @JuveGrandeAmor

Facebook: Gruppo FINO ALLA FINE..... JUVENTUS

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