Vedere il video annuncio dell’annuncio della rescissione “consensuale”
del contratto di Antonio Conte con la Juventus è un qualche cosa che MAI
avremmo voluto commentare; Antonio Conte, dal primo giorno che ha messo piede
alla Juventus, ha trasformato un ambiente depresso e frustrato per due settimi
posti consecutivi e una squadra apatica e svogliata in un ambiente carico,
determinato; ha trasferito nei giocatori quella determinazione e quella fame di
vittorie che Antonio Conte porta nel suo DNA, la stessa fame di vittorie la
stessa determinazione che deve essere nel DNA di chi indossa la maglia della
Juventus. Tutti noi vorremmo Antonio Conte a vita sulla panchina Bianconera ma, come un fulmine a ciel sereno, è arrivato questo divorzio “ consensuale”, che
oggi è ancora difficile accettare e somatizzare; però d’altra parte la Juventus
deve andare avanti e da oggi andrà avanti con Massimiliano Allegri, un uomo che
per carattere, tradizione e esperienze è l’anti Conte per eccellenza.
Dalla faccia, dalla voce e dallo sguardo di Antonio Conte, quando ha girato la clip dove ha annunciato la sua dipartita dalla Juventus, è
difficile credere che la decisione sia stata condivisa tra lui e la Società,
è difficile credere che Conte abbandoni la nave anche se sta navigando in mari
molto agitati, Antonio è un combattente, in questi tre anni alla guida della
Juventus Conte ha dimostrato di saper dare il meglio di se stesso, come
motivatore e come condottiero, proprio nei momenti di difficoltà. È per queste
ragioni che ci viene difficile credere che dietro quella parola “consensuale” ci stia la verità, noi crediamo che la realtà
sia più complessa, tentiamo quindi di capire quali sono le cause che l’hanno
determinata.
Tra Conte e la Juventus c’erano state le prime divergenze
già alla fine del campionato 2013, divergenze ricomposte, almeno ufficialmente,
dopo il famoso colloquio tra l’Allenatore e Andrea Agnelli; da quello che si è
dato sapere, in quel colloquio molto riservato, Agnelli avrebbe dato ad Antonio
le garanzie necessarie che la Società avrebbe fatto tutto il possibile, e un po’
di più, per allestire una squadra competitiva anche nella stagione 2013/2014,
dove però l’obiettivo non poteva e non doveva essere la Champions perché oggettivamente
non c’erano le condizioni finanziarie per allestire una Squadra competitiva in
Europa; Conte accettò questa situazione di buon grado; dopo l’incontro con
Andrea Agnelli cambiò toni e posizioni, accettò “aziendalmente” di conseguire l’obiettivo
del terzo scudetto consecutivo, ben sapendo le difficoltà che questo obbiettivo
comportava. Già dal primo giorno di ritiro a luglio dello scorso anno Conte
iniziò a mettere in guardia tutti, sia dal fuoco amico che da quello nemico,
che si nascondeva dietro il clima di ottimismo e di sensazione di superiorità
che c’era attorno alla Juventus.
Vincere il terzo scudetto consecutivo è stato “devastante”, così Barzagli sintetizzò la situazione a maggio di quest’anno, quanto sia stato
difficile e “devastante” lo sanno solo Conte ed i suoi ragazzi, però dietro
quell’aggettivo con cui Barzagli ha sintetizzato l’ultima stagione c’è di più,
c’è un Antonio Conte che sa di aver ottenuto dai sui ragazzi più di quello che
umanamente era possibile ottenere, sa che psicologicamente ci sono giocatori che hanno dato più di altri e che hanno bisogno di rifiatare, sa
soprattutto che in alcuni c’è stanchezza e assuefazione. Probabilmente, anzi
sono sicuro che così è stato, Conte ha espresso i suoi dubbi e quelli che
secondo lui erano i rimedi necessari per continuare un ciclo vincente, l’ha
espresso a modo suo senza peli sulla lingua, a volte in maniera inopportuna e
nelle sedi inappropriate, fino ad arrivare a pronunciare la ormai famosa frase “non
si può andare a mangiare in un ristorante da cento euro con solo dieci ero in
tasca”; e a questo punto Conte ha imboccato un sentiero che ha segnato
il suo destino.
Se prima di mettere in piazza una reale debolezza della
Società, se prima di certificare pubblicamente i problemi finanziari della
Juventus, c’erano ancora dei margini per ricomporre le divergenze interne tra Antonio
e la Dirigenza, dopo i margini sono crollati a zero. Conte ha sbagliato perché mai
e nessuna Società, non solo di calcio, accetta che un suo dipendente metta a
nudo in pubblico quelle che sono le sue debolezze, Conte ha sbagliato perché avrebbe
dovuto tenere a freno il suo impeto ma soprattutto avrebbe dovuto pensare a
quale danno avrebbe arrecato.
Però le colpe non stanno solo dalla parte di Antonio Conte perché, se si è lasciato andare ad un’affermazione del genere, molto probabilmente è perché la
Juventus non è stata in grado di dargli delle risposte soddisfacenti; probabilmente la Società già gli aveva fatto arrivare dei segnali che il
feeling che aveva nei confronti del suo Allenatore si stava raffreddando, ne è
prova che in meno di 24 ore già è stato deciso chi sarà il prossimo allenatore
della Juventus.
Noi lo andiamo dicendo da molto tempo, e purtroppo i fatti ci
hanno dato in parte ragione, non sono solo i problemi finanziari ad essere una delle
debolezze della Juventus, più che i soldi la Juventus ha bisogno di un'organizzazione forte, stabile e soprattutto capace di gestire gli equilibri
precari che sono parte del calcio moderno. La Juventus non ha saputo in questi
anni darsi una struttura forte, i dissapori tra l’area tecnica e quella
Societaria (intesa come business e finanza) non sono mai stati risolti;
soprattutto non c’è mai stata la capacità o la volontà di coinvolgere i singoli
perché somatizzassero e condividessero in maniera totale un progetto comune; troppo spesso si è visto che Marotta da una parte agisce tenendo d’occhio i
numeri ed i bilanci senza entrare a fondo nella parte sportiva e cogliere al
100% quelle che sono le esigenze di quest’area; dall’altra l’area tecnico
sportiva, pur cercando di comprendere le difficoltà finanziarie della
Società, pareva non essere disposta a mediare per trovare una soluzione. Ma soprattutto
non si è mai vista una completa armonia tra le due anime della Società.
Oggi inizia l’era Allegri, Massimiliano (Max) Allegri è l’antitesi
di Antonio Conte, allenatore pragmatico, “aziendalista”, misurato nelle parole
e nei comportamenti, Allegri non è il condottiero di cento battaglie, non è un
Cuor di Leone che si mette alla testa delle sue truppe e parte alla conquista
del possibile e dell’impossibile, Allegri è un professionista che concede poco
o nulla alla passione e al “cuore”. Forse la scelta di Max Allegri è stata
fatta proprio in quest’ottica, Andrea Agnelli e la Società hanno deciso di
abbassare il profilo, di prendere Allegri per dare, almeno all’esterno, un'immagine idilliaca e senza problemi, senza conflittualità all’interno della
Juventus. Non sappiamo se sarà una scelta vincente, non sappiamo se Allegri
riuscirà a guadagnare le simpatie del popolo Bianconero, sicuramente Allegri
non susciterà mai l’amore che ci lega ad Antonio Conte, non sappiamo ancora
quale sarà la Juventus della prossima stagione. In questa situazione tanto
incerta però sappiamo una cosa, la Juventus viene prima di tutto e mai il
popolo Bianconero sarà disposto ad accettare un’altra New Holland, una Juventus
*smile*.
Ci sentiamo comunque in obbligo di dire in bocca al lupo a
Massimiliano Allegri e un grazie immenso ad Antonio Conte; per quanto ci
riguarda Antonio saremo sempre con te, tranne nelle occasioni in cui la tua
futura squadra incrocerà la Juventus.
GRAZIE ANTONIO SEMPRE UNO DI NOI….. IN BOCCA AL LUPO ALLEGRI
Massimo Sottosanti, Carmen Vanetti
JUVENTUS PER SEMPRE SARA’
FINO ALLA FINE!
Facebook: Gruppo FINO ALLA FINE……. JUVENTUS
Twitter: @JuveGrandeAmor
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