Ieri è iniziato il Campionato della Juventus ed è iniziato
con una vittoria strameritata contro un Chievo che oggettivamente è poca cosa,
se poi si aggiunge che nel primo tempo Corini ci ha regalato un uomo mettendo
in campo Schelotto i conti tornano. Si è ricominciato da dove ci si era fermati
a Maggio: una vittoria di misura, un uno a zero che è stato comunque salvato da
un intervento magistrale di Gigi Buffon, tante occasioni da rete, pali e
traverse, tanti corner, supremazia territoriale e di gioco però un solo goal.
Si è ricominciato dal quel 3-5-2 di contiana memoria che Max Allegri strenuo
fautore del 4-3-1-2 ha dovuto accantonare per le caratteristiche dei giocatori
che ha a disposizione.
Nei commenti del giorno dopo noto con gran tristezza che il
tifo Bianconero è vieppiù diviso tra chi difende a spada tratta l’operato della
Società continuando ad accusare Conte di essere responsabile di tutto e di più
e chi cerca di capire che Juventus ci aspetta nel proseguo della stagione.
Chiudo, spero una volta, per tutte il capitolo Conte: Conte è
il passato e come tale va giudicato, va giudicato per quello che ha fatto
in termini di risultati e di raggiungimento degli obbiettivi che gli sono stati assegnati
dalla Società; il primo anno gli fu chiesto di qualificarsi per la Champions
League e vinse lo Scudetto numero 30, il secondo anno gli fu chiesto di
ripetersi in Italia ed andare il più avanti possibile in Champions League e di
vincere la Supercoppa Italiana e Conte centrò tutti gli obbiettivi venendo
eliminato a quarti di Champions da un Bayern che oggettivamente era, ed è,
superiore alla Juventus; il terzo anno, visto che la Società era cosciente che
il gap con il G8 dell’Europa Calcistica non era stato colmato e colmarlo non
era coerente con le strategie che la Proprietà aveva definito con la Società,
fu fissato l’obbiettivo del terzo Scudetto consecutivo, della Supercoppa
Italiana e di andare avanti il più possibile in Champions, in alternativa
giocarsi la Finale di Europa League in casa alla Stadium; Conte ha centrato due
obbiettivi su tre e ha centrato l’obbiettivo primario il terzo Scudetto. Detto
questo credo che chi critica Conte, chi lo insulta e chi lo accusa pecchi di
superficialità e soprattutto manchi di riconoscenza ad un Uomo coerente e
onesto, non so perché lo facciano, però chi attacca Conte ha lo stesso
atteggiamento dell’amante tradito, anzi mi pare che proprio chi lo offende e lo
ritiene un traditore siano poi quelli che più ne sentono la mancanza e
nascondono il timore di una regressione della Juventus a causa della sua
partenza.
Detto questo su Conte ribadisco che è il passato e a me non
mi interessa il passato ma il futuro della Juventus perché, usando le parole di
Luciano Moggi “morto un Papa se ne fa un altro, partito un allenatore se ne
trova un altro”, parole sacrosante perché gli allenatori sono dei dipendenti,
lautamente pagati per ottenere il massimo dagli uomini che la Società mette loro a disposizione; quindi se un allenatore influisce più del 40% nei
risultati c’è qualche cosa che non va nell’organizzazione della Società.
Ieri Max Allegri, tecnico che non può non essere considerato
d’esperienza e soprattutto uomo intelligente, dopo due mesi di lavoro con la
Squadra ha deciso di schierare lo stesso modulo utilizzato da Antonio Conte; io
credo che l’abbia fatto per la semplice ragione che durante il lavoro di
preseason, durante le sessioni d’allenamento tattiche, si sia reso conto che i
giocatori che ha a disposizione gli danno maggiori garanzie se messi in campo in una determinata maniera,
ossia con la difesa a tre. Allegri visto nelle inquadrature TV ieri non mi è
sembrato un allenatore felice di quello che ha visto sul campo, mi pare che più
di una volta sia sbottato forse perché non vedeva i ragazzi fare quei movimenti
o le giocate che lui pretendeva, è giusto ed è ottimo l’approccio di Max
Allegri che, per buona pace dei detrattori di Conte, con stile differente mi è
parso lo stesso adottato dal Salentino.
Abbiamo vinto giocando un buon primo tempo, un po’
meno nella ripresa; però alcuni dubbi rimangono e sono legati all’operato della
Società sul mercato e qui non c'entrano Conte neéAllegri, la campagna acquisti
la fa la Società, a volte tenendo conto dei suggerimenti dell’allenatore a
volte tenendo presente gli aspetti finanziari, gli allenatori devono ottenere
il massimo dal materiale umano che viene messo loro a disposizione.
La Juventus di questa stagione è la stessa della stagione
scorsa e di quella precedente, per carità c’è un antico detto che recita “squadra
che vince non si cambia”, ma è appunto un detto non solo antico, arcaico, perché
nel calcio moderno, se si hanno a disposizione solo undici titolari che giocano
mediamente sessanta partite all’anno tra Campionato, Coppe e Nazionali, si deve
tener presente che gli undici non sono dei robot e dopo un certo limite di
sforzo psicofisico è normale un appannamento. La Società ha puntato la campagna
acquisti 2014 su un punto fermo, primo NON vendere e questo a mio modesto
parere è un errore madornale, perché se si vuole crescere, se si vuole
continuare a vincere e soprattutto se si vuole eccellere in Europa il must deve
essere primo rinforzarsi.
Ecco il punto, rinforzarsi significa pianificare una
strategia di mercato che permetta di vendere per poter comprare, la storiella
dei soldi che mancano la lascerei da parte. Dal momento che i soldi non escono
dai rubinetti dei bagni di Corso Galfer, bisogna saper monetizzare al massimo
con il mercato in uscita, facendo anche sacrifici che a volte sono
necessari: Moggi e altri managers preparati ed esperti lo insegnano, perché il
denaro ricavato da questi “sacrifici” serve per essere reinvestito in maniera
attenta e con l’unico target di rafforzare la Squadra. Questo, a mio avviso, è il bicchiere mezzo vuoto: Marotta e Paratici si sono come paralizzati su quello
che hanno fatto in passato, mi pare abbiano paura di vendere per poi sbagliare
a comprare e quindi si “accontentano” di mantenere un equilibrio sperando che possa ancora funzionare.
La Juventus in Italia sembra essere ancora tre le protagoniste
assolute, ripetersi per la quarta volta sarà un impresa titanica e poco
realista, in Europa il gap resta invariato, non ci si è avvicinati alle otto
migliori perché il potenziale tecnico che ha a disposizione Allegri non si
discosta da quello che aveva a disposizione Conte nel 2013 quando superò gli
ottavi; anche se si dice che la Champions è anche questione di fortuna io non
lo credo perché nel calcio c’è un solo ed unico giudice imparziale: il campo.
Massimo Sottosanti
L’IMPORTANTE NON E’ VINCERE E’ L’UNICA COSA CHE CONTA
FINO ALLA FINE
Facebbok: Gruppo FINO ALLA FINE…….. JUVENTUS
Twitter: @JuveGrandeAmor
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