martedì 6 maggio 2014

FESTA SCUDETTO PENSANDO GIA’ AL FUTURO



Il trentaduesimo scudetto della Juventus ed il terzo dell’era Andrea Agnelli e Antonio Conte è senza dubbio uno scudetto storico per molte ragioni: prima tra tutte è il terzo scudetto consecutivo dopo 79 anni, lo scudetto dei record di punti realizzati dalla Juventus 96 fino ad oggi con la possibilità di arrivare, e forse superare, quota 100 che sarebbe record assoluto. Un percorso insperabile fino a tre anni fa, prima dell’arrivo di Conte, e assolutamente inimmaginabile ai tempi della nefanda New Holland post Farsopoli.

Questo Scudetto numero 32 nei cuori di quasi tutti gli Juventini è visto come lo scudetto di Antonio Conte, l’uomo che ha saputo trasmettere le motivazioni giuste ai suoi ragazzi e realizzare qualche cosa di veramente importante; la dimensione dell’impresa di questa Juventus la si può capire se si va a vedere qual è la media punti realizzata dalla Juventus, parliamo di 2.66 punti a partita: una media del genere richiede un dispendio di energie psicofisiche non indifferente, questo a prescindere dal tasso tecnico della Serie A, perché mantenere la concentrazione avendo la consapevolezza di essere più forti è ancora più difficile che impegnarsi per migliorarsi. Conte queste insidie le conosceva bene, per questo da inizio stagione le ha sempre messe in evidenza. Però allo stesso tempo Conte ha saputo gestire il gruppo in maniera superlativa anche nei momenti più difficili. Conte, da uomo di sport e da persona pragmatica qual è, oggi ha condiviso i meriti con tutti i ragazzi, uomini eccezionali prima che grandi professionisti e calciatori.

Come diceva Omar Sivori, nella Juventus si festeggia una notte ed il giorno dopo si inizia già a guardare al futuro. Le parole di Antonio Conte di quest’oggi hanno lasciato il popolo Bianconero ancora sulla corda, chi si aspettava che il Mister dicesse “tranquilli il mio futuro è qui al 100%” è rimasto deluso; badate bene, io sono convinto che il primo a voler rimanere sulla panchina della Juventus sia proprio Conte però, da professionista serio, da uomo pragmatico se bene che dopo tre scudetti consecutivi vinti, dopo due Supercoppe di Lega, dopo un quarto di finale di Champions e una semifinale di Europa League è necessario alzare l’asticella, è ora di trasferire la sfida dall’Italia all’Europa: però per competere in Europa si deve cambiare registro, si deve soprattutto cambiare marcia e questo cambio non dipende solo da Conte, i fattori in gioco sono molti.

Un paio d’anni fa, in tempi non sospetti, scrissi su un altro Blog che il 2014 sarebbe stato lo spartiacque per la Juventus, dopo l’inaugurazione dello JS, dopo che la FIAT aveva firmato il contratto di sponsorizzazione con la FIG , che termina dopo il Mondiale brasiliano: avevo pronosticato che lo JS avrebbe ospitato, appunto nel 2014, una finale UEFA, non ci ho azzeccato quando già immaginavo che in quella finale sarebbe stata presente la Juventus. Chiaroveggenza? No, semplicemente l’analisi di una situazione: dopo i disastri della New Holland e l’uscita dalla stanza dei bottoni di Luca di Montezemolo qualcuno in Exor ha veicolato l’attenzione del giovane Yaki verso il calcio, qualcuno ha intuito che la FIAT e la Jeep potevano veicolare l’immagine dei due marchi sul mercato italiano utilizzando il calcio, da una parte aiutando quella FIGC che era ai ferri corti con Andrea Agnelli, che a quel punto è stato obbligato obtorto collo a convivere con l’inadeguato e incompetente Abete, dall’altra parte si è tornati a guardare con occhio benevolo la Juventus che serve per promuovere un marchio americano che, ultimamente, sembra interessare più dello storico marchio di famiglia. 

In questo contesto la proprietà ha cancellato con un colpo di spugna la New Holland ed è ritornata ad occuparsi della Juventus. Si badi bene occuparsi della Juventus non vuol dire investire nella Juventus ma semplicemente darle un assetto societario capace di camminare con le sue gambe, senza più gli sperperi di Secco e Blanc, e chiamare alla Presidenza Andrea Agnelli cresciuto alla scuola di Giraudo e Moggi, dove ha imparato come si fa a vincere anche senza i soldi che arrivano dalla proprietà.

Oggi 5 Maggio 2014 la mission è stata compiuta, la Juventus è ritornata al vertice in Italia e ha consolidato questa sua supremazia sportiva vincendo per ben tre volte consecutive lo scudetto, e scusate non è cosa da poco; però da domani 6 Maggio 2014 si deve iniziare a guardare al futuro, il futuro ha un nome ed un obbiettivo che si chiama Champions League, lo sanno molto bene sia Andrea Agnelli sia Antonio Conte sia Pavel Nedved; però per arrivare a primeggiare in Europa il cammino è lungo e deve basarsi su fondamenta solide, perché altrimenti si fa la fine dell’Inter di Moratti che per vincere una Champions, figlia di uno scudetto fatto di cartone impastato con lo sterco, si è ridotta in bancarotta e questo non è nel DNA di Andrea né della Juventus. Vincere in Europa quindi significa iniziare un percorso difficile che richiede scelte appropriate e abbia fondamenta ben solide.

Quando Antonio Conte dice che vuole parlare con Andrea Agnelli e Beppe Marotta per discutere i programmi futuri a me pare dica una cosa sensata e di buon senso, Conte uomo è Juventino fino al midollo, ma Conte allenatore è un professionista serio che deve lasciare da parte i sentimenti per poter fare delle analisi lucide per il futuro, Conte non fa proclami ad Agosto per poi smentirsi a Gennaio, quello che Conte promette lo porta a casa. Contestualizzando le parole di Conte in quello che la Juventus vuole e deve fare da grande diventa più facile comprenderle.

Non c’è dubbio che dalla parte di Conte ci siano Andrea Agnelli e Pavel Nedved, la componente di passione e sportiva della Juventus, però devono fare i conti con l’anima finanziaria, con chi è garante della Proprietà, ossia Beppe Marotta; la partita si giocherà, a mio avviso, tra Conte e Marotta con Andrea arbitro e garante dell’accordo che ne uscirà.

Cosa chiede Antonio Conte è facile prevederlo: la squadra ha bisogno di stimoli nuovi per continuare il cammino intrapreso due anni fa, non si può più chiedere a Pirlo o a Buffon, a Chiellini o a Tevez di dannarsi l’anima per vincere solo in Italia quando si è già vinto tutto, bisogna dare degli stimoli e questi stimoli vengono dall’iniziare un percorso, un percorso che possa dare le motivazioni giuste al Mister per poterle trasmettere alla squadra, come ha fatto in questi tre anni.

Ma venendo al concreto io credo che quando si troveranno, spero prestissimo, Andrea Agnelli, Antonio Conte e Beppe Marotta, la richiesta di Conte sai molto semplice, la Juventus deve cambiare pelle, deve cambiare modulo, deve assumere una dimensione europea: per fare questo serve una rivoluzione della squadra, che passa, a mio avviso, attraverso i seguenti punti:

1.       Modulo di gioco:  La Juventus sono più di due anni che gioca con il 3-5-2, un modulo che ormai è diventato “prevedibile”, l’adozione di questo modulo è una scelta obbligata per Conte, gli uomini che ha disposizione non gli permettono alternative, in Europa e per continuare a vincere in Italia il Mister deve avere la possibilità di cambiare modulo a seconda degli avversari e delle situazioni che si presentano in partita. La Juventus non è una squadra che può giocare sulle ripartenze e questo sta diventando un handicap sia in Italia ma soprattutto in Europa, dove la difficoltà di penetrare difese arroccate e ben disposte in campo influisce sui risultati, non a caso squadre con un tasso tecnico inferiore al nostro ci hanno messo in difficoltà proprio nei tornei UEFA.

2.       Panchina lunga: Dopo tre stagioni tirate al massimo, dando sempre il 100% è indubbio che alcuni elementi stiano dando evidentissimi segni di stanchezza psicofisica, la Juventus, escluso il portiere, ha una rosa di 13 elementi che si possono considerare titolari, sono pochi. Per competere a questi livelli Conte deve poter contare almeno su 15 titolari da far ruotare senza diminuire il tasso tecnico della  squadra, i Top Club europei contano ben 18 titolari in rosa.

3.       Investimenti mirati: Conte conosce benissimo la situazione finanziaria della Juventus e sa benissimo che per crescere si deve operare in maniera mirata negli investimenti, Marotta è il re dei parametri Zero, adesso si deve cambiare strategia, fare acquisti mirati, scoprire giovani talenti che sotto la guida del Mister possono intraprendere un percorso di crescita fino ad arrivare a livelli ti eccellenza e oltre; due esempi? Pogba e Vidal.

Ecco molto sinteticamente quello che penso che chiederà Conte, pare poco ma può essere molto, spetterà ad Andrea far conciliare le due anime che convivono oggi nella Juventus: quella di Conte fatta di passione, di competizione sportiva e di rincorsa alla vittoria e quella di Marotta più prosaica e meno entusiasmante e soprattutto meno entusiasmante. Per questo ha ragione Conte a chiedere un confronto chiaro e onesto sui programmi futuri, lui uomo di sport e professionista serio non può e non vuole improvvisare, perché è lui che ci mette la faccia con i tifosi e sappiamo bene che il popolo Bianconero non dà tempo a nessuno, il popolo Bianconero non sa e non vuole aspettare, già qualche tifoso dal palato superfino ha iniziato a criticarlo e questo non va bene.

Io non vedo una Juventus senza Conte e credo che non la veda nemmeno Andrea Agnelli, per questo sono fiducioso che un accordo lo si troverà, un accordo che dovrà garantire il futuro della Juventus, dove qualcuno dovrà fare un passo indietro e qualcun altro dovrà trovare la quadratura del cerchio.

Concludo con una considerazione per noi tifosi, noi siamo la Juventus e vogliamo tutto e subito: questo non è possibile, se veramente amiamo questi colori, se veramente vogliamo competere per  Coppa dalle grandi orecchie non una volta tanto con continuità dobbiamo aver pazienza, lasciamo lavorare Conte, stiamo vicini a lui e alla squadra, perché lui è la persona giusta per farci continuare a sognare.

JUVENTUS PER SEMPRE SARA’

FINO ALLA FINE CON-TE

Massimo Sottosanti

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Twitter: @JuveGrandeAmor

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