sabato 10 maggio 2014

IL FENOMENO MEDIATICO, ANTONIO CONTE




Il Campionato stravinto meritatamente dalla Juventus su una più che ottima Roma con tre giornate d’anticipo rispetto al calendario ha provocato una vera e propria tragedia: da domenica scorsa nelle redazioni di giornali sportivi e non, televisioni, radio e nelle case di nuovi mostri, gli opinionisti, si sta celebrando un dramma che non va sottovalutato. Di che dramma si tratta? Semplice, la mancanza di idee e di argomenti, tutti i “professionisti” della così detta informazione sportiva non sanno che argomenti trattare, anche se di argomenti ce ne sarebbero a iosa: dalla pochezza della Nazionale prossima ai Mondiali ai comportamenti incompetenti delle istituzioni ricattate dagli ultras, dal continuo declino del calcio italiano alle sgangherate finanze di certi clubs, ma questi sono argomenti che per essere affrontati richiederebbero  un minimo di preparazione, capacità d’analisi e soprattutto professionalità, tutte doti ormai scomparse nel mondo dei media ItaGliani; grazie a Dio ci sono i soliti Antonio Conte e la Juventus che evitano suicidi di massa tra i pennivendoli del paese dei Kaki.

Sono bastate poche e sagge parole pronunciate da Conte lunedì sera e come per incanto ci si è dimenticati di Genny 'a carogna, del tifoso napoletano preso a pistolettate durante un normale pomeriggio di guerriglia urbana collegata al calcio e di tutti i problemi sociali e, perché no, anche calcistici che affliggono l’allegro paese dei Kaki.

Ma veniamo al fenomeno mediatico del momento, è bastato che Antonio Conte, da professionista serio qual è, abbia esternato la necessità di un confronto con la Società, per chiarire quali debbano essere gli obbiettivi futuri e per individuare le strategie per realizzarli che i nostri saltimbanchi dell’informazione hanno  subito messo da parte lamette per svenarsi, cappi per impiccarsi e pistole per tirarsi un colpo. Antonio Conte, santo subito in considerazione delle vite ha salvato con le sue dichiarazioni.

Ma lasciamo da parte questi guitti da Teatro dei Tespi dell’informazione ItaGliana e vediamo nella sostanza di capire perché Conte e la Juventus sono sempre più dei fenomeni mediatici. In primo luogo c’è lui. Antonio Conte, un salentino molto sanguigno e, diciamolo pure, anche molto incazzoso che, se provocato, non sta certo zitto, anzi, e qui ha ragione Luciano Moggi, a volte dice più del dovuto. Conte nel Grand Guignol dei media Italioti è una vera e propria manna, infatti ogni settimana si presenta il provocatore di turno, travestito da pennivendolo, che ha il compito di innescare il Mister che, persona solare e trasparente, ci casca in maniera così candida che  dimostra l’onestà intellettuale di Conte e la disonestà del provocatore. Ma Conte da solo sarebbe poca cosa: infatti quando allenava il Siena o il Bari, e anche lì non le mandava certo a dire, non faceva notizia, chi se ne frega di Conte che difende il Siena; ma il mix perfetto, l’abbinamento vincente sono il binomio Antonio Conte Juventus, un binomio che fa la gioia del media perché sia che si ami o si odi la Juventus TUTTI sono interessati a quello che succede in Corso Galfer a Torino o sui campi di Vinovo.

Credo che ci si debba fermare un attimo, iniziare a pensare con la nostra testa e smetterla di farci influenzare da questi sobillatori mediatici. Le dinamiche che i media ci stanno presentando nel caso-non caso, Conte Juventus sono molto più semplici e molto meno complesse di quelle che vogliono farci credere i media, amplificandole e ricamandoci sopra. Io credo che la realtà sia ben diversa e, chiedo scusa a tutti, se cerco di dare la mia chiave di lettura.

Antonio Conte è psicologicamente e, probabilmente, fisicamente stanco per la stagione appena conclusa, una stagione che per il suo modo di essere, il suo carattere e l’impegno che ci mette per raggiungere l’obbiettivo, teniamo presente che il Mister non accetta nemmeno di perdere una partita a briscola al bar dello Sport di Lecce, non può non averlo logorato: adesso che l’adrenalina si sta smaltendo è umano che pensi che non vuole affrontare un'altra prova del genere l’anno prossimo. Qui Conte mente a se stesso sapendo di mentire, perché lui non è e non sarà mai capace di affrontare il suo lavoro in maniera differente.

Dall’altra parte c’è la Juventus e c’è Andrea Agnelli che, oltre ad essere presidente della Juventus, è amico personale del Mister; Andrea conosce pregi e difetti di Conte e per questo, ogni fine stagione, mettendo in conto di dover  “gestire” i mugugni dell’amico, si defila, non parla in pubblico, lascia che gli sciacalli mediatici si avventino sulla preda: intanto Conte si defila un po’ dalle luci dei riflettori mediatici, ricarica le batterie abbassando la tensione e al momento giusto lo invita per un caffè: a quel punto, con calma, i due si parlano e si prendono le decisioni, a bocce ferme.

Ecco io credo che le dinamiche siano queste, lasciare abbassare la tensione e quindi confrontarsi tra persone che si stimano, senza imporre nulla né da una parte né dall’altra: se le idee collimano bene si va avanti e si va avanti in armonia, se le idee non collimano non è una tragedia le strade si separeranno e rimarranno sia l’amicizia che la stima reciproca.

Cerchiamo di non farci fuorviare nei giudizi dagli sciacalli mediatici, ragioniamo con la nostra testa: Conte, sia che  rimanga sia che se ne vada, questo adesso o in futuro succederà, rimarrà sempre uno Juventino, uno di noi; il popolo Bianconero dovrà sempre e comunque ringraziarlo per quello che ha fatto e per quello che farà.

Antonio Conte comunque vada grazie!

JUVENTUS PER SEMPRE SARA’

FINO ALLA FINE

Massimo Sottosanti

Facebook: Gruppo FINO ALLA FINE…..JUVENTUS


Twitter: @JuveGrandeAmor    

Nessun commento:

Posta un commento