martedì 13 maggio 2014

INSOSTITUIBILE




Se è certo che tutti sono utili nessuno è indispensabile, è altrettanto certo che ci sono persone che per le loro capacità, forse per talento naturale, diventano difficilmente sostituibili pur non essendo strettamente “indispensabili”: in queste due settimane più di una volta ho sentito la mancanza di Luciano Moggi nello staff dirigenziale della Juventus. Il caso Conte, reale o montato dai media, ha radicato in me questa certezza. Luciano Moggi, ad oggi, rimane insostituibile.

La bagarre mediatica che si è scatenata attorno al caso Conte non è casuale è ha, a mio avviso, un'origine ben datata: il 23 Agosto del 2012, quando Antonio decide di dire la sua verità sulla farsa del suo coinvolgimento nel caso scommesse. Da quel momento tutti i rappresentanti dei media hanno colto al volo che provocare Conte avrebbe dato dei risultati enormi in ottica audience e copie vendute; scontata la squalifica, ecco che in ogni conferenza stampa c’è il pennivendolo di turno che fa partire il trappolone e Antonio il più delle volte ci casca, ci casca perché lui è così, è trasparente, è spontaneo e soprattutto è sincero.
Fughiamo da subito ogni dubbio, io sto dalla parte di Antonio Conte, voglio bene all’uomo e al tecnico, gli sono riconoscente per quello che ha fatto in queste tre stagioni, per aver fatto rinascere la Juventus dalla ceneri della New Holland; e proprio per questo affetto che mi lega a nostro Mister sono convinto che Luciano Moggi sarebbe stato importantissimo per evitargli di essere protagonista di questo teatrino mediatico che si è messo su da due settimane a questa parte.

Ha ragione Moggi a dire che certi argomenti si discutono in sede e non davanti alle telecamere, se c’è chi deroga a questa regola va fermamente ripreso e gli si deve impedire che ripeta l’errore. Quando Conte con grande trasparenza, che rasenta l’ingenuità, asserisce che non si può pranzare in un ristorante da cento euro quando si hanno in tasca solo dieci euro, non sta difendendo la sua posizione, che non ha assolutamente bisogno di essere difesa, ma mette in difficoltà la Società togliendole credibilità nel momento in cui andrà ad intavolare delle trattative di mercato; un’affermazione del genere poi mette sul chi vive quei giocatori che sono vicini a firmare un contratto con la Juventus, in quanto possono pesare che non riusciranno a soddisfare le loro richieste economiche. Conte sbaglia anche quando dice la Società deve dargli delle garanzie: quale garanzia più solida di quella che parlare tutti i giorni con Andrea Agnelli vorrebbe Conte? è la prima domanda che salta alla mente anche a un pennivendolo del paese dei Kaki.

In questa Juventus manca chi entri nell’ufficio di Conte e lo consigli, gli faccia capire che i giornalisti ormai si divertono a farlo cadere nei trappoloni perché ogni volta che ci casca loro ci guadagnano in visibilità, manca la figura che faccia capire a Conte che, se ama questi colori, nella sua posizione deve essere molto più accorto nelle sue dichiarazioni perché rischiano di mettere in seria difficoltà la Società e alla lunga danneggiano anche lo stesso Conte. Ma soprattutto in questa Juventus manca chi ci mette la faccia oltre ad Antonio Conte.

Guardate come vengono normalmente strumentalizzate le dichiarazioni di Conte: è bastato che domenica abbia detto che a lui starebbe (si badi bene starebbe) anche bene prendere un'altra squadra che è oggi è al settimo posto e ripetere l’exploit che ha fatto con la Juventus e subito i media hanno fatto l’ipotesi Milan. Ma veramente possiamo credere che Conte sia convinto di ripetere quello che ha fatto alla Juventus in un'altra Società? I presupposti sono diversi, gli ambienti sono diversi ma soprattutto nessuna Società esce da una situazione nemmeno lontanamente paragonabile a quella in cui si è trovata la Juventus dal 2006 fino al 2010. Conte, io credo, lo sa benissimo, forse allora la lettura che si deve dare a quello che ha detto domenica dovrebbe essere differente.

Anche in questo caso si sente la mancanza di Luciano Moggi o di chi prenda sotto braccio Antonio, lo 
consigli e gli faccia capire quali sono le sue potenzialità reali, Antonio può aspirare a diventare uno dei migliori tecnici d’Europa ma deve ancora crescere, se si “specializzasse” solo in resurrezioni di Squadre in difficoltà il traguardo di vertice gli sarebbe definitivamente precluso.

Chi è vicino a Conte deve spiegargli che il cammino per arrivare al top è fatto anche di sconfitte, per arrivare al top si deve mettere in conto di essere “massacrati” per una sconfitta, le vittorie lasciano il segno nella storia, le sconfitte aiutano a crescere, sono le sconfitte che fortificano non le vittorie che troppe volte sono effimere, specie nel calcio. Conte ha ragione quando dice che se vinci per tre anni il campionato poi il pubblico e i media ti chiedono di vincere la UCL altrimenti non vali nulla, dimenticando quello che hai fatto nel passato.

La follia collettiva che sta montando attorno a Conte e alla Juventus si poteva evitare, anzi doveva essere evitata, ma adesso non diamo la colpa ad Antonio Conte se non lo si è fatto, la colpa non è di nessuno: semplicemente manca una persona come Luciano Moggi che mai avrebbe permesso si scatenasse una bagarre del genere.

“Non è che ti svegli alla mattina e dici: oggi vinco. C'è un percorso da rispettare e non ci sono scorciatoie.“ Cit. Antonio Conte

JUVENTUS PER SEMPRE SARA’

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Massimo Sottosanti

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