Come avevo detto avrei commentato il caso Conte solo dopo
che ci fosse stato l’annuncio ufficiale, infatti eccomi qui a dire la mia su
questa querelle mediatica che ha infiammato i giornali e le televisioni di
tutta Italia. Inutile dire che certa stampa e certi opinionisti hanno sperato
fino alla fine che il sodalizio, perché di sodalizio si tratta, Antonio Conte
Juventus fosse arrivato al capolinea; sicuramente la mezza Italia anti
Juventina da questa sera sarà delusa e sicuramente ricomincerà a buttare
benzina sul fuoco perché, se è vero che Conte non lascia la Juventus, è
altrettanto vero che Conte non ha ancora rinnovato il contratto, che scade tra
dodici mesi, con la Juventus.
L’errore più grave che possiamo fare noi Juventini è credere
che il “caso” Conte sia iniziato dopo la partita con l’Atalanta e si sia
riacutizzato dopo la trasferta di Roma: il “caso” Conte inizia un anno fa nel
Maggio del 2013, quando Conte, come quest’anno, al termine della stagione chiede
assicurazioni alla Società perché, vivendo tutti i giorni a contatto con i “suoi”
ragazzi sapeva il livello a che livello di usura psicofisica erano alcuni di
loro. Conte, dai più distratti o forse dai più subdoli, viene quasi deriso per le
sue preoccupazioni, i professionisti del “terrorismo” mediatico, quasi si
prendono gioco di lui quando avverte che le lodi che si sprecano per la sua
Juventus sono pericolosissime; puntualmente arriva la conferma a Firenze dove il black out di 20 minuti che costa l’inusitata
sconfitta contro una Fiorentina è frutto della supponenza della squadra che sa
di essere padrona della partita e si rilassa oltre il lecito, infatti la Juventus
dopo il cazzotto di Firenze, cambia marcia. Tutto questo Conte lo aveva previsto,
quante volte ci siamo arrabbiati per le gare affrontate con supponenza dalla
Juventus? E quante volte, nonostante quello che era sotto gli occhi di tutti, i
soliti mestatori mediatici continuavano a tessere lodi sperticate a questa
squadra che, si è visto benissimo, non era più la Juventus famelica degli anni
precedenti? Nonostante tutto questo, c’era un obbiettivo da raggiungere, un
obbiettivo chiaro e non negoziabile, vincere il terzo scudetto consecutivo.
Antonio non è uno che accetta le sfide mettendo in conto che
si possono perdere, Antonio se firma per un obbiettivo lo vuole raggiungere
costi quel che costi. Non dimentichiamo le parole di Barzagli per descrivere la
vittoria dello scudetto numero 32, “devastante”. Devastante per il giocatori, devastante per
il tecnico e per chi altri? Per Andrea
sicuramente, per Pavel che sa cosa significa quello che Antonio sta chiedendo alla
squadra, cero non è stata una stagione devastante per chi è abituato a fare i
conti dietro ad una scrivania e mette in campo la passione solo per 90 minuti
alla settimana.
Poi c’è il disastro Champions: un girone abbordabile che non
dovrebbe creare problemi alla Juventus che ha come avversari i modesti turchi
del Galatasaray e gli ancor più modesti danesi del Copenhagen, unica
oggettivamente superiore a noi è il Real Madrid; anche la Champions non
smentisce i timori di Conte, infatti la prestazione più convincente la Juventus
la fa nelle due partite contro i Madrilisti, gettando alle ortiche una
qualificazione, sulla carta acquisita già nell’urna del sorteggio del Girone.
Un caso? No, il campo è galantuomo e se scendi in campo pensando di averla già
vinta le probabilità di essere smentito sono enormi e, puntualmente, questo è
successo nelle due gare con i turchi e i danesi. Per favore lasciamo le
recriminazioni sullo stato vergognoso del campo di Istanbul agli altri, noi
siamo la Juventus e non dobbiamo cercare giustificazioni da poverelli. Stesso
discorso vale per la Europa League, le scelte fatte, da Conte, hanno una loro
logica; in quel momento si doveva fare una scelta, Campionato o Europa League,
si è scelto il Campionato per una semplice ragione, quello che la Società aveva
chiesto a Conte fin da Maggio 2013 era il terzo Scudetto consecutivo.
Sono andato un po’ indietro nel tempo perché troppo spesso
nel calcio la memoria è corta, anzi cortissima, dimenticando troppo in fretta
quali sono le cause, perché ci sono sempre delle cause che generano un effetto.
Le cause nel “caso” Conte sono sotto gli occhi di tutti chi
le vuole vedere, ancora una volta Antonio ha dovuto fare le nozze con i fichi
secchi, la Juventus che gli hanno dato in mano ad Agosto del 2013 era un
incompiuta mancate di quelle due o tre pedine indispensabili per permettere a
Conte ed ai suoi ragazzi dii essere devastanti per raggiungere l’obbiettivo. In tutto
questo chi ci ha sempre messo la faccia? Chi si è preso le critiche ingiuste ed
ingiustificate di tutti? Chi si era impegnato a vincere il terzo scudetto
consecutivo? Ecco che arriviamo alla doccia fredda del dopo partita con l’Atalanta,
ecco le cause profonde delle esternazioni di Conte, inopportune, sia ben chiaro, perché
quelle parole Conte giammai le avrebbe dovute dire in pubblico, quelle parole
sono parole che si dovrebbero dire sempre e solo nelle segrete stanze ben
lontano dai riflettori. Mai con Gianni e Umberto Agnelli, mai con Luciano Moggi
si sarebbe arrivati ad una situazione del genere. E qui emergono i limiti di
questa dirigenza. Da una parte Andrea che dovrebbe, e vorrebbe, rappresentare
la tradizione però, purtroppo, non ne ha la forza e soprattutto non ha le mani
libere per seguire le orme del padre e
dello zio. Dall’altra la proprietà che ha perso tutta la sua credibilità già
nel 2004, quando manda l’emissario Yaki a contattare Monsieur Jean-Claude Blanc,
che da subito ha dimostrato di non amare la Juventus, di calpestare la sua
storia e la sua tradizione.
Oggi siamo euforici perché Conte rimane sulla panchina delle
Juventus un altro anno, oggi si dimenticano le cause, non rimosse, del “caso”
Conte. Vi prego di non essere superficiali e non cadere in facili entusiasmi,
ma soprattutto dobbiamo dimostrare che l’affetto che il popolo Bianconero ha
per Antonio Conte è affetto vero non un effimero sentimento conseguenza della
gioia del trionfo. Se veramente amiamo e stimiamo Antonio Conte non
sottovalutiamo e non dimentichiamo quello che il Mister ha detto in queste due
settimane, il messaggio è chiaro e diretto ed è un messaggio che, sicuramente,
non è piacevole ascoltare e per questo rischia di passare presto nel dimenticatoio.
La Juventus il prossimo anno rischia di non vincere nulla ed anche i motivi
sono stati chiaramente esposti da Conte: ripetersi in Campionato sarebbe molto
più che un'impresa devastante e in Europa è inutile farsi delle illusioni, oggi
come oggi la Juventus può ambire al massimo alle semifinali, dal momento che,
oggettivamente, non ci sono i presupposti per promettere nulla, dal momento che
nel Calcio non esiste la memoria, chi oggi è sugli altari rischia, tra un anno,
di ritrovarsi nella polvere, perché sarà sempre e solo lui il capro espiatorio.
Il rischio di una stagione, o due, senza vittorie non è
chiaro solo a Conte, tutti in Società ne sono coscienti, allora cosa chiede
Conte, non certo di rifare per nove undicesimi la Squadra, non certo i così
detti Top Palyers che è bene ricordare che sono fuori dalla portata della
Juventus; Conte chiede che la Società non lo lasci solo quando certi tifosi e
tutta la stampa gli spareranno addosso, Conte chiede di poter influire nelle
scelte dei calciatori che lui ritiene indispensabili per portare avanti un
programma iniziato tre anni fa, Conte chiede che non gli si dica questo è
quello che ti mettiamo a disposizione, tu taci e raggiungi l’obbiettivo.
Conte siederà ancora per un anno sulla panchina della
Juventus, un anno è tanto ma è anche tremendamente poco, se veramente la
Juventus è convinta che Antonio Conte sia una risorsa importante, importante si
badi bene, non indispensabile, per la Juventus allora si dovrà lavorare affinché
sia fatta definitivamente chiarezza sui ruoli e sulle competenze, chi sa di
Calcio si occupi della Squadra, chi sa fare i conti metta a disposizione un
budget a chi è responsabile di portare i risultati, poi gli obbiettivi devono
essere condivisi e condivisione significa che ciascuno faccia la sua parte e
ciascuno si assuma le sue responsabilità.
Il progetto Calciopoli non è finito, è stato sospeso per gli
interessi superiori della Exor, la sponsorizzazione della FIGC termina dopo i
Mondiali in Brasile, lo JS è una realtà consacrata con la Finale di Europa
League, da adesso in avanti la Juventus tornerà ad essere sola come lo fu la
New Holland, sta a uomini come Andrea Agnelli, Pavel Nedved e Antonio Conte
evitare che il passato possa ritornare, nessuno di loro può aspettarsi un aiuto
da nessuno di Exor, quindi diventa ancora più importante che chi non rema, per
non remare contro o inizi a remare anche lui o scenda dalla barca. Antonio
Conte ha fatto il primo passo, ha dimostrato di non scappare di fronte alle
difficoltà, ora tocca agli altri dimostrare di tenere alla Juventus come ci
tiene Lui, il Capitano di sempre, il Manager del futuro. Se gli altri non
faranno la loro parte allora io per primo, con molto rammarico, mi schiererò
dalla parte di Conte il prossimo anno se deciderà di lasciare la sua amata
Juventus.
Antonio Conte da Lecce, Juventino nel cuore, allenatore di professione, motivatore per vocazione
e vincente per carattere è una risorsa fondamentale per questa Juventus, solo
un orbo non lo capirebbe.
Chiudo ricordando a Andrea Agnelli un aforisma dell’Avvocato:
“Nei momenti difficili di una partita, c'è sempre nel mio subconscio
qualcosa a cui mi appello, a quella capacità di non arrendersi mai. E questo è
il motivo per cui la Juventus vince anche quando non te l'aspetti”.
Quello che noi tutti ci aspettiamo da lui è proprio quella capacità
di non arrendersi mai che è nel DNA della Juventus.
Adesso lasciamoli lavorare in pace lasciando agli altri i
fuochi di paglia, noi Juventini siamo abituati alla continuità fondata sulla
programmazione e sul lavoro!
Grazie Antonio………
Massimo Sottosanti
JUVENTUS PER SEMPRE SARA’
FINO ALLA FINE
Facebook: Gruppo FINO ALLA FINE……… JUVENTUS
Twitter: @JuveGrandeAmor
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