giovedì 26 giugno 2014

GLI UOMINI GIUSTI AL POSTO GIUSTO




In questi giorni ho scritto che Andrea Agnelli sarebbe il Presidente adatto per la FIGC, è chiaro che questa sarebbe una disgrazia per la Juventus e comunque un'ipotesi non percorribile nella realtà, quindi la mia era e rimane una provocazione che, come tutte le provocazioni, ha una base di realtà e di logica.
Vorrei continuare questo gioco delle provocazioni per disegnare quello che secondo me sarebbe lo scenario ideale per rilanciare il calcio italiano, una provocazione che sicuramente sarà vista con “orrore” da tutti quelli che sono saliti sul carro di Farsopoli nel 2006 facendo un doppio salto mortale con avvitamento, passando dal carro dei vincitori del Mondiale tedesco appunto a quello di Farsopoli:  la provocazione che sto per lanciare è qualche cosa che sicuramente darà fastidio a chi è abituato a vivere il calcio fatto di favoritismi politici, di prescrizioni, di regole cambiate in corso dei campionati, di disastri economici e finanziari occultati, debiti cancellati, favori arbitrali, di chi accetta i ricatti degli Ultras, di chi ha le mani in pasta nei diritti TV, di chi crea brand per rivenderli a se stesso, di chi è dipendente di una banca e ha incarichi istituzionale in Lega, da chi è stato radiato con  la radiazione poi cancellata con un colpo di spugna. Insomma da quella cupola lobbista che dal 2006 ha occupato le istituzioni calcistiche italiane e ha distrutto il movimento sportivo.

Se l’Italia fosse un paese dove si riconoscessero i meriti alle persone, un paese dove la Giustizia fosse sempre e solo UGUALE PER TUTTI, insomma in altre parole un Paese civile, in questa ipotetica Italia dei sogni, in questo momento di crollo totale della governance del calcio dell'ex Bel Paese, si assisterebbe ad un dialogo serio e si chiamerebbero i medici migliori per guarire questo Calcio affetto da una grave e cronica malattia che dura ormai da otto anni, in un Paese serio si caccerebbero in malo modo i responsabili di questo disastro e si volterebbe radicalmente pagina. In un Paese serio appunto, però forse tutto questo non è esattamente applicabile all’Italia e quindi eccomi qui a dire la mia come provocazione, con la presunzione (ogni tanto sono anche presuntuoso a ragione, spero mi vogliate scusare) che quello che scriverò è sì una provocazione ma soprattutto è un'idea che tutte le persone che sono ancora in grado di ragionare con il proprio cervello, e non se lo sono ancora fatto atrofizzare dai mercanti di parole mediatici, sicuramente appoggerebbero.

Chi sarebbe un Presidente della FIGC migliore di Antonio Giraudo, manager sportivo di indubbie capacità, amministratore accorto e di comprovato successo, comprovato con fatti e numeri, non con la solita fuffa dei manipolatori mediatici, Antonio Giraudo sarebbe l’uomo che a capo del Calcio Italiano porterebbe avanti quelle riforme strutturali che sono necessarie, gestirebbe la Federazione come un azienda lasciando da parte le logiche politiche e lobbistiche che hanno contraddistinto la FIGC di Abete, Albertini e prima del commissario tifoso Guido Rossi. Antonio Giraudo sarebbe l’uomo che ridarebbe credibilità internazionale al Calcio Italiano, una credibilità che forse si è persa sin dalla scomparsa di Artemio Franchi. La credibilità internazionale che saprebbe costruire Antonio Giraudo non sarebbe basata sugli inciuci di potere ma sui risultati di u' innovazione seria e comprovata da risultati che solo un manager con idee chiare ed esperienza potrà dare.

Come Vice Presidente e Responsabile dell’Area Tecnica, oggi c’è solo una sola persona che garantirebbe un progetto di ricostruzione del Calcio Italiano e questa Persona è Luciano Moggi. Lasciamo da parte tutte le ipocrisie farsopolare, tutte le falsità della giustizia sportiva e tutta la fuffa mediatica che è stata scaricata su Moggi. Moggi ha pagato e paga ancora oggi per essere il migliore nel suo lavoro, un talent scout unico che consce il calcio me soprattutto conosce i calciatori; a tal proposito vi faccio una domanda, che nulla a che vedere con la Juventus tanto per fugare dubbi di partigianeria, chi ha saputo gestire con successo un campione problematico come Diego Armando Maradona? La risposta è una e solo una Luciano Moggi, solo questo dà già la misura della professionalità e delle doti di Moggi. Moggi alla guida dell’area tecnica sarebbe, al momento, l’unica persona in grado di definire un progetto per il rilancio dei giovani calciatori italiani, Moggi è sicuramente l’uomo che darebbe al futuro CT tutti gli appoggi e le coperture necessarie perché il CT possa lavorare tranquillo, e soprattutto, sapendo di avere oltre la fiducia la collaborazione di chi è preposto a gestire l’aera tecnica della Federazione. Ai soliti detrattori di scarsa memoria e dal cervello rattrappito dal bombardamento mediatico vorrei solo ricordare che nella finale di Berlino 2006 ben otto giocatori facevano parte di quella Juventus targata Luciano Moggi.

Ed infine chi meglio di Andrea Agnelli potrebbe essere chiamato a gestire la Lega di Serie A, un manager giovane, però il più conosciuto e ascoltato fuori dal confini italiani, un manager che ha dimostrato di saper valorizzare uno sport Cenerentola come il Golf in Italia. Andrea Agnelli è cresciuto a pane, calcio e finanza. Da quando è stato nominato Presidente della Juventus nel 2010, Andrea Agnelli, pur essendo un tifoso Bianconero dichiarato, ha dato esempio di equilibrio e di saggezza nei rapporti tra la Società Bianconera e le altre Società di Serie A. Andrea, contestando la rielezione di Beretta, ha pubblicamente preso le distanze dalle logiche e dalle pratiche lobbiste che dal 2006 sono diventate la regola, ma anche qui facciamo bene attenzione a giudicare in base ai fatti e non al bombardamento di parole dei media italioti, Andrea nel 2013 si assume la responsabilità guidare le Società che erano contrarie alla logica che ha portato alla rielezione di Beretta e lo ha fatto lasciando da parte, come deve essere per un vero manager, le beghe del passato; infatti tra i “dissidenti” c’è anche l’Inter, che  più di tutti si approfittò dello scempio di Farsopoli. Questi sono i fatti che dimostrano le doti di Andrea Agnelli, il resto è solo aria fritta.

Sono sicuro che questa provocazione, che ha poco di provocatorio e molto di logico, farà sorridere o ridire chi non ama il Calcio, a tutti quelli cui piace vincere facile, a quelli che pensano con il cervello dei media di “regime”, a queste persone chiedo semplicemente: chi, al di fuori di Giraudo, Moggi e Agnelli oggi in Italia potrebbe garantire la rinascita del movimento calcistico italiano? Vorrei che mi si facciano i nomi di altri managers altrettanto preparati e competenti…… il silenzio? Ma come non riuscite a fare nessun nome di personaggi che siano in grado di uscire dalle logiche politiche e lavorare in maniera pragmatica per rilanciare il calcio italiano?

Dopo aver scritto questo articolo mi ritrovo con in bocca un gusto amaro, un gusto di fiele, perché queste sono solo le fantasie di un povero sognatore che ama il Calcio e che soffre vendendolo tanto, ma tanto maltrattato dalle logiche del potere politico, un sognatore che seppur lontano vorrebbe che il suo Paese fosse un Paese civile e moderno, un sognatore che però non smetterà mai di lottare per le proprie idee e che continuerà a pensare con la propria testa e non con quella dei media.

Ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per la strada, lì ricomincia la storia del calcio. Cit. Jorge Luis Borge

Massimo Sottosanti

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