lunedì 30 giugno 2014

ARIA NUOVA IN FIGC? MACCHÈ... MEGLIO TA-VECCHIO






Eh, su non agitatevi, gazzettari, pennivendoli e strilloni!
Non fate tanto rumore per nulla,  nulla cambierà. Perché nulla cambi. In perfetto stile gattopardesco.  Che è l'icona di questo nostro povero disgraziato Paese.

E' una tempesta perfetta in un bicchier d'acqua: perché dal bicchier d'acqua, lurida, in cui il calcio ha sguazzato sino ad ora non si esce.
Fuori c'è il mondo, cieli e oceani da solcare, noi rimestiamo la nostra piccolissima palude, luogo d'elezione per la riproduzione dei camaleontici esseri che la popolano: rospi da ingoiare per noi, ma anche gattopardi in grado di mantenere inalterato per l'eternità il loro sistema di potere.

Abete si dimette e Prandelli invece pure? Niente paura, er sistema ha già previsto tutto, le riserve hanno già svestito la pettorina.
Per la poltronissima del capo c'è pronta una nuova trinità (non chiamatela Triade, di quella ce n'è stata solo una, e il suo nome è inciso per sempre nella storia del calcio).
La crisi ufficialmente si è aperta oggi, in Consiglio federale. Ma i giochi sono fatti e non da ora.
Il favoritissimo è Tavecchio, pronto a trascinarsi appresso i suoi due fedeli valletti Macalli e Lotito.

Chi è Tavecchio? Il capo della potentissima Lega dilettanti. Potentissima perché in consiglio federale dispone di ben sei voti che, uniti a quelli degli 'amici' (Lega di A di Lotito e Lega Pro di Macalli) son già oltre la metà dei voti dell'intero Consiglio. Già, perché anche per un incarico di tale rilevanza non vengono prese in considerazione le competenze e la professionalità acquisita e dimostrata sul campo, ma le consorterie basate su quello stesso mercanteggiare su poltrone e posizioni di potere che Andrea Agnelli ha denunciato in occasione dell'elezione del presidente della Lega di Serie A.

Luciano Moggi ha indicato in Andrea Agnelli  il modello di candidato ideale per questa presidenza; non che sia realistico pensarlo, viste le logiche dominanti, ma la tipologia è esattamente questa: una persona che capisca di calcio, anzi lo ami, voglia il suo bene e il suo sviluppo; e che abbia appreso, sul campo, a fianco di dirigenti di primissima qualità (e devono essere i risultati a parlare per loro, non le chiacchiere delle claques), e poi validato, sempre sul campo, come si dirige una squadra, una società, un'istituzione: uscendo dall'immobilismo e dall'incompetenza (che vediamo a quali disastrosi esiti abbiano condotto a tutti i livelli) ed entrando sul piano del programmare e dell'agire, con il traguardo dei risultati e non dello scambio di poltrone.

E invece chi ci troviamo? Carlo Tavecchio, una vita sulle poltrone, in tasca la chiave di un armadio da non aprire causa rischio fuoriuscita scheletri; in sella dal 1999, a dispetto dell'art. 29 dello Statuto Federale, che dichiarava l'ineleggibilità di chi avesse sul groppone condanne superiori ad un anno; e il conto di Tavecchio lo presentò, nel 2010, in un'interrogazione parlamentare, un deputato, Amedeo Laboccetta: "Condanna a 4 mesi di reclusione nel 1970 per falsità in titolo di credito continuato in concorso, 2 mesi e 28 giorni di reclusione nel 1994 per evasione fiscale e dell’Iva, 3 mesi di reclusione nel 1996 per omissione versamento di ritenute previdenziali e assicurative, 3 mesi di reclusione nel 1998 per omissione o falsità in denunce obbligatorie, 3 mesi di reclusione nel 1998 per abuso d’ufficio per violazione delle norme anti-inquinamento, più multe complessive per oltre 7000 euro".  Roba che l'etica si ribellerebbe e lo rovescerebbe giù dalla poltrona, altro che scalata; ma la poveretta è stata prescritta: ne fanno fede lo scudetto di merda e cartone assegnato all'Inter, ma anche le radiazioni scomparse di Preziosi e Sabatini, ma anche le carobbiate di scommessopoli, ma anche.... l'elenco sarebbe lunghissimo. Dulcis in fundo: interista d'acciaio, che dopo la relazione Palazzi, difendendo a spada tratta l'incompetenza federale che lo ritrae perfettamente, ebbe a dire: "Personalmente credo che Facchetti rispondeva con il tirasassi ai bazooka". Le intercettazioni occultate e l'affaire Telecom sono l'unica risposta a tanto scempio.
I suoi compagni di cordata? Claudio Lotito non si è fatto mancare nulla in quanto a vicende giudiziarie, sin dal lontano 1992, quando fu addirittura arrestato per una vicenda di appalti, passando per Calciopoli  e arrivando nel 2009 ad una condanna per aggiotaggio (poi prescritta) e omessa alienazione di partecipazioni; ma in suo onore fu  addirittura sospeso l'art. 11 del codice etico.
Macalli? Quello che 'discutere ancora dello scudetto 2006 è una perdita di tempo'.
E' quello che, parlando di un Albertini che si chiamava fuori dalla corsa al dopo-Abete, ha detto al 'Messaggero': "Lui dice di voler cambiare il calcio italiano: se prende i voti lo cambia, altrimenti lo cambierà qualcun altro. Uno che ancora non ha fatto ancora nulla, arriva e pensa di essere il salvatore del calcio italiano. Ma chi l’ha detto? Ma perché dobbiamo prendere sempre lezioni dal primo che passa? Mi sono rotto le scatole di passare sempre per pirla. E lo dico da uno che per l’età che ha viene considerato da rottamare. Ma stia tranquillo, prima che rottamino me, rottamo io loro". Per la serie: il vino buono non teme il tempo (vedi Moggi), quello scadente, per di più mal conservato nei palazzi ammuffiti, diventa aceto. Che non vorremmo essere costretti a bere. Dulcis in fundo: è' l'alfiere dello schieramento che si oppone all'introduzione in Italia delle seconde squadre, arroccato comè in difesa dei suoi campanili. Decisamente l'uomo ideale per rottamare definitivamente il nostro calcio.
In ogni caso, 205 anni di poltronaggio in tre.

Poi c'è la sfilata degli ex calciatori: da Albertini a Rivera a Zoff; uomini di calcio, non v'è dubbio, più o meno politicizzati e poltronizzati, ma non certo l'immagine di quel manager che serve ad un calcio che deve ricostruirsi dalle fondamenta a tutti i livelli (sportivo, normativo, strutturale ed economico).
Però non è logica che possa pagare: basta vedere come, in occasione dell'elezione del presidente della Lega, Andrea Abodi, presidente della Lega di B e con un'impronta manageriale, venne scavalcato da Beretta, pur in altre faccende affaccendato e gravato da conflitti di interesse, solo in virtù dell'appoggio della cordata Galliani-Lotito, col consueto mercanteggiare.
Al contrario qualcuno ha addirittura lanciato il nome di Moratti: eh beh, davvero un luminoso esempio di buona gestione, visti i buchi che ogni giorno Thohir scopre di dover coprire in quell'Inter che non poteva essere retrocessa, nonostante gli scandali, proprio per i buchi che stava scavando. L'uomo ideale per cercare di raggranellare i 444 milioni di euro che la Juve reclama.

Se ne riparlerà l'11 agosto, e il nuovo poltronissimo dovrà subito sputare il nome del successore di Prandelli. Si dice che Tavecchio abbia nella mente e  nel cuore  i  nomi di Zaccheroni (decisamente il nuovo che avanza) e Guidolin; Macalli a domanda risponde infastidito: "E' l'ultima roba che mi riguarda, non me ne frega niente", Lotito avversa Mancini che il Corsport chiede a gran voce.
Un altro bel pasticcio, visto che a inizio settembre la Nazionale sarà già di nuovo in campo.
Ma in gioco quest'estate c'è qualcosa di molto più importante della qualificazione agli Europei, c'è il destino di un calcio italiano che non vuole uscire dalle logiche degli apparati e degli scambi di favori, voti, veti e poltrone. La logica dei nomi e non delle idee.
In ogni caso quel che è emerso dal Consiglio federale, dove pare siano già cominciati  a volare gli stracci, è che ci sarà un altro Presidente Federale, ma non un nuovo Presidente Federale. Cambierà solo il nome (le facce sono tutte di bronzo), ma tutto resterà come prima. Regole e logiche rimarranno quelle pre-2006. Con tutte le gravi responsabilità che quel carrozzone si porta sul groppone.

Chi ha tentato di sparigliare le carte è sempre stato espulso  dal club dei dinosauri riuniti.
Due nomi? Moggi e Giraudo.

Carmen Vanetti
Facebook: Gruppo FINO ALLA FINE... JUVENTUS

Twitter: @JuveGrandeAmor



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