venerdì 24 ottobre 2014

BYE BYE MORATTI…..




Ieri è stato emanato, da parte di Internazionale Holding S.r.l., il comunicato ufficiale che sancisce di fatto l’uscita della Famiglia Moratti dall’Inter. Moratti è stato l’avversario per definizione della Juventus fin dal primo momento in cui ha rilevato l’Inter da Ernesto Pellegrini nel 1995, nel 2006 ha partecipato attivamente al “progetto” Farsopoli  ricevendo in premio uno Scudetto che non fa onore allo sport né tanto meno fa onore al personaggio l'essere pronto a tutto pur di “accettare uno Scudetto che non ha vinto” per dirla con le parole di Andrea Agnelli. Quando Andrea in realtà dice di più riporto qui sotto le sue parole:

“A Moratti va riconosciuto un grandissimo amore per l’Inter e il grandissimo amore porta a fare follie come accettare uno scudetto che non ha vinto. Perdiamo un personaggio che ama il calcio e la sua squadra”

La posizione di Andrea io la comprendo e fino ad un certo punto la condivido, un avversario sconfitto non merita di essere anche umiliato, che Moratti sia un innamorato del calcio e della “sua” Inter è una verità oggettiva, così come è oggettivamente vero che Moratti per “troppo amore” abbia portato l’Inter quasi alla bancarotta e abbia accettato di far parte del “progetto” Farsopoli; però a volte l’amore acceca e la cecità di Moratti l’ha portato a avallare, se non addirittura essere ideatore, di tanti, troppi comportamenti illeciti, dal passaporto falso del suo pupillo Recoba alle intercettazioni e pedinamenti del non amato Christian Vieri, ai bilanci ammaestrati per la sua Inter non fosse estromessa dalla Serie A; i comportamenti di Moratti e le sue malefatte hanno, secondo me, una spiegazione che va oltre l’amore per la Squadra, Massimo Moratti non è il leader della Famiglia, il vero leader è il fratello Gian Marco; Massimo Moratti nel 1996 quando la Famiglia rilevò l’Inter aveva un sogno il sogno, quello di emulare le gesta del padre Angelo. La storia ci insegna che l’emulazione era sia nel bene che nel male: non dimentichiamo infatti le pratiche di doping, denunciate da Ferruccio Mazzola, e che venivano messe in atto da Helenio Herrera durante la Presidenza di Angelo Moratti; il sogno sempre confessato da Massimo Moratti è stato quello di entrare nella storia del Calcio e della Famiglia grazie alle vittorie dell’Inter, altro non poteva aspettarsi in quanto mai ha ricoperto ruoli chiave nell’azienda di Famiglia; anche questo è un segnale di quali siano le reali capacità imprenditoriali di Massimo Moratti.

Massimo Moratti non è mai stato una pietra angolare sia nel bene che nel male; se si analizza in profondità il personaggio si vede che mai è stato un protagonista, non lo è stato nel “progetto” Farsopoli e tanto meno lo è stato nelle ultime vicende legate alla cessione dell’Inter. L’orticello di Moratti era esclusivamente la Squadra, e anche lì si innamorò di alcuni giocatori più che di altri, a lui non importava il valore del giocatore ma il feeling che gli trasmetteva; e questo è stata una delle ragioni della mediocrità della sua Inter, Moratti nel suo orticello coltivava sogni e spendeva un'enormità di denaro comprando giocatori come Vampeta, Taribo West, Aron Winter o Hakan Sukur, solo per citarne alcuni, e facendo la felicità dei loro procuratori piuttosto che di tifosi interisti. Per poi innamorarsi di giocatori come Alvaro Recoba che pure ha contribuito a incrementare i debiti dell’Inter grazie al contratto che il suo mentore gli assicurò.

Moratti dove ha messo mano ha fatto poco e non certo bene, poi il suo “socio” Tronchetti Provera nel 2005 gli offrì la grande occasione, quella di salire sul carrozzone di Farsopoli; l’occasione era unica e Moratti la vide come l’unica possibilità di entrare nell’Olimpo nerazzurro, finalmente avrebbe potuto emulare le gesta del padre, poco importa se in maniera lecita o illecita, poco importa se avrebbe dovuto sacrificare l’icona Facchetti, poco importa se si trattava di “annientare” quel Luciano Moggi che avrebbe portato all’Inter se non si fosse sbagliato a giudicarlo, se non avesse preso in considerazione la professionalità di Moggi: l’occasione che gli offriva Tronchetti era troppo ghiotta, salire su quel carro era l’unica e l’ultima possibilità che aveva e non se la lasciò scappare.
Ma Farsopoli da sola non era sufficiente a soddisfare le ambizioni di Moratti e quindi altra emorragia di denaro dalle casse dell’Inter e dall’azienda di Famiglia per mettere insieme la “Legione Straniera” che gli ha permesso di coronare il suo sogno, il “Triplete”, per entrare nella storia dell’Inter; poco importa che anche il “Triplete” non fosse così immacolato, anche papà aveva vinto tanto grazie alla farmacia di Helenio Herrera, in fin dei conti Machiavelli aveva ragione “il fine giustifica i mezzi”.
Però il “Triplete” segna anche l’inizio del definitivo declino di Massimo Moratti, i debiti contratti sono talmente pesanti che rischiano di mettere in difficoltà l’azienda di Famiglia, l’amico Tronchetti Provera ancora una volta, da quel gran burattinaio che è, si muove nell’ombra; la Pirelli nel 2012 fa una Joint Venture con PT Astra Otoparts, Società dove anche la famiglia Thohir ha degli interessi, per costruire uno stabilimento che produce pneumatici per motociclette; e  Pirelli così diventa il primo produttore di pneumatici del paese. Come si vede il cerchio si chiude, più che un cerchio, forse, un cappio attorno al collo di Massimo Moratti.

L’Inter di Thohir non ha bisogno di Massimo Moratti e neppure dei membri del CdA vicini a lui, infatti la rinuncia di Massimo Moratti alla carica di Presidente Onorario dell’Inter ha avuto la ,logica, conseguenza della dimissioni dal CdA del figlio Angelomario e dei fidi Rinaldo Ghelfi e Alberto Manzonetto. Per l’Inter si chiude una pagina e se ne apre un’altra, una pagina nuova dove sarà Erik Thohir a scrivere, c’è ancora da capire se i contenuti saranno tutti farina del sacco di Thohir o se anche l’indonesiano non stia scrivendo sotto dettatura. È comunque certo che, così come l’Inter di Moratti anche quella di Thohir, dovrà fare i conti con l’eminenza grigia che ormai ha stabilmente in mano le sorti della seconda squadra di Milano.

Che ne sarà di Massimo Moratti, uscirà veramente in maniera definitiva dal mondo del calcio o rientrerà da una finestra, magari una finestra sarda? È da quando Giulini ha rilevato il Cagliari da Massimo Cellino che si vocifera che il regista di questa operazione sia appunto Massimo Moratti, se sarà vero lo vedremo tra alcuni mesi, quello che pare certo è che Moratti non cederà il suo 29.5% di azioni dell’Inter, e anche questo apre la porta a molte speculazioni; credo che l’Inter nei prossimi mesi farà parlare molto non tanto per i risultati sportivi quanto per le vicende societarie che sempre di più si tingono dei colori di una Dynasty meneghina che poi è nella tradizione della seconda squadra di Milano dove gli scarsi risultati sportivi non sono mai stati limpidi.

Bye Bye Moratti, una cosa è certa non ti rimpiangeremo .

Massimo Sottosanti

FINO ALLA FINE

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