Ieri è stato emanato, da parte di Internazionale Holding S.r.l., il comunicato ufficiale che sancisce di fatto l’uscita della Famiglia
Moratti dall’Inter. Moratti è stato l’avversario per definizione della Juventus
fin dal primo momento in cui ha rilevato l’Inter da Ernesto Pellegrini nel 1995,
nel 2006 ha partecipato attivamente al “progetto” Farsopoli ricevendo in premio uno Scudetto che non fa
onore allo sport né tanto meno fa onore al personaggio l'essere pronto a tutto
pur di “accettare uno Scudetto che non ha vinto” per dirla con le
parole di Andrea Agnelli. Quando Andrea in realtà dice di più riporto qui sotto
le sue parole:
“A Moratti va
riconosciuto un grandissimo amore per l’Inter e il grandissimo amore porta a
fare follie come accettare uno scudetto che non ha vinto. Perdiamo un
personaggio che ama il calcio e la sua squadra”
La posizione di
Andrea io la comprendo e fino ad un certo punto la condivido, un avversario
sconfitto non merita di essere anche umiliato, che Moratti sia un innamorato del
calcio e della “sua” Inter è una verità oggettiva, così come è oggettivamente
vero che Moratti per “troppo amore”
abbia portato l’Inter quasi alla bancarotta e abbia accettato di far parte del “progetto”
Farsopoli; però a volte l’amore acceca e la cecità di Moratti l’ha
portato a avallare, se non addirittura essere ideatore, di tanti, troppi comportamenti
illeciti, dal passaporto falso del suo
pupillo Recoba alle intercettazioni e pedinamenti del non amato Christian
Vieri, ai bilanci ammaestrati per la sua Inter non fosse estromessa dalla Serie
A; i comportamenti di Moratti e le sue malefatte hanno, secondo me, una
spiegazione che va oltre l’amore per la Squadra, Massimo Moratti non è il leader
della Famiglia, il vero leader è il fratello Gian Marco; Massimo Moratti nel
1996 quando la Famiglia rilevò l’Inter aveva un sogno il sogno, quello di emulare le
gesta del padre Angelo. La storia ci insegna che l’emulazione era sia nel bene
che nel male: non dimentichiamo infatti le pratiche di doping, denunciate da Ferruccio
Mazzola, e che venivano messe in atto da Helenio Herrera durante la Presidenza di
Angelo Moratti; il sogno sempre confessato da Massimo Moratti è stato quello di
entrare nella storia del Calcio e della Famiglia grazie alle vittorie dell’Inter,
altro non poteva aspettarsi in quanto mai ha ricoperto ruoli chiave nell’azienda
di Famiglia; anche questo è un segnale di quali siano le reali capacità
imprenditoriali di Massimo Moratti.
Massimo Moratti non
è mai stato una pietra angolare sia nel bene che nel male; se si analizza in
profondità il personaggio si vede che mai è stato un protagonista, non lo è
stato nel “progetto” Farsopoli e tanto meno lo è stato nelle ultime vicende
legate alla cessione dell’Inter. L’orticello di Moratti era esclusivamente la
Squadra, e anche lì si innamorò di alcuni giocatori più che di altri, a lui
non importava il valore del giocatore ma il feeling che gli trasmetteva; e
questo è stata una delle ragioni della mediocrità della sua Inter, Moratti nel
suo orticello coltivava sogni e spendeva un'enormità di denaro comprando
giocatori come Vampeta, Taribo West, Aron Winter o Hakan Sukur, solo per citarne
alcuni, e facendo la felicità dei loro procuratori piuttosto che di tifosi
interisti. Per poi innamorarsi di giocatori come Alvaro Recoba che pure ha
contribuito a incrementare i debiti dell’Inter grazie al contratto che il suo
mentore gli assicurò.
Moratti dove ha
messo mano ha fatto poco e non certo bene, poi il suo “socio” Tronchetti
Provera nel 2005 gli offrì la grande occasione, quella di salire sul carrozzone
di Farsopoli; l’occasione era unica e Moratti la vide come l’unica possibilità di
entrare nell’Olimpo nerazzurro, finalmente avrebbe potuto emulare le gesta del
padre, poco importa se in maniera lecita o illecita, poco importa se avrebbe
dovuto sacrificare l’icona Facchetti, poco importa se si trattava di “annientare”
quel Luciano Moggi che avrebbe portato all’Inter se non si fosse sbagliato a
giudicarlo, se non avesse preso in considerazione la professionalità di Moggi: l’occasione che gli offriva Tronchetti era troppo ghiotta, salire su quel carro
era l’unica e l’ultima possibilità che aveva e non se la lasciò scappare.
Ma Farsopoli da
sola non era sufficiente a soddisfare le ambizioni di Moratti e quindi altra
emorragia di denaro dalle casse dell’Inter e dall’azienda di Famiglia per
mettere insieme la “Legione Straniera” che gli ha permesso di coronare il suo
sogno, il “Triplete”, per entrare nella storia dell’Inter; poco importa che anche
il “Triplete” non fosse così immacolato, anche papà aveva vinto tanto grazie alla
farmacia di Helenio Herrera, in fin dei conti Machiavelli aveva ragione “il
fine giustifica i mezzi”.
Però il “Triplete” segna anche l’inizio del
definitivo declino di Massimo Moratti, i debiti contratti sono talmente
pesanti che rischiano di mettere in difficoltà l’azienda di Famiglia, l’amico
Tronchetti Provera ancora una volta, da quel gran burattinaio che è, si muove
nell’ombra; la Pirelli nel 2012 fa una Joint Venture con PT Astra Otoparts, Società dove
anche la famiglia Thohir ha degli interessi, per costruire uno stabilimento che
produce pneumatici per motociclette; e Pirelli così diventa il primo produttore di pneumatici
del paese. Come si vede il cerchio si chiude, più che un cerchio, forse, un
cappio attorno al collo di Massimo Moratti.
L’Inter di Thohir
non ha bisogno di Massimo Moratti e neppure dei membri del CdA vicini a lui,
infatti la rinuncia di Massimo Moratti alla carica di Presidente Onorario dell’Inter
ha avuto la ,logica, conseguenza della dimissioni dal CdA del figlio
Angelomario e dei fidi Rinaldo Ghelfi e Alberto Manzonetto. Per l’Inter si
chiude una pagina e se ne apre un’altra, una pagina nuova dove sarà Erik Thohir
a scrivere, c’è ancora da capire se i contenuti saranno tutti farina del sacco
di Thohir o se anche l’indonesiano non stia scrivendo sotto dettatura. È comunque
certo che, così come l’Inter di Moratti anche quella di Thohir, dovrà fare i
conti con l’eminenza grigia che ormai ha stabilmente in mano le sorti della
seconda squadra di Milano.
Che ne sarà di
Massimo Moratti, uscirà veramente in maniera definitiva dal mondo del calcio o
rientrerà da una finestra, magari una finestra sarda? È da quando Giulini ha
rilevato il Cagliari da Massimo Cellino che si vocifera che il regista di
questa operazione sia appunto Massimo Moratti, se sarà vero lo vedremo tra
alcuni mesi, quello che pare certo è che Moratti non cederà il suo 29.5% di
azioni dell’Inter, e anche questo apre la porta a molte speculazioni; credo che l’Inter
nei prossimi mesi farà parlare molto non tanto per i risultati sportivi quanto
per le vicende societarie che sempre di più si tingono dei colori di una Dynasty
meneghina che poi è nella tradizione della seconda squadra di Milano dove gli
scarsi risultati sportivi non sono mai stati limpidi.
Bye Bye Moratti,
una cosa è certa non ti rimpiangeremo .
Massimo Sottosanti
FINO ALLA FINE
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