Il Campionato stravinto meritatamente dalla Juventus su una
più che ottima Roma con tre giornate d’anticipo rispetto al calendario ha
provocato una vera e propria tragedia: da domenica scorsa nelle redazioni di giornali
sportivi e non, televisioni, radio e nelle case di nuovi mostri, gli
opinionisti, si sta celebrando un dramma che non va sottovalutato. Di che
dramma si tratta? Semplice, la mancanza di idee e di argomenti, tutti i “professionisti”
della così detta informazione sportiva non sanno che argomenti trattare, anche
se di argomenti ce ne sarebbero a iosa: dalla pochezza della Nazionale prossima
ai Mondiali ai comportamenti incompetenti delle istituzioni ricattate dagli
ultras, dal continuo declino del calcio italiano alle sgangherate finanze di
certi clubs, ma questi sono argomenti che per essere affrontati richiederebbero
un minimo di preparazione, capacità d’analisi
e soprattutto professionalità, tutte doti ormai scomparse nel mondo dei media
ItaGliani; grazie a Dio ci sono i soliti Antonio Conte e la Juventus che evitano suicidi di massa tra i pennivendoli del paese dei Kaki.
Sono bastate poche e sagge parole pronunciate da
Conte lunedì sera e come per incanto ci si è dimenticati di Genny 'a carogna,
del tifoso napoletano preso a pistolettate durante un normale pomeriggio di guerriglia
urbana collegata al calcio e di tutti i problemi sociali e, perché no, anche
calcistici che affliggono l’allegro paese dei Kaki.
Ma veniamo al fenomeno mediatico del momento, è bastato che Antonio
Conte, da professionista serio qual è, abbia esternato la necessità di un
confronto con la Società, per chiarire quali debbano essere gli obbiettivi
futuri e per individuare le strategie per realizzarli che i nostri saltimbanchi
dell’informazione hanno subito messo da
parte lamette per svenarsi, cappi per impiccarsi e pistole per tirarsi un
colpo. Antonio Conte, santo subito in considerazione delle vite ha salvato con
le sue dichiarazioni.
Ma lasciamo da parte questi guitti da Teatro dei Tespi dell’informazione
ItaGliana e vediamo nella sostanza di capire perché Conte e la Juventus sono
sempre più dei fenomeni mediatici. In primo luogo c’è lui. Antonio Conte, un
salentino molto sanguigno e, diciamolo pure, anche molto incazzoso che, se
provocato, non sta certo zitto, anzi, e qui ha ragione Luciano Moggi, a volte
dice più del dovuto. Conte nel Grand Guignol dei media Italioti è una vera e
propria manna, infatti ogni settimana si presenta il provocatore di turno, travestito
da pennivendolo, che ha il compito di innescare il Mister che, persona solare e
trasparente, ci casca in maniera così candida che dimostra l’onestà intellettuale di Conte e la
disonestà del provocatore. Ma Conte da solo sarebbe poca cosa: infatti quando
allenava il Siena o il Bari, e anche lì non le mandava certo a dire, non faceva
notizia, chi se ne frega di Conte che difende il Siena; ma il mix perfetto, l’abbinamento
vincente sono il binomio Antonio Conte Juventus, un binomio che fa la gioia del
media perché sia che si ami o si odi la Juventus TUTTI sono interessati a
quello che succede in Corso Galfer a Torino o sui campi di Vinovo.
Credo che ci si debba
fermare un attimo, iniziare a pensare con la nostra testa e smetterla di farci
influenzare da questi sobillatori mediatici. Le dinamiche che i media ci stanno
presentando nel caso-non caso, Conte Juventus sono molto più semplici e molto
meno complesse di quelle che vogliono farci credere i media, amplificandole e
ricamandoci sopra. Io credo che la realtà sia ben diversa e, chiedo scusa a
tutti, se cerco di dare la mia chiave di lettura.
Antonio Conte è psicologicamente e, probabilmente, fisicamente
stanco per la stagione appena conclusa, una stagione che per il suo modo di
essere, il suo carattere e l’impegno che ci mette per raggiungere l’obbiettivo,
teniamo presente che il Mister non accetta nemmeno di perdere una partita a
briscola al bar dello Sport di Lecce, non può non averlo logorato: adesso che l’adrenalina
si sta smaltendo è umano che pensi che non vuole affrontare un'altra prova del
genere l’anno prossimo. Qui Conte mente a se stesso sapendo di mentire, perché lui
non è e non sarà mai capace di affrontare il suo lavoro in maniera differente.
Dall’altra parte c’è la Juventus e c’è Andrea Agnelli che, oltre ad essere presidente della Juventus, è amico personale del Mister; Andrea
conosce pregi e difetti di Conte e per questo, ogni fine stagione, mettendo in
conto di dover “gestire” i mugugni dell’amico,
si defila, non parla in pubblico, lascia che gli sciacalli mediatici si
avventino sulla preda: intanto Conte si defila un po’ dalle luci dei riflettori
mediatici, ricarica le batterie abbassando la tensione e al momento giusto lo
invita per un caffè: a quel punto, con calma, i due si parlano e si prendono le
decisioni, a bocce ferme.
Ecco io credo che le dinamiche siano queste, lasciare
abbassare la tensione e quindi confrontarsi tra persone che si stimano, senza
imporre nulla né da una parte né dall’altra: se le idee collimano bene si va
avanti e si va avanti in armonia, se le idee non collimano non è una tragedia
le strade si separeranno e rimarranno sia l’amicizia che la stima reciproca.
Cerchiamo di non farci fuorviare nei giudizi dagli sciacalli
mediatici, ragioniamo con la nostra testa: Conte, sia che rimanga sia che se ne
vada, questo adesso o in futuro succederà, rimarrà sempre uno Juventino, uno di
noi; il popolo Bianconero dovrà sempre e comunque ringraziarlo per quello che ha
fatto e per quello che farà.
Antonio Conte comunque vada grazie!
JUVENTUS PER SEMPRE SARA’
FINO ALLA FINE
Massimo Sottosanti
Facebook: Gruppo FINO ALLA FINE…..JUVENTUS
Twitter: @JuveGrandeAmor
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