giovedì 8 maggio 2014

SOLITA ROMA…….



Il menestrello romanista Fabrizio Gannini il ottobre cantava:

solita roma che espugna il Friuli, questa squadra c’ha du’ palle così…”

Ecco io vorrei partire dalla poetica pallonara e testaccina del sommo poeta Fabrizio Gannini e parafrasarlo nel seguente modo:

solita roma che nun cambi mai, questi ci hanno fatto du palle così

Premetto che non  intendo riferirmi alla Roma come squadra, ma all’ambiente romano dove spicca certa stampa come“Il Romanista ” diretto da Carmine Fotia, al “Corriere dello Sport” diretto da Paolo De Paola, alle molteplici radio romane e a due esponenti del tifo VIP giallorosso quali Paolo Liguori e l’Avvocato Taormina (Liguori e Taormina sono presi solo come esempio di molti altri); rivolgo la mia attenzione appunto all’ambiente romano che indirizza gli umori del tifo e che troppo spesso ha la responsabilità di alzare i toni e di esasperare gli animi.

Non è passata una settimana da quando presumibilmente, Gastone, ex ultras romanista, ha sparato contro un gruppo di ultras napoletani ferendone tre di cui uno, Ciro Esposito, gravemente; e da quando sono passate il mondovisione le immagini di Genny a Carogna che dà il nulla osta perché si potesse disputare la finale di 
Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina. Ma sembra che per il quotidiano il Romanista quelli di sabato scorso siano fatti alleni al calcio, al tifo e all’ambiente romanista, infatti, il quotidiano,  nella prima pagina di oggi scrive:

“Siamo più belli e più forti, abbiamo giocato il miglior calcio in Italia per tutto l’anno, dimostriamolo domenica, come abbiamo già fatto in Coppa Italia. È il motivo più importante per vincere Roma-Juve, che resta la partita per eccellenza. Perché loro sono il brutto del calcio, per rovinargli la festa a casa nostra…”

Parole certo, però le parole dovrebbero essere misurate e soppesate prima di essere scritte e pubblicate, perché le parole sono pericolose appunto per la valenza che hanno di provocare e di esacerbare gli animi di chi ha già dimostrato da tempo una mancanza di cultura sportiva, invece di mitigare e inquadrare nel giusto contesto l’evento..

Lunedì Conte intervenuto a Tiki Taka, chiamato in causa a commentare gli episodi di sabato scorso, ha ripetuto, una volta ancora, qual è l’accoglienza riservata alla Juventus in tutt’Italia, senza esclusione di area geografica, dalla “civilissima” Bologna alla “rovente” Catania; il bus bianconero che ormai di prassi viene ricevuto a sassate, botte sulla carrozzeria, con genitori con i propri figli in braccio che assistono e sono artefici di queste accoglienze barbare; io vorrei aggiungere gli striscioni che offendono la memoria dei 39 morti del Heysel e il dramma personale di Pessotto. Questo è il clima in cui si accoglie la Juventus, il clima in cui dei professionisti spesso mettono a repentaglio la propria incolumità per svolgere il loro lavoro.

In questo contesto il Signor Carmine Fotia ha perso l’ennesima occasione per poter essere considerato credibile e soprattutto ha dimostrato, ancora una volta, l’assoluta mancanza di responsabilità del giornale (mi dà un senso di fastidio definire il Romanista un giornale) che dirige.

Il Calcio deve essere gioia, passione e divertimento domenica prossima a Roma si presenta un’occasione unica per rimettere nei giusti binari il calcio italiano, si incontrano le due squadre migliori squadre italiane della stagione, si incontrano in una partita che non serve a nulla per la classifica né serve per l’assegnazione di alcun trofeo; quale occasione migliore per trasformare questo evento in una festa per TUTTI, per la Juventus che ha meritatamente vinto il campionato e per la Roma che è stata avversaria temibile, si è battuta a pari livello dei Campioni per tutta la stagione? L’occasione per le due squadre di congratularsi a vicenda coronando la stagione con un'esibizione per i tifosi di ambo le parti; un'occasione per i tifosi per far festa insieme e accomunare in un unico applauso i campioni della Juventus e della Roma. Un'occasione sprecata, avvelenata da un ambiente che vive nutrendosi di sospetti e complotti ha buttato alle ortiche un'occasione unica.

Fare appello al buon senso è tempo sprecato, ormai ce ne siamo resi conto da troppo tempo, non serve nemmeno generalizzare sull’ambiente romanista, perché credo che ci siano molti romanisti che mi daranno ragione, è ora però di denunciare i comportamenti borderline come quelli de “Il Romanista,” è ora che si prendano le distanze verso chi aizza gli animi, è ora di dire basta, che siamo stanchi di occasioni sprecate.

In questi giorni che, in perfetto stile ItaGliota, si è scoperto che ci sono problemi di delinquenza comune e estremismo politico che si annidano tra le organizzazioni degli Ultras, di qualsiasi squadra, si ricomincia a parlare di come affrontare il problema, si badi bene affrontarlo NON risolverlo, utilizzando DASPO a vita o altre forme punitive; come al solito non si bada alle misure preventive, tra le quali dovrebbe esserci anche quella di sanzionare o addirittura sospendere la pubblicazione di giornali che surriscaldano gli animi di un ambiente già a rischio, tra le azioni preventive si dovrebbero zittire o oscurare quei media che fomentano il clima di esasperazione che sta attorno al calcio; tra le misure preventive si dovrebbero multare quei giornalisti e personaggi pubblici che con le loro dichiarazioni scaldano animi che già sono caldi di natura.

Lasciatemi fare un applauso, immaginario, a tutti i Carmine Foti capitolini ed Italiani: bravi, continuate così, continuate a gettare nel letamaio occasioni come quella della partita Roma-Juventus, continuate così perché tanto in questo paese dei Kaki nessuno vi presenterà mai il conto, nemmeno la vostra coscienza perché ancora una volta avete dato dimostrazione di scarsissima intelligenza e di assoluta mancanza di coscienza civica e sportiva.

Il calcio è un gioco, seppure mima la guerra. La civiltà dello spettatore è direttamente chiamata in causa, ed essa — bisogna dirlo — non è precisamente elevata in Italia.”
Cit. Gianni Brera, Storia critica del calcio italiano, 1975

Massimo Sottosanti

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