Ieri abbiamo visto una delle peggiori Juventus dal 2011 ad
oggi, una Juventus che ha sbavato un po’ in ogni reparto, una Juventus che ha
sbagliato una quantità di passaggi impressionante, con i nostri sempre (o quasi) in
ritardo sui recuperi, una Juventus che, presa dalla frenesia e dalla
frustrazione di cercare il pareggio, ha esaltato il portiere spagnolo dell’Olimpiakos
Roberto, ma soprattutto una Juventus che ha mostrato gli stessi problemi che ci
hanno accompagnato la stagione scorsa; lo dicevo allora e lo ripeto oggi, io
non lo vedo come un problema di stanchezza fisica, siamo ad inizio stagione
insomma, ma di calo psicologico, di stanchezza mentale. Le prima avvisaglie di quello che è stata la brutta prestazione di ieri si erano già viste nella prima
parte della partita contro l’Atalanta e soprattutto nel pareggio di sabato
contro il Sassuolo, due squadre che ci hanno aggredito, hanno fatto pressing, l’Atalanta
solo nella prima fase della partita, il Sassuolo per tutto il primo tempo e all'inizio del secondo; è interessante notare che Michel, a mio avviso, ha copiato
la tattica degli emiliani: fare pressing, sfruttare gli errori nostri e poi
difendere il vantaggio chiudendo al centro in difesa dove la Juventus, ormai
con troppa ostinazione, cerca sempre di sfondare; siamo prevedibili nel gioco,
lo eravamo con Conte e lo siamo con Allegri. La disamina tecnica della partita
la lascio ad altri, non amo i Bacconi che salgono in cattedra a pontificare
sulla tattica A lanciarsi in masturbazioni mentali sulle geometrie,
estrapolando 10 secondi di una partita, dico solo che il calcio è anche
matematica e quando in difesa si arriva ad dover affrontare gli avversari in un
tre contro tre la matematica ci spiega che c’è un problema nella linea a cinque
di centrocampo.
Ma lasciamo da parte l’aspetto agonistico perché credo che
sia corretto, nei confronti di Allegri, DI Conte e dei giocatori, analizzare se le “colpe”
siano solo loro o se invece le responsabilità vadano ricercate altrove. Inizierei
dall’indiscrezione circolata secondo la quale nell’intervallo della partita
Beppe Marotta sia sceso negli spogliatoi a fare un “cazziatone” alla squadra; che
Marotta sia sceso negli spogliatoi per dare la “scossa” alla squadra lo trovo
un gesto inappropriato, lo spogliatoio è una specie di Sancta Sanctorum dove l’allenatore
è il Gran Sacerdote; che Marotta scenda nello spogliatoio e ascolti in silenzio
quello che Allegri dice alla Squadra è un gesto che si può interpretare come
sostegno al Tecnico, ma se l’AD si sostituisce all’Allenatore nel fare il “cazziatone”
alla Squadra potrebbero entrare in ballo dei meccanismi
psicologici che rischierebbero di indebolire l’autorevolezza del Tecnico di
fronte al SUO gruppo. Cosa diversa è che quando la Squadra si riunisce a Vinovo si trovi davanti non solo Marotta ma
anche Andrea e Nedved; e i Dirigenti assieme all’Allenatore abbiano un confronto
franco e molto chiaro con tutta la Squadra, un confronto dove le parole dei
Dirigenti siano al netto dell’adrenalina della partita, questa lasciamola ad
Allegri e ai suoi ragazzi.
Altro punto importante, a mio avviso, da tener presente è
che la Juventus dal 2011 ad oggi ha subito un'involuzione a livello di gioco; mi spiego, la Squadra: che piaccia o meno, dal 2011 ad oggi è sostanzialmente
la stessa, ci sono stati degli innesti più che altro in attacco ma in difesa e
centrocampo le novità sono state poche; in attacco poi è vero che dalla
stagione scorsa con l’arrivo di Tevez e Llorente è aumentata la qualità, Morata
è un altro acquisto che aumenta ancora un po’ di più il tasso tecnico, però è
altrettanto vero che gli attaccanti di ruolo in rosa sono scesi da sei a
quattro. Se poi andiamo a vedere le formazione tipo dal 2011 ad oggi vediamo
che ci sono giocatori come Pirlo, Vidal, Pogba, Lichtsteiner, Bonucci,
Chiellini, Tevez che, al netto di assenze per squalifiche o infortuni, sono
sempre in campo, sono sempre titolari in Campionato, in UCL e in molti casi
anche nelle loro Nazionali, giocatori che sono sottoposti ad un logorio
psicologico e fisico non indifferente; e questo logorio non fa altro che mettere
in evidenza quali siano i loro limiti, tecnici e nervosi; per questo io credo che il gioco della Juventus si sia involuto; nel primo anno di Conte tutti
davano il 110% perché in primo luogo non c’era l’impegno di UCL e in secondo luogo
c’era una motivazione enorme nel riscattare i due settimi posti consecutivi; è
chiaro che non è possibile dare sempre il 110% così come è chiaro che le
caratteristiche dei singoli, con relativi pregi e limiti non si possono stravolgere; quindi la crescita sportiva e la diminuzione del gap passano attraverso il rafforzare
la Squadra, inserendo i tasselli necessari per supplire ai limiti dei singoli e
dare la possibilità all’Allenatore di far rifiatare alcuni elementi senza
perdere in tasso tecnico complessivo. Questo, è inutile nasconderlo, sotto la gestione Marotta non è mai avvenuto, le
motivazioni economiche, pur vere e reali, non giustificano questo immobilismo,
Andrea Agnelli credo abbia ben presente come Moggi e Giraudo abbiano saputo
costruire una corazzata avendo a disposizione i soldi per comprare tutt’al più
un peschereccio, Andrea dovrebbe spronare di più il suo team per tentare,
almeno, di ripercorrere la strada tracciata dal 1994 fino al 2006.
E veniamo ai falsi tifosi come Travaglio e Di Pietro e tutti
i loro seguaci, i “tifosi” che non sanno fare altro che indignarsi di fronte a un arbitraggio equamente insufficiente e
non vedono l’ora di sputare veleno su Moggi, Giraudo ed ora anche su Andrea; questi pseudo “tifosi” credo che ieri sera abbiano gioito se non addirittura
tifato per l’Olimpiakos, già perché a loro piace tanto la New Holland più che
la Juventus ma la Juventus non è e non deve essere quella di ieri sera, la
Juventus ha una Storia e una Tradizione che parlano chiaro; consiglio a Travaglio
e Di Pietro di farsi un bel tour allo JMuseum, dove tristemente non c’è traccia
dei “demoni” Giraudo e Moggi, quindi non corrono il rischio di iperacidosi, per
vedere che i 117 anni di Storia Bianconera, se si tolgono i sei anni di New
Holland, sono in linea con il lavoro e le strategie attuate dal 1994 al 2006 appunto
da Moggi e Giraudo. I “tifosi” Travaglio e Di Pietro ieri sera avranno gioito
di fronte ad una Squadra molto più simile alla New Holland che alla Juventus. Le
partite si vincono con la determinazione e con lo spirito giusto, non c’è
arbitro che possa danneggiare o favorire una Squadra quando è forte, determinata
e affamata di vittorie. Sicuramente Travaglio e Di Pietro amano di più lo stile
Marotta piuttosto che la passione e la competenza di Andrea Agnelli o di Pavel
Nedved, perché più simile alla loro New Holland, però vorrei ricordare a questi
“personaggi” e alla Juventus di ritorno da Atene le parole di Gianni
Agnelli, parole importanti che meglio non potrebbero definire quella che
dovrebbe sempre essere la Juventus:
“Nei momenti difficili di una partita, c’è sempre nel mio subconscio
qualcosa a cui mi appello, a quella capacità di non arrendersi mai. E questo è
il motivo per cui la Juventus vince anche quando non te l’aspetti”
Io sono sicuro che questo concetto fosse ben presente nella
Juventus della Triade, così come andò totalmente perso ai tempi della New
Holland; oggi è ora che la Dirigenza per prima lo faccia suo per vincere per
far crescere la squadra e lo trasmetta, o meglio lo imponga, alla Squadra,
questi sono i veri valori Bianconeri quindi spero, nel futuro, di ritrovarli ad
ogni partita e spero altresì di non aver più il voltastomaco per ascoltare le
parole di certi personaggi che nulla hanno a che vedere con la Juventus.
Massimo Sottosanti
VINCERE NON E’
IMPORTANTE E’ L’UNICA COSA CHE CONTA
FINO ALLA FINE
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di un grande amor
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