lunedì 20 ottobre 2014

A COSA È SERVITA CALCIOPOLI?





A cosa è servita Calciopoli?
E' una domanda che in  molti, dal 2006 ad oggi, si saranno posti.
L'ultimo che mi è capitato di leggere in proposito è Valentin Pauluzzi, giornalista per Eurosport, non juventino (precisiamo, ma milanista, come si legge anche nel suo profilo Twitter), autore, per Eurosport.fr, dell'articolo "Non, la Juventus n'est ni protégée, ni plus avantagée par les arbitres que le reste de la Serie A", pezzo in cui, partendo da Juve-Roma, mette in evidenza come, da sempre, le situazioni controverse a favore della Juve vengano strumentalizzate in nome di un sentimento popolare che viene monetizzato dai media, anche se basterebbe analizzare le cifre dei rigori a favore e contro la Juve per dimostrare quanto tali tesi siano strumentali e superficiali. E Pauluzzi si chiede infine: "A cosa è servita allora Calciopoli? Coloro che attizzano questo sentimento popolare sono gli stessi che stravedono per Calciopoli, quella faccenda che data 2006 e che doveva ripulire il calcio italiano allontanando in special modo l’allora dirigenza juventina e il famoso Luciano Moggi. Quest’ultimo è out da 8 anni, la Juve è stata mandata in B, poi ne è risalita e le stesse polemiche sono riapparse come per incanto da quando ha ricominciato a vincere. Alla sua testa dirigenti rispettati e rispettabili come Agnelli e Marotta. Nonostante tutto, alcuni parlamentari  si apprestano a rievocare una Calciopoli 2, a cosa è servita dunque la prima? Bisogna rimandare la Juve in serie B?".

Sicuramente Calciopoli non è servita a ripulire da nulla il calcio italiano, proprio per le caratteristiche anomale, irregolari e pre-orientate dell'indagine e dei procedimenti che ne sono derivati, un castello precostituito fatto di carte e cartoni scelti non a caso dal mazzo: non a caso perché miravano a colpire solo la Juve, Moggi e Giraudo (tutto il resto sono stati solo danni collaterali) e a favorire altri (in primis l'Inter di un Moratti scialacquone quanto inetto, le cui sorti avevano già impietosito a tal punto Carraro che non aveva avuto cuore di spedirlo in B per la storiaccia del passaporto falso di Recoba, dopo che aveva buttato nel buco nero della sua imperizia centinaia di milioni).

Ricordiamo quanto scritto qualche anno fa da Oliviero Beha (un altro NON juventino): “Moratti farebbe bene a non pensare che tutti ce l’abbiano con l’Inter, che tutti pensino: ‘Ah siamo stufi delle vittorie dell’Inter’, è odio sportivo che è nella norma, naturalmente quello che riguarda il più forte, il più vincente. Farebbe bene invece a dirci tutto quello che sa su Calciopoli e quello che ancora deve venir fuori dal processo di Napoli, processo di Napoli che rischia la ricusazione del presidente Casoria e quindi l’eventuale prescrizione. Io mi auguro che non vada a finire, perché quello che ci hanno raccontato di Calciopoli (o Farsopoli come qualcuno la chiama) è davvero poco. Sappiamo solo una minima parte della verità che somiglia molto ad una montatura. Questo vuol dire che il calcio è pulito? No, anzi è sempre più sporco, sempre più sporco significa che il fatto che ormai quasi cinque anni fa sia saltato Moggi non vuol dire che si sia ripulito il calcio; le pulizie pasquali dovrebbero avere ben altre scope per cercare di ripulire il calcio e quindi si è usato Moggi come capro espiatorio. Diciamola tutta: un santo Moggi? No, per carità. Ma un capro espiatorio sì. Io vorrei sapere tutto di quel che riguarda davvero l’Inter, il Milan e le altre squadre”.

Ecco, Calciopoli non è valsa in nulla a ripulire il calcio italiano, anzi ha aggiunto sozzura a sozzura perché, come ebbe a concludere la Casoria, si badò solo a correr dietro ai misfatti di Moggi, quando questi misfatti altro non erano che aver assecondato (giocoforza, dovendo fare i conti con quel mondo) qualche malvezzo del calcio italiano; malvezzi però che oggi appaiono ingigantiti anziché estinti.
Se è vero che Moggi telefonava molto intrattenendo una fitta rete di rapporti, quello che accade oggi tra la camarilla che tiene in pugno Lega di serie A e, via Lotito, anche la Figc, va ben oltre; le famose cene conviviali non solo non avevano nulla di losco (che poi la famosa cena tra Bergamo-Mazzini e Moggi-Giraudo, l'unica con casa Bergamo circondata dai carabinieri, avvenne a fine campionato, con la Juve già campione) ma nemmeno erano vietate; lo erano invece gli abboccamenti tra Facchetti e Nucini o tra Galliani e Collina, in quanto si trattava di arbitri e non di designatori, i contatti con i quali erano non solo consentiti ma addirittura consigliati. Che poi qualcuno più tardi abbia cambiato idea in proposito di questo disposto del regolamento, non si poteva certo farlo valere in modo retroattivo. Certo che gli attuali summit tra i vari Galliani, Lotito, Preziosi, Pulvirenti puzzano molto di più.

Quel che riguarda davvero l'Inter e il Milan non ce l'hanno detto gli inquirenti né la giustizia domestica del circolo della caccia: ce l'hanno detto le intercettazioni che Moggi si è dovuto comprare e far ascoltare e trascrivere dal suo pool di consulenti capeggiati dal valente Nicola Penta; perché il dott. Narducci si è scordato o ha coscientemente omesso di ottemperare al disposto dell'art. 358 del codice di procedura penale, che impone al pubblico ministero di svolgere accertamenti su fatti e circostanze a favore dell'indagato; anche se in realtà ha fatto ben di peggio e il 31 ottobre si discuterà se archiviare o meno il procedimento a carico suo e del maresciallo Ziino per l'occultamento del video del sorteggio del 13 maggio 2005, fatto aggravato dalla successiva ricostruzione posticcia con fotogrammi da esso estrapolati e susseguentisi in ordine alterato; c'è solo da sperare che si faccia luce e giustizia su questa che una delle tante nequizie di Calciopoli.

Ma alla fine questo Grande Imbroglio, per dirla con le parole dell'avvocato Prioreschi, che ha consentito di "premiare chi aveva come unico merito quello di essere nemico di Lucianone e della sua amatissima, temutissima, fortissima Juventus 2006", a che è servito?
A risarcire Moratti della sua incapacità di gestire una società assegnandogli uno scudetto di cartone: fu un'operazione così sporca che si dovette affidarne il compito a un ex componente del CdA nerazzurro, nominato all'uopo commissario straordinario della Figc.
A titillare, esacerbare e assecondare il sentimento popolare anti-juventino, mosso allora come ora dall'invidia di chi non sa vincere. Conseguentemente  a mercificare la passione, debitamente orientata, dei tifosi.
A liberare la serie A dalla strapotere della Juve della Triade: perché il danno non fu solo il furto degli scudetti vinti sul campo e la retrocessione in serie B; fu il disastro a livello economico e di risorse umane, nonché di immagine, che rischiò di annientare una storia gloriosa; uno tsunami per il quale il club ha in ballo con la Federazione una richiesta di risarcimento danni per circa 444 milioni.
A sistemare alcune faccende interne a certi ambienti torinesi, lotte di potere che coinvolgevano gli Agnelli e gli Elkann, Exor e dintorni: Milano e Torino non sono poi così lontane e i loro interessi sono ancora più vicini; la connivenza era tale che Luca di Montezemolo intervenne personalmente per dissuadere il CdA di Juventus a presentare il ricorso al Tar, meritandosi così l'eterna gratitudine di Blatter.
A estromettere Luciano Moggi dall'ufficialità del calcio italiano: un vero boomerang per il povero pallone nostrano, che da lì ha visto iniziare la sua decadenza a tutti i livelli: di risultati, dopo il Mondiale 2006 colorato di bianconero; di risorse economiche, sino a divenire la cenerentola d'Europa, il cimitero degli elefanti di calciatori a fine corsa; di risorse umane, privo com'è di dirigenti competenti e responsabili e, di conseguenza, di un serbatoio di giocatori e tecnici adeguati alla bisogna; di appeal, che scende sempre più giù sia per la qualità dello spettacolo che per le deficienze strutturali (impianti obsoleti, violenza fuori controllo); di prestigio, con dirigenti di Federazione e Lega assolutamente impresentabili.

E allora cos'ha prodotto Calciopoli?
Lo dico ancora con le parole dell'avvocato Prioreschi, che per anni è penetrato nei meandri di questo pasticciaccio brutto.
"Un fiume carsico che talvolta sembra divorare la terra sotto i piedi del calcio italiano, sconvolto come non mai dal terremoto del 2006 e ancora alle prese con uno sciame sismico che testimonia un fatto: attraverso la porta di Calciopoli non si è vista luce paradisiaca, si è invece entrati in una città dolente. E, visto l'alternarsi degli scandali, di piccoli e grandi dolori".


FINO ALLA FINE!!!!!!


Carmen Vanetti

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