L’estate 2014 per noi Juventini, secondo me, è
caratterizzata da una colonna sonora che è la canzone del compianto Maestro
Enzo Jannacci, “Ho visto un Re”. Il perché di questa colonna sonora è legato a
quello che sta succedendo sotto i nostri occhi dal 18 di maggio, in questi
tempi dove i media sono sempre più impietosi e pronti a rubare i sentimenti più
intimi delle persone, quel 18 maggio quando le telecamere mandarono in mondovisione
le lacrime della signora Elisabetta, moglie di Antonio Conte.
Quelle lacrime, tralasciando l’aspetto economico, io le assimilo a quelle del “vilan” della canzone di Jannacci, al quale hanno tolto tutto però deve essere sempre allegro
altrimenti il Re, l’Imperatore, il Vescovo e il Signore si intristiscono; così
alla lacrime della moglie faceva da
contrappunto il sorriso del marito che, per contratto, non poteva permettersi
di intristire i “Notabili” Bianconeri. Se le lacrime della signora Elisabetta fossero state il
preludio, l’annuncio mediatico di un divorzio “consensuale” tra il tecnico
Salentino e la Juventus destinato a consumarsi nel giro di poche ore o giorni,
anche il leitmotiv dell’estate Bianconera sarebbe stato differente; invece i “Notabili”
Bianconeri hanno continuato ad ispirarsi alla canzone del Maestro Jannacci ed
ora i “vilan” “che sempre allegri bisogna stare perché il nostro piangere fa male al
Re…” dal 15 di Luglio hanno iniziato a “sganasciarsi” dalle risate per
compiacere e non fare intristire il Re, l’Imperatore, il Vescovo e i Ricchi,
accettando tutto e anzi valorizzando qualsiasi scelta operata dai “Notabili”, dimenticando o omettendo ogni qualsiasi tentativo di analisi critica, già, perché
anche questo rende tristi i “Notabili”.
Lasciando da parte la metafora, ancora una premessa per
fugare ogni dubbio da parte di chi è pronto ad accusare chi la pensa in
maniera diversa di non essere un tifoso della Juventus: è bene che sia chiaro a
tutti che io non ho mai smesso di tifare per la mia Juventus quando era in
Serie B, quando arrivava settima in Campionato e rimediava figure barbine un po’
in tutta Italia, io non sono sceso dal famoso carro quando le cose andavano
male per poi risalirci quando andavano bene; premesso questo e per queste
ragioni credo di avere il diritto di dire la mia opinione, la mia è un'opinione
da calcio di Agosto quando tutti hanno già lo scudetto cucito sulle maglie e
quando tutte le Squadre sono non solo forti ma fortissime. I fatti diranno chi
ha ragione, il campo dirà chi è il più forte, da parte mia che si vinca o che
si perda sarò sempre e comunque dalla parte della Juventus.
Bene, in questo calcio
da ombrellone fatto più di parole che di fatti si sta disegnando la nuova
Juventus, quella del nuovo tecnico Max Allegri: ad oggi gli acquisti sono stati
Morata, Evra, Pereyra e Coman, si vocifera di Romulo, Eto’o, Lukaku. Mentre si parla con sempre maggior insistenza della partenza di Arturo Vidal, si tace sul
rinnovo del contratto di Lichtsteiner e sul prolungamento di Pogba. In prospettiva
una Juventus che in CL potrà aspirare a fare una dignitosa figura e in
Campionato dovrà andare a cento all’ora per poter ripetersi. È chiaro, ed è
stato detto e ripetuto da Marotta, che l’obiettivo della Juventus è “tentare”
di vincere lo scudetto per la quarta volta consecutiva, l’Europa non fa ancora
per noi, perché economicamente non ce la possiamo permettere; prendiamo atto e diamo
ragione ai “Notabili” Bianconeri che non ci sono abbastanza denari per colmare
il “gap”.
Partendo appunto da un dato di fatto, che è la situazione
economica della Juventus, la domanda che mi sono più volte posto in questi
giorni è quali siano i piani, le strategie e i programmi a corto e medio
termine della Proprietà, rappresentata dal vacuo cherubino Yaki, e dei “Notabili”
Bianconeri per sanare i bilanci e per
ritornare in quell’Olimpo dal quale siamo stati buttati giù da Farsopoli nel
2006. Perché è inutile nascondere il sole con un dito, il Campionato Italiano, oltre a non essere “allenante”, come disse giustamente Fabio Capello, non ha
quell’appeal internazionale che permette ad una Società di Calcio di firmare contratti sostanziosi con gli sponsor, tralasciando la situazione tutta
Italiana della suddivisione dei diritti TV. L’ho già scritto e lo ripeto, è
fuorviante pensare che la panacea di tutti i mali possa essere lo Sceicco di
turno. Un Club di Football produce spettacolo sportivo e la sua visibilità è
data dai risultati che ottiene sul campo, tutto il resto è collaterale; se il
livello del gioco e i risultati che si ottengono sono di basso livello anche
gli introiti più significativi si riducono: gli introiti derivanti dalle
campagne abbonamenti o degli incassi legati alle così dette partite di cartello
sono ormai un ricordo del calcio giurassico, il Calcio moderno ha le stesse
regole di una qualsivoglia Azienda; e in qualsiasi Azienda i programmi di
crescita dipendono dagli investimenti, investimenti mirati alla crescita e all’espansione
del brand.
Non ne faccio una questione di Conte sì o Conte no, ogni
organizzazione non può e non deve dipendere dai singoli, quella che mi lascia
perplesso è la strategia in generale, le scelte che si stanno operando, penso
sia riduttivo e nocivo lo scaricare o caricare di troppe responsabilità Max
Allegri, “l’aziendalista”. Credo che sia il momento di guardare in faccia alla
realtà, la Juventus post 2006 ha tante, troppe contraddizioni, un Presidente “tifoso”
che non è chiaro quanto sia il suo potere e la sua delega all’interno della
Juventus ma che dall’altra parte è una delle voci più autorevoli del Calcio
italiano in termini di organizzazione e politica sportiva, un AD che ha
dimostrato negli anni di avere la mentalità del ragioniere, che sembra avere la
visione che si addice più ad una provinciale che a una grande squadra con
ambizioni internazionali, per poi tralasciare la Proprietà che non perde
occasione per dimostrare il suo scarso interesse (reale) verso la Juventus. In questo
panorama ormai da due settimane però si sentono a destra e manca solo risate dei
tifosi che come nella canzone di Jannacci non hanno il permesso di piangere perché
altrimenti i “Notabili” diventano tristi.
In tale contesto di ottimismo generale e generalizzato le
voci fuori dal coro sono tacciate di essere tifosi di convenienza, di non amare
la Juventus e tante altre amenità varie; io credo che si ama la Juventus se
non si è dimenticata la storia recente della New Holland, che la corretta funzione
che deve avere il tifoso, che giammai deve sostituirsi alla Società, sia quella
di sostenere la propria Squadra; non la si può abbandonare nei momenti di crisi ma, proprio nei momenti di crisi, oltre a dare il proprio sostegno il tifoso deve stimolare in maniera costruttiva la Società a migliorarsi, ad uscire dalla
crisi che può essere di idee, di gioco o di strategie, altrimenti si rischia di
diventare come il “vilan” di Jannacci.
E sempre allegri bisogna stare
che il nostro piangere fa male al re
fa male al ricco e al cardinale
diventan tristi se noi piangiam,
e sempre allegri bisogna stare
che il nostro piangere fa male al re
fa male al ricco e al cardinale
diventan tristi se noi piangiam!
Enzo Jannaci
che il nostro piangere fa male al re
fa male al ricco e al cardinale
diventan tristi se noi piangiam,
e sempre allegri bisogna stare
che il nostro piangere fa male al re
fa male al ricco e al cardinale
diventan tristi se noi piangiam!
Enzo Jannaci
Massimo Sottosanti
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