mercoledì 9 luglio 2014

DA MACALLI A MORATA LA TRISTE FINE DEL CALCIO ITALIANO



Comprendo che l’accostamento tra una cariatide occupante abusivo del calcio ItaGliota come Mario Macalli e il giovane talentuoso Alvaro Morata cresciuto nella cantera del Real Madrid possa sembrare un po’ fuori luogo, ma vi assicuro che così non è.

Mario Macalli oggi esce allo scoperto: le parole di Andrea Agnelli, parole dette in maniera chiara e comprensibile, non certo nel politichese democristianese dei gattopardi del potere Italico, hanno toccato il nervo scoperto del “Sistema”. La replica astiosa e decisamente offensiva, spero che Andrea quereli Mario Macalli, di Macalli ne è la prova, Macalli è un uomo che occupa il potere calcistico dal 1997, nel 2012 le acquisizioni dei marchi U.S. Pergocrema 1932, U.S. Pergocrema, U.S. Pergolettese 1932, U.S. Pergolettese, avvenuta nel 2011, pare siano state poco chiare. Ma che importa se Macalli ha fatto il gioco delle tre carte, tutti ben conosciamo l’etica della FIGC e quindi il nostro Mario, come sempre in Italia, passa indenne attraverso questi “sospetti”.
Ma il vero Macalli viene fuori quando parla delle Squadre B:

Le seconde squadre, in Italia non le vedranno mai, fino a quando ci sarò io alla testa della Lega è fuori da ogni discussione. Noi non facciamo maturare i salami per conto di altri: se vogliono che altri li maturano è necessario che paghino e profumatamente

 Il calcio italiano va rifondato alle radici, si guarda la punta dell'iceberg però i mali del calcio sono anche nella parte sommersa. I vivai sono stati rimpiazzati dalla Scuole calcio che non riescono a far crescere dei veri talenti, però guadagnano molto; il calcio italiano attraversa una crisi economica che è strutturale ed è stata generata dalla logica delle lobby che hanno occupato il potere del calcio. La crisi economica ha fatto sì che in Italia giochino dei buoni giocatori e non dei Campioni assoluti, la mancanza di una politica e strategie omogenea del movimento è sintetizzata ben sintetizzata dalle parole di Macalli.  Com'è possibile che un ragazzo di 19 anni cresciuto in Italia costi più che un buon giocatore esperto  straniero? Com'è possibile che dei procuratori vampiri consiglino i loro giovani assistiti di rimanere in squadre di seconda fascia piuttosto che crescere in un ambiente di eccellenza e al fianco dei campioni? Ecco il punto: il calcio è in mano a politici lobbisti, nessuno nel contesto internazionale dà credito ai Macalli o agli Abete. C'è poi la pressione fiscale, le lobby che si inventano le spalmadebiti, società che dovrebbero fallire ma che vengono salvate: sono l’esempio di una pessima gestione finanziaria del movimento, in Italia non ci sono sceicchi disposti a investire milioni su milioni per costruire grandi squadre, in Italia arrivano i Pallotta o i Thohir che vogliono solo rientrare e guadagnare degli investimenti fatti; allora in questa situazione le regole finanziarie non possono essere aggirate o usate in maniera differente da Società a Società. Occorrono  regole ferree e che siano rispettate da tutti.
Forse Tavecchio ha le competenze per operare una rivoluzione copernicana del calcio italiano, ma le competenze non bastano, serve la forza per poterlo fare e, se tra gli elettori di Tavecchio ci sono Mario Macalli, Claudio Lotito, Adriano Galliani, Urbano Cairo e Enrico Preziosi, non credo proprio che gli sarà consentito di portare avanti quelle riforme che servono al calcio italiano.

L’esempio di Alvaro Morata è illuminante, questa volta non me la sento di dare addosso a Marotta, il Real Madrid di fatto cede il ragazzo, un 1992, alla Juventus per valorizzarlo e, ben conoscendo che il talento di base che ha Alvaro potrà essere valorizzato se entra a far parte di un Club importante, come la Juventus, cosa fa? Florentino Perez, da uomo esperto di calcio si inventa la clausola del riacquisto, una clausola inimmaginabile fino ad ora: purtroppo la Juventus è di fronte a due alternative o accatta il ricatto di Florentino o lascia Morata.

Ma siamo sicuri che Morata sia la via giusta? Forse non sarebbe stato meglio prendersi il “rischio” di portare due tra Zaza, Gabbiadini e Berardi piuttosto che sottostare alle richieste capestro dei merengues? In un paese con una cultura sportiva diversa questa domanda non avrebbe nessun senso, in Italia purtroppo sì; in Italia la maggioranza dei tifosi, normalmente istigati dagli Ultras, si nutre dei nomi dei così detti Top Players perché l’ignoranza (voce del verbo ignorare) generata dall'informazione distorta dei media asserviti al sistema e alimentata dallo stesso sistema non permette che il movimento maturi come in altri Paesi.

La nuova FIGC  deve promuovere una crescita e una maturazione profonda di tutto il movimento, quello tecnico e agonistico del calcio professionistico, quello promozionale dei settori Semi Pro e Dilettanti che obbligatoriamente deve essere strettamente legato agli obbiettivi e alle esigenze del settore professionistico, senza dimenticare altri aspetti fondamentali come la politica degli stadi di proprietà o la problematica del tifo violento. Crediamo veramente che chi sostiene Tavecchio sia disposto ad accettare un cambiamento tanto radicale? Quanti dirigenti delle Leghe Dilettanti e Semi Pro sono disposti a rimettersi in discussione e cambiare il modo di operare che è stato il dominante fino ad oggi?

Las Merengues stanno aprendo il varco e state certi che dietro ne verranno altri, il calcio italiano sta diventando terra di conquista e i Club Italiani saranno le famose Squadre B dei Top Club Europei, quelle famose Squadre B che il presuntuoso, lobbista e poltronaro Macalli tanto osteggia.

Massimo Sottosanti

Facebook: Gruppo FINO ALLA FINE……. JUVENTUS

Twitter: @JuveGrandeAmor




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