giovedì 23 ottobre 2014

LA LEZIONE DI ATENE




Ieri abbiamo visto una delle peggiori Juventus dal 2011 ad oggi, una Juventus che ha sbavato un po’ in ogni reparto, una Juventus che ha sbagliato una quantità di passaggi impressionante, con i nostri sempre (o quasi) in ritardo sui recuperi, una Juventus che, presa dalla frenesia e dalla frustrazione di cercare il pareggio, ha esaltato il portiere spagnolo dell’Olimpiakos Roberto, ma soprattutto una Juventus che ha mostrato gli stessi problemi che ci hanno accompagnato la stagione scorsa; lo dicevo allora e lo ripeto oggi, io non lo vedo come un problema di stanchezza fisica, siamo ad inizio stagione insomma, ma di calo psicologico, di stanchezza mentale. Le prima avvisaglie di quello che è stata la brutta prestazione di ieri si erano già viste nella prima parte della partita contro l’Atalanta e soprattutto nel pareggio di sabato contro il Sassuolo, due squadre che ci hanno aggredito, hanno fatto pressing, l’Atalanta solo nella prima fase della partita, il Sassuolo per tutto il primo tempo e all'inizio del secondo; è interessante notare che Michel, a mio avviso, ha copiato la tattica degli emiliani: fare pressing, sfruttare gli errori nostri e poi difendere il vantaggio chiudendo al centro in difesa dove la Juventus, ormai con troppa ostinazione, cerca sempre di sfondare; siamo prevedibili nel gioco, lo eravamo con Conte e lo siamo con Allegri. La disamina tecnica della partita la lascio ad altri, non amo i Bacconi che salgono in cattedra a pontificare sulla tattica  A lanciarsi in masturbazioni mentali sulle geometrie, estrapolando 10 secondi di una partita, dico solo che il calcio è anche matematica e quando in difesa si arriva ad dover affrontare gli avversari in un tre contro tre la matematica ci spiega che c’è un problema nella linea a cinque di centrocampo.

Ma lasciamo da parte l’aspetto agonistico perché credo che sia corretto, nei confronti di Allegri, DI Conte e dei giocatori, analizzare se le “colpe” siano solo loro o se invece le responsabilità vadano ricercate altrove. Inizierei dall’indiscrezione circolata secondo la quale nell’intervallo della partita Beppe Marotta sia sceso negli spogliatoi a fare un “cazziatone” alla squadra; che Marotta sia sceso negli spogliatoi per dare la “scossa” alla squadra lo trovo un gesto inappropriato, lo spogliatoio è una specie di Sancta Sanctorum dove l’allenatore è il Gran Sacerdote; che Marotta scenda nello spogliatoio e ascolti in silenzio quello che Allegri dice alla Squadra è un gesto che si può interpretare come sostegno al Tecnico, ma se l’AD si sostituisce all’Allenatore nel fare il “cazziatone” alla Squadra  potrebbero entrare in ballo dei meccanismi psicologici che rischierebbero di indebolire l’autorevolezza del Tecnico di fronte al SUO gruppo. Cosa diversa  è che quando la Squadra si riunisce a Vinovo si trovi davanti non solo Marotta ma anche Andrea e Nedved; e i Dirigenti assieme all’Allenatore abbiano un confronto franco e molto chiaro con tutta la Squadra, un confronto dove le parole dei Dirigenti siano al netto dell’adrenalina della partita, questa lasciamola ad Allegri e ai suoi ragazzi.

Altro punto importante, a mio avviso, da tener presente è che la Juventus dal 2011 ad oggi ha subito un'involuzione a livello di gioco; mi spiego, la Squadra: che piaccia o meno, dal 2011 ad oggi è sostanzialmente la stessa, ci sono stati degli innesti più che altro in attacco ma in difesa e centrocampo le novità sono state poche; in attacco poi è vero che dalla stagione scorsa con l’arrivo di Tevez e Llorente è aumentata la qualità, Morata è un altro acquisto che aumenta ancora un po’ di più il tasso tecnico, però è altrettanto vero che gli attaccanti di ruolo in rosa sono scesi da sei a quattro. Se poi andiamo a vedere le formazione tipo dal 2011 ad oggi vediamo che ci sono giocatori come Pirlo, Vidal, Pogba, Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Tevez che, al netto di assenze per squalifiche o infortuni, sono sempre in campo, sono sempre titolari in Campionato, in UCL e in molti casi anche nelle loro Nazionali, giocatori che sono sottoposti ad un logorio psicologico e fisico non indifferente; e questo logorio non fa altro che mettere in evidenza quali siano i loro limiti, tecnici e nervosi; per questo io credo che il gioco della Juventus si sia involuto; nel primo anno di Conte tutti davano il 110% perché in primo luogo non c’era l’impegno di UCL e in secondo luogo c’era una motivazione enorme nel riscattare i due settimi posti consecutivi; è chiaro che non è possibile dare sempre il 110% così come è chiaro che le caratteristiche dei singoli, con relativi pregi e limiti non si possono stravolgere; quindi la crescita sportiva e la diminuzione del gap passano attraverso il rafforzare la Squadra, inserendo i tasselli necessari per supplire ai limiti dei singoli e dare la possibilità all’Allenatore di far rifiatare alcuni elementi senza perdere in tasso tecnico complessivo.  Questo, è inutile nasconderlo, sotto la gestione Marotta non è mai avvenuto, le motivazioni economiche, pur vere e reali, non giustificano questo immobilismo, Andrea Agnelli credo abbia ben presente come Moggi e Giraudo abbiano saputo costruire una corazzata avendo a disposizione i soldi per comprare tutt’al più un peschereccio, Andrea dovrebbe spronare di più il suo team per tentare, almeno, di ripercorrere la strada tracciata dal 1994 fino al 2006.

E veniamo ai falsi tifosi come Travaglio e Di Pietro e tutti i loro seguaci, i “tifosi” che non sanno fare altro che indignarsi di fronte a un arbitraggio equamente insufficiente e non vedono l’ora di sputare veleno su Moggi, Giraudo ed ora anche su Andrea; questi pseudo “tifosi” credo che ieri sera abbiano gioito se non addirittura tifato per l’Olimpiakos, già perché a loro piace tanto la New Holland più che la Juventus ma la Juventus non è e non deve essere quella di ieri sera, la Juventus ha una Storia e una Tradizione che parlano chiaro; consiglio a Travaglio e Di Pietro di farsi un bel tour allo JMuseum, dove tristemente non c’è traccia dei “demoni” Giraudo e Moggi, quindi non corrono il rischio di iperacidosi, per vedere che i 117 anni di Storia Bianconera, se si tolgono i sei anni di New Holland, sono in linea con il lavoro e le strategie attuate dal 1994 al 2006 appunto da Moggi e Giraudo. I “tifosi” Travaglio e Di Pietro ieri sera avranno gioito di fronte ad una Squadra molto più simile alla New Holland che alla Juventus. Le partite si vincono con la determinazione e con lo spirito giusto, non c’è arbitro che possa danneggiare o favorire una Squadra quando è forte, determinata e affamata di vittorie. Sicuramente Travaglio e Di Pietro amano di più lo stile Marotta piuttosto che la passione e la competenza di Andrea Agnelli o di Pavel Nedved, perché più simile alla loro New Holland, però vorrei ricordare a questi “personaggi” e alla Juventus di ritorno da Atene le parole di Gianni Agnelli, parole importanti che meglio non potrebbero definire quella che dovrebbe sempre essere la Juventus:

Nei momenti difficili di una partita, c’è sempre nel mio subconscio qualcosa a cui mi appello, a quella capacità di non arrendersi mai. E questo è il motivo per cui la Juventus vince anche quando non te l’aspetti

Io sono sicuro che questo concetto fosse ben presente nella Juventus della Triade, così come andò totalmente perso ai tempi della New Holland; oggi è ora che la Dirigenza per prima lo faccia suo per vincere per far crescere la squadra e lo trasmetta, o meglio lo imponga, alla Squadra, questi sono i veri valori Bianconeri quindi spero, nel futuro, di ritrovarli ad ogni partita e spero altresì di non aver più il voltastomaco per ascoltare le parole di certi personaggi che nulla hanno a che vedere con la Juventus.

Massimo Sottosanti

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