lunedì 1 settembre 2014

IL BICCHIERE MEZZO PIENO…. E MEZZO VUOTO




Ieri è iniziato il Campionato della Juventus ed è iniziato con una vittoria strameritata contro un Chievo che oggettivamente è poca cosa, se poi si aggiunge che nel primo tempo Corini ci ha regalato un uomo mettendo in campo Schelotto i conti tornano. Si è ricominciato da dove ci si era fermati a Maggio: una vittoria di misura, un uno a zero che è stato comunque salvato da un intervento magistrale di Gigi Buffon, tante occasioni da rete, pali e traverse, tanti corner, supremazia territoriale e di gioco però un solo goal. Si è ricominciato dal quel 3-5-2 di contiana memoria che Max Allegri strenuo fautore del 4-3-1-2 ha dovuto accantonare per le caratteristiche dei giocatori che ha a disposizione.

Nei commenti del giorno dopo noto con gran tristezza che il tifo Bianconero è vieppiù diviso tra chi difende a spada tratta l’operato della Società continuando ad accusare Conte di essere responsabile di tutto e di più e chi cerca di capire che Juventus ci aspetta nel proseguo della stagione.

Chiudo, spero una volta, per tutte il capitolo Conte: Conte è il passato e come tale va giudicato, va giudicato per quello che ha fatto in termini di risultati e di raggiungimento degli obbiettivi che gli sono stati assegnati dalla Società; il primo anno gli fu chiesto di qualificarsi per la Champions League e vinse lo Scudetto numero 30, il secondo anno gli fu chiesto di ripetersi in Italia ed andare il più avanti possibile in Champions League e di vincere la Supercoppa Italiana e Conte centrò tutti gli obbiettivi venendo eliminato a quarti di Champions da un Bayern che oggettivamente era, ed è, superiore alla Juventus; il terzo anno, visto che la Società era cosciente che il gap con il G8 dell’Europa Calcistica non era stato colmato e colmarlo non era coerente con le strategie che la Proprietà aveva definito con la Società, fu fissato l’obbiettivo del terzo Scudetto consecutivo, della Supercoppa Italiana e di andare avanti il più possibile in Champions, in alternativa giocarsi la Finale di Europa League in casa alla Stadium; Conte ha centrato due obbiettivi su tre e ha centrato l’obbiettivo primario il terzo Scudetto. Detto questo credo che chi critica Conte, chi lo insulta e chi lo accusa pecchi di superficialità e soprattutto manchi di riconoscenza ad un Uomo coerente e onesto, non so perché lo facciano, però chi attacca Conte ha lo stesso atteggiamento dell’amante tradito, anzi mi pare che proprio chi lo offende e lo ritiene un traditore siano poi quelli che più ne sentono la mancanza e nascondono il timore di una regressione della Juventus a causa della sua partenza.

Detto questo su Conte ribadisco che è il passato e a me non mi interessa il passato ma il futuro della Juventus perché, usando le parole di Luciano Moggi “morto un Papa se ne fa un altro, partito un allenatore se ne trova un altro”, parole sacrosante perché gli allenatori sono dei dipendenti, lautamente pagati per ottenere il massimo dagli uomini che la Società mette loro a disposizione; quindi se un allenatore influisce più del 40% nei risultati c’è qualche cosa che non va nell’organizzazione della Società.

Ieri Max Allegri, tecnico che non può non essere considerato d’esperienza e soprattutto uomo intelligente, dopo due mesi di lavoro con la Squadra ha deciso di schierare lo stesso modulo utilizzato da Antonio Conte; io credo che l’abbia fatto per la semplice ragione che durante il lavoro di preseason, durante le sessioni d’allenamento tattiche, si sia reso conto che i giocatori che ha a disposizione gli danno maggiori garanzie se  messi in campo in una determinata maniera, ossia con la difesa a tre. Allegri visto nelle inquadrature TV ieri non mi è sembrato un allenatore felice di quello che ha visto sul campo, mi pare che più di una volta sia sbottato forse perché non vedeva i ragazzi fare quei movimenti o le giocate che lui pretendeva, è giusto ed è ottimo l’approccio di Max Allegri che, per buona pace dei detrattori di Conte, con stile differente mi è parso lo stesso adottato dal Salentino.

Abbiamo vinto giocando un buon primo tempo, un po’ meno nella ripresa; però alcuni dubbi rimangono e sono legati all’operato della Società sul mercato e qui non c'entrano Conte neéAllegri, la campagna acquisti la fa la Società, a volte tenendo conto dei suggerimenti dell’allenatore a volte tenendo presente gli aspetti finanziari, gli allenatori devono ottenere il massimo dal materiale umano che viene messo loro a disposizione.

La Juventus di questa stagione è la stessa della stagione scorsa e di quella precedente, per carità c’è un antico detto che recita “squadra che vince non si cambia”, ma è appunto un detto non solo antico, arcaico, perché nel calcio moderno, se si hanno a disposizione solo undici titolari che giocano mediamente sessanta partite all’anno tra Campionato, Coppe e Nazionali, si deve tener presente che gli undici non sono dei robot e dopo un certo limite di sforzo psicofisico è normale un appannamento. La Società ha puntato la campagna acquisti 2014 su un punto fermo, primo NON vendere e questo a mio modesto parere è un errore madornale, perché se si vuole crescere, se si vuole continuare a vincere e soprattutto se si vuole eccellere in Europa il must deve essere primo rinforzarsi.

Ecco il punto, rinforzarsi significa pianificare una strategia di mercato che permetta di vendere per poter comprare, la storiella dei soldi che mancano la lascerei da parte. Dal momento che i soldi non escono dai rubinetti dei bagni di Corso Galfer, bisogna saper monetizzare al massimo con il mercato in uscita, facendo anche  sacrifici che a volte sono necessari: Moggi e altri managers preparati ed esperti lo insegnano, perché il denaro ricavato da questi “sacrifici” serve per essere reinvestito in maniera attenta e con l’unico target di rafforzare la Squadra. Questo, a mio avviso, è il bicchiere mezzo vuoto: Marotta e Paratici si sono come paralizzati su quello che hanno fatto in passato, mi pare abbiano paura di vendere per poi sbagliare a comprare e quindi si “accontentano” di mantenere un equilibrio sperando che possa ancora funzionare.

La Juventus in Italia sembra essere ancora tre le protagoniste assolute, ripetersi per la quarta volta sarà un impresa titanica e poco realista, in Europa il gap resta invariato, non ci si è avvicinati alle otto migliori perché il potenziale tecnico che ha a disposizione Allegri non si discosta da quello che aveva a disposizione Conte nel 2013 quando superò gli ottavi; anche se si dice che la Champions è anche questione di fortuna io non lo credo perché nel calcio c’è un solo ed unico giudice imparziale: il campo.

Massimo Sottosanti

L’IMPORTANTE NON E’ VINCERE E’ L’UNICA COSA CHE CONTA

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